Copertina
Autore Edoardo Bennato
Titolo La fantastica storia del pifferaio magico
EdizioneTullio Pironti, Napoli, 2005 , pag. 120, ill., cop.fle., dim. 166x229x8 mm , Isbn 978-88-7937-362-3
PrefazioneFrancesco Durante
LettoreFlo Bertelli, 2006
Classe musica , poesia italiana , ragazzi , favole
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Pagina 1

C'era una volta...

"Ma come! Allora questa è una favola?" direte voi...

Una favola come tutte le altre?

Bé, sì, ín un certo senso lo è, perché proprio come tutte le favole che si rispettino, è una storia a metà fra la realtà e la fantasia.

"E in che epoca si svolge?" probabilmente vorrete sapere.

Ecco, in tutte le epoche e in nessuna, perché, vedete, il vantaggio delle favole è che possono vagare liberamente al di fuori di tutti i confini del tempo e dello spazio... Dunque, c'era una volta...

"Un re!"

Ma no, che c'entrano i re! I tempi sono cambiati! Parliamo, semmai, di un primo ministro, anzi no, non esageriamo: facciamo un sindaco qualsiasi di una città qualunque.

Poi c'era anche il pifferaio...

"Quello del pifferaio magico?"

Sì, ma se continuate a fare domande quí si perde il filo! Insomma, ricominciamo da capo e stavolta procediamo con ordine...


Sì c'era una volta una città, e questa città si ingrandiva sempre di più, ogni giorno un poco di più, smisuratamente, "a macchia d'olio" come si è soliti dire in questi casi. Sennonché più si ingrandiva, più gli abitanti diventavano egoisti, prepotenti e meschini.

Si guardavano tutti in cagnesco e mai una volta che si sorridessero! Quando camminavano per le strade, andavano sempre di fretta e parecchi correvano addirittura come se avessero da fare chissà che. A vederli, si aveva l'impressione che fossero impegnati a costruire qualcosa di grandioso, a realizzare progetti importantissimi... Invece, poveretti, la verità era che ormai neppure si rendevano più conto che tutto quel darsi tanto da fare non serviva a costruire ma, semmai, a distruggere giorno per giorno, anzi, che dico!, ora per ora.

Anche alle feste avevano dato un significato diverso, in modo che pure quei giorni non li obbligassero a sorridersi e a provare qualche emozione. Di divertimenti, neppure a parlarne. Del resto, l'unico loro divertimento, l'unico distributore di emozioni, era uno strano apparecchio complicato, con uno schermo su cui si vedevano passare le immagini e degli altoparlanti da cui uscivano i suoni. Loro lo chiamavano "televisore". Succedeva, così, che ognuno se ne stava per suo conto a guardare lo schermo, assuefacendosi sempre di più a quell'unico divertimento; ma più ne abusavano più erano insoddisfatti e così il livore generale aumentava senza che nessuno riuscisse a capirne il perché.


Intanto sotto la città vera e propria se ne era creata un'altra; un intero mondo sotterraneo, in cui trovavano rifugio gli esuli, gli emigrati, gli sbandati, i ladri, i contrabbandieri... in una parola, tutti quelli che avevano deciso di non accettare più le leggi e le regole della Città di Sopra, e che per questo erano stati emarginati e venivano perseguitati.

Tutte queste brave persone (sì "brave", in fondo, perché, gratta gratta, non erano poi tanto peggiori di quelle che vivevano nella Città di Soprà) dovevano dividere il loro mondo con i topi, che ne erano la popolazione naturale ed erano in grande maggioranza. Ma, anziché combatterli, li avevano persuasi a collaborare con loro, a mettersi dalla loro parte, secondo la vecchia teoria che i compagni di sventura devono aiutarsi gli uni con gli altri. Così i topi si erano lasciati convincere a diventare i loro alleati.

I topi grazie al loro numero e al terrore che provocavano nelle altre persone, proteggevano l'universo occulto dei diseredati (o "Sotterranei", come si definivano), e poi del resto, a pensarci bene, da sempre perseguitati ed emarginati dalla comunità come loro, calzavano a pennello come "compagni di lotta"!


Il capo di quegli strani abitanti della Città di Sotto (gli "irregolari" o i "Sotterranei", come più vi piace chiamarli) era un personaggio che, nella Città di Sopra, era molto importante: addirittura uno dei consiglieri del sindaco, e anche uno dei più autorevoli e ascoltati. Di giorno, sedeva nel grande salone dove si riunivano i notabili della Città di Sopra; di notte, nella caverna principale della città sotterranea, aizzava i diseredati a prepararsi al "grande colpo" (o golpe, come diceva lui) che avrebbe rovesciato definitivamente il potere e avrebbe raso al suolo la Città di Sopra. "Perché faceva il doppio gioco?" vi starete certamente domandando. "Per quali ragioni si comportava in quel modo?"

Questo non lo sa nessuno. Avrà avuto i suoi disegni segreti; o era semplicemente una questione di carattere. Comunque, gli storici hanno accertato che, quando era ancora un ragazzo e recitava nel teatrino della scuola, pretendeva sempre che gli dessero la parte del cattivo; e che, prima ancora, quando era bambino e la nonna gli raccontava le favole, lui si entusiasmava soprattutto per le imprese dell'orco.

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Pagina 16

ASSUEFAZIONE


Attenzione, concentrazione
sguardo fisso al televisore
prova di assuefazione
scambio di identità
tutti pronti attenzione,
concentrazione, ah!

Ad ognuno la giusta dose
a seconda della sua ingenuità
tutti sospesi al filo
della pubblicità
ce n'è per tutti ma a ognuno
la giusta dose, ah!

Una panoramica sul mondo,
non stancarti usa il telecomando
che vuoi ancora, che vuoi di più?...

Attenzione, concentrazione
allenarsi per ore ed ore
prova di resistenza, e di elasticità
come ballare questo ballo
per ore ed ore

Ispirare profondamente, ah!
Prova tecnica della mente, ah!
Codice programmato della felicità
metodo pratico ed immediato
di assuefazione,
assuefazione, assuefazione!...

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Pagina 44

SARÀ FALSO SARÀ VERO


Storie di ladroni
traffici di schiavi
santi nella fossa dei leoni
viaggi straordinari
isole lontane
altri mondi da immaginare.

Ed il buon senso sparso
di qua e di là
ed il Mediterraneo,
culla di civiltà
la fonte inesauribile,
di mille biblioteche
sarà falso, sarà vero!

Tutta la saggezza
dei mercanti arabi
ed il senso pratico dell'America
tutti uniti sempre,
fino alla vittoria
le medaglie alla memoria.

Ed il buon senso sparso
di qua e di là
e l'Araba Fenice,
chi la ritroverà
ed i profeti mitici,
giganti del pensiero
sarà falso, sarà vero!...

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Pagina 58

NON È AMORE


Non è amore
quello che fa girare il motore
del volo militare e che importa
di sotto chi ci sta
Non è amore
legittima difesa; prima sparo
e dopo chiedo scusa,
quel che conta
è la legalità
Ma tra la freddezza e la follia
ci deve essere una terza via
Non è amore
quello che fa giocare
al mercato
la multinazionale
nella gara
a chi più venderà
Non è amore
lo splendido sorriso
di chi spiega
le regole per l'uso,
di chi inganna
con la pubblicità
Ma tra la freddezza e la follia
ci deve essere una terza via
Non è amore
il gesto plateale di chi marcia
spaccando le vetrine
del quartiere
che colpa non ne ha
Non è amore
la guerra della fede
di chi è pronto
a uccidere e morire per amore
di Cristo o di Allah.

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