Autore John Martineau
CoautoreAdam Tetlow, Daud Sutton, Lisa DeLong, Phoebe McNaughton, David Wade, Scott Olsen
Titolo Disegnum
Sottotitoloprospettiva, simmetria, curve, arte celtica e islamica, sezione aurea
EdizioneSironi, Milano, 2014, Galápagos , pag. 410, ill., cop.rig., dim. 15,5x19x3,2 cm , Isbn 978-88-518-0249-3
OriginaleDisegnum
EdizioneWooden Book, Glastonbury, 2014
CuratoreJohn Martineau
TraduttoreGiuseppe Vottari, Ilaria Caretta, Francesca Desiderio, Alessia Fabbri, Doriana Rodino, Beniamino Motta
LettoreCorrado Leonardo, 2015
Classe matematica , arte , storia della scienza , geometria , storia antica












 

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Indice


            Prefazione del curatore                           1

Libro I     Arte celtica                                      3
            Adam Tetlow

Libro II    Disegno islamico                                 57
            Daud Sutton

Libro III   Curve                                           113
            Lisa DeLong

Libro IV    Prospettiva                                     171
            Phoebe McNaughton

Libro V     Simmetria                                       233
            David Wade

Libro VI    Sezione aurea                                   293
            Scott Olsen

            Appendice e Indice analitico                    349


 

 

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Pagina 1

PREFAZIONE DEL CURATORE



Questo libro raccoglie sei titoli monografici pubblicati dalla collana divulgativa Wooden Books, corredati da appendici tratte anche da altri volumi della serie. Tutti troveranno in queste pagine qualcosa di bello, ma artisti, artigiani, disegnatori e designer troveranno anche qualcosa di utile.

Si comincia con il racconto straordinario di Adam Tetlow sull' Arte celtica , ricco di splendidi disegni, informazioni e intuizioni innovative. Per secondo, Daud Sutton ci conduce con eleganza tra le regole nascoste e i principi creativi sottesi al genio del Disegno islamico. Il terzo libro — Curve di Lisa Delong — esplora le tecniche affinate da artisti e artigiani nel corso dei secoli per utilizzare le decorazioni curvilinee, soprattutto floreali o a foglia. Nel quarto titolo, Phoebe McNaughton svela i trucchi del mestiere dei disegnatori, con Prospettiva e altre illusioni ottiche. A questo segue il libro di Davd Wade, il quinto, che ci invita a esplorare i principi della Simmetria , una delle tecniche più pervasive ma anche più elusive. Infine, per sesto, il professor Scott Olsen presenta magistralmente il fenomeno straordinario della Sezione aurea , mostrando come opera nella natura e come viene applicata nelle arti.

Le Appendici che completano questa raccolta sono tratte in parte da altri libri della collana (indicati nel colophon) e in parte realizzate ex novo per questo volume (si ringraziano Tom Perkins, Dmytro Kostrzycki e Adam Tetlow).

Grazie a tutti quanti hanno contribuito all'esito del lavoro e buona lettura!

John Martineau

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Pagina 4




INTRODUZIONE



La linea è sempre stata al servizio dell'uomo. Strumento e compagnia nel viaggio dell'esistenza, ha misurato, mappato, tessuto e tracciato la nostra via; la sua vitale elasticità ha alimentato le nostre scoperte.

Usiamo le linee per disegnare il nostro mondo, per fissare il linguaggio nel tempo, per connettere e proteggere, circoscrivere e scegliere. Sono lo strumento per dare corpo a ciò che immaginiamo, per rendere manifesto ciò che vogliamo.

Le antiche culture erano affascinate da magia e poesia della linea: nelle sue composizioni scorgevano il volto dell'eternità, la qualità che oggi chiamiamo numero. Studiare il numero è studiare la permanenza: i numeri non subiscono il cambiamento, lo producono. La geometria studia le qualità del numero nello spazio, radicata nell'idea di un cosmo disegnato con il numero da un'intelligenza causale.

Come veri filosofi, i Celti — druidi o cristiani che fossero — guardavano il mondo: per loro la natura era sia una presenza vivente sia un grande libro, scritto in un linguaggio di analogia simbolica («il linguaggio degli uccelli» o «il linguaggio verde»). Questa capacità di vedere significato nella natura non poteva esprimersi meglio che nelle fluide decorazioni e nella rigorosa geometria dell'arte celtica.

Seguiamo dunque il viaggio meraviglioso della linea nel mondo celtico, che si snoda dalla preistoria ai primi libri. Tracciandone il cammino vedremo nella mente degli artisti, scoprendone intenti e immaginario, ricostruendo la loro maestria e i loro limiti, e imparando con l'esercizio a unire gesto, sguardo e cuore, e a intravedere lo scorcio di una realtà immanente.

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Pagina 8

SIMBOLI PRIMORDIALI
alle origini dei segni



I motivi essenziali dell'arte emergono dalle nebbie della preistoria pienamente formati. I più antichi simboli tracciati dall'uomo (v. a lato, in nero) ci arrivano come segni su manufatti del mondo preceltico. Marija Gimbutas ha seguito queste prime tracce dell'uomo in tutta l'Europa centrale, rilevando che rimandavano dovunque a una dea-uccello (luna, madre, utero, anima, immaginazione): ovvero alla nostra più antica immagine della divinità, che secondo alcuni ci è stata tramandata dai Neanderthal. Come vedremo più avanti, forme come reti, griglie, rombi, nodi, funghi o curve a S e a C, o segni a V, zigzag, serpentine, coppe e anelli, spirali, croci, frecce, asce, farfalle, quadrati e cerchi, si riaffacciano in ogni fase dell'arte Celtica.

