Autore Andrea Pau
CoautoreJean Claudio Vinci [illustrazioni]
Titolo Rugby Rebels. Rimessa in gioco
EdizioneEL, Trieste, 2015, Einaudi Ragazzi 579 , pag. 176, ill., cop.fle., dim. 13,6x19x1,3 cm , Isbn 978-88-6656-239-9
LettoreDavide Allodi, 2018
Classe ragazzi , sport












 

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Indice


      Rimessa in GIOCO

  7   TV81
 16   Un allenamento particolare
 22   La saetta delle piste ciclabili
 33   Ribelli in campo
 42   Quattro diviso due

 53   Intervista con la coach
 61   La mattina dei fuori (dalla) classe
 72   Punizioni e complotti
 81   Incontri
 90   Scottie

100   Domenica da Jock
109   Appuntamento a Market Street
127   Alla ricerca di Marek
135   Into the Wild
145   Mighty
161   Saint John Hospital


 

 

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Pagina 7

TV81
CAPITOLO 1



Dai blog di Gates:

Un veloce aggiornamento, amici lettori... dopo la pausa di fine ottobre, questa settimana riprenderà il campionato giovanile. I Rebels sono pronti e sono pronto anche io con alcune novità che riguardano il blog! Tornate da queste parti, ne vedrete delle belle!

- E in questo studio stanno registrando lo show che andrà in onda prima del telegiornale!

Joseph MacCormick apri con attenzione le ante di un enorme portellone verde. Diego e Gates osservarono il giornalista. Indice davanti alla bocca, intimò loro il massimo silenzio. I due tuffarono lo sguardo oltre il portello. Immediatamente furono inondati dalla luce di una decina di proiettori. Illuminavano il centro di uno studio televisivo, nel quale alcuni divani mostravano uomini azzimati e donne in abito da sera impegnati a discutere di qualche argomento futile, spronati dalle domande maliziose di un presentatore.

Quel pomeriggio la squadra dei Rebels, dove giocavano i due ragazzi, non aveva allenamento, e Gates ne aveva approfittato per trascinare il suo migliore amico negli studi di TV81. Grazie all'interessamento del signor MacCormick, da alcuni mesi l'emittente aveva dato risalto al lavoro che Gates faceva con il suo blog sul rugby. Il fatto che il sito di un ragazzino di dodici anni fosse scritto con quella qualità e avesse cosí tanti contatti giornalieri era una notizia. E il fiuto di MacCormick non se l'era fatta sfuggire: aveva contattato il mago del computer e í commenti sportivi del ragazzo erano finiti anche sul sito di TV81. Il mondo dell'informazione attirava Gates come le lampadine attirano le zanzare. Gates era già stato alcune volte alla sede della televisione, ma appena il giornalista gli aveva proposto di fare una visita completa, il giovane blogger aveva accettato con entusiasmo. E aveva portato con sé Diego.

- Tutto questo è molto interessante, signor MacCormick, - disse Gates mentre, con un lembo della maglietta, si puliva le lenti degli occhiali. - Osservare da vicino la cabina di regia e gli studi dove vengono registrati i programmi è un'esperienza emozionante...

- Ma...? - Il giornalista sorrise. Alcuni capelli bianchi scintillarono mentre chiudeva la porta dello studio.

- ... ma vorrei vedere la redazione del telegiornale -. Gates aveva un'espressione sognante, persa nel vuoto. - Dove nascono le notizie, come ne discutete. Voglio capire come funziona un telegiornale!

Diego osservò l'amico e cercò di nascondere un sorriso. Che fosse una partita di rugby, un corso di informatica o una visita a TV81, se qualcosa lo appassionava, Gates ci si buttava a capofitto, euforico come il vincitore della lotteria di capodanno.

MacCormick posò la mano sulla spalla di Gates e Diego e li sospinse verso un ascensore li vicino.

- D'accordo, ragazzi. Preparatevi a vivere l'eccitante esperienza di un pomeriggio a Tg81.

Salirono per tre piani, poi uscirono in un corridoio in tutto uguale a quello dei piani inferiori. Pareti lisce di perlinato verde lucente, bianchissime luci al neon che illuminavano i tratti fra gli enormi finestroni di vetro.

Solo per una cosa quel corridoio era differente: la gente.

- Sembra un formicaio! - sbottò Diego. Da quando era uscito dall'ascensore, almeno quattro persone lo avevano sballottato chiedendogli distrattamente scusa e passando oltre, veloci come centometristi.

- Ecco. Le notizie nascono cosí, - sogghignò MacCormick. - Dalla fretta. La furia di trovare le fonti giuste, la velocità per arrivare primi al fatto che può interessare il maggior numero di persone.

Diego si era prudentemente accostato a una parete, mentre Gates rimaneva inebetito a osservare quel viavai febbrile, gli occhi illuminati dalla sorpresa.

Senza aggiungere altro, il giornalista avanzò verso una stanza.

I ragazzi lo seguirono e si ritrovarono in un enorme ambiente disseminato di scrivanie. Sopra i tavoli era tutta una catasta di fogli di carta, lettere, computer portatili, tablet e telefoni. Tutt'attorno, brulicava una massa chiassosa e concentrata.

MacCormick, con un gesto teatrale, allargò il braccio per dare il benvenuto ai due Rebels. Quella era la redazione.

