Autore Gabriella Greison
Titolo Ucciderò il gatto di Schrödinger
SottotitoloIl romanzo della fisica quantistica
EdizioneMondadori, Milano, 2020, Gaia , pag. 344, cop.fle., dim. 14x21,5x2,6 cm , Isbn 978-88-04-72866-5
LettoreGiorgia Pezzali, 2020
Classe narrativa italiana , storia della scienza , fisica












 

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Indice


 11   1 «Le scelte comportano conseguenze. Per questo non ne faccio»
 18     Sipario capitolo 1

 20   2 «Una società cresce bene quando i vecchi piantano nuovi alberi»
 27     Sipario capitolo 2

 28   3 La tomba di Schrödinger
 37     Sipario capitolo 3

 38   4 «È come si sta al mondo che fa la differenza»
 47     Sipario capitolo 4

 48   5 «Arrivare a risultati corretti tramite procedimenti sbagliati»
 57     Sipario capitolo 5

 58   6 «Raggiungeremo l'immortalità»
 67     Sipario capitolo 6

 68   7 Il gruppo dei creatori
 80     Sipario capitolo 7

 81   8 «La consapevolezza fa rinascere»
 94     Sipario capitolo 8

 95   9 Le origini della fisica quantistica
110     Sipario capitolo 9

111  10 Le origini della fisica quantistica. Vol. 2
117     Sipario capitolo 10

118  11 «Una cosa e il suo opposto sono la stessa cosa»
128     Sipario capitolo 11

129  12 Schrödinger, l'equivalente di Newton
139     Sipario capitolo 12

140  13 «La conoscenza è sempre meglio dell'ignoranza»
153     Sipario capitolo 13

154  14 «Le cose che non guardiamo ci sono e non ci sono al tempo stesso»
162     Sipario capitolo 14

163  15 Tutto è ancora in discussione
184     Sipario capitolo 15

185  16 «Se una cosa non posso averla, allora la voglio»
195     Sipario capitolo 16

196  17 «La guerra tra Bohr-Heisenberg e Einstein-Schrödinger è finita,
        hanno vinto i secondi»
208     Sipario capitolo 17

209  18 «La fisica crea indipendenza»
218     Sipario capitolo 18

219  19 Qui e ora
228     Sipario capitolo 19

229  20 Qui e ora. Vol. 2
237     Sipario capitolo 20

238  21 «L'immaginazione è più importante della conoscenza»
253     Sipario capitolo 21

254  22 «Tenendo la scatola chiusa tieni al buio te stesso, non gli altri»
263     Sipario capitolo 22

264  23 Kill Bill
278     Sipario capitolo 23

279  24 Kill Bill. Vol. 2
285     Sipario capitolo 24

286  25 «Tutto l'essere è un solo essere»
299     Sipario capitolo 25

300  26 «Il gatto di Schrödinger è contagioso»
307     Sipario capitolo 26

308  27 «Abbiate paura dell'enormità del possibile»
317     Sipario capitolo 27

318  28 «L'eternità contenuta in una scatola»
329     Sipario capitolo 28


        CONTENUTI EXTRA

333     Nota al testo
337     Alcune fonti
341     Allegati
343     Ringraziamenti


 

 

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Pagina 11

Capitolo 1





2 gennaio 2020


Quando capisci che tutto è basato sulla probabilità e non su Newton, il mondo ti si sfalda in mano. E io l'ho appena capito.

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Pagina 12

Da piccola ho visto questa vignetta, disegnata su un cartoncino:

La prima volta che l'ho vista mi sono sentita sollevata. Avevo un enigma da risolvere, quindi ero felice. Forse quella fu l'ultima volta che sono stata felice. E anche l'unica. Intendo il momento esatto in cui presi in mano quel cartoncino. Perché poi è diventato un assillo, la felicità si è persa all'orizzonte. Come spesso mi capita, d'altra parte.

Gli enigmi non mi spaventano, basta mettere in fila i passaggi, uno dopo l'altro, facile. Questo lo so fare. Per questo mi sono laureata in fisica: la fisica è puzzle e buonsenso, tutto qui. Ti senti al sicuro con lei. Chiunque la può capire. Quando vidi per la prima volta il disegno del gatto nella scatola su quel cartoncino avevo appena compiuto 14 anni, facevo la terza media ed era il 2006.