Questi glifi geometrici sono modelli stilizzati di processi, modi di mappare il mondo e i suoi cicli (v. sotto, per es., il conto delle lune sulle Pietre di Newgrange). Emergono prima da percezioni interne, come simboli, sogni e visioni, attraverso fenomeni fisiologici entoptici (v. a lato, in bianco): i segni si formano con una lieve pressione sugli occhi, o in condizione di buio prolungato o in certi stati alterati di coscienza, e sono inviati dalla corteccia visiva alla retina, invertendo il normale verso di impulsi neurali, quasi una visione della struttura del nostro cervello.

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Pagina 40

ORIGINI DEI NODI
intrecciare una rete di gemme

Sebbene i nodi possano apparire complessi, sono tutti semplici varianti formate da linee spezzate su una griglia di punti a tre livelli.

Nella pagina precedente, i nodi erano disegnati con un solo limite: il bordo esterno. Chiusure o svolte sono ora collocate sulla sottogriglia, a cambiare l'aspetto e il fluire dei nodi. Interruzioni sulla griglia secondaria incidono sulla forma interna di un nodo, mentre quelle sulla griglia primaria creano spazi nei bordi esterni dei nodi (v. sotto).

Se il nodo ha n+½ unità su un asse, allora la griglia primaria sarà su un bordo e la secondaria sul bordo opposto. I nodi di questo tipo possono avere interruzioni interne sia sulla griglia primaria sia sulla secondaria. Con la pratica, si impara a individuare gli adattamenti delle svolte dalla forma degli spazi intorno al tracciato dei nodi (v. sotto e a destra, ombreggiati). La pagina a lato mostra griglie di 2 x n (esterne) e di 1½ x n (interne), asimmetriche o con simmetrie radiali o bilaterali. Per i nodi aperti, con n+½ unità su un lato, i capi liberi si trovano dalla stessa parte del tracciato, mentre con n+½ unità su entrambi i lati, si trovano su parti opposte.

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Pagina 46

L'INTRECCIO DEL LABIRINTO
disegnare la coda del serpente

Come le chiavi, anche i nodi danno risultati molto belli in composizioni ad anello o circolari. Di nuovo, bisogna dividere la circonferenza in un multiplo della misura del nodo (per es., con un nodo largo tre spazi il cerchio va diviso in un multiplo di tre). I poligoni inseriti nei cerchi possono essere usati per proporzionare l'altezza degli anelli. Gli iniziali reticoli di rette possono sembrare sgraziati, ma il tracciato risulta presto addolcito quando vengono realizzate anche curve e onde. Qualsiasi numero di unità può essere disposto radialmente per formare la sottogriglia. Un numero dispari di unità ripetute darà un tracciato continuo mentre un numero pari produrrà due tracciati.

Anelli addizionali e tra loro collegati di nodi si possono aggiungere dentro o fuori l'anello originario (per esempio, pagina a lato, sopra a destra). Operando in tal modo, le divisioni della griglia possono variare, ma il numero di percorsi che escono da ogni anello (e che vi si ricongiungono) deve sempre essere uguale.

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Pagina 50

CATTURARE LA NATURA
la linea prende vita

Le decorazioni animali che illustrano i Vangeli miniati sono miniaturizzate all'estremo. Curve a mano libera si accavallano e si intrecciano creando un campo di complesse interazioni che si riesce a decifrare solo ridisegnandolo. Sono spesso impiegati tre strati di linee improvvisate, creando decorazioni complesse a partire da semplici nodi (v. sotto). Anche altri elementi possono diventare molto complessi (come i piccoli cerchi nella pagina a lato).

In questa sublime mescolanza dei regni della natura e dei numeri si può vedere il significato ultimo dell'arte celtica, che noi sentiamo come coro di esistenze interconnesse, ecologia di anime governata dalla qualità dei numeri. La nostra linea si è intrecciata con la vita stessa.

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Pagina 58




INTRODUZIONE



Il ruolo dell'arte sacra è dare sostegno alla vita spirituale di chi la ammira, istillare una diversa percezione del mondo e delle intangibili realtà dietro di esso. La sfida per l'artista, quindi, è capire come ottenere dalla materia la capacità di manifestare al meglio lo spirito. I grandi templi, le chiese e le moschee di tutto il mondo sono il lascito dei tentativi umani di vincere proprio questa sfida, ciascuno determinato dalla propria visione spirituale di riferimento.

In tutta la loro lunga storia, le tradizioni artistiche islamiche hanno evoluto una grande quantità di stili applicati alla grande varietà di supporti, ma conservando sempre alcuni tratti immediatamente riconoscibili. Forse non sorprende che una forma d'arte nata per cercare ed esplorare la relazione fra l'Uno e il Molteplice sia tanto uniforme quanto varia. L'armonia è il suo perno.

