Copertina
Autore Paolo Mauri
Titolo L'arte di leggere
SottotitoloAforismi sulla lettura
EdizioneEinaudi, Torino, 2007, ET Scrittori 1433 , pag. 122, cop.fle., dim. 12x19,5x0,8 cm , Isbn 978-88-06-18670-8
CuratorePaolo Mauri
PrefazioneGiuliano Soria
LettoreSara Allodi, 2008
Classe aforismi , libri , scrittura-lettura
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Indice


VII Il potere della lettura di Giuliano Soria

    L'arte di leggere

  3 Introduzione di Paolo Mauri

  7 Parte prima
 17 Parte seconda
 27 Parte terza
 35 Parte quarta
 73 Parte quinta

111 Riferimenti bibliografici


 

 

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Pagina 3

Introduzione

di Paolo Mauri


Provo a immaginare un mondo senza la lettura. Come sarà? I cani e i gatti non leggono. Gli uccelli nemmeno. Possiamo dire che siano creature spregevoli? Naturalmente no. Non leggono i coccodrilli, le giraffe, gli ippopotami. Solo l'uomo legge, ma non da sempre. Il libro (il Libro) si intreccia con forme di religione evoluta: ebraismo, cristianesimo, islamismo... Prima la parola veniva scolpita nella mente. Semplici formule. Poi ideogrammi. I Greci non venivano dal Libro, ma certo furono i grandi artefici dei libri. A loro dobbiamo i grandi poemi, il teatro, la poesia. Il ritmo governa il mondo, scrisse una volta Archiloco. Leggere significa porsi in ascolto per catturare quel ritmo, cercare sintonie e distonie. Andare piú in là.

Noi che leggiamo senza pronunciare le parole a voce alta stupiremmo gli antichi, abituati al rimbombare della voce. Leggere non era ancora un atto privato e d'altra parte l'individuo, come lo concepiamo oggi, è una conquista relativamente recente. I Greci avevano gran cura degli individui, ma consentivano la schiavitú.

Si pensa che leggendo si diventi migliori, che un uomo che legge ne vale due. Sono solo slogan. In realtà leggendo si scoprono anche cose che non sempre fa bene sapere. Si esplora la natura umana, la doppiezza delle anime, a cominciare dalla propria.

Una volta la lettura riguardava quasi soltanto i libri sacri: il sacerdote garantiva la correttezza dell'interpretazione. Lutero volle rompere con l'unicità della lettura e costruí un monumento all'uomo libero. Libero anche di interpretare il Testo. Ogni volta che leggiamo un libro, ma è impossibile, dovremmo ricordarci di quanta strada è stata necessaria per rendere possibile questa semplice operazione.

Questa antologia, necessariamente parziale, necessariamente limitata, ha lo scopo di rendere espliciti alcuni punti di vista sulla lettura pronunciati nel corso dei secoli. È come guardare se stessi mentre si legge: una forma di spionaggio o se si vuole di introspezione. La penso anch'io cosí? La pensiamo ancora cosí oggi? La nostra epoca ha già nostalgia dei libri. Non li ha ancora eliminati, non è ancora riuscita a sostituirli con lo schermo dei computer. Ma diamo tempo al tempo: per i computer questa è la protostoria. Intanto si moltiplicano i romanzi e i film in cui si racconta di piccole librerie che resistono impavide di fronte al proliferare dei colossi che vendono solo bestseller. Zafon, all'inizio del suo romanzo, immagina una sorta di biblioteca segreta. Borges ha dichiarato la biblioteca di Babele infinita.

Don Chisciotte e madame Bovary si sono rovinati leggendo romanzi. La piccola Alice, sentendo leggere, si è addormentata e si è messa a sognare: adesso siamo noi che possiamo leggere Alice. E sognare insieme a lei.

La televisione fa una grande concorrenza al libro: ruba tutto il tempo disponibile. Ne lascia un briciolo ai grandi, quasi niente ai bambini. La battaglia per la lettura è impari.

Secondo un recente libro bianco sull'editoria i dirigenti italiani spendono quanto gli operai per acquistare libri. I libri non compaiono in molte case e c'è chi pensa che averne uno sia già abbastanza. E se l'umanità che legge smettesse di leggere? Interromperemmo una catena virtuosa, che ci consente di collegarci, anche senza internet, con il mondo del passato e del presente lontano da noi. La lettura è esplorazione, esposizione di sé all'esperienza altrui. Poi, si sa, c'è anche l'arte, l'emozione di incontrare l'opera d'arte sotto forma di poesia, di romanzo o di racconto. In breve diventeremmo molto piú poveri. Vivere senza leggere non è impossibile, molti lo fanno e lo hanno sempre fatto.

