Copertina
Autore Barry Loewer
CoautoreJulian Baggini, Kati Balog, James Garvey, al.
Titolo Filosofia in 30 secondi
Sottotitolo50 idee fondamentali in mezzo minuto
EdizioneLogos, Modena, 2013 , pag. 160, ill., cop.ril., dim. 18,5x23,7x1,7 cm , Isbn 978-88-576-0521-0
Originale30-Second Philosophies [2009]
CuratoreBarry Loewer, Francesca Del Moro
TraduttoreSimone Monticelli
LettoreDavide Allodi, 2013
Classe filosofia
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Indice

  6 Prefazione
  8 Introduzione
 10 Come diventare un filosofo in (poco più di) 30 secondi

 12 Linguaggio e logica

 14 GLOSSARIO
 16 I sillogismi di Aristotele
 18 Il paradosso di Russell e il logicismo di Frege
 20         profilo: Aristotele
 22 La teoria delle descrizioni di Russell
 24 L'enigma di Frege
 26 Il teorema di Gödel
 28 Il paradosso del mentitore
 30 Il paradosso del sorite di Eubulide

 32 Scienza ed epistemologia

 34 GLOSSARIO
 36 Cogito ergo sum
 38 Il controesempio di Gettier
 40         profilo: Karl Popper
 42 Il cervello nel vaso
 44 Il problema di induzione di Hume
 46 L'enigma di Goodman
 48 Congetture e confutazioni di Popper
 50 Le rivoluzioni scientifiche di Kuhn

 52 Mente e metafisica

 54 GLOSSARIO
 56 Mente e corpo in Descartes
 58 L'intenzionalità di Brentano
 60 Il linguaggio del pensiero di Fodor
 62 La persona di Parfit
 64         profilo: René Descartes
 66 Gli zombie di Chalmers
 68 I paradossi di Zenone
 70 La mano sinistra di Kant
 72 La nave di Teseo
 74 Demone di Laplace, determinismo e libero arbitrio
 76 Il fantasma nella macchina di Ryle

 78 Etica e filosofia politica

 80 GLOSSARIO
 82 L'etica di Aristotele
 84 Stato di natura e contratto sociale
 86 L'imperativo categorico di Kant
 88         profilo: Immanuel Kant
 90 L'utilitarismo di Mill
 92 Il materialismo storico di Marx
 94 Il problema del tram

 96 Religione

 98 GLOSSARIO
100 Le cinque vie di Tommaso
102 La prova ontologica di Anselmo
104         profilo: Tommaso d'Aquino
106 Il dilemma di Epicuro
108 L'orologiaio di Paley
110 La scommessa di Pasca(
112 Hume contro i miracoli

114 Grandi momenti

116 GLOSSARIO
118 Il metodo di Socrate
120 La caverna di Platone
122 Le quattro cause di Aristotele
124 L'atomismo di Lucrezio
126         profilo: Ludwig Wittgenstein
128 L'idealismo di Berkeley
130 L'A priori sintetico di Kant
132 La dialettica di Hegel
134 Il pragmatismo di James
136 Il buonsenso di Moore
138 Il linguaggio raffigurativo di Wittgenstein

140 Filosofia continentale

142 GLOSSARIO
144 Il superuomo di Nietzsche
146         profilo: Friedrich Nietzsche
148 Derrida e il decostruzionismo
150 Il nulla di Heidegger
152 Sartre e la malafede


154 Note sugli autori
156 Fonti
158 Indice analitico
160 Ringraziamenti


 

 

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Pagina 6

PREFAZIONE

Stephen Law


La filosofia si occupa di quelle che vengono talvolta definite "grandi domande", riguardanti l'etica ("Che cosa rende qualcosa moralmente giusto o sbagliato?"), ciò che possiamo conoscere, ammesso che sia dato conoscere qualcosa ("Č possibile sapere se il mondo intorno a noi è reale o se si tratta di una realtà virtuale generata al computer?"), la natura dell'esistenza umana ("Siamo il nostro cervello? Abbiamo un'anima?") e quella della realtà ("Perché esiste ciò che esiste?").

Anche la religione tenta di rispondere a questo genere di domande ma, al di là dei punti in comune relativamente ai temi trattati, adotta un approccio completamente differente. Mentre la fede e la rivelazione sono i tipici fondamenti della religione, la filosofia pone maggiore enfasi sulla ragione, sull'utilizzo dell'intelligenza per trovare le migliori risposte possibili.