La struttura visiva del disegno islamico presenta due aspetti chiave: la calligrafia che usa l'alfabeto arabo — una delle più grandi tradizioni amanuensi al mondo — e la decorazione astratta, che usa un linguaggio visivo eterogeneo ma notevolmente organizzato. Quest'arte puramente ornamentale ruota attorno a due poli: schema geometrico — cioè suddivisione armonica e simmetrica del piano, a conferire rilievo a un intreccio grafico che rimanda all'infinito — e centro onnipresente; ed ecco forme vegetali immaginarie, arabeschi, tralci spiraliformi, foglie e fiori che rappresentano la vita della natura e il suo ritmo. Le pagine seguenti si concentrano su motivi e modelli geometrici islamici, esplorandone la struttura e il significato.

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Pagina 72

CALLIGRAFIA
le proporzioni dell'alfabeto

La parola araba al-Qu'ran significa, letteralmente, "recitazione a voce alta": in origine infatti i versetti del Corano furono declamati da Maometto, cui erano rivelati, e tramandati recitandoli. Solo dopo la sua morte le parole del Profeta (che erano state annotate da chi lo ascoltava) furono raccolte, ordinate e registrate in forma scritta. La grafia araba fino ad allora rudimentale diventò il fulcro per generazioni di scribi devoti, dediti a sviluppare la migliore manualità per la scrittura.

Il primo stile squisitamente coranico di cui si conosce l'uso (IX sec. ca) è detto cufico, dalla città di Kufa in Iraq in cui fu elaborato. A sviluppo orizzontale, il suo aspetto largo, con poche curve, comunica maestosità e austerità (v. sotto). Molti elementi decorativi derivano dal cufico (v. p. 379) e sono rimasti in uso a lungo dopo la creazione originale.

Gli stili calligrafici arabi oggi più noti sono i corsivi. La loro forma raffinata ebbe origine dall'ispirato sistema di proporzioni creato da Ibn Muqla (morto nel 940). Prima di lui i corsivi mancavano di coerenza, rispetto al maestoso cufico. Con lui i punti notevoli della geometria sottendono anche la forma calligrafica: ogni lettera è esattamente proporzionata rispetto al diametro del cerchio, e il punto, o nugta, è un'unità romboidale segnata con colore rosso. La prima e fondamentale lettera è l' alif, tracciata come un elegante tratto verticale nel cerchio. Esistono diversi sistemi per dare proporzione all' alif, usando sei, sette o otto nuqāt disposti in verticale.

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Pagina 92

SCHEMI AD ARCO
armonia di rette e curve

Non tutti i modelli dell'arte islamica lasciano nascosti i cerchi nelle costruzioni che, pure, li implicano. I disegni geometrici che mostrano la combinazione di archi e rette sono caratteristici di quest'arte fin dai primordi. Di solito venivano realizzati su materiali relativamente facili da adattare in forme curve, forme utilizzate per le decorazioni di libri, la lavorazione di metalli e le sculture. Gli schemi che usano archi hanno un impatto decisamente più morbido, dando a tratti l'impressione di fondersi con gli arabeschi contenuti nei vari elementi.

Lo schema qui sotto è ricavato dalla grata in marmo di una finestra della grande moschea degli Omayyadi a Damasco (715). Fasce lineari formano la tassellazione semiregolare a esagoni regolari e triangoli equilateri; a questi si intrecciano archi di cerchio con centro sui vertici dei triangoli e che ne intersecano i lati a due terzi della loro lunghezza. Il disegno a lato è invece basato su uno schema del professor Keith Critchlow. Gli arabeschi che riempiono gli spazi sono nello stile del Corano miniato ilkhanide.

Sono entrambi esempi eccellenti di possibili modi d'uso delle griglie, spesso ben evidenti nei modelli più antichi, e poi sempre più nascoste nelle opere e realizzazioni più tarde.

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Pagina 106

DECORAZIONE DELLA CUPOLA
la terza dimensione

L'architettura islamica è ben nota per le cupole dei suoi edifici. Molti architetti che le progettarono furono fieri di lasciarle disadorne, poiché struttura e forma elegante bastavano a provare le loro abilità. Ma, all'occorrenza, le cupole venivano ornate con disegni geometrici. Esempi famosi s'incontrano nei monumenti dell'Egitto mamelucco e dell'Iran safavide: la cupola a lato è l'immagine del mausoleo del sultano Qaitbay al Cairo. Il metodo di base usato nella decorazione geometrica delle cupole è la ripetizione di sezioni, come gli spicchi di un'arancia. Stelle ed elementi interconnessi sono disposti in questi spicchi e adattati per potersi restringere verso la cima (v. a lato, sopra a sinistra). Molte cupole di questo tipo terminano in cima con forme a petalo e ad aquilone che creano un effetto a rosette se viste dall'alto (v. sopra a sinistra).

Gli equivalenti sferici delle tassellazioni regolari e semiregolari sono le divisioni di una sfera secondo i solidi platonici e archimedei. Non c'è prova che gli artisti islamici usassero questo tipo di elementi: sembra che nella loro arte queste possibilità siano rimaste inesplorate. L'esempio sotto mostra uno schema sferico derivato dal cubo e dall'ottaedro regolare, basato sul lavoro di Craig Kaplan.

