Autore Jian Ma
Titolo Il sogno cinese
EdizioneFeltrinelli, Milano, 2021, Narratori , pag. 154, cop.fle., dim. 14x22x1,4 cm , Isbn 978-88-07-03399-5
OriginaleChina Dream [2018]
TraduttoreKatia Bagnoli
LettoreMargherita Cena, 2021
Classe narrativa cinese












 

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Indice


  7 Prefazione


 15 Disorientato dai sogni primaverili

 41 Uguale il letto, diversi i sogni

 51 Svaniscono i sogni, la ricchezza sfugge

 85 Nell'offuscamento dell'ubriachezza sogni,
    e la vita se ne va

 97 La vita passa fluttuando come un sogno

109 Ingannato da sogni irrealizzabili

125 Il sogno della torre rossa


149 Nota sulla copertina

151 Ringraziamenti


 

 

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Pagina 15

Disorientato dai sogni primaverili



Nel preciso istante in cui Ma Daode, direttore dell'Agenzia del Sogno cinese, si sveglia dal riposino, scopre che il sé adolescente del suo sogno non è svanito, ma si trova lì, in piedi davanti a lui. In questo pomeriggio di tarda primavera Ma ha sonnecchiato sulla sua poltrona girevole; le spalle sono curve, e la pancia prominente ha formato dei rotoloni di grasso. La presenza del suo sé adolescente è l'indicazione più esplicita che episodi irreali del passato, onirici e seppelliti in fondo alla memoria, stanno di nuovo riaffiorando in superficie.

"Che sogno negativo... non ha prodotto nessuna energia positiva," borbotta di malumore. "Colpa mia che mi sono addormentato." A pranzo ha bevuto troppo e si è appisolato dietro la scrivania senza avere il tempo di sdraiarsi, quindi ha la mente offuscata. La porta alle sue spalle conduce a una camera da letto privata con bagno annesso, un privilegio per pochi eletti concesso soltanto ai capi di livello municipale. L'ufficio si trova al quinto piano.

Sul rotolo appeso accanto alla porta c'è calligrafato il verso di una poesia: "Sogno che i fiori fioriscono sulla punta del mio pennello"; la poesia è stata scritta, o per meglio dire composta, dal sindaco Chen il mese scorso, durante l'inaugurazione ufficiale dell'Agenzia del Sogno cinese. Di solito, in occasioni come queste, il sindaco chiede cifre enormi per calligrafare, ma in quel caso aveva acconsentito a limitarsi a recitare il verso, lasciando che fosse Ma Daode a trascriverlo in seguito. Ma Daode non ha raggiunto lo stesso livello di fama letteraria. L'anno scorso si è autopubblicato mille copie della sua raccolta di saggi, Istruzioni cautelative per il mondo moderno, di cui ne ha ancora cinquecento, invendute, impilate nell'armadio alle sue spalle.

Adesso che i ricordi repressi della sua gioventù hanno cominciato a svanire, questo Ma Daode cresciuto durante la Rivoluzione culturale, questo alto funzionario incaricato di promuovere il grande Sogno cinese che sostituirà tutti i sogni privati, ha paura che la sua posizione vacilli. Il suo sé passato e la sua vita attuale sono in antagonismo come l'acqua e il fuoco.

Durante la riunione di questa mattina si è lasciato un po' andare. "Il nostro nuovo presidente, Xi Jinping, ha esposto la sua visione del futuro," ha detto rivolgendosi ai ventisette membri dello staff presenti. "Ha inventato il Sogno cinese di ringiovanimento nazionale. Non il sogno egoista e individualista inseguito dalle nazioni occidentali, bensì un sogno del popolo, un sogno di tutto il paese, dove tutti si uniscono trasformandosi in un'unica forza invincibile. Siamo stati sollecitati ad avanzare con volontà indomabile. Il nostro lavoro, in questa Agenzia, è assicurarci che il Sogno cinese entri nella mente di ogni abitante della città-prefettura di Ziyang. Mi pare chiaro che se il Sogno cinese comunitario è quello di impregnare completamente il cervello, bisogna innanzitutto spazzare via ogni ricordo e ogni sogno personale e privato, e io, Ma Daode, mi offro come primo volontario per l'operazione del lavaggio del cervello. Suggerisco che si cominci a lavorare senza indugio allo sviluppo di un impianto neuronale, un minuscolo microchip che potremmo chiamare Dispositivo del Sogno cinese. Quando il prototipo sarà pronto lo inseriremo nella mia testa, in questo modo, e qualsiasi sogno del passato che ancora indugia nella mia mente svanirà come per incanto..." Così dicendo Ma si è alzato, mimando il gesto di conficcarsi un microchip dentro un orecchio. È soltanto adesso, dopo aver visto comparirgli davanti il suo sé passato, che ha un'idea dei guai che i suoi ricordi disseppelliti potrebbero causare.

