Copertina
Autore Publio Ovidio Nasone
Titolo Rimedi contro l'amore
EdizioneMarsilio, Venezia, 2008 [1986], Letteratura universale , pag. 182, bilingue, cop.fle., dim. 12x18,2x1,2 cm , Isbn 978-88-317-6906-8
OriginaleRemedia amoris
CuratoreCaterina Lazzarini
PrefazioneGian Biagio Conte
TraduttoreCaterina Lazzarini
LettoreRiccardo Terzi, 2008
Classe classici latini
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Indice


  9 L'amore senza elegia: i Remedia amoris e la logica di un genere
    di Gian Biagio Conte

 55 Nota su Ovidio
    di Caterina Lazzarini

 67 Bibliografia


 71 RIMEDI CONTRO L'AMORE


127 Commento

177 Abbreviazioni


 

 

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Pagina 73

Amore aveva letto il titolo di questo libriccino e c'era anche il suo nome: «guerra – disse – lo vedo: mi si muove guerra».

«Non condannare, Cupido, me tuo vate, io che tante volte, al tuo comando, ho portato le insegne che mi affidavi. Non sono il Tidide io, ferita dal quale tua madre tornò sui cavalli di Marte nei limpidi spazi del cielo. Spesso gli altri giovani sono fiacchi di cuore; io ho sempre amato e, se vuoi sapere che cosa sto facendo anche ora, amo. Che, anzi, ho anche insegnato l'arte di conquistarti, e quanto ora è dottrina un tempo fu impulso.

Non tradisco te, seducente fanciullo, né l'arte che è mia, e una nuova Musa non ha disfatto la trama del mio precedente lavoro. Se c'è chi ama e questo amore gli provoca piacere, goda felice della sua passione e navighi col favore del vento; ma se qualcuno mal sopporta la tirannia di una fanciulla ingrata, per non soccombere, provi l'efficacia della mia arte.

Come mai c'è chi, per amore, stretto il collo in un laccio, s'è impiccato a un'altissima trave, triste fardello? Perché un altro si è trafitto il petto col duro ferro? Tu, che ami la pace, ti rendi odioso come chi sparge sangue. Chi, se non smette di amare, è destinato a morire di un amore infelice, smetta: tu non sarai causa di morte per nessuno.

Sei un fanciullo: nulla se non il gioco è a tua misura: gioca; ai tuoi anni si addice un governo dolce. [Avresti infatti potuto servirti dei nudi dardi per la guerra, ma le tue armi non conoscono il sangue della morte]. Combatta pure il tuo patrigno coi gladii e con la lancia dalla punta acuta, e vada, vincitore, insanguinato dalle molte stragi. Tu cura le arti di tua madre, delle quali ci serviamo senza timore, e che mai hanno privato una madre di suo figlio.

Fa' che risse notturne infrangano la porta e che una pioggia di ghirlande orni i battenti fino a ricoprirli; fa' che s'incontrino furtivi i giovani e le timide fanciulle e con qualche accorgimento esse ingannino il compagno sospettoso; ed ora tenerezze, ora insulti dica l'amante all'uscio che non cede e, chiuso fuori, canti col pianto nella voce. Di queste lacrime ti contenterai senza macchiarti di morte: alla tua torcia non si addice di alimentare i roghi funebri».

Questo gli dissi; fulgente d'oro, Amore frullò le ali gemmate e mi rispose: «porta a termine l'opera che hai in mente».


Ai miei precetti volgetevi, giovani caduti in trappola, voi che il vostro amore ha in ogni modo ingannato. Imparate da me a guarire, come da me imparaste ad amare; un'unica mano vi recherà ferita e soccorso. La terra nutre erbe salutari, la stessa terra nutre quelle velenose, e la rosa è spesso prossima all'ortica. L'asta d'Achille, che un giorno aveva inferto al nemico figlio di Ercole una ferita, alla ferita seppe portare aiuto. (Ma, o fanciulle, tutto quanto è detto agli uomini è detto anche per voi, credetelo. Noi diamo armi alle fazioni opposte. Di esse, se qualcuna non si adatta ai vostri usi, può tuttavia giovare molto con l'esempio).

Proposito utile è quello di smorzare le fiamme crudeli dell'amore e non avere il cuore schiavo della sua debolezza.

Sarebbe ancora in vita Fillide, se avesse profittato dei miei insegnamenti, e avrebbe percorso più spesso la strada che fece nove volte. Didone, morendo, non avrebbe visto dal sommo della rocca le navi dei Dardani dare le vele al vento, e per dolore non avrebbe aggredito il proprio ventre Medea, la madre che per vendicarsi del marito distrusse il frutto della loro unione. Con la mia arte Tereo, per quanto Filomela lo attraesse, non avrebbe meritato col suo crimine d'essere fatto uccello. Affidami Pasifae: ecco che lascerà l'amore per il toro; dammi Fedra, e di Fedra svanirà l'amore vergognoso. Rendimi Paride, ed Elena rimarrà di Menelao, né per mano dei Danai Ilio cadrà vinta. Se l'empia Scilla avesse letto il mio libriccino, il capello di porpora, Niso, sarebbe rimasto sul tuo capo.

