Copertina
Autore Richard P. Feynman
Titolo «Sta scherzando, Mr. Feynman!»
Sottotitolovita e avventure di uno scienzato curioso
EdizioneZanichelli, Bologna, 1988
Originale«Surely You're Joking, Mr. Feynman!» [1985]
LettoreRenato di Stefano, 1991
Classe fisica , biografie , scienze naturali
PrimaPagina


al sito dell'editore








 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 39 [ sogni ]

Quando "osservavo" i sogni, i risvegli erano tremendi. Mentre si comincia a risvegliarsi c'è un momento in cui ci si sente paralizzati, legati al letto, oppure soffocati sotto strati di coperte. È difficile da spiegare, c'è per un attimo la sensazione che non se ne uscirà, non si è sicuri di riuscire a svegliarsi. Da sveglio, sembra ridicolo: che io sappia, non esiste una malattia per cui ci si addormenta senza più svegliarsi, ci si può sempre svegliare.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 171 [ fisica ]

In quel momento la fisica mi nauseava; eppure prima era stata un piacere. Mi piaceva perché era un gioco, facevo quello che mi veniva in mente, importante o inutile che fosse per lo sviluppo della fisica nucleare. Bastava che m'interessasse: che fosse un gioco divertente. Al liceo, notare che il getto d'acqua in uscita dal rubinetto si va assottigliando era stato uno stimolo sufficiente perché mi divertissi a calcolarne la curva. Non era certo importante per il futuro della scienza, qualcuno c'era anzi arrivato prima di me. Ma non era questo, a contare. Inventavo le cose, giocavo con le cose, per il mio divertimento.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 285 [ rabbini ]

Che amara delusione! Aprivano gli occhi sul mondo unicamente per interpretare meglio il Talmud! Pensate un po'! In tempi come questi, ci sono giovani che studiano per entrare nella società e fare quanche cosa - essere rabbini - e l'unico motivo per cui la scienza li interessa è che i loro antichi bizantinismi vengono leggermente offuscati da un nuovo fenomeno.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 330 [ l'io, allucinazioni ]

Questa volta, mi dissi entrando nel cassone, avrei avuto delle allucinazioni a qualunque costo. All'improvviso mi accorsi - è difficile da spiegare - d'essere a due centimetri da me stesso. Cioè il mio respiro, in entrata e in uscita, era decentrato: il mio io stava di lato, circa due centimetri in là.

Ma dov'è situato il mio io? Mi chiedevo. Tutti credono si trovi nel cervello, lo so, ma come fanno ad esserne certi? Avevo letto abbastanza per sapere anche che non era un fatto così evidente, prima che fossero stati compiuti molti approfonditi studi psicologici. I Greci pensavano si trovasse nel fegato, per esempio. Mi chiesi se per caso i bambini deducano la collocazione dell'io dal veder gli adulti battersi la fronte con la mano e dire: « Fammi pensare! » L'idea che l'io fosse situato dietro agli occhi poteva essere una pura convenzione. Se potevo muovere il mio io di due centimetri, potevo spostarlo anche più lontano. Fu l'inizio delle allucinazioni.

| << |  <  |