Copertina
Autore Daniela Aronica
Titolo Barcellona
EdizioneDe Agostini, Novara, 2006, Clupguide , pag. XVI+320+16, ill., cop.fle., dim. 11,3x19x1,8 cm , Isbn 978-88-418-3110-6
LettoreSara Allodi, 2007
Classe citta': Barcellona , viaggi , design
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Indice


VEDERE BARCELLONA                           VII

Come è fatta questa guida                     1
Come usare questa guida                       2


CONOSCERE BARCELLONA                          3

Dedicato a Barcellona                         4

UNA STORIA CATALANA                           6

GLI ESORDI 6,
Un lungo balzo fino ai romani 6,
DAI 'BARBARI' ALLE MONARCHIE 7,
Visigoti, arabi e franchi 7,
La corona d'aragona 9,
La Generalitat de Catalunya 11,
Barcellona e gli Asburgo 12,
L'ETÀ MODERNA 13,
Dalla guerra di Successione spagnola
alla Rivoluzione industriale 13,
La Diada, un omaggio alla nazione 14,
LA BARCELLONA DEL XX SECOLO 17,
Fino alla guerra civile 17,
Gli anni della dittatura 19,
Il ritorno della democrazia 20,
LE SFIDE DEL XXI SECOLO 21

EVOLUZIONE URBANA                            22

AI TEMPI DEI ROMANI 22,
LA NASCITA DELLA CIUTAT VELLA 23,
Le espansioni extra muros 23,
DAL DECLINO ALLA RINASCITA 25,
Lo sviluppo delle 'periferie' 26,
L'Eixample: un quartiere innovativo 27,
Un progetto lungimirante 28,
L'Esposizione Universale 29,
LA 'GRAN BARCELONA' 30,
L'Esposizione Internazionale 31,
Dalla dittatura alle olimpiadi 32,
Barcelona, posa't guapa 33,
Fòrum BCN 2004 34,
LAVORI IN CORSO 36,
22@bcn o Distretto 22@ 36

DALL'ARTE AL DESIGN                          37

GLI STILI NEI SECOLI 37,
L'austero romanico 38,
Gotico o neogotico? 40,
Il 'vero' gotico 41,
Altri tempi! 41,
Tra barocco e neoclassicismo 44,
L'innovativo modernismo 45,
La Renaixenca 46,
Un ritrovo d'eccezione 47,
La Barcellona modernista 48,
Un 'eroe sociale' 48,
Noucentisme: uno stile nazionale 49,
Le avanguardie storiche 50,
Postavanguardie e nuove tendenze 51,
Una scommessa museografica 53,
MODA E DESIGN 54

MUSICA E SPETTACOLO                          58

LA NOVA CANÇÓ CATALANA 58,
ALLA RICERCA DEL 'BARCELONA SOUND' 59,
Il 'Boccaccio' o le notti di Barcellona 60,
Il Mestizaje 61,
L'altra musica 62,
TOP TEN degli album musicali 63,
La musica in sala 64,
BARCELLONA: UNA CITTÀ TEATRALE 66,
Tante compagnie, molti caratteri 67,
La Fura dels Baus 67,
Els Joglars 68,
Els Comediants 68,
Tricicle 68,
Cubana 69,
Dagoll Dagom 69,
LA SIGNORA DEL CINEMA 70,
Barcellona in 10 film 72

LETTERATURA E TRADIZIONI                     74

PRIMA DI TUTTO LA LINGUA 74,
LA SCENA LETTERARIA 75,
Cinque secoli di splendore 77,
Decadenza e Renaixenca 79,
Jocs Florals: tra nazionalismo e poesia 81,
Quattro passi nella Barcellona letteraria,
ovvero la città raccontata dai libri 82,
BARCELLONA IN FESTA 83


SCOPRIRE BARCELLONA                          85


GUIA RAPIDA                                  86

BARCELLONA IN... 87,
Un giorno 87,
Tre giorni 88,
Cinque giorni 88,
ITINERARI TEMATICI 90,
BCN dall'alto 90,
BCN design 90,
BCN Fòrum 2004 91,
BCN gotica 92,
BCN modernista 92,
BCN olimpica 93,
BCN UNESCO 93,
BCN verde 93,
Barcellona in breve 94

CIUTAT VELLA, RAMBLA, RAVAL, BARRI GÒTIC,
RIBERA                                       96

[...]

