Copertina
Autore Umberto Eco
Titolo Il secondo diario minimo
EdizioneBompiani, Milano, 1992 , Isbn 978-88-452-1833-0
LettoreRenato di Stefano, 1992
Classe aforismi , giochi , satira , critica letteraria , costume
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Indice


Prefazione                                    5

I. STORIE VERE                                7

Nota                                          9
Intervista con Pietro Micca                  11
Stelle e stellette                           18
Una storia vera                              38
Concorsi a cattedra                          43
Quando entrai nella PP2                      49
Correzioni editoriali                        53
Conversazione a Babilonia                    55
Italia 2000                                  57
Dell'esternazione                            59

II. ISTRUZIONI PER L'USO                     61

Nota                                         63
Come fare l'indiano                          64
Come presentare un catalogo d'arte           67
Come organizzare una biblioteca pubblica     73
Come fare le vacanze intelligente            75
Come sostituire una patente rubata           77
Come seguire le istruzioni                   83
Come evitare malattie contagiose             85
Come viaggiare con un salmone                88
Come fare un inventario                      90
Come comperare gadgets                       92
Come diventare cavaliere di Malta            99
Come mangiare in aereo                      101
Come parlare degli animali                  103
Come scrivere un'introduzione               105
Come presentare in Tv                       107
Come usare la cuccuma maledetta             110
Come impiegare il tempo                     112
Come usare il tassista                      114
Come smentire una smentita                  116
Come cestinare i telegrammi                 118
Come inizia e come finisce                  120
Come non sapere l'ora                       122
Come passare la dogana                      124
Come non usare il fax                       126
Come reagire ai volti noti                  128
Come riconoscere un film porno              130
Come mangiare il gelato                     132
Come non dire "esatto"                      134
Come guardarsi dalle vedove                 135
Come non parlare di calcio                  137
Come giustificare una biblioteca
    privata                                 139
Come non usare il telefonino cellulare      141
Come viaggiare sui treni americani          143
Come scegliere un mestiere redditizio       145
Come mettere i puntini di sospensione       147

III. FRAMMENTI DALLA CACOPEDIA              151

Nota                                        153
Dell'impossibilità di costruire la
    carta dell'impero 1 a 1                 157
Tre civette sul comò                        164
L'Anopticon                                 176
The Wom                                     177
Il pensiero di Brachamutanda                181
Come falsificare Eraclito                   183
Il teorema degli ottocento colori           186
Progetto per una facoltà
    d'Irrivelanza comparata                 188
Lineamenti di critica quantistica           191
Utrum Deus sit                              195

IV. FILASTROCCHE PER ADULTI                 199

Nota                                        201
Filosofi in libertà                         203
Scrittori in libertà                        244
Edipo Re                                    255
Un inedito di Dante su Saussure             256
Alessandro Manzoni, La Gnosi                257
Piccola metafisica portatile                262
Cbansons à boire per congressi
    scientifici                             268

V. GIOCHI DI PAROLE                         275

Nota                                        277
Undici nuove danze per Montale              278
Iniziali                                    282
Come va?                                    288
Il libro mascherato                         291
Ircocervi                                   295
Continuazioni                               304
Anagrammi                                   307
Anagrammi a posteriori                      312
Dodici indovinelli                          317
Dialogo del Becero Muto con Boote           325

VI. IL MIRACOLO DI SAN BAUDOLINO            329

 

 

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Pagina 139

COME GIUSTIFICARE UNA BIBLIOTECA PRIVATA


Di solito, fin da piccolo, sono stato esposto a due (e due sole) sorte di battute: "Tu sei (lei è) quello che risponde sempre" e "Tu risuoni (lei risuona) nelle valli". Per tutta l'infanzia ho creduto che, per un caso curioso, tutte le persone che incontravo fossero stupide. Poi, arrivato alla mia tarda età, ho dovuto convincermi che ci sono due leggi a cui nessun essere umano può sottrarsi: la prima idea che viene in mente è la più ovvia, e avuta una idea ovvia, non viene in mente che altri possano già averla avuta prima.

Dispongo di una collezione di titoli di recensioni, in tutte le lingue di ceppo indoeuropeo, che si muovono tra "L'eco di Eco" e "Un libro che fa eco". Salvo che in questo caso ho il sospetto che questa non sia la prima idea che è venuta in mente al redattore; è che la redazione si è riunita, ha discusso una ventina di titoli possibili, e finalmente il caporedattore si è illuminato in volto e ha detto: "Ragazzi, mi è venuta una idea fantastica!" E i collaboratori. "Capo, sei un demonio, come è che ti vengono?" "E un dono," avrà risposto.

