Copertina
Autore Elias Canetti
Titolo La tortura delle mosche
EdizioneAdelphi, Milano, 1993, Biblioteca 275
OriginaleDie Fliegenpein Aufzeichnungen [1992]
TraduttoreRenata Colorni
LettoreRenato di Stefano, 1994
Classe aforismi , narrativa bulgara , narrativa tedesca
PrimaPagina


al sito dell'editore








 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 11

Gli sarebbe piaciuto venire al mondo in tutte le epoche, di continuo, e ogni volta, preferibilmente, per sempre.
-
Degli uomini che amiamo sappiamo tante cose, eppure non le teniamo per vere.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 15

Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 17

Dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli umani.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 18

L'importanza di un'anima si misura dal numero di anni che può permettersi di perdere.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 20

Non dice mai niente di più di una vocale.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 20

Chi ha imparato abbastanza, non ha imparato niente.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 21

Quello è intelligente come un giornale. Sa tutto. Ciò che sa cambia ogni giorno.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 23

È facile essere ragionevoli se non si ama nessuno, neppure se stessi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 24

La grandezza ell'amore sta soprattutto nel fatto che in esso tutti i diritti sono sospesi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 24

La più perfetta e terrorizzante opera d'arte dell'umanità è la sua ripartizione del tempo.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 26

Chi vuole pensare deve rinunciare a "darsi da fare".

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 28

La morte non tace su nulla.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 30

Come tutto suona convincente, purché se ne sappia poco!

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 37

L'arte sta nel leggere sufficientemente poco.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 40

Lei litiga perché poi piange meglio. Lui litiga perché poi si sente un toro.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 40

Non spiegare a nessuno, neanche a se stessi, fino a che punto si è derelitti.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 40

Così a lungo ci fissiamo su noi stessi che alla fine non conosciamo più i punti cardinali.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 42

Non vuole più vivere, tranne che il passato.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 45

Quando gli uomini sono molto felici non tollerano la musica che non conoscono.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 46

Le persone intelligenti, liete di lamentarsi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 47

Ne dice tante di parole, le dimentica, gli altri non le dimenticano.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 51

Un Paese di fanatici nel quale tutt'a un tratto ogni opinione è permessa e rispettata.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 54

Mai ci odiamo con tanta intensità come quando sentiamo di aver mostrato invano il meglio di noi stessi, e poi, solamente poi, vogliamo veramente morire.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 57

Egli va cercando disperatamente gente di cui "non sa nulla".

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 74

Gli unici esseri umani che trovo noiosi sono i parenti.
-
Il sogno di lui: che solo i nomi vivono e che ogni forma di vita altro non è che un sogno dei nomi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 76

Il più fortunato: lui conosce tutti e nessuno lo conosce.
-
Magnifico fare il pazzo, se si è intelligenti.
-
La sua vita è una continua ricerca di tutto ciò che non è vendibile.
-
Si sente così solo che va elemosinando il permesso di dare consigli.
-
Ogni volta che non ha niente da dire nomina Dio.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 77

Se solo avesse letto di più, non saprebbe veramente nulla. Comunque, quel poco di sapere che trae fiducia dalle sue lacune è ingannevole e pericoloso.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 80

Gradi della disperazione: non ricordarsi di nulla, ricordare qualcosa, ricordare tutto.
-
Ogni discorso, a distanza di un anno, lo emoziona tremendamente.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 81

Fortunato colui i cui dubbi si sbronzano.
-
Forzàti a cambiare nome ogni cinque anni. Il destino degli uomini illustri. I loro imbrogli.
-
La gioia diabolica dei morti, perché di loro non sappiamo niente.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 90

Una persona con un respiro di lunghezza inaudita che si costringe a frasi di estrema brevità.
-
I matrimoni di interesse sarebbero i più felici. In tal caso rinuncio alla felicità.
-
Impara a memoria intere città prima di vederle. Ama i nomi delle strade che ancora non conosce. Essi appaiono nei suoi sogni, i nomi sono sempre più vivi dei luoghi che designano.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 96

Ogni storiografia che non sia piena zeppa di nomi ti annoia. La storia è infatti sempre la stessa, di nuovo non ci sono che i nomi. Ma attraverso i nomi anche la storia si rinnova di continuo. Sono essi, i nomi, che in un modo enigmatico cambiano la storia, e addirittura saremmo tentati di domandarci se per caso la storia non si svolga esclusivamente all'interno dei nomi.
-
Uno che in tutta la sua vita non ha mai detto una cattiva parola su chicchessia. Quanto a lui stesso, dev'essersi proprio conciato male!
-
«Siate parsimoniosi. Non cantate in vita e non piangete in morte» (Mo-Tzu). Anche questo è cinese. Che cosa non è cinese?
-
Un colore che annienta un essere umano.
-
Se avesse usato bene il suo tempo, non sarebbe diventato nessuno.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 104

Si gioca tutti gli amici nel momento in cui si denuda della pretesa di averne.
-
Lascialo rumoreggiare, applaude se stesso.
-
Egli sta origliando nel cosmo pensieri estremi.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 112

Quando si diventa vecchi si commentano i grandi libri. Gli stessi che da giovani abbiamo provato a sviscerare. Non essendoci riusciti, ci abbiamo riprovato. Li abbiamo lasciati stare. Li abbiamo dimenticati. E ora sono qui di nuovo. Ce li siamo meritati con anni e anni di oblio. Ne contempliamo la magnificenza. Parliamo con loro. Adesso, pensiamo, dovremmo poter ricominciare a vivere per comprendere uno solo di questi libri.
-
Uno spirito che di tanto in tanto torna a fiorire sul proprio oblio. Piante a fioritura perenne come Schopenhauer: niente in esse era obliato.
-
«Se un uomo ha molti amici, è segno che il suo intelletto è debole». Darani

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 113

«Il giusto si modifica quaranta volte al giorno, mentre l'ipocrita rimane per quarant'anni nella stessa posizione».

