Copertina
Autore Ugo Cornia
Titolo Scritti di impegno incivile
EdizioneQuodlibet, Macerata, 2013, Compagnia Extra 31 , pag. 160, cop.fle., dim. 12,3x19x1,4 cm , Isbn 978-88-7462-522-2
LettoreGiorgio Crepe, 2013
Classe narrativa italiana
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Indice


   9   Biciclette 1
  12   Biciclette 2
  15   Naso elettronico
  20   Festa della Repubblica
  23   Sindaci sceriffi
  26   Funerali
  29   Vespasiani
  32   Case
  35   Proibizionismi
  38   Indennità di vacanza contrattuale
  42   Trasporti
  45   Universi neutrinici
  48   Bad personality
  51   Cultura
  54   Resti
  57   Una modesta proposta
  6z   Epoca berlusconiana
  67   Ministre
  70   Empatia
  73   Spread
  77   Babbo Natale
  81   Regali di Natale
  84   Renzo e Lucio
  88   Evasori
  91   Invidie
  95   Dollari
  99   Recensioni
 102   Progetto Robin Hood
 105   Sfigati
 109   Sperimentazioni ferroviarie
 112   Museo Ferrari
 116   Modesta proposta 2
 119   Democrazia diretta
 123   Pane e merda
 126   Spirito imprenditoriale
 130   Segni
 134   Tette
 137   Oroscopo
 141   Biciclette 3
 145   Scritte sui muri
 148   Sull'utilità di vedere film coreani


 

 

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Pagina 45

Universi neutrinici


Allora, questo appassionante universo neutrinico, che non supponevamo per niente che esistesse e invece esisteva e andava soltanto scoperto, tra l'altro a quanto pare in un tunnel che collegava Ginevra al Gran Sasso, e anche del tunnel non sapevamo niente. Comunque io, mentre giravo per Modena, nei giorni passati ho cercato di informarmi qua e là e di apprendere da chi era in grado di spiegarmi. In primo luogo ho la fortuna di incontrare Wainer Vaccari e visto che io gli avevo chiesto come si faceva a trovare questi neutrini, lui mi ha detto che lo scienziato che coordinava l'esperimento era stato chiarissimo al riguardo, i neutrini se non li trovi, li fai. Come fai a farli? Prendi un protone, lo sbatti contro il muro e salta fuori il neutrino. Già questa era una cosa che mi piaceva, sbattere dei protoni contro il muro. Però, un po' per vizio culturale e un po' per abitudine io, per gli studi compiuti e forse anche a causa del mio carattere, sono da sempre più vicino alle scienze umane che alle scienze fisiche, e in quei campi mi muovo anche meglio. Allora la mia attenzione era andata un po' a fissarsi su quella notizia che andando il neutrino più veloce della luce allora ci sarebbero gli effetti che arriverebbero prima delle cause, oppure detto in altro modo, ci sarebbero gli effetti che diventerebbero la causa delle cause. Dunque, devo dirlo in modo molto chiaro, le implicazioni sociali di questa cosa io le trovo oltremodo interessanti. Per esempio, e questo esempio lo devo a una mia amica che è maestra, quando le ho chiesto che cosa significava secondo lei che gli effetti arrivavano prima delle cause, che mi sembrava una cosa che ti dà da pensare, lei è stata chiarissima e mi ha detto: pensaci, è chiaro, a un certo punto senti un gran male sulla guancia, e dopo un attimo ti arriva una sberla, l'effetto è il bruciore e la sberla è la causa. Io le ho detto che mi sembrava veramente una scoperta importantissima, ma che volevo vedere se avevo capito veramente, o soltanto se mi sembrava di aver capito, allora le ho detto: per esempio, è come se prima c'hai un figlio e poi chiavi con sua madre? E lei mi ha detto: sì, è anche così. Questa mi sembrava una cosa bellissima, ho subito pensato domani di andar a fare un giro al parco a vedere magari se c'era qualche mio figlio messo lì, nella carrozzina, sulla sponda del laghetto, così se era mio figlio magari fra qualche mese chiavavo con sua madre, tra l'altro senza neanche sapere se la madre era una che conoscevo benissimo o invece magari era una totale sconosciuta. E mi sembrava una bella cosa. Anche se poi mi ero chiesto: trovo 'sto bambino, se non è mio poi va a finire che fra qualche mese è un altro che chiava con sua madre. Quindi anche nell'universo neutrinico ci sono sempre le solite fregature.

Conclusione: io domani non vado in nessun parco, anche in questo nuovo universo neutrinico sto a casa a farmi i cazzi miei come al solito.