EHI SIGNOR SOGNI SPORCACCIONI, ECCOTI UN INDOVINELLO POETICO, legge sul telefono. È un messaggio della sua amante Yuyu. "UN ALBERELLO APRE GLI OCCHI. UN RAGAZZO DORME SOTTO UNA CASA. UN BUCO AFFIORA NELLA TUA COSCIENZA. IL SOLE TRAMONTA DIETRO UN CONIGLIO FERITO." SEI CAPACE DI TROVARE IL VERSO DI UNA FAMOSA POESIA NASCOSTO NELL'INDOVINELLO? Con l'aria di un rospo che si affaccia dallo stagno, il direttore Ma guarda in su, gli occhi a palla che scintillano eccitati. Forse non ha raggiunto la fama letteraria del sindaco Chen, ma è pur sempre il vicepresidente dell'Associazione scrittori di Ziyang, e si è guadagnato un gruppetto di follower degli aforismi che posta online, perciò l'indovinello non dovrebbe risultargli troppo difficile. E infatti nel giro di pochi secondi trova le parole nascoste nei caratteri di ogni frase, e digita la risposta: COM'È GRANDE IL RIMPIANTO DI NON ESSERCI INCONTRATI PRIMA.

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Pagina 24

Song Bin vive ancora a pochi passi da Ma Daode. Quando la loro classe di quindicenni andò ad aiutare i contadini per la raccolta delle arachidi durante la breve vacanza estiva del 1966, lui e Song Bin avevano diviso lo stesso letto e la stessa coperta. Durante la loro assenza di due settimane, Mao lanciò la Grande Rivoluzione culturale proletaria. Sostenendo che le forze revisioniste si erano infiltrate nel Partito allo scopo di sabotare la dittatura del proletariato, incitò la gioventù della nazione a "epurare gli elementi borghesi dalla politica, dalla società e dalla cultura", e a "distruggere il vecchio mondo per consentire la nascita del mondo nuovo". Al ritorno della classe di Ma Daode, gli studenti più anziani avevano già dato un nuovo nome alla loro scuola a indirizzo tecnico, "Istituto secondario del sole rosso", e trascinavano gli insegnanti a sessioni pubbliche di denuncia per condannarli in quanto "luridi intellettuali". Ansiosi di unirsi al movimento, Song Bin e Ma Daode fondarono nella loro classe la Squadra d'azione che nulla teme in cielo e in terra, con un amico soprannominato Strabico Chun. Chun fu ovviamente eletto capo della Squadra perché veniva da una famiglia di "contadini poveri". I tre costrinsero la professoressa Wu e la professoressa Huang a scambiarsi le gonne e a mettersele in testa, quindi le fecero sfilare seminude intorno alla scuola. Il mese successivo se la presero con il padre di Ma Daode, Ma Lei. Lo trascinarono davanti a una folla e lo giudicarono un controrivoluzionario, membro delle "cinque categorie nere", che Mao considerava nemici della Rivoluzione.

