Copertina
Autore Franco Brera
Titolo Grandi musiche per rasserenare l'anima
EdizioneRed, Milano, 2006 [1998] , pag. 15, ill., cd, dim. 13,5x191,5 cm , Isbn 978-88-7447-447-9
OriginaleClassic for relaxation
EdizioneInfinitum, Barcellona, 1994
CuratoreFranco Brera
LettoreSara Allodi, 2007
Classe musica , salute
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Indice

 1. Ave Maria (J.S. Bach / C. Gounod)                  4:59
 2. Aria dalla Suite in re (J.S. BacH)                 5:46
 3. Greensleeves (tradizionale inglese)                4:22
 4. Ave Maria (F. Schubert)                            7:18
 5. Largo ma non tanto
    dal Concerto in re minore BMW, 1043 (J.S. Bach)    7:33
 6. El cant dels ocells
    (tradizionale catalano, per violoncello solo)      1:33
 7. Adagio in sol minore (T. Albinoni)                 8:26
 8. Autunno: 'Il sonno degli ubriachi'
    Inverno: 'La pioggia'
    da Le quattro stagioni (A. Vivaldi)                5:23
 9. El cant dels ocells
    (tradizionale catalano, per violoncello e flauto)  3:59
10. Canone in re maggiore (J.Pachelbel)                8:15

                                       Durata totale  57:34

 

 

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GRANDI MUSICHE
per rasserenare l'anima
di Franco Brera



Questa raccolta di brani dassici arrangiati ed eseguiti per indurre il rilassamento e dare un sottofondo agli esercizi di respirazione e concentrazione colma una lacuna e ripara una grave ingiustizia.

È ormai affermata, infatti, un'idea 'esotica' di musicoterapia che sottovaluta o tralascia la grande tradizione classica europea. In genere, tendiamo ad attribuire effetti anzi-ansia o anzi-insonnia solo a musiche di tradizioni lontane o a loro rifacimenti eurocolti: musica indiana o giapponese, tamburi di Haiti, mantra e gong tibetani magari rifatti con l'ormai consueto armamentario di sintetizzatori e campionatori. Ciò dipende dal fatto che queste musiche conservano un carattere magico-religioso molto evidente, accennano all'estasi mistica e possono indurla. I musicisti che operano nel campo del relax a volte 'saccheggiano' anche il primo canto cristiano, ovvero il canone ambrosiano e il gregoriano. In effetti il primo musicoterapista della storia europea fu sant'Ambrogio da Treviri, patrono di Milano.


Agostino, beato dal canto


Scrive sant'Agostino nelle sue celebri Confessioni (che, com'è noto ha sviluppato come un lungo dialogo diretto con Dio): «Non da molto tempo la Chiesa milanese aveva introdotto questa pratica consolante e incoraggiante, di cantare affratellati, all'unisono delle voci e dei cuori, con grande fervore. Era passato un anno esatto, o non molto più, da quando Giustina, madre del giovane imperatore Valentiniano, aveva cominciato a perseguitare il tuo campione Ambrogio, istigata dall'eresia in cui l'avevano sedotta gli ariani. Vigilava la folla dei fedeli ogni notte in chiesa, pronta a morire con il suo vescovo, il tuo servo. Là mia madre, ancella tua, che per il suo zelo era in prima fila nelle veglie, viveva di preghiere. Noi stessi, sebbene freddi ancora del calore del tuo spirito, ci sentivamo tuttavia eccitati dall'ansia attonita della città. Fu allora che s'incominciò a cantare inni e salmi secondo l'uso delle regioni orientali, per evitare che il popolo deperisse nella noia e nella mestizia, innovazione che fu conservata da allora a tutt'oggi e imitata da molti, anzi ormai da quasi tutti i greggi dei tuoi fedeli nelle altre parti dell'orbe».

Sant'Agostino si riferisce agli anni 386-387. Sant'Ambrogio aveva già raccolto e ordinato i canti del famoso Canone ambrosiano, che precedette di alcuni secoli quello gregoriano, oggi più diffusamente noto.

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Suoni naturali e 'rumore bianco'


Così si giunge a un'altra caratteristica della musica per il rilassamento: affiancato a elementi descrittivi è il frequente ricorso a suoni naturali testualmente citati, grazie alla possibilità di riproduzione meccanica del suono affinata nel XX secolo.

In questa raccolta sono stati usati con grande gusto e misura, come episodico sottofondo, il suono del mare e il canto dei gabbiani. Tecnicamente, è quel che si chiama 'àncora di ascolto': suoni già conosciuti e gradevoli che attirano l'attenzione e inducono automaticamente una buona concentrazione.


Ma c'è un altro motivo per cui sono stati scelti questi suoni: di fatto le onde che si frangono e il canto dei gabbiani sono il più noto esempio naturale di 'rumore bianco' e 'rumore rosa'.

Il rumore bianco è definito come «la somma di tutte le frequenze udibili, il corrispondente acustico del bianco ottico, che è la somma dei colori dello spettro» ed è un prodotto elettronico ma esiste anche in natura: è il rumore della pioggia (le gocce sono tutte diverse una dall'altra e cadendo producono ognuna un suono di frequenza diversa: già Vivaldi si era reso conto del noto effetto rilassante della pioggia sul tetto), il rumore di un'onda che si frange (e fa risuonare un'infinità di sassolini differenti), il fruscio del vento fra gli alberi (anche le foglie 'suonano' ognuna a suo modo).

Il rumore detto 'rosa' è un rumore bianco con frequenze basse inesistenti o 'tagliate' da un filtro (come quando si abbassa la manopola dei bassi sullo stereo di casa). Sono rumore rosa naturale i gabbiani, le cicale, i grilli, il crepitio del fuoco.

In casa, producono rumore bianco e bianco-rosa lo sciacquio della lavatrice, che infatti per molti è tranquillizzante, l'acqua che scorre e radio o televisioni fuori sintonia.

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