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Pagina 57

Una modesta proposta


L'altro giorno, che pensavo al normale pressapochismo economicistico dei viventi, e al triste stato in cui versa l'economia italiana, allo scopo di riaggiustare la suddetta economia avevo pensato di scrivere un articolo fortemente propositivo, e a mio giudizio anche risolutivo, dal titolo Una modesta proposta per far crescere il P.I.L. italiano e contenere il rapporto debito/P.I.L. al di sotto del 3% in modo costante. In questo articolo volevo fare i seguenti ragionamenti che vado ora a esporre.

È noto che qualsiasi attività in cui non avvenga lo scambio di un bene o di un servizio con del denaro non dà luogo a una crescita del P.I.L., mentre tutti noi sappiamo quanto sia importante che il P.I.L. italiano cresca (ce lo richiedono i parametri europei, il nostro debito pubblico, il rapporto deficit/P.I.L.). Per chiarirsi meglio: se io vado dall'ortolano e compro un chilo di mele il P.I.L. italiano cresce, e di conseguenza cresce anche il gettito fiscale, mentre se io vado nel mio orto e stacco dal mio melo cinque chili di mele, anche nel caso che le mie mele siano addirittura più buone di quelle comperate, non essendo queste mele una merce, e non essendo né vendute né comprate, il P.I.L. italiano non cresce; va più o meno allo stesso modo se io aiuto il mio anziano vicino a verniciare la facciata di casa sua e lo faccio gratuitamente, per amicizia; in quel caso io potrò sentirmi buono, forse potrò anche pensare di essermi guadagnato il mio posto in paradiso, ma prestando la mia opera gratuitamente, e per amicizia, ancora una volta io non ho fatto crescere il P.I.L. e di conseguenza non è cresciuto neanche il gettito fiscale della nazione. Quindi possiamo concludere che la mancata mercificazione di cose o atti va a discapito della crescita del P.I.L. Perché il P.I.L. cresca è quindi necessario un balzo in avanti nella mercificazione delle nostre vite.

Oggi esiste per così dire un problema di scarsa mercificazione. Ma se oggi esiste un problema di scarsa mercificazione questo significa in primo luogo che molte attività sono maggiormente mercificabili di oggi e significa anche, in secondo luogo, che attività o cose che oggi non sono mercificate in un più o meno immediato domani potrebbero esserlo.

Ci sono ambiti della nostra vita che non sono stati ancora sufficientemente mercificati? Credo di sì. Basti pensare alla mancata mercificazione del sesso all'interno della famiglia. Tutto il sesso che avviene tra i due coniugi all'interno della famiglia è un'attività di cura completamente gratuita (parlo di coniugi per comodità ma avviene lo stesso anche tra le coppie di fatto e i comuni fidanzati). Comunque, allo scopo di spiegare il problema, ammettiamo che due coniugi si sveglino alla domenica mattina e che lui gradisca che lei gli pratichi per esempio un rapporto orale (scelgo la modalità del rapporto orale in quanto apparentemente meno reciproca di un normale rapporto genitale). Credo che nella quasi totalità delle coppie italiane, attualmente, questo momento di intimità si realizzi senza mercificazione; finita la cosa il marito e la moglie si danno due bacini, e uno dei due si alza e va a preparare la colazione. Nessuno dei due consegna all'altro una banconota da cinquanta euro.

Immaginiamoci invece una società completamente diversa dalla nostra ed economicamente più matura: la situazione si ripete, il marito ha voglia che lei gli pratichi un rapporto orale, finita la cosa lui le dà cinquanta euro. Ipotizziamo che la cosa si ripeta almeno due volte alla settimana, in questo caso il reddito della moglie aumenta di cento euro a settimana, 400 euro al mese, quasi cinquemila euro all'anno. E qui qualcuno potrebbe però dire che il reddito della femmina aumenta a discapito del reddito del maschio. Ma basta ipotizzare che la domenica mattina della settimana seguente questa volta sia la donna che si alza con il desiderio che sia lui a praticarle un rapporto orale, o qualsiasi altra forma di rapporto che lei desidera, per capire che questa volta sarà la moglie a fine rapporto a dare i cinquanta euro al marito. Quindi è facile capire che questo foglio di cartamoneta da cinquanta euro, invece di giacere immobile in uno dei due portafogli, senza creare nessuna forma di ricchezza, adesso si muove all'interno della coppia producendo nuovo reddito. Come abbiamo stimato questa banconota potrebbe produrre qualche migliaia di euro di reddito in più, circa diecimila euro per ogni famiglia, la metà circa per i cosiddetti single, i fidanzati, le coppie di fatto e gli irregolari.