In agosto, ispirata da squadre di autoproclamate Guardie rosse che erano comparse nelle università di Beijing pronte a far rispettare tutte le istruzioni di Mao, la Squadra d'azione che nulla teme in cielo e in terra si unì ad altri allievi degli istituti secondari di tutta la contea per formare il Reggimento delle Guardie rosse per la difesa del Pensiero di Mao Zedong. Però quando i crimini borghesi dei suoi genitori vennero alla luce, a Ma Daode furono tolte le fasce rosse e venne espulso. In ottobre, la Squadra si unì agli operai del luogo per formare un battaglione più grande di Guardie rosse chiamato il Milione di audaci guerrieri. Studenti e lavoratori che non potevano essere ammessi a causa delle loro origini formarono una fazione rivale chiamata L'Oriente è rosso, sostenendo di essere i veri difensori del Pensiero di Mao Zedong, mentre il Milione di audaci guerrieri erano sostenitori reazionari dello status quo. Appena fu accolto nelle loro fila, Ma Daode raggiunse a piedi la sua scuola, ora occupata dal Milione di audaci guerrieri, per avvertire Song Bin e un amico piccolo e tozzo di nome Yao Jian, che L'Oriente è rosso stava programmando un attacco per il giorno seguente. Si augurava che quell'informazione bastasse a convincerli a cambiare fazione, ma quando arrivò alla scuola e vide quattro pesanti mitragliatrici installate sotto un enorme striscione con la scritta UN MILIONE DI AUDACI GUERRIERI, e canne di fucili che sporgevano tra i sacchi di sabbia a ogni finestra, capì che mai sarebbero passati con loro. Si aggirò con calma per l'edificio scolastico. Yao Jian era responsabile di pugnali e lance, e la sua faccia squadrata e forte rivelava già una furia omicida. Le aule rimaste vuote da giugno erano zeppe di studenti addormentati venuti a offrire sostegno da contee lontane. Sui banchi erano impilati cesti di ravioli caldi, pronti per essere mangiati al risveglio. I membri di L'Oriente è rosso non ricevevano mai pasti caldi, e dovevano usare a turno gli unici due vecchi fucili giapponesi di cui disponevano. Non potevano certo competere con il Milione di audaci guerrieri.

Ma Daode e Song Bin sopravvissero entrambi alla Rivoluzione culturale, e per decenni non si rivolsero la parola. Dall'anno prima, tuttavia, quando il Comitato municipale del Partito di Ziyang e l'amministrazione locale si erano trasferiti insieme in questa nuova sede, capitava che si incontrassero per caso, e finirono per salutarsi. Durante una riunione scolastica scambiarono quattro chiacchiere davanti a un paio di birre. Adesso la moglie di Song Bin passa tutto il giorno a giocare a mah-jong con la moglie di Ma Daode e, appiccicata a lei come una mignatta, la sera la segue anche al parco per esercitarsi nella danza del ventaglio.

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Pagina 28

"Questo è il Secolo cinese!» continua il capo Ding, battendo un dito sul documento. "Prima della fondazione della Repubblica Popolare nel 1949, abbiamo subìto un secolo di umiliazioni: dall'incendio del Palazzo d'estate allo stupro di Nanchino, abbiamo sofferto violenze e maltrattamenti, siamo stati massacrati dagli imperialisti stranieri. Poi il presidente Mao ha preso il potere, proclamando che il popolo non avrebbe più subìto. Oggi, dopo sessant'anni di governo comunista, il popolo cinese ha fatto enormi progressi. Il sogno di Xi Jinping è che entro il 2021, centenario della nascita del Partito comunista cinese, la nostra società sia moderatamente prospera, e che entro il 2049, centenario della repubblica, la nostra economia abbia preso il sopravvento su quella americana, affinché la Cina occupi il ruolo centrale che le spetta sulla scena mondiale. Durante questo cruciale periodo di transizione, il Partito al governo della Cina dovrà diventare il partito al governo dell'umanità. Soltanto allora il sogno del presidente Xi Jinping di una rinascita nazionale sarà realizzato. Soltanto allora il suo Sogno cinese diventerà globale. Soltanto allora il popolo cinese potrà invadere il mondo, assumerne il controllo e realizzare la grande unificazione dell'umanità."

