Autore Marco Filoni
Titolo Inciampi
SottotitoloStorie di libri, parole e scaffali
EdizioneItalosvevo, Trieste-Roma, 2019, Piccola biblioteca di letteratura inutile 24 , pag. 74, intonso, cop.fle., dim. 12x18,6x0,6 cm , Isbn 978-88-99028-38-1
LettoreRenato di Stefano, 2020
Classe libri , storia letteraria , scrittura-lettura












 

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Indice


   INCIAMPI                 7

   Ordine                  11

   Dizionari               21

   Consistenza             31

   Traduzioni              43

   Silenzi                 49

   Scaffali                55

   Procrastinare           61

   Nota                    67
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Pagina 11

ORDINE



Chiunque possieda un numero sufficiente di libri da porsi il problema della loro sistemazione, sa che la questione non è affatto peregrina. Aveva ragione quel bibliotecario che, interrogato dal generale Stumm, asseriva solenne: le biblioteche sono governate da una scienza in sé e per sé, non c'è nulla da fare! A questa affermazione il generale restò perplesso. Ma dopo aver un po' discettato con il bibliotecario stesso, non poté far altro che constatare che sì, era vero: i soli uomini che possedevano un qualche ordine spirituale erano loro, quelli che possedevano la facoltà di mettere ordine ai propri libri.

Il personaggio dell' Uomo senza qualità può essere una buona esemplificazione di altri che però non sono usciti dalla fantasia di Robert Musil. Gente in carne e ossa: Aby Warburg , Walter Benjamin , Georges Perec , Jorge Luis Borges , Umberto Eco , Roberto Calasso , Alberto Manguel - sui quali aleggiano, benevole, le ombre di Petrarca e Montaigne. Essi appartengono a un rango esistenziale elevatissimo, ancorché pericoloso: i cavalieri dell'ordine degli scaffali.

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Pagina 17

Se ha senso l'idea di una "ragione" nella disposizione dei libri (fosse anche la ragione del caso) nel suo De Bibliotheca Umberto Eco ha chiarito uno dei malintesi più persistenti, per cui si dovrebbe andare in una biblioteca alla ricerca di un libro di cui si conosce già il titolo. «Ma la principale funzione della biblioteca, almeno la funzione della biblioteca di casa mia e di qualsiasi amico che possiamo andare a visitare, è di scoprire dei libri di cui non si sospettava l'esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza per noi». Una biblioteca diventa un'avventura. Si va a cercare un libro, e poi accanto a quello ne troviamo un altro che non si era andati a cercare (e nemmeno si conosceva) eppure si rivela ben più fondamentale dell'altro. Eco richiamava il genio nascosto dei bouquinistes dell'altro secolo, quando frugando fra i tomi si facevano vere e proprie trouvailles. Le biblioteche devono esser così: «Faccio delle scoperte, ero entrato lì per occuparmi poniamo di empirismo inglese e invece comincio a inseguire i commentatori di Aristotele, mi sbaglio di piano, entro in una zona, in cui non sospettavo di entrare, di medicina, ma poi improvvisamente trovo delle opere su Galeno...».

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Pagina 23

Il circolo, vizioso e virtuoso insieme, di Henri Cinoc è un'immagine perfetta. Peccato però che Cinoc non sia mai esistito, se non nella fulgida e strabiliante penna di Georges Perec, che l'ha reso immortale come personaggio di La vita istruzioni per l'uso. Eppure la realtà ci ha riservato una sorte benevola regalandoci figure vere, in carne e ossa, straordinarie tanto quanto l'operoso Cinoc. Da quell'anonimo abitante della Mesopotamia che un giorno, forse perché accaldato o chissà, ha pensato bene di incidere su una tavoletta di argilla una lista di parole accadiche facendo seguire il loro significato, realizzando quello che è il primo dizionario della storia dell'umanità. O l'ostinato Panfilo di Alessandria, vissuto sul finire del I secolo a.C., il più grande lessicografo antico al quale non mancarono il rigore e la pazienza - virtù indispensabili per portare a termine quel monumentale lessico in novantacinque volumi con le parole ordinate alfabeticamente - dando così la forma ai dizionari come li conosciamo oggi.

Dobbiamo però fare un salto di molti secoli per godere di esistenze magnifiche legate ai dizionari.