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Pagina 16

Ho sempre pensato che tutto, nella vita, abbia delle conseguenze. Le scelte comportano conseguenze, che comportano scelte, che comportano altre conseguenze, bla bla bla. Per questo non ne faccio. Ma altri ne hanno fatte per me, in passato. Per questo io sto vivendo qui e adesso. Sliding doors, porte scorrevoli, destini incrociati. Bla bla bla, cose così. Poi però, nella mia vita e in quella di tutti, è arrivata la fisica quantistica, ovvero l'inquietudine sociale! Gli opposti sono la stessa cosa. La fisica quantistica è questo. La fisica quantistica racconta gli estremi lontani, e li accomuna, li unisce: gli opposti come yin e yang, buono e cattivo, bianco e nero, maschio e femmina, alba e tramonto. Quindi anche tra realtà e finzione non c'è differenza. Materia e antimateria. Un uomo e il suo alter ego. Passo ore a fare questi pensieri. Che vita di me*da.

Anyway, la fisica quantistica e il famoso gatto sono strettamente legati. La fisica quantistica, il famoso gatto e la mia vita: siamo strettamente legati. Per questo ora devo venire a capo del grande enigma che mi sta distruggendo l'esistenza. Cosa ci lega? Dove finisce Newton e inizio io? Fino a che livello di profondità posso arrivare per capire le cose? Altro capitolo è Erwin Schrödinger. Lui è stato un grande. Lui è il mio mito. Ho un suo poster in casa, gli parlo spesso, è il mio amico immaginario. Ha pensato per primo tutto quello che noi oggi viviamo: intelligenza artificiale, entanglement, computer quantistici, crittografia, teletrasporto, biologia quantistica, neuroscienze, chimica, multiversi, tutto. Il nostro presente e il nostro futuro. Come ha fatto? Cosa aveva capito che noi non sappiamo? Ma che razza di vita deve aver vissuto? Stamattina ho preso una decisione. Trovare le risposte alle mie domande. Non posso continuare a vivere così. Il 2020 è appena iniziato, e io mi sono posta un obiettivo: uscire dal purgatorio in cui mi trovo. Non posso stare per sempre né di qua né di là, come la fisica quantistica vorrebbe. È questione di vita o di morte. A volte mi sembra di impazzire.

La fisica quantistica è la mia rovina e allo stesso tempo la mia redenzione. La gente sa di cosa sto parlando. Sono più di ottant'anni che questo esempio del gatto viene fatto nel mondo, per esprimere un disagio sociale, un'ambivalenza. Due cose contrarie che convivono nello stesso tempo: non si vuole guardarle, per non dover essere costretti a scegliere. Appena sento nominare l'enigma del gatto, prendo nota, mi segno data, situazione, luogo, nome di chi l'ha citato. In casa ho un muro con appesi centinaia di post-it, ciascuno dedicato a una diversa situazione di disagio vissuta dalle persone più disparate. L'impatto, quando si entra in quella stanza, è forte. Ricorda il muro della cantina del film Il silenzio degli innocenti, dove erano appese le foto delle vittime dello scuoiatore. Sul retro del cartoncino; in questi ultimi quattordici anni, ho preso nota degli indizi che mi porteranno a risolvere il caso. Jodie Foster sarebbe fiera di me. Ora si tratta solo di trovare il mio personalissimo Anthony Hopkins che mi aiuti nelle ricerche.

C'è un altro elemento chiave, in tutta questa vicenda. Quel gatto, esattamente il gatto del cartoncino, esiste realmente. Me lo ritrovo in giro da quando ho perso il lavoro. Quel gatto con quel pelo marrone chiaro e una chiazza nera sull'occhio destro. Quando meno me l'aspetto, mi compare davanti. Mi guarda, o scappa, o è indaffarato in qualcosa. A volte mi passa davanti e basta. A volte lo faccio scappare io. È il mio incubo. Sono ossessionata da quel gatto. Quel gatto mi sta rovinando la vita.

Le presentazioni finiscono qui. Mi chiamo Alice Schrödinger, il gatto si chiama Bill, e io lo voglio uccidere.

