Copertina
Autore Janet Kraynak
Titolo Please Pay Attention Please
SottotitoloLe parole di Bruce Nauman
EdizionePostmedia, Milano, 2004 , pag. 128, ill., cop.fle., dim. 15,4x21x0,8 cm , Isbn 978-88-7490-018-3
OriginalePlease Pay Attention Please: Bruce Nauman's Words Writing and Interviews
EdizioneMIT Press, Mass., 2003
CuratoreJanet Kraynak
TraduttoreMichele Robecchi
LettoreLuca Vita, 2007
Classe arte
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Indice


Le parole di Bruce Nauman           7

Testi                              47

Interviste                         91



 

 

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Pagina 9

LE PAROLE DI BRUCE NAUMAN

Janet Kraynak


Nel 1968 Bruce Nauman produsse un'installazione dal sapore vagamente scultoreo che consisteva in una stanza quadrata di tre metri per tre con all'interno un registratore. Privo di oggetti o di qualsiasi altro rilevante oggetto fisico, il piccolo spazio chiuso risultava però molto pieno, riempito dai suoni di una voce che urlava beffardamente "Uscite dalla mia mente, uscite da questa stanza". Gli amplificatori erano incassati nella superficie delle pareti senza giunture e, anche se la fonte di questi suoni restava nascosta, quella voce disarticolata e l'allarmante schiettezza del suo ordine sembravano rivolgersi a me, in quanto spettatore, ordinandomi di "uscire".

Get Out of My Mind Get Out of This Room fa parte di quella serie di lavori ibridi da un punto di vista architettonico che Nauman ha realizzato tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. In queste sculture ambientali il suono, la luce e l'immaginario visivo sono assemblati in diversi modi, creando spazi mediani in cui lo spettatore è chiamato a riprodurre una gamma di obiettivi sensoriali: muoversi, guardare, ascoltare e così via. Nel fare questo i processi di percezione visiva, psicologica e fisica vengono messi in evidenza, e la distinzione tra il guardare con gli occhi e il vivere con il corpo crolla. In questo senso un modo idoneo per descrivere Get Out potrebbe essere quello di una scultura sperimentale, di quelle che spingono al limite il coinvolgimento minimalista con le operazioni di senso percettivo.

Ma voglio considerare più da vicino i particolari componenti che costituiscono Get Out, nella fattispecie la natura dei suoi suoni. Non si tratta semplicemente di un rumore ambientale o di una cacofonia indecifrabile, sono suoni linguistici, parole che prendono vita grazie alla voce dell'artista riprodotta da un registratore, cambiando volume e velocità ad ogni ripetizione, "ESCI DALLA MIA MENTE, ESCI DA QUESTA STANZA... esci dalla mia mente, esci da questa stanza...". La mia opinione è che Get Out è un lavoro sul linguaggio.

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In aggiunta alla confusione degli obiettivi percettivi, come leggere, vedere, sperimentare e sentire, le installazioni testuali di Nauman sembrano dirci qualcosa a proposito della funzione del linguaggio stesso. In un certo senso il linguaggio è spazializzato. Trasforma uno "scritto" in un oggetto visivo e in un elemento all'interno di un ambiente fisico sia letteralmente che figurativamente, in quanto il linguaggio emerge dal sistema linguistico nello spazio dell'esperienza vissuta, diventando uno strumento di direzione e interazione. Sin dagli inizi Nauman insiste sul significato del procedimento. Se Get Out ottiene questo risultato in economia, con il discorso che conferisce grazie al suono una "forma" ad uno spazio altrimenti vuoto, World Peace (Projected) lo fa pienamente. Non solo lo spettatore è collocato al centro di un coro di voci, fisicamente all'interno di uno spazio "dialogico", ma anche il gesto del parlare è esplicitamente argomentato. Innanzitutto c'è il contenuto delle frasi parlate basato sull'abbinamento "parlare" e "ascoltare", che condensa perfettamente la natura della manifestazione come linguaggio che parla e risponde. In aggiunta, all'interno delle varie scene sono descritte istanze di linguaggio performato, dal fare una conferenza al parlare davanti a un set di microfoni fino al firmare. Il linguaggio qui non è solo pubblico ma anche sociale, e solleva la questione dell' "altro" o di chi lo riceve. In breve la possibilità di avere la pace nel mondo non è semplicemente legata al significato delle parole ma a come queste vengono rilasciate, alla continua negoziazione linguistica tra soggetti.