"Insomma vuoi scatenare una cazzo di Terza guerra mondiale?" borbotta il direttore Ma. "Hitler non è riuscito ad arrivare più a est della Russia, invece tu vuoi conquistare il globo! Non ti basta metterti a litigare con il piccolo Giappone?" Che da un modesto incarico all'università il capo Ding abbia raggiunto un rango politico così alto proprio non gli va giù, e si pente di avergli dato il suo primo incarico governativo al dipartimento della Propaganda della contea di cui era il responsabile. Quando Ziyang era passata da capoluogo di contea a comune, Ding era di colpo salito di tre ranghi, diventando uno dei maggiori leader del Comitato municipale del Partito. Il sindaco Chen è seduto fra Ding e il direttore Ma. È un uomo grassoccio e affabile, con i capelli ondulati da una leggera permanente. Il suo alito sa di tabacco e Coca-Cola. Al direttore Ma è simpatico. Grazie alle sue conoscenze, strette in America dov'era andato a fare un master, adesso Ziyang è gemellata con San Diego.

Il capo Ding sta ancora parlando: "Se uniamo i nostri valori tradizionali con l'ideologia marxista, il Sogno cinese verrà abbracciato da tutte le nazioni. L'unità del mondo tanto desiderata da Gengis Khan sarà realizzata dalla generazione dei nostri leader. Le Nazioni Unite trasferiranno la loro sede centrale a Beijing, e noi instaureremo il regime comunista in tutto il mondo...". Rendendosi conto di aver parlato troppo a lungo, beve un sorso d'acqua e dice: "Chiediamo ora al direttore Ma di discutere dettagliatamente dei progetti del Sogno cinese".

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Pagina 58

[...] "Il Parco industriale ampliato andrà a beneficio di tutti voi," dice con un largo sorriso. "Vi saranno assegnati appartamenti nel nuovo villaggio che è distante soltanto due chilometri, e posti di lavoro ben retribuiti. Guardate il ponte che stanno costruendo. È stato progettato da ingegneri stranieri, e sarà il primo ponte d'acciaio sul fiume Fenshui. Un magnifico accesso per chi visiterà Ziyang."

"Hai una bella sfacciataggine, direttore Ma! Gli abitanti di Yaobang si sono presi cura di te per quattro anni, e adesso che sei un funzionario, invece di ripagare il debito che hai con noi, vieni ad abbattere le nostre case! Che ingrato bastardo!" Ma Daode riconosce l'uomo. Durante la Rivoluzione culturale, il padre era stato bollato come "ex contadino ricco". Una volta era anche stato a casa loro. Pareti imbiancate a calce, pavimento immacolato e teiera di terracotta evocavano la vita semplice di un tempo lontano.

Il direttore Ma riflette se lanciarsi in un discorso che gli si sta formando nella mente, però non vuole sprecarlo con un pubblico così esiguo. Si rivolge all'uomo all'apparenza più cordiale, l'anziano postino, e dice: "Puoi chiedere a tutti gli abitanti di venire fuori? Ho delle cose importanti da dire".

"Se qualcuno s'azzarda a distruggere la casa dei miei avi, lo combatterò fino alla morte," grida un giovanotto con un berretto rosso da baseball fermo alle spalle di Genzai. "I venti abitanti arrestati l'ultima volta li avrebbero dovuti rilasciare oggi, invece non si sono ancora visti." Ma Daode sa che quest'uomo è un informatore. Le autorità gli hanno promesso che se oggi la demolizione avverrà secondo il programma sarà assunto come autista di un dirigente del Parco industriale.

Si avvicina il vecchio amico di Ma, Dingguo, con una vistosa benda intorno alla testa, e grida: "Non ci serve la tua mediazione!". Nell'ultimo scontro con la squadra di demolizione, Dingguo è stato colpito da uno sfollagente mentre cercava di impedire l'arresto del figlio. Il direttore Ma sa che deve ingraziarsi anche lui. Benché Dingguo abbia quattro anni meno di lui, ha già tutti i capelli bianchi. Ricorda che gli piaceva seguirlo nelle sue passeggiate e raccontargli l'origine di ogni cane del villaggio. "Mi fa piacere rivederti, fratello Dingguo. Cerchiamo di raggiungere un compromesso." Vorrebbe cominciare ricordandogli che ha dato a sua figlia, Liu Qi, un impiego nell'amministrazione locale.

