Copertina
Autore Alessandro Baricco
Titolo Senza sangue
EdizioneRizzoli, Milano, 2002, La Scala , pag. 110, dim. 130x190x8 mm , Isbn 978-88-17-87017-7
LettoreAngela Razzini, 2002
Classe narrativa italiana
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Pagina 9 [ inizio libri ]

Nella campagna, la vecchia fattoria di Mato Rujo dimorava cieca, scolpita in nero contro la luce della sera. L'unica macchia nel profilo svuotato della pianura.

I quattro uomini arrivarono su una vecchia Mercedes. La strada era scavata e secca - strada povera di campagna. Dalla fattoria, Manuel Roca li vide.

Si avvicinò alla finestra. Prima vide la colonna di polvere alzarsi sul profilo del mais. Poi sentì il rumore del motore. Nessuno aveva più macchine, da quelle parti. Manuel Roca lo sapeva. Vide la Mercedes spuntare lontano e poi scomparire dietro a un filare di querce. Poi non guardò più.

Tornò verso la tavola e posò la mano sulla testa della figlia. Alzati, le disse. Prese una chiave dalla tasca, la appoggiò sul tavolo e fece un cenno col capo al figlio. Subito, disse il figlio. Erano bambini, due bambini.

Al bivio del torrente, la vecchia Mercedes evitò la strada per la fattoria e proseguì verso Alvarez, fingendo di allontanarsi. I quattro uomini viaggiavano in silenzio. Quello alla guida aveva una specie di divisa addosso. L'altro uomo seduto davanti aveva un vestito color panna. Stirato. Fumava una sigaretta francese. Rallenta, disse.

Manuel Roca sentì il rumore allontanarsi verso Alvarez. Chi credono di fregare?, pensò. Vide il figlio rientrare nella stanza con un fucile in mano e un altro sotto il braccio. Posali lì, disse. Poi si voltò verso la figlia. Vieni, Nina. Non aver paura. Vieni qui.

L'uomo elegante spense la sigaretta sul cruscotto della Mercedes poi disse a quello che guidava di fermarsi. Va bene qui, disse. E fa' tacere 'sto inferno. Si sentì il rumore del freno a mano, come una catena lasciata cadere in un pozzo. Poi più niente. La campagna sembrava inghiottita da una quiete incurabile.

Era meglio andare dritti da lui, disse uno dei due seduti dietro. Adesso avrà il tempo di scappare, disse. Aveva una pistola in mano. Era solo un ragazzo. Lo chiamavano Tito.

Non scapperà, disse l'uomo elegante. Ne ha piene le palle di scappare. Andiamo.

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Pagina 34

- E il figlio di Roca -, disse el Gurre.

Salinas bestemmiò qualcosa, si mise a urlare che non doveva esserci nessuno, lì, NON DOVEVA ESSERCI NESSUNO QUI, COS'È, QUESTA STORIA, AVEVATE DETTO CHE NON C'ERA NESSUNO, gridava e non sapeva dove puntare la pistola, guardava el Gurre, e poi il ragazzo, poi alla fine guardò il bambino col fucile e gli urlò che era un fottuto stupido, e che non sarebbe uscito vivo da lì se non posava subito quel dannato fucile.

Il bambino rimase in silenzio e non abbassò il fucile.

Allora Salinas smise di gridare. Gli uscì una voce calma e feroce. Disse al bambino che adesso sapeva che razza di uomo era suo padre, adesso sapeva che era un assassino, che aveva ammazzato decine di persone, a volte li avvelenava a poco a poco, con le sue medicine, ma altri li aveva uccisi aprendogli il petto e poi lasciandoli lì a morire. Disse al bambino che lui aveva visto con i suoi occhi dei ragazzi uscire da quell'ospedale con il cervello bruciato, camminavano a stento, non parlavano, ed erano come dei bambini idioti. Gli disse che suo padre lo chiamavano la Iena, e che erano i suoi stessi amici a chiamarlo così, la Iena, e lo facevano ridendo. Roca rantolava per terra. Iniziò a mormorare piano Aiuto, come da lontano - aiuto, aiuto, aiuto - una litania. Sentiva la morte arrivare. Salinas non lo guardò neppure. Continuava a parlace al bambino. Il bambino stava ad ascoltare, immobile. Alla fine Salinas gli disse che le cose stavano così, e che era tardi per fare qualunque cosa, anche tenere un fucile in mano. Lo guardò negli occhi, con una stanchezza infinita, e gli chiese se aveva capito chi era quell'uomo, se l'aveva capito veramente. Con una mano indicava Roca. Voleva sapere se il bambino aveva capito chi era.

Il bambino mise insieme tutto quello che sapeva, e quel che aveva capito della vita. Rispose:

- È mio padre.

Poi sparò. Un solo colpo. Nel vuoto.

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Pagina 83

- Si guardi, lei sembra un uomo normale, ha il suo soprabito liso e quando si toglie gli occhiali li mette ordinatamente nella loro custodia grigia. Si pulisce la bocca prima di bere, i vetri del suo chiosco sono lucidi, quando attraversa la strada guarda bene a destra e a sinistra, lei è un uomo normale. Eppure ha visto mio fratello morire senza ragione, solo un bambino con un fucile in mano, una raffica e via, e lei era lì, e non ha fatto nulla, aveva vent'anni, santo iddio, non era un vecchio rovinato, era un ragazzo di vent'anni eppure non ha fatto niente, mi vuol fare un favore?, mi spiega come è possibile tutto questo?, ha un modo di spiegarmi che una cosa del genere può effettivamente succedere, non è l'incubo di un malato, è una cosa che è successa, me lo dice come è possibile?

- Eravamo dei soldati.

- Cosa vuol dire?

- Stavamo combattendo una guerra.

- Quale guerra?, era finita la guerra.

- Non per noi.

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