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Pagina 114




INTRODUZIONE



L'impulso a decorare e abbellire oggetti sacri o di uso quotidiano è universale. Sin dall'antichità, miti e religioni del mondo intero alludono al simbolismo e al valore ornamentale della Natura. Alberi della Vita, corone di foglie, abiti riccamente decorati e persino palazzi e templi ne richiamano le fertili forme. In tutti i casi, l'ornamento del simbolo conferisce all'oggetto un valore estetico e metafisico insieme. Il nostro istinto a decorare è atavico.

La Natura è complessa. Può essere elegante e rassicurante oppure turbolenta e selvaggia. Può avere forme bellissime, raffinate, feroci, brutali o delicate: ma tutte comunque adatte a uno scopo. Owen Jones — autore del volume Grammatica dell'Ornamento nonché disegnatore della tavola descrittiva di certi motivi ornamentali indiani riprodotta qui a lato — scrisse: «Notate la varietà delle forme e l'immutabilità dei principi». Tali principi — ovvero nascita, crescita, ordine e simmetria — governano la decorazione curvilinea nelle arti di ogni cultura.

I principi non comprimono la creatività, anzi ispirano all'immaginazione diverse rappresentazioni di semi, rami, foglie, fiori e frutti. Il decoratore che lavora usando ripetizione, alternanza, onde, tasselli a mosaico, spirali e simmetria scopre presto la grande varietà che è possibile ottenere mediante questi procedimenti generativi. I disegni della tavola qui accanto incarnano questi principi nei loro microcosmici eden, e offrono uno scorcio della rigogliosa vitalità della decorazione curvilinea in tutte le culture del mondo. Ci auguriamo che i lettori — grazie alle immagini della Natura e ai principi del disegno raccolti in queste pagine — possano scoprire fonti proprie di ispirazione.

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Pagina 118

ANTICHE CURVE
modelli primordiali

La decorazione introduce una visione cosmologica nel mondo quotidiano. Quello che a un primo sguardo sembra un banale ornamento, in realtà può raffigurare principi trasformazionali e strutture profonde.

Ananda Coomaraswamy scrive: «Il valore per l'uomo di un qualunque manufatto è dato dalla compresenza in esso di bellezza e utilità».

I più antichi vasi di argilla giunti fino a noi da epoche prestoriche (v. a lato) già mostrano l'urgenza creativa di trasfigurare l'ordinario. L'impasto argilloso veniva posizionato sul tornio e le mani del vasaio lo lavoravano — con movimento circolare dal basso verso l'alto — in vasi e ciotole. Il significato delle pitture a spirali, cerchi, onde e dune si è perso nel tempo, ma i nostri occhi sanno ancora vedere la bellezza che scorre nelle linee di energia e di flusso.

Il desiderio umano di decorare non ha confini geografici. Nelle culture tradizionali del Pacifico, come quella Maori per esempio, era abitudine decorare corpi e visi con tatuaggi, riproducendo gli stessi disegni di vortici e turbini che ornavano pagaie e canoe (v. sotto).

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Pagina 122

STRUTTURA E MOVIMENTO
rette e curve

Le griglie geometriche sono assai utili per i disegnatori. Forniscono reticolati a cui le curve restano agganciate e da cui possono dipartirsi; offrono un contrappeso strutturato al movimento curvilineo, al suo crescere e svilupparsi. Schemi basati su linee e angoli retti possono evolvere in onde e increspature, mentre l'ammorbidirsi di angoli e spigoli trasforma i cristalli in fiori e il ritmo staccato in fluenti melodie.

La geometria dei disegni — che sia quella di una scacchiera, di un semplice muro di mattoni o della trama di base di un tessuto — svela alla vista le ripetizioni. L'effetto, però, è statico: è solo quando le linee rette della griglia si animano, come increspature su uno specchio d'acqua o corde di un violino che vibrano, che cominciano a pulsare trasformandosi nelle forme viventi dei disegni fitomorfi.

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Pagina 158

ARCHI E CUPOLE
foreste di pietra

Le decorazioni fitomorfe non si limitano alle superfici piane. Proprio come i rami flessuosi si muovono entro i limiti delle tavole bidimensionali, così archi e cupole animano le forme squadrate e le linee rette delle strutture architettoniche, conferendo ai volumi e agli spazi la vitalità della natura.

Tra i vegetali, i più grandi sono gli alberi ed è la loro forma vigorosa che si riconosce nelle colonne, negli archi e nei ventagli delle volte (v. a lato, sopra a destra). Decorazioni di foglie intrecciate imitano il gioco dei rami, rosoni colorati risplendono come fiori in una scura foresta. Attraversare un arco slanciato è come camminare sotto un groviglio di magnifiche fronde, che si allargano alte sopra di noi.

Le cupole, simbolo emblematico della perfezione celeste, sono generate da curve ruotate attorno a un asse centrale; ne germogliano boccioli, virgulti, rotondità che promettono vita. Possono essere a punta, emisferiche, sezionate o a cipolla, e spesso sono rivestite dentro e fuori con decorazioni di significato cosmologico.