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Pagina 18

Sipario capitolo 1



Ho sentito l'esigenza di scrivere un romanzo sulla fisica quantistica usando la vita di una persona, perché la fisica quantistica non è ancora finita: per ora la teoria che la racconta è provvisoria, esattamente come la vita di una persona. La Prima rivoluzione quantistica, avvenuta nel XX secolo, ha portato il grande cambiamento, creando il mondo in cui viviamo noi oggi, fatto di computer, telefonini, TAC, lettori DVD/Blu-ray. È nata in Europa, con l'Austria come fulcro. Ma ora siamo davanti alla Seconda rivoluzione quantistica, che sconvolgerà di nuovo il nostro modo di stare al mondo. E questa seconda ondata di cambiamento sta nascendo in America. Nella vita di una persona ci sono tre passaggi fondamentali che segnano il cambiamento: il primo avviene attorno ai 18 anni, il secondo ai 28, il terzo ai 50. In questo libro racconto il secondo passaggio (anche perché al terzo io non ci sono ancora arrivata!). La fisica quantistica rappresenta esattamente l'inquietudine che si vive in una fase di svolta esistenziale. "Uccidere il gatto" significa liberarsi dal paradosso, smettere di tenere un piede di qua e uno di là. È una metafora. Voglio tranquillizzare gli animalisti.

Una pubblicazione recente, che nel mondo scientifico ha ricevuto molta ammirazione, è utile per capire questa fase di svolta in cui ci troviamo: è di Fernando Sols, fisico dell'Università Complutense di Madrid, e si intitola Can Science Offer an Ultimate Explanation of Reality?. Voglio segnalarne anche un'altra: stavolta l'autore è Antoine Suarez, fisico delle università di Zurigo e Ginevra, e parla dell'importanza dell'utilizzo della fisica quantistica per raccontare l'insofferenza: The Limits of Quantum Superposition: Should "Schrödinger's Cat" and "Wigner's Friend" Be Considered "Miracle" Narratives?. Trovate entrambi i riferimenti nella bibliografia.

GG

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Pagina 24

Una società cresce bene quando i vecchi piantano nuovi alberi. I vecchi, i vecchi che hanno creato tutto ciò che di negativo i giovani sono costretti a vivere. I giovani sono la coscienza, i vecchi sono la discordia. Penso a Kant. La coscienza e la discordia sono indissolubilmente legate. Devono essere proporzionali l'una all'altra, perché sono entrambe legate all'io interiore. Sembra un paradosso. Ma non lo è: i più saggi di tutti i tempi, di tutti i popoli, hanno testimoniato per confermarlo. Uomini e donne grazie ai quali questo mondo è stato illuminato di una luce di consapevolezza insolitamente luminosa, e che con la vita e la parola hanno formato e trasformato più di altri quell'opera d'arte che chiamiamo umanità, testimoniano che sono stati lacerati dalle fitte della discordia interiore. Sia questa una consolazione per chi ne soffre. Parlo come se stessi dicendo messa.

Mi viene da sorridere. Sono una fisica, e come tutti i fisici faccio della filosofia la mia ancora di salvezza. Non sono certo un'insegnante di morale, come alcuni preti. Non voglio certo proporre l'idea che la nostra specie tenda verso un obiettivo alto che ci faccia propagare il codice morale. Lungi da me. Le mie sono illazioni disinteressate. E quindi, proprio perché disinteressate, per essere accettate da me presuppongono già la virtuosità. Quando mi infilo in questi pensieri, mi sento incapace come chiunque altro di spiegare il dovere dell'imperativo di Kant. La legge etica nella sua forma più semplice e generale: siate disinteressati, fedeli! Considero la sua sconcertante esistenza come un'indicazione del nostro essere all'inizio di una trasformazione biologica. E da un atteggiamento generale egoistico si passa a un atteggiamento generale altruista. Il nostro essere umani in procinto di diventare animali sociali. Per un animale solitario, l'egoismo è una virtù che tende a preservare e migliorare la specie; in qualsiasi tipo di comunità diventa un vizio distruttivo. Un animale che si imbarchi nella formazione di Stati senza limitare fortemente l'egoismo perirà. Penso alle api, alle formiche, alle termiti: loro sono un esempio di tutto questo. Il bene della società passa dalla pacificazione tra i popoli, ma è lungi dall'essere compiuto, cosicché i motivi egoistici hanno ancora un forte richiamo. Se fossimo api, formiche o guerrieri lacedemoni, per i quali la paura personale non esiste e la viltà è la cosa più vergognosa del mondo, la guerra continuerebbe per sempre. Ma per fortuna siamo solo uomini, e codardi.