Si ritiene che Socrate abbia detto: "Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta". A mio parere si tratta di un'affermazione troppo forte. Se pensiamo a chi si dedica altruisticamente a migliorare la vita di amici, parenti e della comunità, difficilmente possiamo dire che conduca una vita priva di significato solo perché non si è mai fermato a riflettere su questioni filosofiche.

Detto questo, non ho dubbi che un po' di filosofia faccia bene a chiunque. Le competenze che questa disciplina aiuta a sviluppare, come la capacità di rilevare un'argomentazione capziosa o di sintetizzare un argomento con precisione, sono generalmente apprezzate dai datori di lavoro perché "trasferibili". Un minimo di dimestichezza con la filosofia può aiutarci anche a formulare solide argomentazioni difensive e a vanificare le astuzie di pretenziosi affabulatori e venditori di fumo. Ma un minimo di riflessione filosofica è prezioso anche per altri motivi. Che ne siamo consapevoli o meno, abbiamo tutti delle convinzioni filosofiche. Tra queste rientrano l'affermazione o la negazione dell'esistenza di Dio e l'idea che giusto e sbagliato siano criteri soggettivi o in qualche modo oggettivi. Molti di noi vivono la loro vita senza nemmeno rendersi conto di avere concezioni filosofiche, né tantomeno le mettono in discussione. Potreste chiedervi: "Che senso ha porre queste domande? Dopotutto, le idee e la vita di chi le pone non sono molto diverse da quelle di chi non lo fa". Forse ha senso perché la vita senza ricerca non è una scelta libera e consapevole delle alternative ma un solco arato meccanicamente.

Se non siete ancora convinti che sia una buona cosa, converrete che la filosofia è divertente. In queste pagine troverete alcune delle idee più affascinanti, intelligenti, straordinarie e talvolta autenticamente inquietanti mai formulate dall'umanità. Immergetevi e scopritele.

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Pagina 9

INTRODUZIONE

Barry Loewer


La filosofia tenta di andare al fondo delle cose ponendo domande e offrendo possibili risposte. Alla base della scienza, ad esempio, si trovano domande come: "Quali sono i suoi obiettivi?", "In che cosa consiste il metodo scientifico e perché è tanto efficace?", "Cos'è una legge scientifica?", "Cos'è il tempo?" e altre ancora. Gli scienziati di solito non si fermano a riflettere su quesiti fondamentali come questi perché sono troppo impegnati a dedicarsi alla scienza in sé. Se la cavano accettando, implicitamente o esplicitamente, alcune concezioni senza metterle in discussione. Pensare a queste domande e sviluppare spiegazioni sistematiche dei fondamenti della scienza è un compito che viene lasciato ai filosofi.

Altri rami della filosofia si occupano dei fondamenti dell'etica, dell'arte, della religione, della matematica, della psicologia, del linguaggio e del pensiero in generale. In effetti, per qualsiasi settore dell'attività umana esiste una filosofia che ne prende in esame i fondamenti. I rami più generali della filosofia sono l'ontologia (relativa a ciò che è), l'epistemologia (relativa a come e quanto possiamo conoscere di ciò che è) e l'etica (relativa a quello che dovremmo fare di ciò che è).

I filosofi si occupano delle domande fondamentali da almeno 2500 anni. Tutto è iniziato con i grandi filosofi greci Socrate, Platone e Aristotele per continuare fino ai nostri giorni, in cui la maggior parte dei filosofi (ma non tutti) ricopre una cattedra all'università. La filosofia si è evoluta come una sorta di conversazione tra filosofi attraverso i secoli. Ad esempio, i primi a porsi la domanda "Cos'è la conoscenza?" sono stati i Greci; le loro risposte sono state discusse dai filosofi medievali e le risposte di questi ultimi sono state a loro volta dibattute e ampliate dai filosofi del XVII e XVIII secolo Descartes, Leibniz e Hume. Un filosofo che ai nostri giorni scelga di occuparsi di questa domanda terrà conto sia della sua storia sia delle risposte fornite dai contemporanei. Questa conversazione in divenire ha dato origine a molti problemi, punti di vista e paradossi. Questo libro ve ne fornirà una sintetica panoramica.

