Copertina
Autore Isaac Asimov
Titolo La fine dell'eternità
EdizioneMondadori, Milano, 1982 [1956], Classici fantascienza 60
OriginaleThe End of Eternity [1955]
TraduttoreBeata della Frattina
LettoreRenato di Stefano, 1982
Classe fantascienza , inizio-fine
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Pagina 7 [ inizio libro ]

Andrew Harlan entrò nel cronoscafo. Era una struttura perfettamente sferica inserita in una gabbia di aste regolarmente distanziate che parevano vibrare come aria sottoposta a evaporazioni di caldo. Harlan manovrò i comandi e mise in posizione la leva di partenza.

Il cronoscafo non si mosse. Harlan, comunque, non si era aspettato che lo facesse. Non s'aspettava movimenti di sorta, né verso l'alto o il basso, né a destra o a sinistra, né in avanti o all'indietro. Tuttavia, gli intervalli fra le aste si erano fusi in un grigiore uniforme, solido al tatto ancorché immateriale. E poi c'era quel senso di leggerissima nausea e quel debole accenno di vertigini (d'origine psicosomatica?) che rivelavano che il cronoscafo, con tutto quel che conteneva, Harlan compreso, stava sfrecciando in avanti, attraverso l'Eternità.

Harlan era salito a bordo nel 575° secolo, che era la base d'operazioni assegnatagli due anni prima, massimo punto da lui raggiunto innanzi nell'Etemità, ma ora doveva salire al 2456°.

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Pagina 149 [ fine libro ]

Il suo comportamento degli ultimi tempi stava a indicare come, nel suo intimo, si ribellasse contro l'Eternità. Non aveva dunque agito cosí perché nel profondo del suo cuore voleva distruggerla? E voleva distruggerla perché la giudicava un abisso di psicopatia, di anormalità, di inibizioni, dove gli uomini, strappati al loro naturale ambiente, si dibattevano soffocando i propri sentimenti e conducendo una vita contro natura.

Guardò Noys con occhi spenti, e lei disse piano: - Vieni sull'ingresso della grotta, Andrew. Andiamo...

Lui la segui, ipnotizzato, sbalordito dalla facilità con cui aveva abbracciato senza riserve quel nuovo punto di vista. Lasciò cadere l'arma e prese Noys per mano.

Il grigio pallore dell'alba striava il cielo contro cui si stagliava la sagoma massiccia del cronoscafo.

- Ecco la Terra, Andrew - disse Noys. - E' la culla dell'umanità, ma non sarà la sua tomba. Sarà invece la pista di lancio dell'uomo verso la sua avventura nell'infinito. Sta a te decidere. Tu, io e il contenuto di questa grotta saremo protetti contro il Mutamento da un alone di tempo fisico. Cooper e la sua inserzione scompariranno; scompariranno l'Eternità e la Realtà del mio secolo, ma resteremo noi, e i nipoti dei nostri lontanissimi nipoti potranno raggiungere le stelle.

Harlan si volse e vide che Noys sorrideva. Era la sua Noys di sempre, e lui si senti felice. Non si rese neppure conto di aver deciso, fin quando la sagoma del cronoscafo non fu scomparsa nel nulla. E allora, mentre rientrava nella grotta tenendo Noys abbracciata, capi che era finita l'Eternità e cominciava l'Infinito.

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