"È inutile parlare con i funzionari corrotti," dice l'informatore col berretto rosso. "Voi non capite: se non possiamo coltivare la nostra terra, trattori e aratri prenderanno la ruggine."

"Adesso tu banchetti con squisitezze esotiche, Ma Daode," gli dice Dingguo, "mentre noi siamo rimasti modesti contadini. Se ci confiscate la terra, non ci resterà niente. E come puoi pensare che riusciremo a comprarci una casa nel nuovo villaggio con il misero risarcimento che ci offrite?" Nonostante le rughe e i capelli bianchi, quando Dingguo raggrinzisce la faccia per la rabbia, sembra ancora un bambino.

"E tutti quei rotoli di banconote che avete nascosto sotto il letto... perché non ne date un po' anche a noi?" dice Liu Youcai. Suo nonno ha costruito il magazzino rosso. Dopo che i comunisti hanno preso il potere, i genitori lo hanno donato allo stato e si sono trasferiti nell'edificio annesso, esposto a nord, che è caldo d'inverno e fresco in estate. Lui è un ometto scaltro con la carnagione scura, la faccia rubiconda e gli occhi neri, ipnotici. Quando avevano costruito il tempio taoista sul Dente del lupo, era riuscito a ottenere la licenza per gestire una bancarella per la predizione del futuro proprio davanti all'ingresso, e con i suoi guadagni si è comprato una Volkswagen familiare e una casa a due piani con i pannelli solari. Gli abitanti si rivolgono spesso a lui per avere consigli e una guida, e chiunque lasci il villaggio per cercare lavoro in città gli chiede l'indicazione della data più propizia per il viaggio.

Liu Youcai sposta lo sguardo sulla folla radunata, aspettando che scenda il silenzio, poi si volta verso il direttore Ma e dice: "Ci è stato comunicato che il villaggio sarà raso al suolo a mezzogiorno. L'ultima volta che quelli della demolizione hanno cercato di sfrattarci non è morto nessuno. Ma se i bulldozer si rifanno vivi, ci batteremo a oltranza. Ti hanno mandato qui prima per convincerci ad andarcene con le lusinghe, vero? E se vincerai questa battaglia, senza dubbio verrai nominato segretario comunale del Partito, se perderai manterrai comunque il tuo posto. Invece se saremo noi a perdere, diventeremo dei vagabondi senza radici e passeremo il resto della nostra vita dentro e fuori dalla prigione, chiedendo invano un risarcimento. Che cosa abbiamo da guadagnarci con questo accordo? Al massimo un umile posto da operaio nel Parco industriale. Pensiamo invece a quello che perderemmo: l'antico tempio buddhista, la storica Sala ancestrale del Clan Liu, le caratteristiche case con il cortile di mattoni neri, il carrubo millenario. I nostri antenati Liu hanno scelto di costruire il villaggio in questo luogo per la sua posizione propizia, con la catena montuosa che si estende come un drago protettore verso nord e il fiume che dà fertilità a sud. Negli ultimi due secoli, il villaggio ha dato i natali a quattro eminenti studiosi e a tre funzionari provinciali. Abbiamo deciso di difendere Yaobang fino alla morte, non soltanto per salvaguardare i nostri mezzi di sussistenza ma, quel che più conta, per conservare il nostro patrimonio e le tombe dei nostri avi. Perciò mi dispiace, direttore Ma, non accetteremo la vostra misera quota di risarcimento".

"Non aggrappatevi al sogno insignificante di poter formare un sistema di clan," replica il direttore Ma. "Abbracciate il Sogno cinese e il Sogno globale, e il mondo sarà la vostra casa. Potrete emigrare in Europa e vivere in qualunque castello o residenza di campagna vogliate."

"Credi forse di poterci fare fessi con queste stronzate?" grida Genzai. "Perché non ci vai tu, stronzo, in Europa, e non vai a trovare il tuo vecchio amico Marx, già che ci sei? [...]

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