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Pagina 10

COME DIVENTARE UN FILOSOFO IN (POCO PIŮ DI) 30 SECONDI

Barry Loewer


Se stentate a credere di poter diventare filosofi in 30 secondi, allora avete fatto il primo piccolo passo sulla strada per diventarlo. L'attitudine allo scetticismo e la tendenza a porre domande sono al centro della filosofia. Mettendo in discussione le proprie (e le altrui) convinzioni con mente aperta riuscirete a capire meglio in che cosa credete e quali sono le vostre concezioni, per arrivare a una migliore comprensione di voi stessi. Anche se non diventerete filosofi (magari lo siete già) semplicemente leggendo questo libro, intendo porvi alcune domande che possono portarvi un po' più avanti nel percorso.

La maggior parte di noi dà per scontato il fatto che le promesse vadano mantenute. Ma è sempre così? Poniamo che Burt prometta a Hilary di restituirle la pistola, ma che scopra che intende usarla per sparare a Willard. Dovrebbe restituirgliela? Probabilmente penserete: "No, non in questo caso". La vostra successiva preoccupazione filosofica potrebbe essere cercare un principio generale che specifichi quando le promesse vanno mantenute. Forse penserete che la regola corretta sia: "Mantieni le promesse a meno che questo non danneggi qualcuno". (Non è comunque ancora corretto, dal momento che mantenere la promessa di essere fedeli al vostro coniuge potrebbe danneggiare il vostro amante).

Ora chiedetevi: "Perché dovremmo obbedire a questo o ad altri principi etici?". Per alcuni il motivo è che sono prescritti da Dio. Ma anche se credete nella sua esistenza, questa non è ancora la risposta corretta, in quanto (come avrebbe detto Socrate) mantenere le promesse non è giusto perché l'ha prescritto Dio, ma Dio l'ha prescritto perché è giusto. Dunque perché è giusto? Se esplorate ciò che in proposito è stato detto dai filosofi nel corso degli ultimi 2500 anni scoprirete che esiste un grande disaccordo.

Alcuni concludono che riflettere su queste domande è una perdita di tempo, perché non si arriverà mai a una risposta condivisa. Qualcuno è invece entusiasta di porre domande, riflettere su possibili risposte, approfondire e così via. Forse non troveremo molte risposte definitive, ma il processo ci condurrà a una migliore comprensione di noi stessi.

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Pagina 26

IL TEOREMA DI GÖDEL



IN 3 SECONDI

Per qualsiasi teoria matematica (sufficientemente solida) esistono enunciati veri che non possono essere dimostrati al suo interno.




FILOSOFIA IN 30 SECONDI

Il teorema di Gödel è il risultato più profondo della logica matematica. Si ritiene che abbia importanti conseguenze filosofiche relative ai limiti della conoscenza e alla natura della mente. Nel sistema della logica moderna è possibile esprimere gli enunciati matematici, come: "Per qualsiasi coppia di numeri n e m, n + m = m + n". Č anche possibile esprimere gli "assiomi di Peano" dai quali si possono dimostrare molti risultati matematici. Sorge la domanda se da questi assiomi si possano dimostrare tutti i risultati matematici veri senza incorrere in contraddizioni. Kurt Gödel diede risposta negativa. Innanzitutto scoprì un sistema di codifica mediante il quale per gli enunciati aritmetici esiste anche un'interpretazione in cui si riferiscono a se stessi e a quanto possa essere dimostrato a partire dagli assiomi. Trovò poi un enunciato aritmetico (K) il quale afferma che nel sistema di codifica "(K) non è dimostrabile". Quindi o (K) è dimostrabile e gli assiomi portano alla dimostrazione di enunciati falsi o (K) non è dimostrabile e dunque esiste un enunciato vero che gli assiomi non sono in grado di dimostrare. Non solo esistono risultati aritmetici veri che non possono essere dimostrati a partire dagli assiomi di Peano, ma qualsiasi sistema di assiomi veri non permette di dimostrare tutti i risultati veri. Questo è il "teorema di incompletezza di Gödel", che sembra porre un limite a quello che i matematici sono in grado di conoscere.


APPROFONDIMENTO

Secondo alcuni filosofi, oltre al fisico Roger Penrose, il teorema di Gödel dimostra che la nostra mente non funziona come un computer. Seguire le istruzioni di un programma è analogo a dimostrare un teorema. Gödel ha dimostrato che un qualsiasi sistema di assiomi non può dimostrare la sua stessa coerenza. Se la nostra mente funzionasse come un computer che segue un programma, non potremmo riconoscere di essere coerenti.