L'EIXAMPLE CON SAGRADA FAMÍLIA              140

[...]

IL LUNGOMARE CON UNO SGUARDO A EST          162

[...]

SUL MONTJUÏC DA PLAÇA D'ESPANYA             179

[...]

I QUARTIERI SETTENTRIONALI                  199

[...]

FUORI PORTA, I DINTORNI DI BARCELLONA       216

[...]


VIVERE BARCELLONA                           227

Prima di partire 228,
Informazioni utili 228,
Barcellona in rete 229,
Quando andare 229,
[...]

INDICI                                      316

Indice dei luoghi 316,
In città 316,
Fuori porta 320,
Indice delle carte 320

 

 

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Pagina 4

DEDICATO A BARCELLONA
di Valentí Gómez i Oliver


Poeta e scrittore, Valentí Gómez i Oliver così ci introduce alla sua città d'ori gine. Una passeggiata sull'onda dei ricordi, dopo una vita trascorsa all'estero nella capitale italiana.


Barça é il nome di un club sportivo (F.C.Barcelona) che definisce non solo una tifoseria, ma anche una città, un modo di fare, uno stile, una cultura, una nazione. Non a caso si dice che il Barça è 'più di un club'.

Artisticamente emergono non solo figure geniali come Gaudí, Tàpies, Picasso, ma anche il modernismo, lampi di romanico, un quartiere gotico, uno razionalista (l'Eixample), insomma una passeggiata attraverso tanti momenti della storia dell'arte. Storia che bisogna scoprire, apprezzare e riconoscere, ovviamente, a piedi.

Ricordi d'infanzia quando scoprii, davanti a casa, nella plaga d'Espanya, la famosa Fira de Mostres, e il suo nome in italiano: fiera campionaria. Parole di una lingua allora sconosciuta che fin da quel momento ho sempre portato nel cuore. Oggi, dopo più di trentacinque anni vissuti a Roma, mi diverto molto a scrivere sulla mia città natale questo acrostico nella 'mia' lingua d'adozione: l'italiano.

Città delle meraviglie, della modernità (architettura e disegno), della tradizione rivoluzionaria ('rosa di fuoco'), dei bottegai, dei commercianti, degli artisti, degli scienziati, degli immigranti, di tutti quelli che amano lo sforzo, il lavoro, la creazione e, discretamente, la bella vita.

Eventi lungo i secoli che hanno modificato, uno dopo l'altro, il volto mediterraneo della città: la grande Esposizione Internazionale dei primi del '900; la tragedia della guerra civile (1936-39); il fardello del franchismo (1939-75); la transizione e il risveglio della democrazia; i fasti delle Olimpiadi (1992); la vita odierna, moderna e senza scosse, apprezzata da tutti.

Linguisticamente non siamo arrivati alla situazione della Torre di Babele, ma si possono ascoltare – per esempio sulle Rambles – più di 50 lingue; tante sono le comunità che si sono riversate a Barcellona negli ultimi anni. Sullo sfondo, due lingue autoctone: il castigliano, la lingua ufficiale dello Stato, e il catalano, la lingua nella quale hanno scritto Ramon Llull, il poeta Verdaguer o la scrittrice Rodoreda e che si sente oggi parlare per le strade, nel mercato della Boqueria o in televisione.

Le feste popolari, ogni giorno più celebrate dai cittadini, costituiscono un esempio di connubio tra la tradizione e la modernità. Sono da scoprire, tra le altre, quella di San Giovanni (giugno), quella di Gràcia (agosto) o quella della patrona della città, la Mercé (settembre).

Opera: il bel canto è sempre stato considerato parte integrante della città. Non solo il teatro del Liceu, ma anche il gioiello modernista del palau de la Mùsica, l'Auditori, le scuole di musica, le fondazioni con i festival, i gruppi di tutto il mondo che praticano la fusione, il jazz, il flamenco, i musicisti per le strade. Una città che canta in certi nascondigli da scoprire è come il silenzio che parla ed evoca...

