Copertina
Autore Arthur Machen
Titolo Il terrore
EdizioneTheoria, Roma, 1986, Riflessi 34
OriginaleThe Terror [1917]
TraduttoreMarialivia Serini
LettoreRenato di Stefano, 1993
Classe narrativa inglese
PrimaPagina








 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 15 [ inizio libro ]

Dopo due anni, siamo tornati ad aprire il giornale del mattino con un senso di aspettativa, di lieta speranza. All'inizio della guerra i brividi non mancarono: brividi di orrore di fronte a un destino che pareva al tempo stesso incredibile e certo.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 53 [ progresso, inconcepibile ]

... Tutti erano d'accordo nell'attribuire ai tedeschi quelle perfide azioni ma nessuno era in grado d'immaginare come venissero svolte praticamente. Qualcuno, al club, chiese a Remnant la sua teoria.

- La mia teoria - rispose quella bella mente - è che il progresso umano sia semplicemente una lunga marcia da un inconcepibile a un altro. Guardate quel nostre dirigibile che ieri passò sopra Porth: dieci anni fa lo spettacolo sarebbe stato inconcepibile. E cosí la macchina a vapore, la stampa, la teoria della gravitazione: tutte cose inconcepibili finché qualcuno non le ideò. E cosí a proposito dell'infernale pasticcio di cui stiamo parlando. Gli unni hanno fatto una scoperta e noi no: ecco tutto. Non riusciamo a comprendere come quella povera gente sia stata assassinata perché il metodo è, per noi, inconcepibile.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 125 [ spazio-tempo, vita-sogno ]

Caro Lewis, ... Se ciò che sta accadendo qui sta accadendo anche altrove, siamo allora, io credo, prossimi alla fine del mondo. Non riesco a crederci, neppure adesso. I miei sogni sono cosí assurdi e cosí pazzesche le mie fantasie che debbo guardar fuori, intorno a me, per esser certo che non sto ancora sognando.

Rammenti quella discussione che avemmo a casa tua, circa due mesi fa, dopo cena? Non so come, a un certo punto ci trovammo a parlare dello spazio e del tempo. Eravamo d'accordo, mi sembra, sul fatto che non appena uno tenta di ragionare sullo spazio e sul tempo si caccia in un mare di contraddizioni. Tu dicevi che la cosa faceva un effetto molto strano, simile a quello di un sogno. Dicevi: «Alle volte un uomo si sveglia dal suo folle sogno e si rende conto che sta pensando a delle sciocchezze». E ci domandavamo entrambi se tali contraddizioni, inevitabili quando si comincia a pensare al tempo e allo spazio, non siano effettivamente le prove che l'intera vita non è che un sogno e le stelle e la luna frammenti di un incubo.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 161 [ fine libro ]

Ecco, secondo me, come è nato il terrore. Si ribellarono una volta: potrebbero farlo ancora.

| << |  <  |