Autore Ugo Cornia
Titolo Buchi
EdizioneFeltrinelli, Milano, 2016, I Narratori , pag. 90, cop.fle., dim. 14x22x1 cm , Isbn 978-88-07-03198-4
LettoreGiorgio Crepe, 2016
Classe narrativa italiana












 

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Pagina 11

Quella voglia di essere già morti,

anche oggi,

aperta la scrivania della mamma che adesso è in corridoio, e finché è stata viva stava nella sua camera da letto,

apri il cassetto grande della scrivania, c'è un pacco delle nostre pagelle, c'è un tubo, che poi ho aperto, e dentro c'era la laurea della mamma; busta con l'indirizzo della nonna, quando stavano ancora in via Andreoli 17, con scritto stampe antiche, e questo sentimento strano, che mi viene da chiamare la voglia di essere già morti, che lo sentivo salire, una cosa con un'intensità diversa dalla voglia di piangere, forse anche più radicale,

per un attimo ho anche pensato di telefonare a Ermanno

per sapere se quando era appena morta sua madre avesse per caso anche lui qualcosa, a livello di emozioni, di simile a un qualcosa che si possa chiamare voglia di essere già morti

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Pagina 15

E il nonno che mi afferra al volo per un braccio. '70. Poteva essere anche il '69, ma direi '70. Sembra ieri. Invece. Estate. Fosso del Doccione, mattina, arriviamo al Doccione, a guardare rane e girini, quanta gente che incontravi per la strada del Poggiolino quarantacinque anni fa, sembra ieri, incontrato qualcuno sicuramente, anche se non lo so più chi incontrato, comunque vai avanti, che cento metri dopo si arriva al ponticello di legno del Fosso del Doccione, era tutto sgangherato quel ponte, forse lungo quattro metri, forse cinque, e via, fai il ponticello che era bello, d'altronde era l'epoca che stavo per compiere cinque anni, e lì zac, che devo aver messo male un piede tra le assicelle del ponte e volo, giù per la briglia, e la mano del nonno che mi prende il braccino al volo, e non casco più per la briglia, e penzolo sulla pozza tre secondi, o cinque, o ventisette, chi lo sa, tenuto su dalla mano del nonno, e la mano poi mi tira su, e lì arriva qualcun altro, sono sicuro, qualcuno che arrivava dall'altra parte, chi non so, non mi ricordo più, forse aiuta mio nonno, e gli chiede se tutto va bene, ma la sensazione è che il nonno è forte, ti tira su col braccio come niente, settantadue anni,

raccontato subito alla mamma, appena tornati a casa? Di sicuro, non mi ricordo ma di sicuro

ma l'estate dopo niente, perché quella è l'estate '70, col nonno che ti afferra al volo mentre caschi nella briglia, estate dopo, estate '71, nonno fino al 30 giugno, dopo il 30 giugno niente più nonno. La grande luce di Guzzano d'estate, tornar giù in macchina col nonno, che va forte, mi piaceva tanto andar fortissimo. Gli piaceva. Porrettana, superare, superare tutti, sempre. Quando sarà stato il funerale? 2 luglio, 3 luglio, partenza da Modena, arrivo a Guzzano, cimitero. 3 luglio secondo me. Compio gli anni il 6 luglio io, 6 luglio niente più nonno,

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Pagina 22

Sempre che stiamo dentro a sistemi ad uscita possibile, perché per esempio uscire nel 2006 invece non aveva senso, uscivo ogni dieci minuti, stavo in casa un attimo, poi uscivo, poi però rientravo, delle volte mi fermavo anche sul pianerottolo, davanti all'ascensore che nel frattempo era arrivato, poi dicevo no, cazzo esco a fare, e rientravo. Tanto dove andava uno? Non avevo allora nessuna parte da andarci. Si vede che ero ridotto in uno stato inuscibile da qualsiasi posto. Anche fuori ero completamente inuscito, per esempio in via Medaglie d'Oro, anche se ero fuori, ero non uscito nella sostanza, perché ero finito in questa situazione di inuscibile, non evitavo un cazzo perché ci ricadevo dentro. Uno si chiede – a che cosa ci rifinivi dentro? Non lo so, ovvio, no? Se lo so non ci finivo dentro continuamente. Una bella stradina per l'aldilà, da fare a piedi, apri la scrivania della mamma, ci sono le stradine per l'aldilà segnate, la mappina, adesso prendi per Carlo Sigonio, quinta strada a destra, tirare avanti fino in fondo, vai. Ci hanno costruito sopra, non si capisce più niente. Una volta non era così. Gira intorno agli isolati, vai. Fai passare la stradina per l'aldilà dalla falsa diga del Limentra, chiedi alla tua amica se arriva lì anche lei, che te la ridà. Solo un'ultima mezz'ora prima che arrivi all'aldilà

tutto che finisce e non finisce mai di finire, ma sarà finito un giorno o non finirà mai

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