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Pagina 160

L'ARTE DEL LIBRO
un mondo miniato

Per secoli le decorazioni sono state usate a completamento dei testi sacri, come la Bibbia o il Corano. Queste opere esigevano un lavoro imponente in termini di tempo e di fatica e richiedevano grandi capacità. Spesso il motivo ornamentale richiamava i contenuti della pagina, proprio come l'oro e i pigmenti brillanti che riflettevano la luce fisica erano correlativi del lume spirituale emanato dalle Sacre Scritture. Talvolta si davano forma e figura alle scene descritte nel testo; altre volte la connessione era più astratta.

L'ornamento di gran lunga più frequente era fitomorfo, con foglie e fiori rampicanti lungo i margini delle pagine, a marcare l'inizio di un capitolo o di un verso, oppure a coprire per intero una doppia pagina, in un lussureggiante Eden di rami, foglie e boccioli dorati.

La decorazione dei libri tornò in auge nell'ottocentesco movimento inglese Arts and Crafts (v. sotto), che riproponeva il legame simbolico tra testo e ornamento.

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Pagina 162

PENNA E PENNELLO
calligrafia e fioriture

L'arte della penna o del pennello è forse l'espressione più diffusa della linea curva, accessibile a chiunque possa scrivere a mano. È una forma artistica che emerge dai ritmi del corpo, da uno stato mentale intimo che si rivela in curve, cerchi e svolazzi. È forse possibile che — come diceva Camillo Baldi (1621) — «la scrittura manuale, in quanto espressione di chi la traccia, riproduce in qualche modo qualcosa del temperamento, della personalità o del carattere del suo estensore».

Chiarezza e fluidità, enormemente apprezzate da artisti e disegnatori, possono essere affinate con un attento studio dell'arte calligrafica. Richiedono entrambe precisione e spontaneità, rispetto ma anche superamento delle consuetudini, essenzialità e complessità (per esempio gli svolazzi di Ann Hechle, v. a lato). Che si usino penne, pennini o pennelli (come nella decorazione d'acanto norvegese in stile Rose-maling qui sotto: si noti l'applicazione del punto di origine, i fiori in pianta e in prospetto, e le pennellate a goccia), la qualità del tratto in una composizione calligrafica è espressione di bellezza.

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Pagina 172




INTRODUZIONE

Avete un libro in mano. Oppure siete davanti a uno schermo. Forse qualcuno ve lo sta leggendo ad alta voce. O magari l'avete imparato a memoria. Potreste anche essere seduti in giardino. In ogni caso state vivendo in un mondo che include il concetto di "ora", costruito per voi da sistemi complessi basati su dati forniti dai vostri sensi. Non avete consapevolezza di gran parte delle cose che non vedete, e dire ai vostri sensi di percepirle, o svilupparne di nuovi, non è compito facile.

In questo momento, in tutto il mondo, monaci, pipistrelli, e persone ordinarie utilizzano sensi che altre persone, lumache e piante di yucca non si sognano nemmeno. In queste pagine si useranno la vista, il mondo visivo e i molti modi per riprodurlo come allegoria per tutti i nostri sensi, anche se schemi, mappe, circuiti stampati, diagrammi e altre comuni tecniche di rappresentazione saranno omesse per mancanza di spazio.

Perché mettere in discussione il modo in cui guardiamo al mondo? Osservate l'inventario di errori di William Hogarth nella pagina a lato. A prima vista tutto sembra normale, poi, a uno sguardo più attento, iniziano a emergere i paradossi, uno a uno. Ci troviamo fuori dalle convenzioni, in uno strano mondo: siamo caduti nella trappola di uno straordinario prestigiatore.

Benvenuti in una delle poche discipline sensate (a esclusione di mirabolanti atti sciamanici o monotone meditazioni) che possono scuotere la vostra mente da alcuni dei suoi condizionamenti più profondi e aiutarla a farsi più consapevole del modo in cui impara a conoscere il mondo.

Benvenuti nel mondo della prospettiva e delle illusioni ottiche.

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Pagina 176

L'ILLUSIONE DELLA PROFONDITÀ
breve storia dei punti di vista

La prospettiva crea l'illusione della profondità su una superficie piana, e la sua storia si può rappresentare a grandi linee in tre fasi fondamentali.

La prima immagine, una pittura parietale della tomba di Siptah (v. sotto), risale al 1200 a.C. e raffigura un tavolo visto di prospetto (frontale); dietro al tavolo, Anubi in piedi con le braccia distese a ostruire o bloccare la mummia. Le proiezioni ortogonali, frontali e laterali (diritte) e, più avanti, quelle oblique (diagonali), formano l'asse portante dell'arte figurativa mondiale dall'antichità al Rinascimento.

La seconda immagine ( v. a lato, sopra, da Bettini, Apiaria Universae Philosophiae Mathematicae, 1642), mostra una camera oscura che, attraverso fori stenopeici multipli, proietta immagini capovolte del mondo sul muro di una stanza buia. La stessa incisione è costruita in prospettiva, con un rivoluzionario punto di fuga. Infine, abbiamo il moderno stereogramma (v. lato, sotto). Fissate lo sguardo sulla pagina unendo i punti bianchi, e vedrete comparire un'immagine tridimensionale.