Apparentemente, però, siamo in grado di farlo, dunque la nostra mente non funziona come un computer.

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Pagina 56

MENTE E CORPO IN DESCARTES



IN 3 SECONDI

La vostra mente è una sorta di ente non fisico ed evanescente che controlla il vostro corpo, è il vostro cervello o è qualcosa di completamente diverso?




FILOSOFIA IN 30 SECONDI

Nelle Meditazioni, René Descartes ha formulato il problema di mente e corpo, che consiste nella comprensione della relazione che coscienza, mente, pensieri e libero arbitrio intrattengono con il mondo materiale descritto dalla scienza. Descartes sosteneva che mente e corpo fossero sostanze differenti con caratteristiche fondamentali molto diverse. La mente è essenzialmente pensante, non ha dimensione spaziale e può dare avvio a libere scelte. Il corpo è essenzialmente esteso nello spazio, non pensante e soggetto alle leggi del moto. La concezione di Descartes, definibile interazionismo dualista, afferma che in una persona vivente mente e corpo sono uniti e si influenzano a vicenda incessantemente. Ma come può la mente influenzare il corpo se questo è governato dalle leggi della natura? La risposta è che in un essere umano mente e corpo interagiscono in un punto situato all'interno della ghiandola pineale (piccola ghiandola alla base del cervello). Questa risposta non fu ritenuta soddisfacente dai filosofi successivi, che proposero molte teorie alternative, fra cui: fisicalismo (mente e corpo non sono davvero distinti e la mente ha in realtà natura fisica), idealismo (il corpo è in realtà un'illusione ed esiste solo la mente), monismo (la realtà ha aspetti sia mentali sia fisici) ed epifenomenismo (il corpo può influire sulla mente ma la mente non può influire sul corpo).


APPROFONDIMENTO

Descartes riteneva che le leggi della fisica lasciassero facoltà alla mente di influire sul movimento della ghiandola pineale (e del corpo). Ma, alla luce dei progressi della fisica, molti filosofi si sono convinti che il movimento dei corpi fisici sia governato dalle leggi della fisica. Questo rende particolarmente difficile comprendere come la mente possa avere effetti sul corpo, a meno che essa stessa non sia di natura fisica.

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Pagina 58

L'INTENZIONALITŔ DI BRENTANO



IN 3 SECONDI

L'essere delle cose è ciò di cui si occupa la mente.




FILOSOFIA IN 30 SECONDI

Che cosa distingue la dimensione mentale da quella fisica? Secondo Franz Brentano la caratteristica distintiva del mentale è che si riferisce sempre a qualcosa di altro da sé, mentre gli enti fisici semplicemente sono. I pensieri sono relativi a qualcosa, le percezioni si riferiscono alle cose, ma formuliamo giudizi sulle cose e amore e odio altro non sono che l'assunzione di un atteggiamento verso l'oggetto delle nostre emozioni. Brentano sosteneva che gli oggetti fisici non sono mai relativi o riferiti ad altre cose: una pietra non si riferisce a nulla, semplicemente esiste. Č vero che le espressioni in una lingua, i dipinti, le mappe e così via possono riferirsi ad altre cose, ma questo tipo di referenzialità è creato e dipende dalla mente, quindi è in definitiva mentale. Brentano chiamò "intenzionalità" questa referenzialità del mentale. Sembrano esserci delle eccezioni, quelle che potremmo chiamare "sensazioni pure". Ad esempio, un dolore non è riferito a qualcosa, è e basta. Ma per Brentano anche il dolore ha un aspetto di intenzionalità: rappresenta una sezione danneggiata del corpo. Gran parte dei filosofi contemporanei accetta che l'intenzionalità sia una caratteristica distintiva del mentale e che sia fondata sul cervello e le sue attività. Come funzioni esattamente è la domanda filosofica da un milione di dollari.


APPROFONDIMENTO

La maniera tradizionale di distinguere la mente dalla materia consiste nel pensarle come due tipi diversi di sostanza: quella fisica è solida e possiede massa ed estensione; quella mentale non ha né peso né dimensione ma è comunque a buon diritto un ente. Dividere la realtà in due tipi di sostanza radicalmente diversi è per molte ragioni problematico (ad esempio, come interagiscono?). Distinguere la dimensione mentale da quella fisica mediante l'intenzionalità, senza fare ipotesi sulla sostanza, è pertanto un'alternativa allettante.

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