Nauman una volta ha detto che il suo interesse si rivolge ai "limiti funzionali del linguaggio" quando, il linguaggio cessa di essere "uno strumento utile per comunicare". Su una nota simile Bakhtin scrive: "Il desiderio di far sì che il discorso di un individuo sia compreso è solo un aspetto astratto del piano concreto e totale dell'oratore". La trasparenza comunicativa è abbandonata a favore dell'indeterminatezza della reazione. Per essere compresi non serve necessariamente un precedente. Forse è questo il motivo per cui nell'arte di Nauman una comunicazione potenzialmente fraintesa, bugie e sbagli inclusi, è difesa e incoraggiata. "Mi interessava l'idea di mentire o di non dire la verità" osserva a proposito dei piccoli sbagli che popolano i lunghi titoli di alcune sue prime sculture. Wax Impressions of the Knees of Five Famous Artists (Imitazioni in cera delle ginocchia di cinque artisti famosi) per esempio, non è né fatto di cera né rappresenta i calchi delle ginocchia di "cinque artisti famosi". Ripercorrendo il tema sottolineato in questo saggio, la domanda diventa: qual'è il significato di tale spiegazione del linguaggio quando il linguaggio stesso non è visto come uno strumento razionale di trasmissione, ma bensì come un incontenibile campo di espressione? "Il linguaggio è uno strumento molto forte", ha affermato Nauman, aggiungendo: "È considerato più significativo adesso che in qualsiasi altro momento della nostra storia e gli viene attribuita più importanza di qualsiasi altra nostra facoltà".

Come questo saggio ha messo in evidenza, la questione del linguaggio ha acquistato importanza negli anni Sessanta a causa di numerose ragioni storiche e sociali. Una di queste, citata solo brevemente, è stata la nascita della cultura mediatica, il cui risultato è visibile nel grande interesse per le teorie della comunicazione, la classificazione linguistica, la cibernetica e via dicendo. In questa nuova società tecnocratica, la circolazione e il controllo della conoscenza e dell'informazione diventa centrale: il linguaggio, in questo senso, non è neutrale ma rappresenta un'attività di potenziale contestazione e una fonte di potere. Il gesto del parlare, che considera il linguaggio come un agente sociale — a differenza del segno semiotico in cui il linguaggio rappresenta un sistema formale — fornisce un modello particolarmente produttivo che spiega come mai la comunicazione è diventata il "gioco" che è. L'indagine dell'atto linguistico nell'arte di Nauman potrebbe essere vista come una forma sottile di commento socio-culturale situato specificatamente all'interno delle condizioni dell'esperienza storica.

Questo argomento va, comunque, oltre le intenzioni di questo saggio. Vorrei invece concludere con una diversa ipotesi, che riguarda i principali aspetti e i temi sottolineati da questo libro. Forse se il linguaggio è compreso in termini di gesto del discorso, possiamo capire perché Nauman ha scelto così spesso di non parlare. Se il ruolo dell'intervista all'artista, in quanto genere, è di chiarire e illuminare, di comunicare con la parola ciò che la rappresentazione visiva lascia all'ambiguità, ciò vuol dire che l'intervista tradisce la poetica dell'arte di Nauman seondo la quale la complessità e la natura confusa dell'espressione vanno lasciate in pace. L'urlo di Nauman "uscite dalla mia mente" potrebbe essere un indizio neanche troppo sottile e, alla lunga distanza, non tanto diverso dal suo "silenzio". Se vogliamo trovare dei significati, non dobbiamo concentrarci tanto sulle sue parole, ma negli spazi in cui le abbiamo incontrate e sulle reazioni che ci hanno provocato.