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Pagina 198

MIRAGGI E PROIEZIONI
la natura all'opera su vasta scala

Ombre e riflessi appaiono occasionalmente in natura, in circostanze particolari, quasi magiche. Ormai da tempo sappiamo che riflessi misteriosi e talvolta seducenti, noti come miraggi, perseguitano nel deserto l'esploratore assetato; o che in una giornata secca e calda la superficie infuocata di una strada — vista da una bassa angolazione — assume l'apparenza di uno specchio, con pozzanghere immaginarie che riflettono il cielo e i ponti sovrastanti. A volte strati di aria sovrapposti possono fare da specchio anche al di fuori dei deserti, magari mostrando a una città la sua immagine riflessa nel cielo (magari, Parigi: v. a lato, prima riga, a sinistra) o rivelando al nemico una flotta navale nascosta (v. a lato, sotto).

In condizioni particolari, chi si trova al tramonto in cima a una collina potrà scorgere la propria ombra proiettata su uno strato di nuvole, un effetto noto come Arco di Brocken (v. sotto e a lato, ultima riga). Un effetto collegato è quello dell'aura, un globo che può comparire intorno alla testa della propria ombra quando questa è proiettata dalla luce della Luna in una notte nebbiosa o umida (v. a lato, seconda riga, a sinistra).

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Pagina 206

SFONDO E FIGURA
se questo non quella

Tutte le illustrazioni di queste pagine mostrano immagini che rappresentano contemporaneamente due cose, una situazione che il nostro cervello apprezza poco, perché si trova a fluttuare tra le due interpretazioni. È quasi impossibile vedere Napoleone (v. a lato, prima riga, a sinistra) senza che gli alberi diventino al momento uno sfondo; ma una volta che si focalizzano gli alberi, Napoleone torna a svanire. Lo stesso vale per le immagini sotto: scatole reversibili, il puzzle 13/B, l'uomo vecchio e giovane, l'anatra coniglio e la figura femminile. Se il nostro cervello riesce a concedersi una seconda opinione di ciascuna, sarà a scapito della prima. Anche la rappresentazione dei «pericoli dell'alcol» (v. a lato, prima riga, a destra) assume una qualità degna del Dr. Jekyll e Mr Hyde.

Affascinato da questo effetto ondivago, Escher lo catturò e fissò nella xilografia del 1938 Giorno e notte (v. a lato ultima riga), dove i due punti di vista, bianco e nero, diventano lo sfondo l'uno dell'altro.

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Pagina 214

SOTTOSOPRA
da sinistra a destra e tutto intorno

La nostra mente costruisce per noi un mondo incredibilmente reale. La maggior parte delle persone può girare per casa propria al buio, sapendo dove sono mensole e oggetti. Anche con le luci accese, si può dire che il mondo in sostanza esista dentro di noi, e forse per ciascuno in modo diverso. Quindi, per aiutare la mente a capire cosa sta facendo, perché non ribaltare il mondo, scambiando davanti dietro o sotto e sopra?

Le immagini di queste pagine mostrano tutte un punto di vista diverso quando vengono ruotate. Quelle sotto e le due piccole facce a lato devono essere ruotate di 180°. La litografia delle scale di Escher può essere ruotata in tre modi diversi (v. a lato, sopra a sinistra) e l'incisione zoomorfa di Johann Martin Will, del 178o, mostra un animale nascosto se ruotata di 90° in senso orario.

L'effetto più strano lo fa Margaret Thatcher (v. sotto). Le speciali aree del cervello che riconoscono occhi e bocca sono molto più interessate alla cosa in sé che a chiedersi se siano al posto giusto.

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Pagina 234




INTRODUZIONE



Il fascino della simmetria è pervasivo: interessa tanto i matematici quanto gli artisti, ed è importante per la fisica come per l'architettura.

In realtà, molte altre discipline rivendicano i loro diritti sull'oggetto di questo libro, ciascuna con la propria idea di ciò che la simmetria è o dovrebbe essere. Qualunque sia l'approccio scelto, abbiamo chiaramente a che fare con un principio universale, anche se nella vita quotidiana è piuttosto raro incontrare simmetrie notevoli e molte non sono subito riconoscibili. Cos'è quindi la simmetria? Esiste un modo generale per descriverla o, comunque, può essere definita in modo univoco?

Se proviamo ad approfondire, ci accorgiamo subito che l'intero argomento è ricco di situazioni paradossali. Tanto per cominciare, qualsiasi idea di simmetria è strettamente connessa a quella di asimmetria; si può a malapena concepire la prima senza pensare alla seconda (come accade con i concetti collegati di ordine e disordine), e ci sono altre dualità. I precetti della simmetria coinvolgono categorizzazione, classificazione e regolarità definite; in pratica, dei limiti. Ma la simmetria è di per sé illimitata: non esiste ambito in cui non valgano le sue regole. Inoltre, i principi della simmetria sono caratterizzati dalla quiete, da un'immobilità che travalica il mondo caotico; tuttavia, in un modo o nell'altro, sono quasi sempre connessi a trasformazione, disordine o movimento.

Più si approfondisce lo studio della simmetria più diventa chiaro che questa è una delle aree di studio allo stesso tempo più vaste e comuni, ma che, in ultima analisi, resta una delle più misteriose.