Waugh, nel suo magnifico romanzo Una manciata di polvere, immagina che un colono analfabeta che vive nella foresta amazzonica ospiti un esploratore colto per farsi leggere, la sera, le opere di Dickens. Ho detto «ospiti», ma ben presto il malcapitato scopre che si tratta di una vera e propria schiavitú. L'uomo ha un fucile e lui, che si è perso, non ha piú nulla. Si salva con la lettura come Sheerazade.

Chi legge ha sempre una sorta di fucile puntato contro: se smette qualcosa finisce per sempre. Non muore solo il lettore, muore tutto un mondo. Impossibile? E già accaduto un'infinità di volte.

A proposito: non sono poi tanto sicuro che i cani che vivono in casa con noi non sappiano leggere. Lo fanno di nascosto, ma lo fanno.

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Pagina 9

Dinanzi ai libri aperti parlavamo piú di amore che di filosofia, ed erano piú i baci che le sentenze. Piú ai seni che ai libri correvano le mani, e gli occhi riflettevano l'incanto dell'amore piú spesso che non si volgessero alla lettura del testo.

PIETRO ABELARDO, Lettere

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Pagina 19

Non si legga per contraddire e confutare, né per credere ciecamente e dare per scontato, né per trovare motivo di conversazione, ma per ponderare e valutare. Alcuni libri debbono essere assaggiati, altri trangugiati, altri ancora masticati e digeriti; vale a dire alcuni debbono essere letti solo in parte, altri senza grande attenzione, altri ancora da cima a fondo, con grande impegno. Si possono leggere libri anche per procura, grazie a compendi fatti da altri individui, ma questo lo si dovrebbe fare solo per gli argomenti poco rilevanti e con i libri piú futili, altrimenti gli estratti sono insipidi come le comuni acque distillate.

La lettura rende l'uomo completo, il dialogo lo rende pronto, la scrittura preciso.

FRANCESCO BACONE, Saggi

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Pagina 20

Insomma, tanto s'immerse nelle sue letture, che passava le nottate a leggere da un crepuscolo all'altro, e le giornate dalla prima all'ultima luce; e cosí, dal poco dormire e il molto leggere gli s'inaridí il cervello in maniera che perdette il giudizio. La fantasia gli si empí di tutto quello che leggeva nei libri, sia d'incantamenti che di contese, battaglie, sfide, ferite, dichiarazioni, amori, tempeste ed altre impossibili assurdità; e gli si ficcò in testa a tal punto che tutta quella macchina d'immaginarie invenzioni che leggeva, fossero verità, che per lui non c'era al mondo altra storia piú certa.

MIGUEL DE CERVANTES, Don Chisciotte della Mancia

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Pagina 24

Non c'è nulla per cui io voglia rompermi la testa, non certo per la scienza, per quanto grande sia il suo pregio. Nei libri cerco solo di procurarmi un po' di piacere con un onesto passatempo; o se studio, vi cerco solo la scienza che tratti della conoscenza di me stesso e che mi insegni a morir bene e a viver bene.

*


Quanto alle difficoltà, se ne incontro leggendo, non sto li a logorarmici; le lascio andare, dopo aver fatto contro di loro uno o due assalti.

Se mi ci intestassi, mi ci perderei, e ci perderei tempo: poiché ho uno spirito che giudica a prima vista. Quello che non vedo alla prima, lo vedo ancora meno se mi ci ostino. Non faccio niente senza gioia: e il perdurare di uno sforzo troppo teso offusca il mio giudizio, lo contrista e lo fiacca. La vista mi si confonde e vi si sperde. Bisogna che ne la distolga e ve la riporti a intervalli: come per giudicare lo splendore dello scarlatto ci si consiglia di gettarvi sopra gli occhi, scorrendolo con diverse occhiate, a rapide e reiterate riprese.

Se questo libro mi annoia, ne prendo un altro; e mi ci applico solo in quei momenti in cui la noia del non far niente comincia a prendermi. Non mi occupo dei nuovi, poiché gli antichi mi sembrano piú succosi e vigorosi; né dei greci, poiché il mio intelletto non si sa accontentare di una comprensione puerile e da principiante.

