Copertina
Autore John D. Barrow
Titolo Perchè il mondo è matematico?
EdizioneLaterza, Bari, 1992, Lezioni italiane 4 , Isbn 978-88-420-4028-6
TraduttoreBruna Tortorella
LettoreRenato di Stefano, 1992
Classe fisica , matematica , scienze naturali
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Indice


Prefazione                         VII

1. Orientamenti e riflessioni        3

2. Dalla natura al numero           17

3. Che cos'è la matematica?         51

4. La matematica della nuova era    83

Bibliografia                       103


 

 

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Pagina 85 [ universo-organismo, universo-orologio, universo-macchina, universo-computer, Turing, natura, matematica ]

Le nostre categorie di pensiero sono spesso influenzate da certe tendenze culturali e così le nostre immagini dell'Universo tendono a fare uso di concetti alla moda che si sono dimostrati utili in circostanze più mondane. Se nei tempi antichi troviamo l'immagine di un Universo come organismo o come espressione di un'armonia geometrica statica, all'epoca di Newton e degli utenti dell'appena inventato orologio a pendolo, era l'immagine dell'Universo a orologeria a dominare; per i vittoriani della rivoluzione industriale il paradigma dominante era la macchina a vapore, mentre al giorno d'oggi sono i computer e i microcircuiti a governare la nostra vita quotidiana. E sarebbe troppo aspettarsi che il paradigma del computer venisse ignorato nel tentativo di comprendere l'Universo. Il computer ci invita ad astrarre la sue essenza; una volta spogliato dei suoi componenti di base e dei suoi programmi specifici, non è altro che una macchina di Turing, vale a dire un elaboratore di informazioni: una serie di correlazioni tra stringhe finite di numeri interi. Potremmo prendere questa immagine con un pizzico di buonsenso alla Kuhn e considerarla come la più recente di un'infinita sequenza di mode che vengono scartate nel momento in cui si verifica la rivoluzione tecnologica successiva. Pur essendo consapevoli di questa possibilità, supponiamo comunque che il calcolo elettronico non abbia un valore effimero. Potremmo allora chiederci se sia più essenziale vedere l'evoluzione e la struttura dell'Universo come calcolo o come conseguenza delle leggi di Natura. Oppure, fondendo i due concetti, chiederci se dovremmo intendere queste ultime come una specie di programma che sta elaborando il contenuto materiale del nostro Universo. Mentre l'immagine delle leggi della natura come simmetrie e invarianti, tanto amata dai fisici, si fonde in maniera naturale con la visione platonica della realtà matematica, l'immagine computazionale sembra avvicinarsi naturalmente alla più limitata visione costruttivista.

L'esito più fecondo dell'immagine computazionale della Natura è dato dal fatto che ci rivela i motivi profondi per cui la Natura stessa ci risulta intelligibile, ci spiega perchè la scienza è possibile e perchè la matematica è così efficace per descrivere il mondo fisico.

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Pagina 92 [ computer/programma, informazione/algoritmo, Occam, natura/algoritmo/scienza, scienza/natura, teoria del tutto ]

L'inevitabile indecibilità di certe proposizioni dimostrata da questo esempio nasce dal fatto che il sistema logico del computer, basato sull'aritmetica, non è sufficientemente complesso per gestire tutta la gamma di proposizioni che si possono ottenere usando il suo alfabeto. Di conseguenza non c'è modo di decidere se il programma che si sta usando per eseguire un particolare compito è il più breve che si può utilizzare.

Risultati come questo pongono delle limitazioni alla portata di qualsiasi approccio allo studio delle leggi di Natura basato solo sulla semplicità. L'analogo scientifico del metodo formalista in matematica è l'idea che data una qualsiasi sequenza di osservazioni sulla Natura si cerchi di descriverle con una legge matematica onnicomprensiva. Può darsi che ci sia una varietà di leggi capagi di generare quella sequenza di dati, ma alcune di esse risulteranno estremamente artefatte e innaturali. Gli scienzati di solito preferiscono la legge che presenti il minor grado di complessità nel senso precedentemente descritto, che rappresenti cioè la codificazione più succinta dell'informazione in un algoritmo. A volte questo preconcetto viene chiamato «rasoio di Occam». Vediamo subito che questo approccio non ci permetterà mai di dimostrare che una particolare legge che abbiamo formulato sia una descrizione completa della Natura perchè esisteranno sempre delle proposizioni indecidibili che rientrano nel suo ambito; in altri termini, più generali, la codificazione più economica dei fatti non è mai dimostrabile. Ciò vuol dire che purtroppo non è mai possibile sapere se si è scoperto o meno il segreto dell'Universo o se la riduzione necessaria che rimane da fare sia una faccenda da poco o un'impresa titanica.

La scienza esiste perchè il mondo naturale sembra algoritmicamente comprimibile. Le formule matematiche che noi chiamiamo leggi di Natura sono riduzioni economiche di enormi sequenze di dati sui cambiamenti degli stati del mondo: ecco cosa intemdiamo con "intelligibilità del mondo". Possiamo anche concepire un mondo i cui fenomeni siano tutti caotici e casuali (esattamente come alcuni di essi già ci appaiono); in tal caso le sue proprietà potrebbero essere descritte soltanto facendo una lista di innumerevoli sequenze di fenomeni osservati nel tempo.

... La ricerca di una Teoria del Tutto è l'espressione estrema della nostra fede nella riducibilità (compressione) algoritmica della Natura.

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Pagina 96 [ matematica, cervello, complessità ]

Dato che il mondo fisico è algoritmicamente comprimibile, la matematica è utile per descriverlo: è infatti il linguaggio dell'abbreviazione delle sequenze. La mente umana ci permette di entrare in contatto con quel mondo perchè il cervello possiede l'abilità di comprimere sequenze complesse di dati sensoriali in una forma più breve. Queste abbreviazioni fanno sì che esistano il pensiero e la memoria. I limiti naturali di sensibilità che la Natura impone ai nostri organi sensori ci impediscono di sovraccaricarci di informazioni sul mondo. Questi limiti funzionano come valcole di sicurezza per la mente. Tuttavia dobbiamo ancora tutto alla notevole capacità del cervello di sfruttare la riducibilà algoritmica del mondo. E la cosa più sorprendente è che il cervello è uno stato più complesso ed evoluto di quello stesso mondo la cui complessità cerca di comprimere, anche se non conosce ancora bene la propria, di complessità.

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