Copertina
Autore David Harris
Titolo Enciclopedia della Calligrafia
EdizioneIl Castello, Trezzano sul Naviglio, 2003, , pag. 256, cop.ril., dim. 170x207x23 mm , Isbn 978-88-8039-365-8
OriginaleThe Calligrapher's Bible
EdizioneQuarto Publishing, London, 2003
LettoreFlo Bertelli, 2004
Classe scrittura-lettura , libri
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Indice

Introduzione                     6

Preparazione                    10

Strumenti e materiali           12
Prepararsi a scrivere           20
Fondamenti di impaginazione     26

LE GRAFIE                       32

Il selettore delle grafie       34
Romane                          42
Post-romane                     58
Insulari                        78
Gotiche                         86
Rinascimentali                 134
Barocche                       164
Moderne                        172

Miniatura e decorazione        242

Decorare con l'oro             244

Glossario                      252
Indice analitico               254
Ringraziamenti                 256
 

 

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Pagina 6

Introduzione


La crescita senza precedenti dell'information technology (IT) a cavallo tra il XX e il XXI secolo costituisce solo il culmine di un processo iniziato più di un secolo prima con l'invenzione della macchina per scrivere. Viene meno la necessità di scrivere con una grafia chiara e leggibile e la capacità di usare la tastiera è diventata più importante della calligrafia.

È forse proprio a causa del dover fare affidamento sulla tecnologia e delle perfezioni meccaniche da essa create che, paradossalmente, sono sempre di più le persone che apprezzano e seguono l'arte della calligrafia.

I calligrafi moderni devono molto alle scritture latine sviluppate più di 2.000 anni fa. Molte di queste sono facilmente decifrabili e persino le scritture ormai fuori moda hanno molte caratteristiche che possono essere incorporate e adattate alla calligrafia moderna.

L'alfabeto che utilizziamo oggi è un'eredità dei Romani, che lo hanno a loro volta ereditato dagli Etruschi. I Romani hanno aggiunto le lettere greche Y e Z, portando il numero totale delle lettere a 23. La "J", la "U" e la "W" sono un'aggiunta medievale per accogliere ulteriori valori fonetici.

Il principale debito calligrafico che abbiamo nei confronti dei Romani è sicuramente rappresentato dalle loro maiuscole (caratteri capitali), soprattutto quelle scolpite apparse alla fine del I secolo a.C. Le lettere scolpite erano apparse anche in molte altre civiltà prima di quella romana, ma l'equilibrio, l'eleganza e la bellezza del carattere di queste lettere romane, il cosiddetto capitalis monumentalis, erano tutta un'altra cosa. Direttamente o indirettamente, queste lettere hanno fornito il modello per le maiuscole di quasi tutti i tipi di carattere moderni, nonché per molte maiuscole calligrafiche.

In termini calligrafici, esiste un'altra scrittura romana degna di nota: i caratteri maiuscoli rustici. Questi hanno un ductus diverso ma, a differenza del capitalis monumentalis, servivano anche da grafia manoscritta.

Dopo il declino e la divisione dell'Impero Romano, la maggior parte degli stili di scrittura iniziò a svilupparsi a livello regionale. I caratteri onciali mantennero, comunque, buona parte della loro integrità durante gli ultimi anni del periodo romano. Questa scrittura può essere considerata come l'interpretazione latina dei caratteri onciali greci. La maggior parte dei testi cristiani veniva scritta in greco e, quindi, veniva considerata con più rispetto. Tutti i primi testi latini cristiani conosciuti sono stati scritti con questa grafia.

Nel VI secolo d.C. le lettere onciali iniziarono a sviluppare nuove caratteristiche, principalmente in relazione a ciò che ora definiamo ascendenti e discendenti. Queste lettere sono chiamate oggi semionciali. Due avvenimenti significativi hanno avuto un impatto notevole su questa scrittura. Il primo avvenne nella Gran Bretagna settentrionale e in Irlanda, dove la scrittura semionciale andò incontro al suo massimo splendore, come possiamo vedere nel Libro di Kells e nei Vangeli di Lindisfame. Questi libri furono scritti in onore al Signore e, quindi, rappresentavano il meglio di ciò che si potesse mai scrivere in riferimento a scrittura, decorazione e rilegatura.

Quella semionciale è stata una scrittura importante anche nell'Europa continentale, dove venne utilizzata sia per i lavori religiosi che per quelli laici, pur essendo scritta più velocemente e con caratteri più corsivi. Alla fine dell'VIII secolo, Carlo Magno aveva creato il primo impero post-romano, che si estendeva dal Baltico all'Italia settentrionale. Carlo Magno si credeva a tutti gli effetti l'erede della Roma imperiale.

Ristabilì, quindi, gli scriptoria (i luoghi dove i monaci si ritiravano a miniare) e l'addestramento degli amanuensi. Era anche necessaria una scrittura leggibile e accettata universalmente. Tagliando il pennino ad angolo retto invece dell'angolo obliquo richiesto dalla scrittura semionciale, l'amanuense produceva un vero minuscolo. Il risultato era un minor contrasto tra i tratti, caratteri più corsivi e un'esecuzione più veloce. Il semionciale riformato divenne così il minuscolo carolingio.

