Copertina
Autore Penney Hames
Titolo I bambini non fanno mai i capricci
EdizioneRed, Milano, 2007, Piccoli e grandi manuali 70 , pag. 96, cop.fle., dim. 15x21x0,8 cm , Isbn 978-88-7447-522-3
OriginaleToddler Tantrums [2000]
TraduttoreRita Bandinelli
LettoreSara Allodi, 2009
Classe bambini
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Indice


  7 I 'capricci' non si possono evitare

    SITUAZIONI E CAUSE DI CAPRICCI

 21 Capricci scatenati da situazioni 'critiche'
 34 Come tenere sotto controllo le crisi di capricci
 45 Come gestire le vostre emozioni durante le crisi di capricci

    FRONTEGGIARE I CAPRICCI

 55 Come limitare i capricci
 65 Come prevenire i capricci

    L'UTILITΐ DELLE REGOLE

 73 Come fissare limiti e regole coerenti, ma affettuosi
 80 Come aiutare il vostro bambino a crescere
 92 I capricci non durano per sempre

 94 Bibliografia


 

 

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Pagina 7

I 'capricci' non si possono evitare


Le grida dei piccoli, lo sconforto dei grandi

La piccola Ruby, 3 anni, è al supermercato con la mamma; a un certo punto si immobilizza in piedi con le braccia spalancate, le gambe irrigidite, gli occhi sbarrati, e urla. Θ un urlo acutissimo, lacerante per i timpani e per il cuore, davvero angosciante. Sua madre, lì vicino, cerca di convincerla a seguirla. Tutti si girano a guardare e anche un'amica della mamma, con loro al supermercato, assiste con evidente imbarazzo, azzardando qualche consiglio sotto voce. Alla fine, la mamma di Ruby perde la pazienza e grida: «Smettila subito!» Ma poiché la bambina continua a urlare, la mamma, imbarazzata e irritata, la solleva (compito non facile data la rigidità del suo corpicino) e, abbandonando nel bel mezzo della corsia il carrello pieno, la trascina ancora urlante fuori dal supermercato e la infila a forza in macchina. Poi mette in moto e se ne va, nemmeno lei sa dove, purché via di lì. Un quarto d'ora dopo, Ruby finalmente smette di piangere e si addormenta. Sul viso di sua madre, esausta e confusa, cominciano a scorrere le prime lacrime di un pianto copioso.

Un attacco di capricci è un'esplosione emotiva straripante che avviene quando il vostro bambino sente di aver perso il controllo. Θ la dimostrazione pratica di ciò che vostro figlio prova in quel momento: caos, confusione e sconforto. Quasi sempre i capricci si verificano quando lui si trova con la persona che ama di più, cioè voi. Ma, dopo tutto, sapevate già che essere genitori è difficile!

I capricci sono qualcosa di più di una banale manifestazione di rabbia, come spesso può sembrare. In realtà la rabbia è la reazione che possono provocare. Ma considerarli semplicemente 'attacchi di collera' e niente altro può farvi perdere un'occasione preziosa per aiutare il vostro bambino ad accettare le emozioni forti.

In un certo senso, i capricci sono progressi naturali, frequenti e, lo crediate o meno, positivi nella crescita di vostro figlio. Dimostrano che sta cominciando a sviluppare il senso di sé e quello del suo posto nel mondo. Sono il suo modo di gestire la frustrazione che prova quando non gli basta più la fragile percezione che ha di se stesso e delle sue interazioni.


I capricci come tappa dello sviluppo della consapevolezza di sé

I bambini piccoli imparano 'dove loro finiscono e dove gli altri cominciano' facendo delle cose e attraverso la relazione con voi. La loro consapevolezza di sé, infatti, è strettamente legata al 'fare'. A 2 o 3 anni di età, agire è il modo migliore per rendersi conto di chi si è: giocare, chiacchierare senza sosta e anche gridare, rompere oggetti, correre, arrampicarsi, scavare, mettere in ordine sono tutte attività che danno al vostro bambino un senso più concreto del proprio esistere.

Θ facendo che i bambini piccoli sperimentano i propri punti di forza e le proprie debolezze. Ed è scegliendo ciò che vuole fare (entro certi limiti) che il bambino scopre che cosa gli piace e che cosa non gli piace: in altre parole, scopre se stesso.

