Copertina
Autore Stefano Benni
Titolo L'ultima lacrima
EdizioneFeltrinelli, Milano, 1994, I Narratori , Isbn 978-88-07-01479-6
LettoreRenato di Stefano, 1994
Classe narrativa italiana
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Pagina 31

Il nuovo libraio

Un mazzo di chiavi logore e rossastre, di cui una colpiva per l'anacronistica mole e vetustà. Una chiave coperta di calcare ferrigno, come recuperata dal fondo dell'oceano, con un'impugnatura ovale attraversata da arabeschi metallici, minuscolo cancello di un giardino di fate. Il collo della chiave è esageratamente lungo e termina in un profilo di mostro dentato, scanalato, in una merlatura tormentatissima come se suo compito non fosse aprire una serratura, ma confrontarsi con lei in una partita di astuzie, mosse e contromosse, dente contro anfratto, pieno contro vuoto, artiglio contro fauce. Come se, una volta entrata nella porta, dovesse rimanere prigioniera per sempre, saldata nell'incastro amoroso. Una chiave non per aprire, ma per sigillare in eterno. ...

Eccolo lì sul muro il ritratto del vecchio proprietario: piccolo, barbuto, con un caschetto bianco di capelli da fratacchione. Settant'anni ma ne dimostra trecento, come alcuni dei suoi volumi. Leggendarie le sue manie e bambinaggini: ad alcuni clienti non voleva vendere, ad altri parlava in latino, ad altri ancora metteva in mano i libri per vedere (così diceva) se si creava tra loro "una corrente di simpatia". Molti libri li conservava addirittura nascosti in scansie segrete. Spesso, per simpatia, vendeva libri rari a prezzi irrisori. Molti li spediva, dentro pacchettini di maniacale precisione, a università giapponesi e americane. E portando questi pacchi alla posta, l'andatura ciondolante, a capo scoperto anche d'inverno, parlava tra sè. Si diceva che spiegasse ai libri quale viaggio stavano per intrapendere, che li consolasse della partenza, che li avvertisse degli usi e dei costumi del paese ove avrebbero vissuto, e degli eventuali pericoli. Al momento di consegnarli in posta, carezzava i pacchetti a uno a uno, e formulava a bassa voce auguri di buon viaggio. Talvolta, tra gli sguardi comprensivi degli spedizionieri, si abbandonava al pianto.

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