Copertina
Autore Caterina Gromis di Trana
Titolo Gatti
EdizioneWhite Star, Vercelli, 2005, Cube book , pag. 736, ill., cop.ril., dim. 167x167x55 mm , Isbn 978-88-540-0323-1
LettoreElisabetta Cavalli, 2006
Classe animali domestici , fotografia , zoologia , etologia
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Indice


INTRODUZIONE                       16
NOBILI PEDIGREE                    28
PICCOLI CLOWN                     224
VITA IN FAMIGLIA                  334
AMICI NEMICI                      362
LOTTE E BARUFFE                   422
OLTRE IL GIARDINO                 448
FARSI BELLI                       504
ELOGIO DELL'OZIO                  538
UN MONDO DI SGUARDI               588
GATTI NEL MONDO                   630
CUGINI SELVATICI                  682
BIOGRAFIA, INDICE, REFERENZE      728


 

 

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Pagina 16

Introduzione



C'è che li adora e chi li detesta, secondo personali punti di vista: affettuosi compagni, discreti e vellutati, oppure subdoli e infingardi profittatori. Hanno personalità complicate, piene di sfumature, poco trasparenti. Per provare a capirli forse è necessario convivere con qualcuno di loro, altrimenti rimangono idee, fantasticherie, enigmi fraintesi.

sono diversi secondo il carattere, la razza, i trascorsi infantili e le esperienze vissute.

Il mio gatto d'infanzia era una gatta. Si chiamava Baffa ed era nera e scorbutica, ai miei occhi adorabile. Poco incline a strusciarsi e a sciogliersi in smancerie, era fiera, dignitosa. Faceva le fusa con moderazione se mentre sonnecchiava accoccolata in poltrona la si accarezzava piano sotto il mento, senza esagerare. Quando non era in vena si alzava e se ne andava con aria seccata, però poi tornava ad offrirmi le sue prede, poveri topi mezzi morti: così fanno i gatti in segno di massimo omaggio al padrone, trattandolo quasi come un figlio da accudire. Un giorno scappò dal cortile di casa in città e sparì. Per consolarmi mi regalarono un gattino siamese con gli occhi celesti, affettuoso e bellissimo, quasi più cane che gatto: Baffo, in memoria. Durò pochi mesi: rubato ancora bambino. Poi un bel dì un gatto nero attraversò il cortile ed entrò in casa deciso, come se sapesse dove andare. Chissà se era la stessa Baffa da un anno scomparsa: si comportava come se fosse stata di casa, ma è noto che i gatti scelgono in fretta la loro dimora se qualcuno li accoglie, e io la aspettavo. Non è vero che i gatti amano la casa e non danno affetto al padrone: è che non conoscono il significato della parola "padrone". La nuova baffa si sentiva ed era padrona di casa alla pari degli altri abitanti, e visse moltissimi anni. Fu un signor gatto.

Questo libro racconta i gatti attraverso suggestioni e immagini, come icone rivelatrici di personalità. Sfogliandolo sembra di entrare in un mondo già visto: anche chi non ha mai avuto un micio per casa ne conosce movenze e contegno, perché i gatti sono dovunque e a tutti capita di incontrarli; anche se a volte si guarda senza osservare, qualcosa rimane.

Un libro può essere un augurio: di ricordare un affetto felino, o di scoprirlo in futuro, o anche semplicemente di incontrare un gatto per strada e di fermarsi, incantati, a guardarlo.

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Pagina 30

Nobili pedigree



I gatti non si lasciano sottomettere e se possono si scelgono da soli il padrone. Così l'uomo tra i gatti comuni ha selezionato le razze. L'idea è recente: il gatto è rimasto solo gatto fino al XIX secolo, quando si tenne la prima esposizione felina al crystal palace di Londra. Allora la competizione fu riservata a due soli concorrenti: il persiano e il british. Poi nacquero associazioni, standard e regolamenti: le razze riconosciute oggi sono più di cento. Nell'affascinante ricerca di una figura armoniosa, che sia tozza o longilinea, orientale o comune, le associazioni feline servono a premiare le iniziative lodevoli e a tenere a bada gli eccessi. Da una parte spicca l'esempio del bengala, incrocio tra un piccolo gatto selvatico diffuso nel sud-est asiatico e il domestico a pelo corto, selezionato come risposta alla leucemia felina. All'opposto c'è il caso dello sphinx, privo di pelo, affettuoso di indole e morbido come una pelle scamosciata, ma che non può sopravvivere al di fuori di case ben riscaldate. La mutazione che lo rende interessante va a discapito della salute sua e dei successori.

A ciascuno il suo prediletto: c'è chi ama prendersi cura del manto di sofisticati persiani, con il loro aspetto esotico e il carattere docile. Altri si incantano davanti al doppio pelo color fumo del norvegese delle foreste, il gatto elfo delle fiabe scandinave, giocoso e simpatico, che adora l'uomo e ne reclama l'affetto. Qualcuno sceglie l'impertinenza del siamese, estroverso, chiassoso ed elegante.

Il gatto di razza è aristocratico nel portamento e nelle maniere, ma il suo albero genealogico non è poi così antico: non supera il secolo. E in qualcosa si vede: il distinto felino, non ancora allenato dalla storia alla disciplina che solo le più antiche famiglie possiedono, se lasciato libero di far come crede sposa chi vuole, e nel giro di una generazione, al massimo due, ritorna gatto comune. Il gatto è sempre gatto...

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