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LA BASE DI TUTTO
simmetrie nel cuore della materia

Verso la fine del x1x secolo, il pionere delle fisica Pierre Curie affermò quello che riteneva un principio universale della fisica, ovvero che gli elementi di simmetria delle cause di fenomeni fisici devono ritrovarsi anche nei loro effetti. Come principio generale è sbagliato, poiché le simmetrie non sempre sono legate nel modo che lui implicava, ma la sua intuizione di continuità simmetrica è sicuramente vera a livello elementare della materia. Il mondo estremamente ordinato dello stato cristallino, svelato dalla cristallografia a raggi X (fig. 1), è totalmente definito dalle simmetrie nascoste nei regni atomico e subatomico.

La tavola periodica di Mendeleev, che per primo ordinò gli elementi in una serie razionale, fu una delle pietre miliari della fisica classica del XIX secolo. Ma all'inizio del XX divenne chiaro che le proprietà degli elementi riflettevano la regolarità delle strutture interne dei loro costituenti atomici. In seguito, la teoria atomica svelò che tutte le proprietà chimiche derivano dal numero di protoni ed elettroni presenti negli atomi, che consentono loro di sistemarsi in ordinate disposizioni molecolari (fig. 2). Negli anni Sessanta del secolo scorso si scoprì che mentre gli elettroni (fig. 3) erano particelle fondamentali, protoni e neutroni (fig. 4) erano composti da altre particelle ancora più piccole: adroni e leptoni. Gli adroni, a loro volta, sono composti da quark, che si organizzano in meravigliose simmetrie seguendo la "via dell'ottetto" (fig. 5).

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DORSOVENTRALITÀ
simmetria delle creature che si muovono

Gli animali sono per definizione creature eterotrofe pluricellulari, capaci praticamente di qualsiasi movimento, e tali caratteristiche influenzano la loro forma. Sia che un animale cammini sulla terra o vi scavi dei cunicoli, che nuoti o voli, il suo corpo è composto da una parte destra e una sinistra che sono immagini pressoché speculari una dell'altra. Inoltre, dato che possiedono anche un davanti e un dietro (e in genere anche un capo e una coda) gli animali non sono puramente bilateri ma anche dotati di simmetria dorsoventrale. Questa è la soluzione migliore per chi ha la necessità di muoversi lungo una determinata direzione (v. lato).

Questa simmetria non si riscontra solo negli animali: ogni veicolo in grado di spostarsi in avanti, come automobili, navi, aerei ecc. è necessariamente costruito secondo questi criteri.

Altre caratteristiche della dorsoventralità animale si sono evolute insieme alla capacità di locomozione. Un rapido movimento in avanti richiede la visione frontale per vedere dove si sta andando, e anche la bocca dev'essere posta sul davanti per nutrirsi in modo efficace. Pinne e arti, al contrario, stanno meglio ai lati del corpo, in simmetrico equilibrio. Sebbene la dorsoventralità, per le ragioni suddette, sia la simmetria predominante nel regno animale, è piuttosto comune anche tra le piante, soprattutto nei fiori zigomorfi (irregolari), nella grande maggioranza delle foglie (v. sotto) e in molte delle loro disposizioni.

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SIMMETRIE IN FISICA
invarianza e leggi della natura

Siccome la quantità di energia in un sistema chiuso non varia, la legge di conservazione dell'energia è oggi vista come una legge di simmetria. In effetti, la storia della fisica (almeno la più recente) potrebbe definirsi come la serie di scoperte successive di tali principi universali di conservazione. Le grandi scoperte di Galileo e Newton sulla gravità, per esempio, erano essenzialmente il riconoscimento di come le leggi fisiche influenzano profondamente il mondo materiale e, in un certo qual senso, ne fossero anche indipendenti. La legge di Newton, che postula una forza simmetrica che agisce su tutti gli oggetti, mostrò la proprietà di invarianza dell'attrazione gravitazionale, che è la stessa in tutto l'Universo. Estendendo queste leggi a un osservatore in moto uniforme o accelerato, Einstein aggiunse ulteriori simmetrie ponendo le basi della sua teoria delle relatività generale.

La forza di gravità è oggi nota come una delle quattro forze fondamentali che governano tutti i fenomeni naturali. Una delle più grandi conquiste intellettuali del XX secolo si deve alla matematica Emmy Noether, che stabilì la relazione tra queste forze dinamiche e la simmetria. Dato che le leggi della fisica si applicano in modo identico a tutto lo spazio ordinario, si possono vedere come dotate di simmetria traslazionale, che è una conseguenza (o è l'equivalente) della legge di conservazione della quantità di moto. Le leggi fisiche, inoltre, non cambiano nel tempo, quindi sono simmetriche anche per traslazioni temporali: ciò porta a un'altra legge di conservazione, quella dell'energia. In fisica, oggi, la relazione tra simmetria e leggi della natura è assodata, quindi i fisici ricercano l'invarianza per scoprire nuove leggi di conservazione.

Sembra proprio che la realtà si faccia largo tra simmetrie nascoste.