I caratteri capitali romani e il minuscolo carolingio sono le due scritture che costituiscono le lettere moderne. La grafia carolingia divenne il modello per la scrittura umanistica rinascimentale. Con l'invenzione della stampa a caratteri mobili, divenne anche il modello per molti tipi di carattere e possiamo far risalire molti disegni del testo moderno proprio a questo periodo.

Nel XII secolo, il minuscolo carolingio veniva utilizzato in corsivo per i lavori laici e più stretto e compresso per i lavori religiosi. All'inizio del XIII secolo questa distinzione era completa: le maestose scritture gotiche risalgono a quest'epoca.

Il minuscolo umanistico, figlio del rinascimento, generò altre scritture: la prima fu l'italico, una forma corsiva del minuscolo umanistico. Questa lettera era contraddistinta da un'inclinazione in avanti. A metà del XVI secolo, questa scrittura divenne più formale perché utilizzata dalla Cancelleria pontificia nel Vaticano.

Anche l'innovazione seguente si basava sul taglio del pennino. A metà del XVII secolo, gli amanuensi scoprirono che, tagliando il pennino in modo da creare una punta più fine, aumentavano notevolmente l'angolo di inclinazione e, unendo le lettere, riuscivano a scrivere anche un'intera parola velocemente e senza staccare la penna dal foglio. Questa lettera corsiva trovò il favore dell'Inghilterra e, con la nascita dell'impero commerciale, si diffuse presto in tutto il mondo, Stati Uniti compresi.

Fortunatamente, le prime scritture non vennero dimenticate. La rinascita della calligrafia moderna è dovuta all'abilità e all'assennata ricerca di pochi individui, tra cui l'inglese Edward Johnston. Usando come modello il Ramsey Psalter, un minuscolo carolingio inglese, sviluppò una scrittura semplice e chiara che insegnò ai suoi studenti. Questa grafia è rimasta una delle preferite per quasi tutti coloro che hanno studiato calligrafia.

Questo libro contiene istruzioni passo per passo per quasi tutte le principali scritture degli ultimi due millenni. Vengono, inoltre, mostrati esempi di molte interpretazioni moderne e adattamenti. Il libro include anche molti esempi di scritture moderne, tracciate a penna o con il pennello e una varietà di implementazioni, convenzionali o meno.

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Pagina 244

Decorare con l'oro


La miniatura è la decorazione di libri o manoscritti con metalli preziosi, in particolare oro e argento. I primi manoscritti sono stati decorati per rendere più interessante e comprensibile il testo, in modo simile a come facciamo oggi con le fotografie e le illustrazioni. La miniatura aiutava il lettore, un prete o un missionario, a ritrovarsi nel testo. Per l'artista era un onore mettere la propria immaginazione a servizio di Dio.

I primi manoscritti sono stati scritti con righe continue di testo con poca o nessuna punteggiatura per dividere le frasi. Per facilitare la lettura venivano usati punti o semplici interruzioni di riga. Infine è stato adottato l'uso di versi o paragrafi che iniziavano con una lettera leggermente più grande, spesso rossa, per aiutare il lettore.

Con lo sviluppo delle minuscole, sono state usate capitali più grandi basate sulle iscrizioni romane per rappresentare l'inizio di versi e paragrafi. Presto gli artisti divennero più stravaganti nell'uso del colore e nella formazione di lettere più grandi. Queste lettere vengono chiamate versal (capolettera) e rappresentano l'inizio delle lettere decorate e miniate e della grafica dei bordi che vediamo oggi nei manoscritti storici. L'ampia gamma di colori presente nelle pagine decorative veniva applicata usando albume delle uova o resina (gomma).

L'oro veniva combinato con la pittura e la calligrafia, creando una ricca opulenza. L'oro non si ossida e mantiene quindi la sua brillantezza per centinaia di anni. Anche se era costoso poteva essere battuto per creare lamine sottilissime che venivano usate con parsimonia ma con un risultato di grande impatto. I primi manoscritti inglesi come i Vangeli di Lindisfarne avevano piccolissime quantità d'oro sui frontespizi.


Applicare l'oro

L'oro può essere applicato in modi diversi ma è necessaria della resina per attaccarlo alla carta o alla pergamena (pelle di vitello). Tradizionalmente i miniatori avrebbero usato un prodotto colloso, come la gomma ammoniaca, il gesso o l'albume delle uova.

L'oro vero ridotto in una polvere fine e mischiato con gomma arabica forma il colore. Viene chiamato "oro in conchiglia" perché veniva conservato in gusci di cozze. Può essere bagnato con acqua distillata e steso come viene steso generalmente il colore. Una volta asciutto può essere brunito con un brunitoio in pietra d'agata. Attualmente l'oro in conchiglia viene venduto in piccoli panetti come gli acquerelli, ma la polvere di oro vero può ancora essere acquistata al grammo e mischiata con gomma arabica liquida nello stesso modo tradizionale.

Potete anche acquistare polveri di metallo che sono simili all'oro ma sono molto più economiche. Possono essere applicate a carta e pergamena come l'oro. Dovrete mischiare la polvere con gomma arabica liquida a meno che non sia già stata aggiunta gomma secca (destrina, un derivato dell'amido). Molti manoscritti del X secolo (per esempio il Benedictional di San Aethelwold) contengono meravigliose lettere versal dipinte con oro "in conchiglia".

Questo tipo di oro (e polvere metallica mischiata con gomma arabica) può essere usato con una penna. Può anche essere usato per dipingere uno sfondo, rendendo l'intera area ricca di colore.

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