Con questo non voglio dire che la gente sia banale. Prendere come inedita, inventata per illuminazione divina, una ovvietà, rivela una certa freschezza di spirito, un entusiasmo per la vita e la sua imprevedibilità, un amore per le idee - per piccole che siano. Ricorderò sempre il mio primo incontro con quel grande uomo che è stato Erving Goffman: lo ammiravo e amavo per la genialità e profondità con cui sapeva cogliere e descrivere le più sottili sfumature del comportamento sociale, per la capacità con cui sapeva individuare tratti infinitesimali che a tutti erano sfuggiti sino ad allora. Ci siamo seduti in un caffè all'aperto e dopo un poco, guardando la strada, mi ha detto: "Sai, io credo che ormai nelle città circolino troppe automobili." Forse non ci aveva mai pensato, perché pensava a cose ben più importanti; aveva avuto una illuminazione improvvisa e la freschezza mentale per enunciarla. Io, piccolo snob avvelenato dalla Seconda inattuale di Nietzsche, avrei avuto ritegno a dirlo, anche se lo penso.

Il secondo shock da ovvietà sopravviene a molti che si trovano nelle mie condizioni, che cioè posseggono una biblioteca abbastanza vasta - tale che entrando in casa nostra non si può fare a meno di notarla, anche perché non c'è altro. Il visitatore entra e dice: "Quanti libri! Li ha letti tutti?" All'inizio ritenevo che la frase rivelasse solo persone di scarsa dimestichezza con il libro, aduse a vedere solo scaffalettti con cinque gialli e una enciclopedia dei ragazzi a dispense. Ma l'esperienza mi ha insegnato che la frase viene pronunciata anche da persone insospettabili. Si può dire che si tratta pur sempre di persone che hanno una nozione dello scaffale come deposito di libri letti e non della biblioteca come strumento di lavoro, ma non basta. Ritengo che di fronte a molti libri chiunque sia preso dall'angoscia della conoscenza, e fatalmente scivoli verso la domanda che esprime il suo tormento e i suoi rimorsi.

Il problema è che alla battuta "Lei è quello che risponde" basta reagire con un risolino e al massimo, se si vuol essere gentili, con un "Buona, questa!" Ma alla domanda sui libri occorre rispondere, mentre la mascella si irrigidisce e rivoli di sudore diaccio colano lungo la colonna vertebrale. Io un tempo avevo adottato la risposta sprezzante: "Non ne ho letto nessuno, altrimenti perché li terrei qui?" Ma è una risposta pericolosa perché scatena l'ovvia reazione: "E dove mette quelli che ha letto?" Migliore è la risposta standard di Roberto Leydi: "Molti di più, signore, molti di più", che gela l'avversario e lo piomba in uno stato di stuporosa venerazione. Ma la trovo impietosa e ansiogena. Ora ho ripiegato verso l'affermazione: "No, questi sono quelli che debbo leggere entro il mese prossimo, gli altri li tengo all'università", risposta che da un lato suggerisce una sublime strategia ergonomica, e dall'altro induce il visitatore ad anticipare il momento del congedo.

(1990)

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Pagina 164

TRE CIVETTE SUL COMO'


La letteratura sulla sestina dell'Anonimo delle Civette riempie ormai non pochi scaffali, sì che lo storico di questa fortuna critica non può esimersi da una certa qual umbratile peritanza nel consacrarsene dossografo.

[...]

Fissiamone la text-tura nella versione che il Segre ("Testo, contesto, co-testo e cocòtesto", in: Strumenti Criptici,3,9,1970), con puntigliosa acribia, ne stabiliva - e definitivamente - nel non lontano 1970:

     Ambarabà ciccì coccò
     tre civette sul comò
     che facevano l'amore
     con la figlia del dottore.
     Ma la mamma le chiamò...
     Ambarabà ciccì coccò.

Di questa sestina non poche versioni in altra lingua, "à savoir" quella francese, prodotta dell'Ouvroir de Littérature Potentielle, che recita:

     Ambaraba cici coco,
     trois chouettes qui font dodo
     en baisant sur la commode
     une fille très à la mode.
     Mais maman cria aussitôt:
     Ambaraba cici coco!