Sotto la mia guida, uomini, reprimete le passioni funeste; sotto la mia guida la nave proceda spedita insieme all'equipaggio. Nasone allora dovevate leggere, quando avete imparato l'amore; ora dovrete leggere quel medesimo Nasone. Pubblico liberatore, affrancherò i cuori oppressi da tiranni: collabori ciascuno alla sua liberazione.

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Pagina 81

Dunque, appena apparirai in grado di essere curato, bada di fuggire l'ozio per prima cosa: è il mio consiglio. L'ozio procura amore; come l'ha procurato, lo conserva; l'ozio è causa e alimento di questo dolce male. Se scacci l'ozio, non ha più forza l'arco di Cupido, e la sua torcia giace abbandonata e spenta. Quanto il platano ama il vino, il pioppo l'acqua, la canna palustre il terreno fangoso, tanto ama Venere l'ozio; tu che cerchi la fine del tuo amore (l'amore cede all'azione), datti all'azione: sarai salvo.

Il languore e gli eccessivi sonni indisturbati e il gioco e il vino abbondante che fa pulsare le tempie, pur senza ferire, strappano all'animo tutte le energie; nei cuori incauti s'insinua insidioso Amore. Quel fanciullo ama seguire i pigri, odia chi è attivo: da' alla mente libera un lavoro che la impegni.

Ci sono i tribunali, c'è la legge, ci sono gli amici da difendere: avventurati per il sontuoso accampamento della Roma togata. Oppure intraprendi il servizio del sanguinoso Marte, adatto ai giovani: le mollezze batteranno in ritirata in tua presenza. Ecco i Parti, famosi per la fuga: nuova occasione di grande trionfo, vedono già nei loro campi le armi di Cesare. Vinci insieme le frecce di Cupido e quelle dei Parti e reca agli dèi della patria doppio trofeo. Venere, dal giorno in cui venne ferita dall'asta di Diomede, affida al suo amante la direzione della guerra. Volete sapere come mai Egisto sia diventato adultero? La ragione è evidente: non aveva niente da fare. Gli altri combattevano una lunga guerra presso Troia; la Grecia intera vi aveva trasportato le sue forze. Sia che volesse impegnarsi in guerra, Argo non ne offriva alcuna, sia nell'attività forense, Argo era priva di contese. Fece quel che poteva, per non restar lì in ozio: amò. È così che arriva quel fanciullo, così rimane.

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Pagina 99

Dunque, quando ti si chiederà l'amplesso (impegno del vigore giovanile), e sarà vicino il tempo della notte promessa, perché il piacere che ti offre la tua donna non ti catturi, se lo assapori con tutte le forze, vorrei che prima un'altra qualsiasi possedessi. Che ti trovassi una qualunque, in cui placare il primo desiderio: quello che verrà dopo sarà un piacere fiacco. Venere è graditissima quando è a lungo attesa: col freddo piace il sole, col sole l'ombra, l'acqua è cara a chi prova la sete.

Me ne vergogno, eppure lo dirò: scegli l'amplesso in quella posizione che pensi si addica di meno alla tua donna. Non è fatica ottenerlo: sono rare le donne che a sé dicono il vero, e non c'è nulla che stimino a loro sconveniente. Ti esorto anche a spalancare le finestre allora, e ad osservare alla luce del giorno le parti da tenere nascoste. Poi, non appena il piacere consumato è giunto al traguardo, e i corpi stanno in abbandono con tutta l'anima, mentre è tale il rigetto, che vorresti non aver toccato donna, e ti sembra che a lungo non ne toccherai, allora segna nel tuo cuore qualsiasi pecca è nel suo corpo, e tieni sempre gli occhi fissi ai suoi difetti.

Questi suggerimenti, forse qualcuno li dirà di poco conto (di fatto poi lo sono), ma i rimedi inefficaci singolarmente, giovano nel loro insieme. La piccola vipera uccide col morso il grande toro; spesso il cinghiale è tenuto in scacco da un cane di non grossa taglia. La forza della tua battaglia stia nel numero dei miei precetti, raccolti tutti insieme: dalla loro concentrazione usciranno potenziati.

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Pagina 125

Ecco, per assolvere ogni compito della medicina, ora ti parlerò anche dei cibi, quelli da evitare e quelli da scegliere. La cipolla, che venga dalla Daunia, o arrivi dalle coste della Libia, o da Megara, sarà dannosa in ogni caso. E non è meno opportuno evitare la rucola stimolante e tutto ciò che predispone il nostro corpo a Venere. Meglio far uso di erba ruta, che acuisce la vista, e di tutto quanto allontana il nostro corpo da Venere. Mi chiedi che cosa ti consigli quanto al dono di Bacco? Ti esaudirò coi miei insegnamenti più brevemente di quanto tu non speri. Il vino dispone lo spirito all'amore, a meno che tu non ecceda, e i sensi intorpidiscano, per il molto vino. Il fuoco si nutre di vento, il vento lo spegne; una brezza leggera alimenta le fiamme, se troppo impetuosa le spegne. Quindi, bando all'ebbrezza, oppure essa sia tale da toglierti ogni pensiero: qualsiasi via di mezzo è pericolosa.

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