I bambini tuttavia non sono in grado di porre un limite a ciò che vogliono: la loro unica preoccupazione è fare quanto desiderano e farlo subito. Perciò, quando dite 'no' a vostro figlio, o anche quando gli chiedete di aspettare, ricordate che lui non è capace di considerare con calma il vostro punto di vista: non riesce ancora nemmeno a rendersi conto che voi ne avete uno. Si sente solo confuso e frustrato.

Per aiutarlo, quando dovete dirgli 'no', offritegli due alternative: gli daranno la possibilità di operare una scelta attiva.


Una spazzola o un pettine in cambio di un martello

Il piccolo Charlie, 2 anni, comincia a lisciare con un martello di legno i riccioli di suo fratello Jonathan. Il papà, che li sta tenendo d'occhio, interviene prima che Charlie possa pensare a un uso diverso del suo 'giocattolo'. «Charlie, facciamo un cambio», dice. «Che cosa preferisci al posto del martello: questo pettine oppure questa piccola spazzola rossa?» Charlie lascia il martello tutto contento e prende la spazzola offerta dal papà.


Il senso di frustrazione dei bambini piccoli

Per i bambini piccoli 'un secondo' è molto e 'un minuto' è inimmaginabile: esiste soltanto 'adesso', 'dopo' non è concepibile. Un bimbo piccolo non possiede la nozione di 5 minuti, figuriamoci quella di 'domani pomeriggio'! Il senso di frustrazione di vostro figlio nasce dal desiderio di fare subito tutto quello che ha in mente.

La frustrazione genera molta tensione che ha bisogno di essere manifestata in qualche modo, e gettarsi per terra, agitarsi o urlare a squarciagola sono operazioni che consentono di rilasciare subito questa tensione.

Vostro figlio può essere paragonato, tanto per fare un esempio, a un ruscello che scorre veloce fra le rive del vostro essere genitore. Se lo bloccate a metà strada per chiedergli di aspettare un minuto, lui semplicemente non potrà fermarsi: dietro di lui l'intero fiume preme e lo sospinge inesorabilmente in avanti, incalzando sempre più la sua stessa urgenza di avanzare. Il fiume ha bisogno di straripare, di manifestarsi, ma non ha un posto dove andare se trova una diga lungo la strada. Allora, ci sarà un caotico muoversi in circolo, un frenetico andare avanti e indietro sempre nello stesso punto, alla ricerca di una via di fuga (ed è qui che inizia il capriccio: il vostro bambino sta ancora in piedi, ma scalpita e agita le braccia).

E infine, ecco l'inondazione, lo straripare oltre gli argini che di solito contengono il corso del fiume (il vostro bambino si butta per terra urlando e sbattendo i piedi, le braccia e a volte la testa). Quando hanno finito di erompere, le acque hanno bisogno di cure attente. Devono essere raccolte e restituite al fiume, e si devono ricostruire le rive (fate delle coccole al vostro bimbo triste, facendogli capire che, pur non accettando il suo comportamento, lo amate sempre).


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Che cosa provoca frustrazione nel vostro bambino

Una qualunque delle situazioni qui sotto elencate potrebbe scatenare improvvisamente una crisi di capricci nel vostro bambino.

• Non poter ricevere ciò che vuole: la vostra attenzione, altri dolci, quel giocattolo.

• Non poter fare le cose da solo: vestirsi, trasportare tutti i suoi giocattoli in una volta sola, attraversare la strada senza tenervi per mano.

• Non riuscire a farvi fare ciò che vuole: per esempio, trattenervi con lui fino a quando si addormenta.

• Non sapere che cosa vuole: mangiare seduto a tavola oppure sedersi sul divano con il nonno e perdere la cena?

• Non essere in grado di spiegare che cosa vuole: per esempio, desidererebbe andare più in alto con l'altalena ma non più velocemente. Lui non sa che questo è impossibile, quindi la sua frustrazione non sparisce.

• Non poter controllare tutto, dal colore del piatto della merenda alle persone, in particolare voi genitori.

• Venire frainteso, e anche vedere che si ride di lui quando non intendeva essere divertente.

• La noia o la stanchezza.

• La fame.

• I disturbi e le malattie.