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SIMMETRIA NELL'ARTE
vincoli e potenzialità creativa



L'impulso artistico è insito in ogni uomo ma i suoi scopi, i suoi metodi e il suo ruolo nella società cambiano a seconda dei contesti culturali. L'arte può avere finalità religiose o magiche, può essere figurativa o decorativa ma, quali che siano le sue funzioni, lo stile che genera è legato a un tempo e a un luogo specifico. Quando nell'arte compaiono simmetrie esse devono essere anche tipiche di quel dato stile, poiché la simmetria, nell'arte come altrove, è un principio organizzante. Gli uomini sembrano creature sensibili alle simmetrie e naturalmente attratte dagli schemi, quindi i principi della simmetria non sono mai totalmente assenti dall'arte. Il ruolo di rapporti, proporzioni e simbolismo nelle belle arti e in architettura verrà esaminato in seguito (v. p. 286) ma in generale si può affermare che le disposizioni simmetriche sono più evidenti nelle arti decorative.

L'arte tribale usa le regole di simmetria più elementari, riflessione e rotazione. Le disposizioni bilatere permettono di organizzare una composizione in modo efficace e sono ampiamente utilizzate sia nelle società primitive sia in quelle moderne. Anche le simmetrie diedrali sono molto diffuse e trovano la loro massima espressione nei rosoni delle cattedrali gotiche (fig. 10). Ogni cultura fa un uso diverso della simmetria nell'arte: in alcune è quasi assente, in altre è utilizzata fino al limite delle sue possibilità. Il fascino per la simmetria, o il disinteresse nei suoi confronti, si osservano nelle società di tutti i tempi: le correnti artistiche il cui gusto è incline alla simmetria hanno sviluppato un vocabolario più ricco in tal senso e hanno esplorato una gamma più ampia di possibilità decorative.

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Pagina 294




INTRODUZIONE



La natura nasconde un grande mistero, che i suoi custodi difendono da quanti vorrebbero profanarlo o abusare della sua conoscenza. Di tanto in tanto, porzioni di questa verità vengono silenziosamente rivelate a quella parte di umanità che ha saputo aprire gli occhi e tendere le orecchie. I requisiti fondamentali per comprendere il profondo significato delle meraviglie della natura che sperimentiamo ogni giorno sono apertura mentale, sensibilità, entusiasmo e serietà. Molti di noi tendono a trascorrere la vita mezzi addormentati, intorpiditi, se non addirittura insensibili di fronte al superbo ordine che ci circonda. Una traccia di questa idea è stata però preservata. Una silenziosa ricerca che si basa sullo studio di numeri, armonia, geometria e cosmologia che si perde nelle nebbie del tempo tra le culture di Egizi, Babilonesi, Indiani e Cinesi. Ciò risulta evidente nella disposizione e nelle relazioni dei cerchi megalitici e nelle camere di sepoltura sotterranee dell'Europa primitiva, così come nelle pietre neolitiche scoperte in Britannia, modellate nelle forme dei cinque solidi regolari. Altri indizi si trovano nei manufatti e nelle costruzioni dei Maya e di altre civiltà mesoamericane, e i carpentieri del periodo gotico li inclusero nelle strutture delle cattedrali. Il grande filosofo Platone, nei suoi scritti e negli insegnamenti orali, suggerì, anche se in modo enigmatico, che vi fosse una chiave dorata comune a questi misteri. Lettore, ecco la mia promessa: se seguirai questo libro passo passo, sarà impossibile che tu giunga in fondo senza aver goduto di uno scorcio, se non di una profonda e stimolante visione, del più grande mistero della natura.

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LA PIETRA FILOSOFALE
intuizione e nuova visione: una promessa mantenuta

Abbiamo percorso una lunga strada, dalla divisione della linea all'essenza della coscienza. L'intenzione dichiarata era di fornire una intuizione e una nuova visione attraverso lo studio del più grande segreto della natura, la sezione aurea, il più semplice ma profondo taglio asimmetrico. Perpetuato nel cosmo a ogni livello, lega infinite varietà con l'ordinata proporzione simmetrica, unendo le parti e il tutto dal grande al piccolo e ritorno in un'euritmica sinfonia della forma.

Insieme, in questo viaggio, abbiamo forse appena scoperto l'evangelica perla di gran valore, o la preziosa pietra che tramuta le conoscenze basilari in saggezza aurea. La prossima volta che prendete una stella marina, vi lavate i denti, ammirate un quadro, guardate una pigna, tirate un calcio a un pallone, contemplate Venere, cogliete un fiore, ascoltate musica o usate la carta di credito: fermatevi un momento. Siamo un tutto fatto di parti più piccole e parte di un tutto più grande. Questo è il più grande segreto della natura. La sezione aurea è intrecciata nel tessuto della nostra esistenza, ci ha fornito i mezzi per risuonare in accordo con una sequenza di stati di autocoscienza più ampi e percorrere il sentiero del ritorno all'Uno.

È un dovere per l'uomo riconnettersi e risuonare con questo profondo codice della natura, migliorando il nostro mondo e le nostre relazioni con forme euritmiche e livelli aurei di eccellenza. Come fa la natura senza alcuno sforzo, anche noi dobbiamo trasmutare il nostro mondo, trasformandolo in quella paradisiaca condizione di bellezza e pace simbiotica a cui sempre è stato votato.

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