Ma, se ci penso bene, trovo che il lamarckismo sia la soluzione, tutto qui. Anche se come esseri umani non siamo inclini ad accettarlo. Eppure, quando rifiutiamo l'ereditarietà dei caratteri acquisiti, in altre parole accettando la Teoria dell'evoluzione di Darwin, troviamo che il comportamento degli individui di una specie ha un'influenza molto significativa sull'andamento dell'evoluzione in generale. E quindi si arriva a una sorta di finto lamarckismo. L'uomo cambia nei suoi aspetti morfologici, cambia il corpo, e induce i meccanismi selettivi. A mano a mano che si sviluppa un nuovo organo, il comportamento diventa sempre più legato al suo mero possesso. Comportamento e aspetto fisico si fondono in un tutt'uno. Semplicemente non si possono avere mani intelligenti senza usarle per raggiungere i propri scopi: ti sarebbero d'intralcio, come spesso accade a un dilettante sul palcoscenico, perché ha solo scopi fittizi. Non si possono avere ali efficienti senza tentare di volare. Non si può avere il dono della parola senza cercare di imitare i rumori che si sentono intorno a sé. Il bene della società è vincolato al cambiamento in atto. All'unione delle forze. Bla bla bla, cose così.

Allungo la mano sul comodino, prendo una pastiglia di Stilnox, mi addormento.

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Pagina 27

Sipario capitolo 2



Anche Alice, come faceva Schrödinger, si abbandona a divagazioni filosofiche. La protagonista di questo romanzo è abile nel passare dagli U2 a Kant nei suoi funambolismi mentali. Alice usa Newton, Einstein, Darwin e tutto quello che è in suo possesso, e che la società attuale le offre (da Twitter a YouTube), per riflettere sulla vita. La divagazione sul lamarckismo la fece Schrödinger intervenendo a un convegno nel 1935 a Roma, invitato da Enrico Fermi. Infine, come Schrödinger, anche Alice vive la sua sessualità in maniera libera e indipendente. Come se fosse la sua reincarnazione moderna.

GG

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Pagina 30

Adesso Alice cammina, saluta tutti. Riceve in risposta i saluti da ciascun morto. Qualcuno si spinge oltre e le chiede come sta, altri le si avvicinano e le porgono un fiore. Altri le fanno scherzosamente i complimenti per la mise, una tuta gialla con le bande nere che scendono lungo le gambe, una tuta che per inciso è sempre la stessa, anche nei sogni, infatti era una presa in giro.

Ma finalmente Alice arriva davanti alla tomba che stava cercando: la sua camminata aveva una meta precisa, solo ora lo capiamo, si sa che i sogni non hanno un libretto di scena con la trama già stampata. Si ferma. Si china per lasciare i fiori nel piccolo orto, accanto al vasetto di gardenie rosse. Si alza, legge e rilegge la targa. Il padrone di casa è un certo Erwin Schrödinger, anno di nascita 1887, anno di morte 1961. Sopra c'è un quadretto con un'altra scritta, è la sua equazione; secondo Alice, è l'equazione più bella della fisica: i h-tagliato ψ-con-il-puntino-sopra uguale H-con-il-semicircoletto-sopra ψ.

Alice la accarezza, ha forma circolare, il rame qui è più pesante, è spesso. Si china di nuovo, questa volta per accarezzare la scritta su una terza targa, che porta questa dicitura in corsivo:

Perché ciò che esiste, non è che esiste perché lo vediamo o lo sentiamo. Ciò che non esiste, non è che non c'è perché non lo sentiamo mai o non lo vediamo mai. Esiste, c'è, ci siamo, perché siamo così, siamo perpetui. Per questo motivo tutto l'essere è un solo essere. E quando uno muore, va bene, è giusto che sia morto, ma in fin dei conti c'è. E comunque non è che se non è morto, esiste.

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Pagina 34

Alice lo sa benissimo, ma non è detto che lo sappiate anche voi, quindi vi do qualche dettaglio in più. D'altra parte, io servo a questo. Erwin Schrödinger scrisse un saggio intitolato Mind and Matter (Mente e materia), all'interno del quale interpretò il pensiero orientale attuale attraverso i concetti essenziali della fisica quantistica. E, con quel libro, Schrödinger conquistava le donne. Si faceva le grandi domande esistenziali, e con quelle le stendeva tutte.