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 126

... Insomma, usando altre parole, potremmo dire che a un essere umano non ci avvezziamo mai. Che esso ci stupisce come se non l'avessimo mai avuto dinanzi, e non ci avesse mai fatto del male, né dato mai alcuna felicità. Le aspettative che abbiamo nei riguardi di ogni nuovo individuo che incontriamo le avremmo dunque altresì nei riguardi di coloro che conosciamo da decenni.

Per un simile processo di moltiplicazione dei singoli abbiamo bisogno di una lunga vita. Essere vecchi può portare molti svantaggi. Ma i vantaggi sono incomparabilmente più grandi. Prendiamo come esempio il ricordo. E lecito abbandonarsi a questa impresa se ad essa ci si dedica senza idolatria. E' un pozzo senza fondo di cose che andrebbero tutte approfondite. Inesauribile è il mondo che l'uomo ha accolto dentro di sé, fantastiche le forme che in lui hanno assunto le cose. Perfino le deformazioni hanno la loro verità, purché siano capite con sufficiente chiarezza.

Un altro profitto della vecchiaia, per il quale non temo di usare un vocabolo così freddo, potrebbe essere la verifica delle norme morali che ci sono state dettate fin dall'infanzia e in base alle quali, grosso modo, abbiamo vissuto. Sono ancora giuste? Forse non sono abbastanza precise? Hanno bisogno di rettifiche? Come facciamo a saperlo se non le sperimentiamo per lunghi tratti e se non abbiamo una chiara visione di questa esperienza?

Perfino lo svantaggio più atroce di una lunga vita, ciò che in essa appare così tremendo che talvolta uno potrebbe anche esser tentato di metterle fine da solo - mi riferisco al fatto di sopravvivere a tante persone - non è, a ben guardare, disperante come si pensa. Quelli che ci hanno preceduto nella morte possiamo infatti richiamarli alla vita, alla loro vita, nel momento in cui li raffiguriamo. E non è una questione di libera scelta, farlo è un dovere supremo, solo chi rappresenta i morti come essi sono stati veramente, senza nulla togliere e nulla trasfigurare, solo costui non incorre nel destino di coloro che "ingrassano" a spese di quelli a cui sono sopravvissuti.

La vecchiaia è una diminuzione solo per chi non se la merita. Uno si merita la vecchiaia se non si tira indietro, se non va in pensione, o se ci va soltanto per poi passare a un compito particolarmente severo e impegnativo. Un simile compito esige che si continui a vivere per tutti quelli che sono falliti, ma anche per tutti coloro di cui si percepisce che forse non falliranno. E' questo ciò che io chiamerei la doppiezza, il Giano bifronte della vecchiaia: il suo volgere un sembiante agli sconfitti, e l'altro a quelli che ancora non lo sono, e forse non lo saranno mai.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 138

Cerca i dolori che hai procurato, quelli che hai patito si conservano senza che tu debba darti da fare.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 151

Può capitargli di avere nostalgia di alcune persone quasi come se queste non fossero più in vita. Non del tutto.
-
La cosa grave non è essere in un certo modo, ma essere sempre considerati in quel modo.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 155

Chiamerò questa storia, che riporto alla lettera, "La tortura delle mosche":

«Una delle mie piccole compagne di dormitorio era diventata maestra nell'arte di acchiappare le mosche. Pazienti studi su questi animali le avevano permesso di individuare il punto esatto dove bisognava far passare l'ago per infilzarle senza che morissero. Così si faceva delle collane di mosche vive e andava in estasi per la sensazione divina che le procurava il contatto sulla pelle di tutte quelle zampette disperate e di quelle ali frementi».

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 156

Certo che puoi mettere le frasi una accanto all'altra, a loro piace guardarsi e, se la cosa le attira, hanno anche il permesso di toccarsi. Non più di questo.
-
Quando dice «inferno» è come se vi avesse già scontato la sua pena e ne fosse stato rilasciato con soddisfazione di tutti.
-
C'è chi è schiavo della ricchezza e chi è schiavo della fama. Né l'uno né l'altro è innocente: entrambi puntano tutto su prodotti di scarto.
-
Gli manca il movimento che lo allontana da sé. Anche quando viaggia - rimane sempre in prossimità di se stesso. Non dimentica mai di esserci. Quel che si è preso gli spetta di diritto in quanto se lo è preso per sé. Il mondo esiste per lui, gli altri sono figure esornative.
-
Il sapere, aumentando, cambia la sua forma. Non esiste crescita uniforme nel vero sapere.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 157

Laggiù i morti sognano e rimbombano com un'eco.
-
Laggiù la gente legge il giornale due volte all'anno, dà di stomaco e guarisce.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 174

Egli è ormai fatto soltanto delle poche parole che ha ripetuto fin troppo spesso.
-
Molto del nostro tempo è stato dedicato a dare, per così dire, man forte alla vita. E stato forse tempo sprecato. Ma non vorremmo averlo usato diversamente. Le cose facili, certo, rendono felici. lo mi inchino dinanzi a quelle difficili.
-
Limitarsi a ciò che in qualche modo ci riguarda? La miseria e la gloria dell'uomo sta proprio in questo: doversi interrogare su cose che non lo riguardano affatto.
-
Quando sostiene che non crede a nient'altro che alla metamorfosi, intende dire che si sta esercitando nelle elusioni, pur sapendo che lui non potrà ancora eludere la morte, ma altri sì, altri, un giorno.

| << |  <  |