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FALSE SILENCES (SILENZI FALSI), 1975/2000


Non sudo
Non ho odore
Inalo, non esalo
Niente urina
Non defeco; nessuna escrezione di alcun tipo
Consumo soltanto
Ossigeno, tutti i cibi, qualsiasi forma
Vedo, sento
Non parlo, non faccio altri suoni, non potete sentire il mio
cuore, i miei passi
Nessuna espressione, nessuna comunicazione di alcun tipo
Un osservatore, un consumatore, un fruitore e basta
Il mio corpo assorbe, tutte le comunicazioni, le emozioni,
assorbe il calore e il freddo
Un super rettile che assorbe tutta la conoscenza, un
concentratore di tutte le informazioni
Non cresce
Sento non tocco

Non ho controllo sulla tipologia e la qualità dei pensieri
Raccolgo, non posso processare
Non posso reagire a o agire su sensazione
Non rispondo emotivamente alle situazioni
Non c'è reazione istintiva alle minacce fisiche o mentali
Non puoi raggiungermi, non puoi farmi male
Posso prosciugarti

Non puoi farmi male
Non puoi aiutarmi
Gira le pagine
Trovami una riga
Arapahoe, Arapahoe
Dove siete andati
Sbatto gli occhi
Per tenere il tempo

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GOOD BOY BAD BOY (BRAVO RAGAZZO RAGAZZO CATTIVO), 1985


 1 Ero un bravo ragazzo
 2 Eri un bravo ragazzo
 3 Eravamo bravi ragazzi
 4 Era bello
 5 Ero una brava ragazza
 6 Eri una brava ragazza
 7 Eravamo brave ragazze
 8 Era bello
 9 Ero un cattivo ragazzo
10 Eri un ragazzo cattivo
11 Eravamo ragazzi cattivi
12 Era cattivo
13 Ero una ragazza cattiva
14 Eri una ragazza cattiva
15 Eravamo ragazze cattive
16 Era cattivo
17 Sono un uomo virtuoso
18 Sei un uomo virtuoso
19 Siamo uomini virtuosi
20 Questa è virtù
21 Sono una donna virtuosa
22 Sei una donna virtuosa
23 Siamo donne virtuose
24 Questa è virtù
25 Sono un uomo crudele
26 Sei un uomo crudele
27 Siamo uomini crudeli
28 Questa è crudeltà
29 Sono una donna crudele
30 Sei una donna crudele
31 Siamo donne crudeli
32 Questa è crudeltà
33 Sono vivo
34 Sei vivo
35 Siamo vivi
36 Questa è la nostra vita
37 Vivo la bella vita
38 Vivi la bella vita
39 Viviamo la bella vita
40 Questa è la bella vita
41 Devo lavorare
42 Devi lavorare
43 Dobbiamo lavorare
44 Questo è lavoro
45 Gioco
46 Giochi
47 Giochiamo
48 Questo è un gioco
49 Mi diverto
50 Ti diverti
51 Ci divertiamo
52 Questo è divertimento
53 Sono annoiato
54 Sei annoiato
55 Siamo annoiati
56 La vita è noiosa
57 Sono noioso
58 Sei noioso
59 Siamo noiosi
60 Questa è noia
61 Faccio sesso
62 Fai sesso
63 Facciamo sesso
64 Questo è sesso
65 Amo
66 Ami
67 Amiamo
68 Questo è il nostro amore
69 Odio
70 Odi
71 Odiamo
72 Questo è odio
73 Mi piace mangiare
74 Ti piace mangiare
75 Ci piace mangiare
76 Questo è mangiare
77 Mi piace bere
78 Ti piace bere
79 Ci piace bere
80 Questo è bere
81 (Mi piace) cagare
82 (Ti piace) cagare
83 (Ci piace) cagare
84 Questa è caga(re)
85 Piscio
86 Pisci
87 Pisciamo
88 Questa è piscia
89 Mi piace dormire
90 Ti piace dormire
91 Ci piace dormire
92 Dormi bene
93 Pago
94 Paghi
95 Paghiamo
96 Questo è pagare
97 Non voglio morire
98 Non vuoi morire
99 Non vogliamo morire
100 Questa è paura di morire


Il testo è la trascrizione del dialogo che si svolge tra due attori nell'audio-video Good Boy Bad Boy (1985). Le stesse righe di testo furono utilizzate anche per il grande neon che Nauman realizzò tra il 1986 e il 1987. La trascrizione fu pubblicata originariamente in un'intervista con Chris Dercon su "Parkett" (n.10, settembre 1986, pp. 58-59).

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