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Quando i bambini 'non fanno i capricci'

Alcuni genitori affermano che i loro figli non fanno capricci. In effetti i bambini (e le famiglie) non sono tutti uguali. I piccoli adeguano il proprio comportamento a quello degli adulti: se i genitori hanno spesso esplosioni di rabbia saranno quasi certamente portati ad averne a loro volta; se i genitori sono attenti e controllati, lo saranno probabilmente di conseguenza anche i figli. Θ comunque anche possibile che alcuni bambini facciano i capricci, ma che questi non vengano riconosciuti come tali. Quello che per un genitore è un capriccio, per un altro potrebbe essere semplicemente una protesta. In alcune famiglie, i capricci rappresentano una sorta di fallimento, mentre affrontarli e superarli può insegnare a grandi e piccini ad avere relazioni migliori.


I bambini devono imparare ad accettare ed esprimere le loro emozioni

Talvolta i bambini attraversano i loro primi anni di vita senza neanche un accesso d'ira. E in alcune famiglie non tutti i figli fanno i capricci, forse perché quelli meno espansivi lasciano che i fratelli più turbolenti urlino e strepitino anche per loro.

Θ inoltre possibile che, da neonati, i bambini cui oggi non si attribuiscono capricci venissero calmati non appena cominciavano a piangere, perché i loro genitori non sopportavano di vederli scontenti. Se non abbiamo imparato a gestire il nostro malcontento, è molto difficile aiutare i nostri figli ad amministrare il loro. E lo stesso si può dire per la frustrazione, la rabbia o addirittura la felicità. Quanto più chiaramente riconosciamo in noi queste istanze emotive, tanto più a nostro agio ci sentiremo quando i nostri figli le sperimenteranno. Accettare le emozioni forti, riconoscerle e affrontarle, li metterà in grado di gestirle a loro volta, anche da adulti ( si veda, al riguardo, il capitolo 'Come aiutare il vostro bambino a crescere').

I bambini che non fanno capricci forse percepiscono il disagio dei propri genitori di fronte a grandi manifestazioni emotive. Perciò tendono ad autocontrollarsi ed evitare una crisi di capricci tramite ostinazione e testardaggine o comportamenti quali verbosità eccessiva, lentezza voluta o al contrario agitazione continua.

I bambini che non fanno capricci hanno spesso un comportamento sociale diverso da quelli che li fanno. Amano starsene per proprio conto, preferiscono tenersi lontani dal trambusto tipico della vita dei bambini piccoli e 'lasciar andare avanti gli altri' al posto loro.

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Pagina 16

Quando i bambini 'continuano a fare i capricci'

Molti bambini smettono di fare i capricci verso i 4 anni, ma tanti altri possono andare avanti in modo saltuario ancora per diverso tempo. All'età di 4 anni e mezzo i capricci, caratterizzati soprattutto dallo sbattere le cose anziché dal gettarsi a terra, avvengono regolarmente solo per due gruppi di bambini:

• quelli che hanno cominciato a fare i capricci prima dei 18 mesi, e ora scatenano crisi più frequenti, più intense e di durata maggiore;

• quelli che hanno cominciato a fare i capricci più tardi (attorno ai 3 anni, forse come reazione alla nascita di un fratellino) e ora fanno esplodere crisi di minore intensità e meno frequentemente.


I bambini molto piccoli non sono in grado di controllare i sentimenti di offesa e frustrazione che li portano a fare i capricci. Ma, con la crescita, potrete scorgere alcuni segnali rivelatori del fatto che vostro figlio ha istintivamente imparato che con i capricci ottiene quanto vuole (la vostra attenzione o una cosa specifica) più efficacemente che non dicendo 'per favore' e 'grazie'.

Per esempio:

• innesca un crescendo di proteste e lamentele che manifestano la sua voglia di litigare;

• vi segue di stanza in stanza e ogni volta si stende ai vostri piedi;

• fa i capricci solo se ci sono altre persone presenti;

• cerca continuamente la vostra attenzione;

• vi controlla per vedere se lo state guardando.

Forse a voi o al vostro partner è capitato di cedere di fronte a un capriccio e ora il vostro bambino crede che basti tener duro per il tempo sufficiente a ottenere quello che vuole.

Ignoratelo e non accontentatelo ( si veda il capitolo 'Come tenere sotto controllo le crisi di capricci); deve imparare che i capricci non funzionano e che esistono percorsi alternativi per ottenere ciò che vuole ( si veda il capitolo 'Come aiutare il vostro bambino a crescere').

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