Alcuni giornalisti, le maniche delle camicie sollevate, battevano veloci sulle tastiere dei pc. Altri chiacchieravano tra di loro. Molti urlavano al telefono e prendevano appunti su striminziti post-it. Uno spettacolo disordinato e vitale che Diego e Gates osservavano a bocca aperta.

- Ehi, tu, ragazzino!

La voce era rauca, di una tonalità molto bassa.

Diego si voltò nella direzione dalla quale proveniva e sobbalzò.

- Dico a te, sí.

Si ritrovò davanti la faccia scavata di un uomo sui sessant'anni, i capelli totalmente bianchi e gli occhi di un azzurro opaco, lattiginoso. Masticava il moncone spento di quello che un tempo era stato di certo un perfetto sigaro Havana.

- Sí? - L'estremo dei Rebels si stupí della sua stessa voce, che venne fuori molto flebile.

- Quanti anni hai? Quattordici? Quindici?

- Tredici.

- Va bene lo stesso -. L'uomo ruminò per qualche istante il sigaro. - Hai mai sentito parlare di una gang di ragazzini che compie scippi e piccoli furti nella zona del porto? Non è che per caso qualcuno è amico tuo, o va a scuola con te?

Diego non sapeva se ridere o sentirsi offeso dalla domanda di quello strano uomo. Gli stava chiedendo davvero se faceva parte di una gang di teppisti? Già da tempo meditava di tagliare quei fastidiosi, morbidi peli che avevano cominciato a spuntargli sotto il naso. Baffetti da adolescente, come li chiamava suo padre. Possibile che bastassero a dargli un'aria da malvivente?

- Allora? - lo incalzò l'uomo. Indossava una camicia bianca vecchissima, ormai quasi trasparente, e dei pantaloni lisi di grezzo cotone marrone. Solo la cravatta era inappuntabile, un nodo talmente perfetto da sembrare disegnato.

- No, non li conosco... anzi, non ne ho mai sentito parlare!

- Anche tu! Quei dannati sembrano invisibili... - sbraitò l'uomo. Poi si calmò, squadrò Diego con la caricatura di un sorriso e gli scompigliò i capelli castani. - Grazie lo stesso, piccoletto. E tieniti lontano dalla zona del porto, la sera.

Poi il tizio schizzò via perdendosi tra la folla di giornalisti, lasciando interdetti i due ragazzi e paonazzo dalle risate il signor MacCormick.

- State tranquilli, abbaia ma non morde, - spiegò. - Si chiama Bob Robertson, è uno dei giornalisti piú anziani qua dentro e da una settimana si è messo in mente di trovare una banda di piccoli criminali che sembra inafferrabile. Ogni volta che incontra un ragazzo, lo torchia come ha fatto con te, Diego.

- Sembrava mi stesse accusando, - sospirò l'estremo dei Rebels.

- È il suo modo di fare! - sentenziò MacCormick. - I vecchi cronisti sono fatti cosí. Riuscirebbe a far confessare il demonio in persona! Magari un giorno anche il tuo amico Gates ti squadrerà con lo stesso sguardo indagatore.

A quelle parole, l'occhialuta ala dei Rebels gonfiò il petto. Un sorriso gigantesco gli deturpava la faccia.

Diego conosceva bene quel sorriso. Gli era venuta un'idea. - Signor MacCormick, posso chiederle una cosa?

Il giornalista portò i due verso un distributore d'acqua e riempi due bicchieri per i ragazzi. - Dimmi pure.

Gates vuotò il bicchiere in un sorso e prese a parlare. - Mi è appena venuta in mente una rubrica per il blog. Delle brevi interviste a tutte le squadre del campionato giovanile...

- Mi pare una buona cosa.

- Sí, ecco... però io volevo chiederle se fosse possibile seguirla durante qualche sua intervista, per capire come fa. Per imparare. Ricordo le domande che qualche mese fa fece alla nostra coach, Mighty Keira, e mi piacerebbe imparare a fare le domande giuste. Ecco, non voglio disturbare ma...

- Ma quale disturbo! È un'ottima idea. Mi piace il tuo entusiasmo... e sai che ti dico?

Diego vide Gates trattenere il respiro. «Se non continua la frase, finisce che il mio amico scoppia come un palloncino» pensò.

- Parlerò della tua idea al direttore, - disse MacCormick. - Chissà che, come qualche tempo fa, la tua rubrica non trovi spazio sul sito di TV81.

Gates si lasciò sedere su una sedia girevole, senza fiatare. Era troppo felice per parlare, ma i suoi occhi dicevano tutto. In quel momento il cellulare che aveva in tasca mandò una vibrazione. Lo prese in mano e lesse il messaggio che gli era arrivato.

Quando sollevò lo sguardo, era terreo in volto.

- Un messaggio di Morgana.

A vederlo con quella faccia, Diego si accostò allarmato. - Che succede?

- Vogliono fare un'uscita a quattro, - rispose Gates, molto lentamente.

- Vogliono?

- Lei ed Elly. Per lo spettacolo pomeridiano di mercoledí. Io, Morgana, tu, Elly.

Il volto di Diego perse immediatamente colore. Un'uscita a quattro? Ma che razza di idea era?

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