Copertina
Autore Emilio Carelli
Titolo Giornali e giornalisti nella rete
SottotitoloInternet, blog, vlog, radio, televisione e cellulari: i canali e le forme della comunicazione giornalistica
EdizioneApogeo, Milano, 2004, Cultura digitale , pag. 144+48, cop.fle., dim. 145x215x13 mm , Isbn 978-88-503-2132-2
LettoreRiccardo Terzi, 2004
Classe media , comunicazione , informatica
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Indice

vii Prefazione di Enrico Mentana
 xi Introduzione
xvi Ringraziamenti

  1 Capitolo 1
    Una breve storia delle news online

  1 Le origini
  3 La classificazione dei siti
  4 L'esperienza americana
  9 L'informazione economica on line
 11 L'esperienza italiana

 25 Capitolo 2
    Specificità e linguaggio delle news su internet

 25 Spazio e tempo
 28 Multimedialità
 32 Ipertesto
 33 Interattività
 33 Struttura
 34 Fruibilità
 34 Numero di protagonisti
 34 Competitività

 35 Capitolo 3 Scrivere per il Web


 41 Capitolo 4 Il ruolo del giornalista

 43 Il fenomeno del "reporter diffuso"
 44 Analisi, selezione e controllo dell'informazione
 45 La velocità
 46 L'interattività
 46 La credibilità
 47 Il rapporto con le fonti
 48 Considerazioni sul ruolo del giornalista
 48 Giornalismo tra cronaca ed etica
 54 Il ruolo dell'utente: dall'audience all'utenza
 55 L'emergere delle comunità virtuali
 57 L'incontro tra giornalista e utente
 58 Nuove abitudini nella fruizione
 60 La mobilità

 63 Capitolo 5 Il fenomeno dei "blog"


 71 Capitolo 6 L'informazione online e la politica


 79 Capitolo 7 L'e-government


 87 Capitolo 8 La rilevazione degli ascolti


 93 Capitolo 9 Modelli di business


103 Capitolo 10 Regolamentazione dell'attività
    e dei contenuti giornalistici offline e online

103 La garanzia costituzionale delle attività
    di informazione e di comunicazione
106 La disciplina della stampa: principi
    costituzionali e provvedimenti legislativi
108 La legge 69 del 1963 istitutiva dell'ordine
    dei giornalisti, la carta dei doveri, il
    codice deontologico e le forme di autodisciplina
109 Regolamentazione dell'attività e
    dei contenuti giornalistici online
110 La legge 62 del 2001
113 La garanzia costituzionale delle attività
    di informazione online
116 Stampa online? sì, no, forse
123 Una legge che non fa ordine
131 Guardando all'Unione Europea
132 In conclusione

135 Glossario
139 Bibliografia
144 Appendice

 

 

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Capitolo primo

Una breve storia delle news online


1.1 Le origini

Nel 1993, nella Silicon Valley, il San Jose Mercury News apriva le porte di Internet all'informazione. Il quotidiano del gruppo Knight-Ridder fu infatti il primo a sperimentare una versione su Web, ospitata all'interno del portale America On Line. L'accesso era a pagamento: 9,95 dollari al mese. Dotato di una grafica decisamente poco accattivante e non adatta al nuovo medium, il San Jose Mercury News riuscì comunque a conquistare i favori di molti utenti, grazie a due potenzialità innovative che lo differenziavano dall'edizione cartacea: la possibilità di consultare l'archivio (con i numeri arretrati) e quella di creare un filo diretto tra giornalisti e utenti mediante l'uso delle e-mail.

La Rete sembrò subito agli editori americani un'opportunità da non lasciarsi scappare. Nel 1994, The New York Times, Washington Post e Usa Today erano già una realtà nel Web e tutti gli altri si precipitarono a percorrere questa nuova via di comunicazione, alla ricerca di possibilità di business alternativi.

Ma a nessuno era chiara quale fosse la strategia da intraprendere per incrementare i ricavi. Alcuni tentarono la strada dell'abbonamento, che presto si rivelò incompatibile con le inclinazioni degli utenti, abituati ad associare Internet al libero e gratuito scambio di informazioni. Altri sperimentarono la strada della pubblicità, con l'introduzione dei banner.

Nemmeno questa sembrò la soluzione vincente, tuttavia fu la scelta operata della maggior parte delle testate. Si prese tristemente atto che le stime di profitto fatte agli inizi non avevano trovato riscontro nella realtà: nel 1997 il 12% dei quotidiani statunitensi era presente su Internet, ma soltanto una ventina si dichiarava in attivo.

Il primo in Italia a seguire la strada intrapresa dagli americani fu Nichi Grauso, che pubblicò in Rete L'Unione Sarda. Era il 3 dicembre 1994. Seguì, nel 1995, L'Unità, grazie all'opera del provider romano McLink. Come era accaduto oltreoceano, anche nel nostro paese furono spesso piccole realtà editoriali a sperimentare per prime le potenzialità del nuovo mezzo. Ma le grandi testate non tardarono a fare la loro comparsa. La Repubblica, dopo un primo esperimento durante le elezioni del 1996, sbarcò ufficialmente in Rete il 14 gennaio 1997 aprendo una redazione ad hoc. Seguirono La Stampa, il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Anche la Rai intraprese presto la strada di Internet, creando nel 1996 un vero e proprio portale e lanciando, nella primavera del 1997, un sito di sola informazione: RaiNews24.