Ma, a parte queste inevitabili, e anche un po' seccanti, conseguenze che traiamo noi stilosi pensatori, Schrödinger fu un precursore del pensiero moderno, molto sapiente, molto fantasioso, molto visionario. Schrödinger fu un grande fisico, uno scienziato che siede nell'Olimpo, e dai modi di fare del tutto fuori dall'ordinario. Espose la sua filosofia esistenziale nel libro Che cos'è la vita?. Si poneva questioni sulla vita, sulla morte, sull'essere, scavando nel profondo del nostro cervello. I suoi furono anche studi sul cervello, sulle connessioni neurologiche, e sulla scienza che c'è dietro. E poi c'è tutta la fisica che ha visto la luce grazie a lui, e che ancora oggi è oggetto di studi. I suoi interlocutori erano Albert Einstein, Wolfgang Pauli, Niels Bohr, Paul Dirac: colossi inamovibili di un certo sapere. E loro, tutti insieme, sono i fisici del XX secolo che hanno creato il nostro mondo, quello dove noi oggi viviamo.

«E così scrissi questo libro come conclusione di un percorso. Certo che il buddhismo è interessante come disciplina spirituale. Perché no?! E così arrivai a domandarmi "Che cos'è la vita?". Fu come chiedermi perché siamo al mondo, qual è il significato ultimo della nostra esistenza, qual è il senso della vita, cercare nella profondità delle nostre anime, tenendo conto dei giganti che mi hanno preceduto, Darwin, Galileo, Newton, impossibile prescindere da loro» dice Schrödinger a conclusione di un lungo discorso in cui ha raccontato ad Alice la sua visione del mondo, e che presto conoscerete anche voi. Non c'è fretta di sapere tutto subito, state calmi.

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Pagina 50

Rimetto via tutto. Ora ho un nuovo pensiero. Se la mia vita è la chiave di tutto, forse non devo uccidere il gatto, devo uccidere me. Mi torna alla mente la santona che ho incontrato al centro buddhista. Le sue frasi mi riecheggiano in testa. Credenze limitanti, quantum energetico: mi dà un certo sollievo pensare a queste cose, chi lo avrebbe mai detto. C'è un senso, forse. Non devo uccidermi, allora. È come si sta al mondo che fa la differenza.

Faccio di nuovo il punto, metto ordine, mi sto perdendo. Sono in questa casa in affitto a Vienna, ma non è qui che sono nata. Sono venuta in Austria per le mie ricerche, mi trovo bene. Non ho un lavoro, ma posso permettermelo. Mio padre mi spedisce spesso dei soldi, si sente bene se lo fa. Non sono stata propriamente licenziata dalla scuola dove insegnavo, mi hanno fatto mobbing. Mi hanno fatto mobbing e io me ne sono andata, tutto qui. Non reggevo la lotta. Non avevo le armi, non potevo reggere. Mobbing di tutti, del preside, dei colleghi professori, del comitato genitori, forse anche di una parte dei ragazzi. Me ne sono andata. Non avevo altra scelta, quindi è stato come un licenziamento. Mobbing, perché non stavo alle regole di un normale liceo in una normale città. Tutto normale, tranne quello che esce dalla mia bocca, a quanto pare. Mi è successa la stessa cosa che è capitata a Socrate! Sono stata tacciata di deviare le menti dei giovani. Sono una che corrompe i giovani! I colleghi, invece, visto il mio inusuale metodo di lavoro, provavano invidia, e hanno iniziato a farmi la guerra: troppo libera questa, fa vedere che si possono fare certe cose, è un cattivo insegnamento, mentre noi non le facciamo quelle cose, noi siamo ligi al regolamento. In pratica, è come se avessi dimostrato che c'è un altro modo per fare le cose. E questo crea problemi nella nostra società. Il preside non voleva avere problemi, e quindi mi ha convocato nel suo ufficio per darmi il colpo di grazia. Sono una che dà problemi, è chiaro. Do problemi da quando sono stata messa al mondo. Che mondo di me*da.