Niente é più gradevole che gustare piatti tipici catalani nei ristoranti che si affacciano con timidezza sul mare, nel quartiere della Barceloneta o in quello del Porto Olimpico. In molti di essi, forse per analogia culinaria, aleggia il profumo della genialità dei grandi cuochi catalani come Ferran Adrià e Carme Ruscalleda.

A volte si scopre lo spirito di una città nei più umili dettagli. Ce ne sono tanti, e gradevoli, in questa deliziosa Barcino, frequentata anche dagli antichi romani. Possano i viaggiatori italiani odierni sperimentare in essa soltanto sensazioni gradevoli – attenti ai ladri! – affinché si arricchisca il loro animo infinitamente.

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UNA STORIA CATALANA



• Gli esordi

Nel 2002, mentre si scavava in una discarica a cielo aperto a una cinquantina di chilometri da Barcellona, apparvero i resti di Pau. Studi successivi dimostrarono che si trattava nientemeno che dell'anello di congiunzione tra il gorilla, lo scimpanzé e l'uomo. Il confidenziale nomigliolo con cui fu subito battezzato, e che in catalano significa 'pace', è un chiaro segnale lanciato dai paleontologi contro la guerra in Irak, appena iniziata quando la notizia fu resa pubblica. Il nome scientifico di Pau è tuttavia Pierolapithecus catalaunicus e i suoi resti fossili, un'ottantina di frammenti dello scheletro, risalgono al Miocene medio, dunque a circa 13 milioni di anni fa.


• Un lungo balzo fino ai romani

Per trovare tracce di insediamenti propriamente umani in Catalogna bisogna però attendere il Paleolitico inferiore e, per il territorio oggi occupato da Barcellona, la fine del Neolitico. Ma si tratta di poca cosa.

Forse più interessante è sapere che, quando i romani iniziarono a disputare ai cartaginesi il controllo della penisola iberica, durante l'avanzata costiera da Emporion a Sagunto convissero pacificamente – almeno nei primi tempi – con le tribù locali. Una di esse, i laietani, ci riguarda da vicino, perché occupava l'area compresa tra Collserola e il mare, esattamente il luogo dove oggi sorge Barcellona. Il maggiore dei loro insediamenti era adagiato sulle pendici di Montjuïc e, a quanto pare, era chiamato Laie. Ma si dice che tutti i colli della città, a cominciare dal Tàber (l'attuale plaça de Sant Jaume) fino al Turó de Monterols, il Putget, la Creueta, il Carmel, la Muntanya Pelada e il Turó de la Peira, fossero abitati da queste tribù sin dal Neolitico.

Pochi sono in ogni caso i resti di tale civiltà preindoeuroea provenienti dagli scavi effettuati nel territorio di Barcellona, oggi conservati presso il Museu d'Arqueologia de Catalunya (—>).

Affonda invece le proprie origini nella leggenda la storia secondo la quale la città sarebbe stata fondata da Ercole, dopo il ritrovamento della Barca Nona, vale a dire la nona delle imbarcazioni che lo avevano trasportato con gli argonauti fino in Spagna, proprio ai piedi di Montjuïc. Come pure alla leggenda dobbiamo far risalire l'attribuzione ai cartaginesi della fondazione della città (Annibale, lo ricordiamo, apparteneva alla famiglia dei Barca). I puniti erano senz'altro presenti lungo le coste orientali della Spagna, come del resto i greci, ma né gli uni né gli altri scelsero Barcellona come base commerciale per i loro traffici.

Certa e documentata è invece la creazione della colonia romana (->) Iulia Augusta Faventia Paterna Barcino nel 15 a.C. Di dimensioni contenute (una decina di ettari), il nuovo nucleo urbano era forse cinto da mura sui cui resti, nel V secolo, ne vennero erette di nuove. Ma nemmeno questa fu un'epoca di grande splendore per la città, perché i romani preferirono la vicina Tarragona (Tarraco).

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