Dove si nota la perdita della "figlia del dottore", ricuperata a livello connotativo attraverso l'allusione a una ragazza di non tradizionali costumi (Cfr. Francesco Alberoni, "Amore e movimento sul comò", in: La grotta dell'ovipara,2,1979). Per passare poi all'anonima versione tedesca, non immune da influenze di Hugo Ball e forse, per un orecchio attento e sensibile, dal magistero di Christian Morgenstern:

     Ambaraba Zi Zi Koko,
     Drei Käuze auf dem Vertiko,
     Die Legten sich aufs Ohr
     Mit der Tochter vom Doktor.
     Doch da schrie die Mutter so.
     Ambaraba Zi Zi Koko!

Più interessante, come esito poetico, ma certamente "extra moenia" per quanto riguarda le leggi di genere e il complesso di rinvii extratestuali, la versione inglese che l'Almansi (Guido Almansi, "Parlare d'uccelli", in: Nuovi Orcomenti,6,settembre 1976) attribuisce al Count Palmiro Vicarion:

     There were three old Owls of
                           Cochoers
     screwing a girl onto a big
                  Chest of Drawers.
     But the Maid was the Daughter
     of a Doctor, and their Mother
     cried: "Come back, lousy old
                 Owls of Cochoers!"

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Pagina 167

Trattasi, come è evidente a prima vista, di un quinario doppio (ripetuto all'inizio e alla fine) con doppia accentuazione su prima e quarta e seconda e quarta sillaba, che introduce quattro ottonari dattilici, di modo che i sei versi procedano a rima baciata. Faticosa e "stupenda conquista", come osserva il Contini nel saggio citato, se si consideri che in una versione precedente (di incerta attribuzione) il secondo verso recitava "tre civette sulla cassettiera", con evidente perdita di energia metrica e accentuativa ("il problema dell'energia nella tradizione italiana", numero speciale di «Belfagor», rivista di sottogoverno, 1981, in particolare gli interventi di Di Donna e Martelli. Vedi pure, su questa versione, Claudio Petruccioli, "falso o autentico?, in «Nord Sid», 33,1981).

In ogni caso, per una mirabile analisi strutturale della sestina, rimane insuperato il magistrale «Les Chouettes» di Jakobson e Lévi- Strauss, dove anzitutto si mette in luce come i primi due ottonari presentino esseri infraumani (le civette e il comò) mentre i due seguenti presentano esseri umani, e parimenti nel primo e nel terzo ottonario sono in scena dei soggetti, e nel secondo e nel quarto delle azioni. Questa portentosa simmetria semantica è rinforzata, con splendido parallelismo, da uno straordinario gioco di opposizioni fonologiche.

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Pagina 188

PROGETTO PER UNA FACOLTA` DI IRRILEVANZA COMPARATA



Dipartimento di ossimorica

Urbanistica tzigana
Enologia musulmana
Fonetica del film muto
Iconologia Braille
Istituzioni di rivoluzione
Lingue franco-germaniche
Lingue uralo-melanesiane
Lingue ugro-romanze
Idrografia selenitica
Dinamica parmenidea
Statica eraclitea
Oceanografia tibetana
Microscopia siderale
Oftalmologia gastrica
Spartanica bizantina
Istituzioni di devianza
Istituzioni di aristocratica di massa
Istituzioni di oligarchica popolare
Storia delle tradizioni innovative
Elementi di senescenza dei momenti aurorali
Dialettica tautologica
Eristica booleana

[...]

Dipartimento di tetrapiloctomia (1)

Idrogrammatologia
Poziosezione
Avunculogratulazione meccanica
Piropigia
Pilocatabasi
Perlocutoria della scatotecnica
Tecnica delle soluzioni mentulopensili
Sodomocinesica
Sceleropatomittenza

[...] (1) Malgrado le denominazioni tecniche (il cui ermetismo è dovuto anche a ragioni di decenza), il buon etimologo saprà dedurne i contenuti, che sono nell'ordine: tecnica della scrittura su superfici idriche, arte di tagliare il brodo, costruzione di macchine per salutare la zia (antico suggerimento di Nicola Abbagnano), tecnica di appiccar fuoco alla natiche altrui, arte di scamparsela per un pelo, analisi di formule come "vaffanculo", arte di attaccarselo al membro virile, ritmica della penetrazione a posteriori, arte dell'inviare qualcuno a morire ammazzato. Per tetrapiloctomia si intende ovviamente la scienza che consente di spaccare un capello in quattro.