Ma torno all'ordine. Cosa insegnavo a scuola ai ragazzi? Quello di cui siamo circondati. Li portavo in giardino, facevo vedere loro la natura, ci fermavamo a guardare il fiume, passeggiavamo nei boschi. Le volte che stavamo in classe andavamo su YouTube, mostravo loro i centri di ricerca americani: la maggior parte di essi ha una webcam ed è come stare lì con loro, si può interagire con i laboratori e si può parlare con i ricercatori. Siamo davanti alla Seconda rivoluzione quantistica, una grande rivoluzione, che porterà un nuovo modo di pensare, di agire, di vivere la vita di tutti i giorni. Siamo davanti a un nuovo modo di intendere la vita, le vite, gli universi, il tempo. Dopo questa rivoluzione tutto cambierà, quello che c'è scritto nei libri di scuola diventerà vecchio, obsoleto, polveroso, antico. Andranno rivisti i metodi di comunicazione, di ascolto, di interfaccia, di linguaggio. La nostra vita non sarà più la stessa. E di tutto questo dobbiamo essere molto consapevoli. Dobbiamo parlarne. E dobbiamo parlarne soprattutto con i ragazzi, perché saranno loro ad avere in mano quel mondo. È una cosa seria, su questo non c'è da scherzare. Fan*ulo a chi non lo capisce. Tanto moriranno.

La Prima rivoluzione quantistica è iniziata nel XX secolo e ci ha portato i telefonini, i lettori CD e DVD, i computer, le TAC. Anche i chip al silicio nascono dalla fisica quantistica creata dai grandi scienziati all'inizio del secolo scorso. Da Schrödinger è nato il mondo in cui viviamo noi oggi. Dal suo disagio nei confronti dell'Interpretazione di Copenaghen. Disagio condiviso con Albert Einstein. Il mondo che ci ha lasciato Schrödinger è fatto di realtà nascoste, multiversi, neuroscienze, crittografia quantistica, teletrasporto, computer quantistici, comunicazioni a distanza, filosofia e buddhismo legati alla fisica, intelligenza artificiale, chimica. Il futuro è in continuo divenire. Per questo oggi siamo alle soglie della Seconda rivoluzione quantistica, siamo in un nuovo momento di svolta; la gente non può non sapere, i ragazzi della nuova generazione devono essere pronti. La Seconda rivoluzione quantistica, ovvero quello che oggi creeremo dai nostri bit, nella nostra società digitale. I bit sono zero e uno, cioè circuiti che vengono accesi e spenti, sono elettroni che viaggiano, che vanno e vengono, sono fotoni che stanno in una fibra ottica, che si muovono. La Seconda rivoluzione quantistica è la risposta al Dalai Lama e al buddhismo. Quando il Dalai Lama visitò i laboratori del CERN di Ginevra, tanti anni fa, chiese perché non si potesse vedere un atomo a occhio nudo: che ci torni! Oggi è possibile, ci sono i microscopi elettronici che indirettamente possono fotografarli. Gli stessi padri fondatori della meccanica quantistica pensavano che fosse impossibile, dicevano che fare un esperimento con un singolo atomo era più difficile che allevare un dinosauro in uno zoo. Oggi succede, invece. Tutti i giorni, succede in una montagna di laboratori in giro per il mondo. E in questo sta la meraviglia della fisica: modella il futuro, non solo della società, ma anche delle teste delle singole persone.

Anyway, per una delle mie prime lezioni al liceo ho portato a scuola un transistor. Il primo transistor della storia, costruito nel 1947. Alla fine degli anni Quaranta un transistor era una cosa lunga come il mio dito. Poi è stato ridotto, un po' alla volta, e via via sempre di più. Oggi abbiamo milioni e miliardi di transistor su ciascuno dei chip che ci portiamo dietro, in tasca, nei nostri telefoni. La legge di Moore è stata formulata più di cinquant'anni fa, e dice: ogni due anni riusciamo a mettercene il doppio, di questi piccoli elementi, in ogni circuito digitale, occupando lo stesso spazio. Il costo per noi sarà lo stesso, ma avremo computer sempre più potenti. Questa è la base per tutte le tecnologie che utilizziamo. Ma da ora in poi qualcosa cambierà. I nostri social network, Tinder, Facebook, Twitter, Instagram, senza la meccanica quantistica non sarebbero possibili. E per me sarebbe un vero dramma, io senza Tinder non posso vivere!

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