Copertina
Autore Serena Gaudino
CoautoreDaniele Bigliardo
Titolo All'ombra delle due torri
EdizioneColonnese, Napoli, 2005, I racconti della sirena 3 , pag. 116, cop.fle., dim. 140x205x10 mm , Isbn 978-88-87501-62-9
LettoreRiccardo Terzi, 2005
Classe ragazzi
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Pagina 9

Ogni sera, prima di cena, si ripete la solita scenetta: mamma in abito da sera, siede alla spinetta e suona minuetti (ma nessuno l'ascolta), papà, tra uno sbadiglio e l'altro, tra un sorso di succo di limone annacquato e uno sguardo ai suoi appunti di anatomia, tenta di accendere la pipa con un tizzone ardente raccolto dal fondo del camino. E poi ci sono io! Edoardo, il piccolo principe di Sansereno!

A un certo punto Marittiello ci chiama a raccolta suonando una vecchia campanella stonata! E a quel segnale, ci trasformiamo in falchi predatori, partiamo alla conquista della tavola imbandita e dichiariamo guerra al cibo, combattendo contro tacchini al forno, scaloppine al limone, carne alla pizzaiola, bastoncini di pesce, frittelle, budini, cioccolate fuse con panna e caramello ma anche contro spaghetti a vongole, fusilli al ragù e paccheri con la ricotta...

DONG DONG DONG

Chi è che bussa? Alle armi!!!

- Marittiello, Totonno, Ciacionaaaaa, chi va ad aprire? A quest'ora può essere solo un messo. Edoardo! Fermo, tu no.

- E cavolo papà, io ci volevo andare.

Mi sarei lanciato a cavalcioni sulla ringhiera delle scale, poi avrei scambiato quattro chiacchiere con lo sconosciuto e avrei pure letto la lettera prima di tutti! Mo' che entra l'intruso, gli allungo uno sgambetto che lo farà cadere cólla faccia dentro questa torta rinsecchita che Donna Ciaciona mi vuole far ingoiare a forza.

- Buonasera, qual buon vento? Scherzavo, tira una bella tramontana, eh?

Il principe Ludovico che fa la persona ben educata: AHAHAHAHA! Mezzo secondo ancora e lo costringera a filarsela senza neanche la mancia, il liquorino e i resti incrostati della torta [...]

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Pagina 60

- Senti, Fiammarosa, ma... da dove viene questo nome?

- È una storia un po' lunga, ma te la racconto. La notte in cui nacqui, Faustino Caccavurro della Nobile fascia dei Piroballo d'Asola e Malpighetti, mio padre, aspettava la buona novella con lo sguardo fisso a levante. Era la fine di una notte primaverile e lui era molto nervoso. Mamma mi ha detto che andava avanti e indietro senza fermarsi mai. A un certo punto io lanciai il mio primo grido e in quell'istante esatto lui vide il primo raggio dell'alba. Era un debole raggio rosa che fiammeggiava al centro della residua notte buia e tempestosa. Ecco, quell'alba lì, mi raccontava papà, sembrò attraversata da una fiamma rosa. Quell'immagine gli piacque tanto che volle chiamarmi così, Fiammarosa.

- Oh, ma è una storia bellissima.

- Glom, ssssììì! E mo' che facciamo, un brindisi al cioccolato?

- Aniè, e smettila un poco, sì?

CLOPPETE, CLOPPETE, CLOPPETE...

Certo che Bologna è una città con un sacco di sorprese. Prati, boschi, colline verdeggianti...

- Fiammarosa, ma dove porta quella strada lì in fondo che risale la collina?

- Oh, quella è la collina di San Luca con la sua strada porticata che inizia con l'arco del Meloncello di Carlo Francesco Dotti.

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