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Pagina 244

SCRITTORI IN LIBERTA`: MARCEL PROUST


Raccontar vi vo bel bello
quel che accadde a Proust Marcello
ch'era un vecchio cataplasma
sempre oppresso ahimè dall'asma
e vegliato giorno e sera
da una anziana cameriera.
Ma un bel dì verso le tre
mentre si sorbiva il tè
sentì in bocca un gusto strano,
indicibil, sovrumano,
quasi in casa più non fosse,
fiacco e oppresso dalla tosse,
ma di colpo, sai com'è,

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Pagina 248

SCRITTORI IN LIBERTA` : JAMES JOYCE



Qui comincia l'avventura
non di san Bonaventura
ma di un giovin che per caso
si educò su san Tommaso
poi, sprezzandone ogni stilema,
di Dublino fece un mondo
che non finse a tutto tondo,
rivelandone sapiente
il valor polivalente.
Già la vista si annebbiava,
e parlando egli mostrava.
Come Omero (e lo diceva):
era cieco, eppur vedeva.

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Pagina 255

EDIPO RE


Il vispo Tiresia
avea nel boschetto
di Tebe sorpreso
Edipo soletto.
E con un sogghigno
il cieco maligno
gridava: "Su presto,
l'hai fatto l'incesto?"

A lui sospirando
l'afflitto gridò:
"Se sto copulando
che male ti fo?
Tu sì mi fai male
svelando il fatale
complesso, che ignoro!
Deh, taci, t'imploro!"

Tiresia, quel bieco,
rispose: "Macché!
Son cieco? Sii cieco!
Perché solo a me?"

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Pagina 269

Socrate
(sul motivo di «Bombolo»)


Era alto così
era grasso così
lo chiamavan Socrate.
Passeggiava di qua,
passeggiava di là,
giù per l'agorà.

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Pagina 269

Bacone
(sul motivo di «Gastone»)


Bacone - sono empirista anglosassòne,
Bacone, Bacone,
Bacone - gli idola espungo a profusione
e piaccio a tutte le persone,
Bacone, Bacone.

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Pagina 270

Kant
(sul motivo di «Canto quel
motivetto che mi piace tanto»)


Kant
filosofetto che mi piace tant
perché non fa dud-du-dù
du-dubito ergo sum!

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Pagina 271

Lévi-Strauss
(sul motivo di «La pensée»)


Oh che bella pensée che tieni
che bella pensée sauvage
bricolage - bricolage
me la dai la tua pensée...
Io ne tengo un'altra in testa
con ugual tassonomia,
pensée mia, pensée tua
in onore di Lévi-Strauss!

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Pagina 273

Canto di esilio degli pseudoconcetti esiliati a Chiasso dallo storicismo idealista borbonico
(sul motivo di «Addio Lugano bella»)

Addio Peano bello,
addio logica mia!
Dal pescasserolese
cacciato fuggi via
e pensi già alla sorte,
del povero Ardigò.

Tutti i positivisti
fuggono rattristati
i truci idealisti
cacciano anche Vailati
e irridono alla sorte
del povero Ardigò.

Via la sociologia
e Michels vade retro!
Al bando messo sia
puranco il buon Pareto...
e gli auguran la sorte
del povero Ardigò.

Sraffa si esilia, pure
economista arguto,
hai tu pretese oscure,
o Spirito Assoluto!
(Sraffa fuggiasco in treno
parla con Wittgenstein.)

Ma alfin verrà quel giorno
che crederem nel dato!
Quel dì faran ritorno
i figli del Trattato!
Faranno le vendette
del povero Ardigò.

Ritorneran sicuri
con marcia trionfale
vinca sull'Atto Puro
la Logica Formale!
Dopo la gita a Chiasso
trionferanno ancor!

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Pagina 282

INIZIALI


BOCCACCIO.

Bravi bambini bisesso ballano bevono
blaterano bellamente beffandosi bubboni.
Buffalmacco birbante burla bonaccione
baluginandogli benefico berillo.
Bene, bis!...
Bacalare baccaglia...
Bene, bis!...
Beatrice, Biondello, Bruno, Borsiere
Beritola, Bernabò, Beltramo...
Bis, bis! Beati borghesi...

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Pagina 282

CALVINO.

