Copertina
Autore Isaac Asimov
Titolo Abissi d'acciaio
EdizioneMondadori, Milano, 1992 [1963], Oscar Fantascienza 52
OriginaleThe Caves of Steel [1953]
TraduttoreGiuseppe Lippi
LettoreRenato di Stefano, 1993
Classe fantascienza
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Pagina 19 [ libro inizio ]

Lije Baley era appena arrivato alla sua scrivania quando si accorse che R. Sammy lo fissava, come in attesa.

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Pagina 121

Che infima comodità era il lavandino installato in casa, quando per trent'anni Baley ne aveva fatto a meno ed era andato a lavarsi al Personale; era inutile perfino come status-symbol, visto che ostentare la propria condizione è un fatto di pessimo gusto. Eppure, de glielo avessero tolto, quanto sarebbe stato più umiliante, più insopportabile ogni viaggio per andare al Personale! Come gli sarebbe parso fantastico il ricordo delle rasature in camera da letto! Che lusso, che bene perduto!

Era di moda, fra i moderni scrittori politici, considerare con disprezzo e disapprovazione il "fiscalismo" del medioevo, quando l'economia era basata sul denaro. La lotta per l'esistenza, dicevano, era una competizione brutale. In quelle condizioni non si poteva costruire una società veramente complessa, perché la "corsa alla lira" generava nell'uomo una terribile ansia. (Gli studiosi avevano varie teorie sull'origine della parola "lira", ma il senso della frase, nel complesso, non sfuggiva).

Per contrasto, il moderno "civismo" veniva esaltato come molto più efficiente e illuminato.

Forse era così. Esistevano romanzi storici di gusto sensazionale e romantico, e in quelli che riflettevano il punto di vista dei medievalisti si sosteneva che il "fiscalismo" era il progenitore di virtù quali l'individualismo e l'iniziativa.

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Pagina 129

«Va bene, vedo che ci avviciniamo al punto. In che modo Spacetown vi aiuta a risolvere il problema?»

«Noi cerchiamo di introdurre i robot sulla Terra perché vogliamo sbilanciare l'equilibrio economico delle Città.»

«E questo sarebbe il modo in cui volete darci una mano?» Le labbra di Baley fremevano. «Mi sta dicendo che cercherete di creare di proposito disoccupazione e declassamento?»

«Non per crudeltà o cinismo, mi creda. Un gruppo di diseredati, o declassati come lei li chiama, è quello che ci serve per formare un nuovo nucleo di coloni. La vostra antica America fu scoperta da navi piene di galeotti. Non vede che il sistema delle Città non può fare nulla per i diseredati? Essi non hanno niente da perdere, ma mondi da guadagnare se lasceranno la Terra.»

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Pagina 259 [ libro fine ]

Esitò, poi, come sorpreso delle sue stesse parole, disse: «Vai e non peccare più».

Baley sorrise, prese R. Daneel per il gomito e uscirono insieme, braccio sotto braccio. 

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