MONTAIGNE, Saggi

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Pagina 53

Quanto al carattere, era piuttosto taciturno che chiacchierone; aveva, inoltre, una nobile inclinazione a istruirsi, cioè a leggere libri, del contenuto dei quali non stava a darsi pensiero. Per lui era completamente indifferente che si trattasse delle avventure d'un eroe innamorato, d'un semplice abbici, o d'un libro d'orazioni: leggeva tutto colla stessa attenzione; se gli avessero posto innanzi della chimica, neppure questa avrebbe rifiutato. Quel che gli dava gusto, non era ciò che veniva leggendo, ma piuttosto la lettura in sé, o per dir meglio, il processo stesso della lettura, per cui ecco, dalle lettere immancabilmente vien fuori una certa parola, la quale, a volte, sa il diavolo che cosa vorrà dire. Questo processo del leggere si svolgeva per lo piú in posizione orizzontale, nell'anticamera, sul lettuccio, e piú precisamente sul materasso, che era diventato, in seguito a tale circostanza, schiacciato e sottile come un brigidino.

NIKOLAJ GOGOL', Le anime morte

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Pagina 80

So di distretti in cui i giovani si prosternano di- nanzi ai libri e ne baciano con barbarie le pagine, ma non sanno decifrare una sola lettera.

JORGE LUIS BORGES, La biblioteca di Babele


Dove per mille anni aveva dominato la fede, ora domina il dubbio. Tutto il mondo dice: d'accordo, sta scritto nei libri, ma lasciate un po' che vediamo noi stessi. E come se la gente si avvicinasse alle verità piú solenni e battesse loro sulla spalla; quello di cui non si era mai dubitato, oggi è posto in dubbio.

BERTOLT BRECHT, Vita di Galileo


Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare li con le scarpe in una mano e il libro nell'altra.

Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà piú verso di smuoverti. Fa' in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta' attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d'interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c'è ancora? Devi far pipi? Bene, saprai tu.

ITALO CALVINO, Se una notte d'inverno un viaggiatore


Il lettore che non può smettere, che continua sempre a leggere, sempre di piú, e sempre di piú cose antiche, e cosí diventa una figura non trascurabile, una specie di uomo di fiducia degli altri, che si affidano a lui: troverà, purché non smetta mai - essi pensano -, anche la cosa decisiva.

*

I libri non letti si vendicheranno? Si rifiuteranno, trascurati, di accompagnarlo all'ultima dimora? Si getteranno sui libri sazi, tante volte letti e li stracceranno?

ELIAS CANETTI, La provincia dell'uomo


E quindi si rassicurino i lettori. Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai.

UMBERTO ECO, Quanti libri non abbiamo letto?


Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l'elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, sono difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, cosí si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all'ultimo romanzo giallo).

I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un'ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere.

Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta.

UMBERTO ECO, Libri da consultare e libri da leggere

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Pagina 93

Ciò che arriva al lettore è un mondo, e quel mondo viene a mescolarsi alla pluralità dei mondi da cui si lascia abitare. La lettura è una mescolanza di mondi, una cosmogonia in fase di genesi o di agonia, la caratterizzazione potenziale, esponenziale, ma sempre asintotica, di una congruenza prima e ultima, all'interno del libro ma anche tra questo e la cosmografia del suo tempo - si tratti del tempo della sua scrittura oppure di uno dei tempi della sua lettura, uno di quei tempi cosí numerosi e diversi, dato che il libro «attraversa i secoli», come si dice.

*

Tutti i libri sono raccolte di geroglifici, collezioni di caratteri sacri e assemblaggi di icone e di emblemi che compongono una cifra dalla combinazione inestricabile, che ogni lettore a sua volta tenta di ricomporre secondo la chiave di un codice diverso e di una mitologia reinventata.

*

Di per sé, il libro è illeggibile, ed è in nome dell'illeggibile che esso ordina o richiede la lettura. L'illeggibile non è ciò che è formulato troppo male, cancellato, scarabocchiato: l'illeggibile è quel che resta chiuso nell'apertura del libro, quel che scivola di pagina in pagina per restare preso, incollato, cucito nella rilegatura, o laboriosamente buttato giú in marginalia nel tentativo di sorprendere il segreto, cominciando a scrivere un altro libro.

L'illeggibile è ciò che non è in alcun modo da leggere e soltanto a partire dal quale è dato leggere qualcosa.

*

Il lettore, nella libreria, non legge o legge poco, ma sfoglia, ispeziona a tentoni, quasi alla cieca. Non divora, ma gusta, annusa, o lecca la sostanza.

*

L'Idea del libro è sempre stata, fin dalla sua prima concezione, l'Idea della sua lettura e, attraverso la sua lettura, l'Idea di un altro libro, di un'altra scrittura che si concatena alla prima.

JEAN-LUC NANCY, Del libro e della libreria

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