Cosimo che cavalca cime campestri,
cavalieri che cessano coesistere,
cadetti craquelés, cosmicomiche,
codici, carte cabalistiche, città
ciecamente credibili...
Contes come "Candide".
Canzono cantando, con celere critica.

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Pagina 282

DANTE.

Dirò di detti dal desir dittati.
Dirò di donna deificata.
Dirò di demotico dictamine.
Dopo dirò di dannate dimore di Dite
(di divorator di discendenti),
di dolcissimi dolenti
(dodici + dodici dignitari Dodecannesi),
di devoti Dottori
dicenti di Degnità di Dio.
Dopodiché dirannomi divino.
Dopotutto desideravo dicessermelo.

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Pagina 283

FOSCOLO.

Forti fosse funeree forti fini figurano,
facendo fiammeggiar felici financo funebri
faci.

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Pagina 283

GOLDONI.

Gentili gentildonne,
godemo e gingillamose: gondola!

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Pagina 283

LEOPARDI.

Lodo la limpida luna, levandole lamento.
Litorale lontano, lirica lusinga...

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Pagina 283

MANZONI.

Mondella, mite, modesta, mira maritare
meccanico meschino, ma miserabile
moscardino macchina misfatti.
Malgrado maneggi menzognera monaca,
magnanimo Monsignore mandala Milano,
mentre minaccia maligno male microbico.
Moretto minchione mescolasi marasma,
millanta: manette.
Morte, monatti.
Ma Maria Misericordia miracola:
malvagio muore maleodorante,
Mondella merita matrimonio.
Molti maschietti.
Meno male.
Morale: mai mischiarsi manifestazioni,
mai menare martelli.

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Pagina 288

"COME VA?"


Icaro:                          "Uno schianto."

Proserpina:                     "Mi sento giù."

Edipo:                   "La mamma è contenta."

Priapo:                           "Cazzi miei."

Ulisse:                      "Siamo a cavallo."

Omero:                       "Me la vedo nera."

Talete:                 "Ho l'acqua alla gola."

Pitagora:                       "Tutto quadra."

Ippocrate:             "Sinché c'è la salute.."

Platone:                          "Idealmente."

Aristotele:                "Mi sento in forma."

Plotino:                              "Da Dio."

Muzio Scevola: "Se solo mi dessero una mano..."

Giulio Cesare:     "Sa, si vive per i figli..."

Lucifero:                   "Come Dio comanda."

Noè:                         "Guardi che mare."

Boole:                         "O bene o male."

Croce:               "Non possiamo non dirci in
                  buone condizioni di spirito."

Wittgenstein:             "Meglio non parlarne"

Cantor:                   "Nell'insieme, bene."

Picasso:                        "Va a periodi."

Lenin:                 "Cosa vuole che faccia?"

Hitler:        "Forse ho trovato la soluzione."

Heisenberg:                          "Dipende."

Pirandello:                      "Secondo chi?"

Hilton:        "Gente che va, gente che viene."

Sotheby:                           "D'incanto."

Michaelstaedter:   "Faccio di necessità virtù."

Bloch:                            "Spero bene."

Gallup:                           "Ora chiedo."

Freud:                              "Dica lei."

D'Annunzio:              "Va che è un piacere."

Popper:                  "Provi che vado male."

Ungaretti:              "Bene (a capo) grazie."

Fermi:                   "O la va o la spacca."

Foucault:                                "Chi?"

Spielberg:                        "Bene, E.T.?"

Queneau:             "Bene grazie, grazie bene,
                    eeaie bngrz, genera zie b."

Camus:                              "Di peste."

Mishima:                      "A pancia vuota."

Eichmann:           "Mi sento più sollevato..."

Vittorio Emanuele III:    "Mi lasci perdere..."

Pitecantropo:       "C'è ancora un po' di coda,
                            occorre attendere."

Ludovico il Bavaro:    "Sto facendo una dieta."

Savanarola:        "E' il fumo che mi fa male."

Orlando:                "Scusi, vado di furia."

Virginia Woolf:
        "Speriamo che domani faccia bel tempo."

McLuhan:                       "Mezzo e mezzo."

Piero Manzoni:                      "Di merda."

Eliot:                       "Una desolazione."

Barnard:                "Basta aver del cuore."

Serena Grandi:          "Ho un peso sul cuore."

Signora Riello:                   "Sono stufa."

Rubbia:                    "Come fisico, bene."

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