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Pagina 43

TRADUZIONI



Tradurre fa felici. Ha qualcosa dei rapporti erotici, della passione amorosa. La traduzione è come il sesso: ha un lato meccanico, noioso, faticoso e persino scomodo; e uno poetico e molto appagante, erotico e seducente. Una malizia della lettura; una seduzione che passa dal farsi trasportare in un sentimento, che sta lì a marcare la differenza con la meccanica sostituzione di una parola (straniera) con un'altra (propria), che non sarà mai in grado di restituire il fascino della traduzione letteraria. La quale, si dice e si ripete da secoli, è una forma di tradimento. Ma il più grande tradimento del traduttore è quello di non esser contaminato dalla bellezza di ciò che traduce. Del resto in questa attività il più grande peccato è la paura del peccato.

Ecco perché, in un'epoca di software e algoritmi sempre più "intelligenti" e capaci di fornire, secondo i loro sviluppatori, traduzioni accurate, ci sarà sempre qualcosa che manca in queste rese. Le macchine non si lasciano sedurre. Possono restituire il lato meccanico, tecnico, ma non riusciranno a rendere quello "erotico". La lingua, qualsiasi lingua, è carica di ambiguità, contesti culturali, minuzie di senso ed equivoche sfumature che un traduttore umano cercherà di trasportare da una lingua all'altra. D'altro canto i traduttori automatici esistono da più di una decina d'anni e, nonostante gli sforzi, dalla loro comparsa non hanno fatto progressi significativi.

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Pagina 55

SCAFFALI



Che cos'è una libreria? Un contenitore di libri, per i libri, certo: un mobile dove riporli e conservarli. Ma non solo questo. Ogni singolo mobile che forma una libreria, ogni scaffale di una biblioteca è anche una geografia: l'autobiografia di colui al quale quei libri appartengono.

Le librerie non sono neutre: sin dalla loro nascita rispondono perfettamente, tecnicamente a ciò a cui sono predisposte. Nei secoli sono cambiate, nei materiali e nelle forme, ma sostanzialmente nella struttura sono rimaste le stesse. E hanno mantenuto un sapere nascosto, una specie di mappa che indica percorsi, storie e sentimenti. Ogni uomo è anche la sua libreria, cioè le sue letture. E tutto questo ha qualcosa di seducente, perché attraverso i libri riposti sugli scaffali possiamo conoscere un po' meglio e un po' di più chi, quei libri, li ha letti e ordinati così come sono. Tanto che c'è chi li maschera: veste i libri della sua biblioteca di pergamino, quella specie di carta velina che spesso ricopre i volumi antiquari più preziosi. E lo fa per un motivo inconfessabile: «Il pergamino rende molto più difficile, per un occasionale visitatore, individuare i titoli dei libri. E questo frena ogni eccesso di intimità». Ecco allora che mostrare la propria libreria è come far entrare un estraneo nella propria sfera intima: «È come raccontare i propri flirt - una cosa da evitare!» Del resto anche Ralph Waldo Emerson sentenziava che «la biblioteca di un uomo è una specie di harem»: i libri sono amanti volubili - e non tutte le passioni sono svelabili.

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Pagina 58

Qui si gioca il rapporto fra lettura e vita, fra letteratura e vita - come disse Pearsall Smith: «Alcune persone pensano che ciò che conta è vivere; io però preferisco leggere». Il britannico Julian Barnes ha commentato confessando che la prima volta che lesse questa frase gli sembrò particolarmente arguta. Però poi col tempo è arrivato alla conclusione che si tratta di una falsità ben confezionata, come spesso accade con molti aforismi. Contestava il fatto che vivere e leggere vengano presentate come due attività separate: non lo sono, la distinzione è fittizia perché leggendo un libro non si fugge dalla vita, ci si immerge più in profondità - dando ragione a Gustave Flaubert, che nel 1857 scriveva a un'amica: «Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere».

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Pagina 60

Insomma, quel mobile spesso sminuito che è la libreria è anche una mappa che indica percorsi, storie e sentimenti. Ogni essere umano è anche la sua libreria, cioè le sue letture. E tutto questo ha qualcosa di sexy. Almeno stando a John Waters, che ha regalato a "Bookshelf Porn" l'aurea sentenza: «Se vai a casa di qualcuno e non ci sono libri, non scoparci».

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