È chiaro però che il prelievo fiscale andrebbe a danneggiare il sistema, perché sul reddito proveniente da ogni rapporto sessuale mercificato ci sarebbe un prelievo all'incirca dal 20 al 40% da parte dello stato. Ogni volta che quei cinquanta euro passerebbero dalla moglie al marito e contrario lo stato italiano se ne prenderebbe almeno 10. Ma basta rendere fiscalmente esenti tutti i redditi provenienti da attività di cura sessuale, ipotizzando su Unico uno speciale riquadro in cui i redditi sessuali vengano dichiarati nella loro totalità, pur non venendo tassati, per avere un grande aumento del reddito delle persone fisiche. Il tutto senza che lo stato italiano sborsi neanche mezza lira. A parità di deficit il P.I.L. italiano, calcolando una media di due o tre rapporti sessuali settimanali per cittadino, incrementerebbe il suo P.I.L. del 7% secondo le stime più pessimistiche. In questo modo il rapporto P.I.L./debito resterebbe costantemente al di sotto del 3% per i prossimi dieci anni. Inoltre bisogna dire che questo nuovo stimolo introdotto dalla mercificazione potrebbe aiutare le coppie italiane a avere un maggior numero di rapporti sessuali, andando così anche ad incrementare il buonumore medio della nazione, il che non sarebbe un male.

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Pagina 123

Pane e merda


Immaginatevi che in un lontano regno d'oriente ci sia un nuovo Gran Visir (con vari collaboratori) e che a un certo punto decida di fare un nuovo editto, che ha per oggetto la Riforma della Dieta, in cui si dichiara a tutta la popolazione che l'epoca in cui si mangiavano lasagne, arrosti e brioche è finita; d'ora in avanti sarà auspicabile per tutti mangiare pane e merda. Subito la gente, quando sente che deve mettersi a mangiare pane e merda, dice: «ma non è possibile, pane e merda è cattivo, e poi fa anche male alla salute». Tutti si lamentano. Però il Gran Visir, quando lo intervistano sulla Riforma della Dieta, dice che pane e merda sono buonissimi, non è vero che fanno male alla salute. Anzi, grazie alle ricerche più avanzate in campo medico, si è scoperto che mangiare pane e merda fa bene. È soltanto a causa dell'arretratezza che si pensava che pane e merda facesse male alla salute. Nei regni più avanzati è già da un po' che tutti mangiano pane e merda e stanno tutti benissimo.

Allora la gente si è messa a pensare: «sarà vero così, mettiamoci a mangiare pane e merda, che dopo magari diventa più buono». Così tutti hanno iniziato a mangiarsi pane e merda.

Però un giorno un suddito passa davanti alla casa del Gran Visir e guarda dentro a una finestra e vede che il Gran Visir con tutti i suoi collaboratori stanno mangiando, e invece di mangiare pane e merda stanno ancora mangiandosi lasagne, arrosti e brioche. Preso dallo stupore dice: «che strano, loro invece di mangiarsi pane e merda si mangiano arrosti e brioche». La notizia che il Gran Visir e i suoi collaboratori non mangiavano pane e merda si diffonde in un attimo e tanta gente rimane un po' stupita. Ma un altro dice: «è ovvio che loro si mangiano ancora arrosti e brioche, perché sono della vecchia generazione e non si sono ancora abituati a mangiare pane e merda, anche se fa così bene. Però vedrai che i loro figli, che sono giovani, e sono della generazione di pane e merda, mangeranno di sicuro pane e merda. Andiamo a vedere». Così i sudditi decidono di andare a vedere che cosa mangiano i figli del Gran Visir e dei suoi collaboratori. Ma di nuovo c'è una grande sorpresa perché la gente va a vedere alle finestre delle case dei figli del Gran Visir e dei suoi collaboratori e si accorge che anche i figli, che sono più giovani e sono della generazione di pane e merda, invece di mangiare pane e merda stanno mangiando anche loro lasagne, arrosti e brioche. «Ma come» si dicono i sudditi «non c'era stata la Riforma della Dieta e bisognava tutti mettersi a mangiare pane e merda, che era così buono e faceva così bene. Vogliono forse stare male e rovinarsi la salute questi qua?». Alla fine la gente rimane totalmente stupefatta e non sa più che cosa pensare. Che cosa farà adesso? Continuerà a mangiare pane e merda? Smetterà del tutto di mangiare? Vorrà soltanto banane, patate e champagne? Chissà. Nessuno lo sa. Staremo tutti a vedere.

(Questo apologo mi è venuto in mente ascoltando per radio una trasmissione sulla riforma del lavoro.)

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