Con l'arrivo del nuovo millennio E-biscom propose una nuova testata, la prima ideata appositamente per la Rete: Il Nuovo. E anche Mediaset decise di investire nella creazione di una testata giornalistica dedicata all'informazione online: l'8 marzo 2001 fece il suo ingresso nella Rete il Tgcom.

Dal 1994 al 2001 l'editoria online ha registrato una crescita costante: quasi tutti i maggiori gruppi editoriali italiani sono entrati nel Web, anche se non tutti hanno sviluppato prodotti originali per Internet limitandosi a riprodurre il contenuto delle testate cartacee. Per esempio, i quotidiani che hanno proposto nei loro siti tutti gli articoli dell'edizione su carta sono passati da 33 (il 53% del totale) nel dicembre 1999 a 54 (il 71%) nel dicembre 2000.

Il 2001 è stato definito l' annus horribilis del business della Rete: un forte rallentamento degli introiti pubblicitari ha costretto molti siti alla chiusura, tuttavia il numero di utenti Internet non è diminuito e il numero di siti di informazione è continuato ad aumentare. I dati di Ipse.com rivelano, a fine dicembre 2001, 2.298 pubblicazioni italiane su Internet, con un incremento del 63% rispetto al 2000.

Con il 2002 il trend di crescita si è però fermato e per la prima volta il numero di quotidiani online è diminuito. A pagare il prezzo più caro sono state soprattutto le realtà nate esclusivamente per la Rete.

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Capitolo terzo

Scrivere per il Web


Nel capitolo precedente abbiamo osservato come, fino a questo momento, il testo rimanga il mezzo più efficiente e più diffuso per comunicare e fare informazione online, sia per motivi di carattere tecnologico che percettivo.

Tra le ragioni di tipo tecnologico, la più importante risiede nel fatto che la banda larga, con la quale i video possono essere fruiti senza alcuna difficoltà, è ancora una risorsa a disposizione di una piccola parte degli utenti, benché si stia diffondendo più rapidamente del previsto. Questo significa che una grossa fetta della popolazione di Internet non ha la possibilità di scaricare agevolmente i filmati.

Per ciò che concerne il fattore percettivo, è un dato di fatto che il navigatore internettiano preferisce ancora districarsi e orientarsi attraverso la comunicazione testuale, probabile retaggio dell'abitudine alla carta stampata.

Una volta constatato che il valore del testo è ancora centrale per la comunicazione online, è opportuno chiedersi se esista uno stile giornalistico per il Web, dotato di regole proprie.

Secondo Davide Frattini nel suo saggio "La scrittura per il web" "creare un sito efficiente non significa solo avere una grafica e suoni iper-attraenti, ma vuol dire anche creare testi che siano in grado di attrarre l'attenzione degli impazienti navigatori, portandoli a leggere quello che c'è scritto: la concorrenza sta soltanto un clic in avanti (o indietro) e nulla impedisce ai lettori di lasciare subito le pagine se non riescono a trovare l'informazione che stanno cercando". Questo conferma l'importanza del testo, pur non tralasciando la rilevanza che può avere una buona organizzazione grafica della pagina che consenta all'utente di orientarsi in modo facile ed efficace.

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Jakob Nielsen, qualche anno prima, nel suo saggio sulla "Piramide invertita nel cyberspazio" sottolineava come la maggior competitività su Internet, dovuta al moltiplicarsi del numero di protagonisti, potesse portare alcuni di questi a offrire un prodotto ricco ma troppo complesso. Per Nielsen le regole cui un editore deve attenersi sono "semplicità" e "alta qualità". Sul Web si possono affrontare temi ostici e complessi meglio che sui media tradizionali, che utilizzano un sistema di scrittura lineare. L'ipertesto, peculiarità della Rete, come già evidenziato nel capitolo precedente, consente di scomporre la materia in diversi livelli di lettura. Questo risulta particolarmente utile per quegli argomenti di difficile comprensione, che possono essere illustrati, oltre che da svariati articoli, anche da fotografie, immagini grafiche e video.

La possibilità di introdurre più percorsi informativi ci porta ad introdurre un altro importante concetto formulato da Nielsen, quello dello schema della cosiddetta "piramide invertita".

Infatti, dal momento che gli utenti non amano leggere molto a lungo sullo schermo di un Pc e, per contro, su Internet un percorso informativo offre una vasta gamma di link di approfondimento, diventa importante iniziare ogni pagina con le conclusioni, "mettere il materiale più importante all'inizio", per far sì che l'utente possa cogliere immediatamente le linee principali del discorso e capire se la pagina che ha davanti possa essere utile ai suoi fini informativi. Partendo dalla descrizione finale e succinta dell'evento ci si può poi estendere a pagine diverse, di livello successivo, raggiungibili attraverso dei link.

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