Copertina
Autore David Peace
Titolo GB84
EdizioneMarco Tropea, Milano, 2006, Le Gaggie , pag. 476, cop.fle., dim. 140x214x23 mm , Isbn 978-88-438-0478-8
OriginaleGB84 [2002]
TraduttoreMarco Pensante
LettoreGiorgia Pezzali, 2006
Classe narrativa inglese
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Pagina 11

La prima settimana
lunedì 5 — domenica 11 marzo 1984



Terry Winters sedeva al tavolo della cucina del suo trilocale nei sobborghi di Sheffield, South Yorkshire. I suoi tre figli bisticciavano per le uova strapazzate. Sua moglie era preoccupata per il bucato e il tempo. Terry li ignorava. Dalla tasca destra della giacca tirò fuori una scheda di indirizzario. La lesse. Chiuse gli occhi. Ripeté ad alta voce quello che aveva appena letto. Aprì gli occhi. Rilesse la scheda. Controllò quello che aveva detto. Nessun errore. Si infilò la scheda nella tasca sinistra della giacca. Dalla tasca destra tirò fuori un'altra scheda. La lesse. Chiuse gli occhi. Ripeté ad alta voce quello che aveva letto. Aprì gli occhi. I suoi figli litigavano per il pane tostato. Sua moglie era ancora preoccupata per il bucato e il tempo. Lo ignoravano. Rilesse la scheda. Di nuovo nessun errore. Si infilò la scheda nella tasca sinistra. Dalla tasca destra tirò fuori un'altra scheda. La lesse. Terry chiuse gli occhi. Terry Winters stava imparando il copione.


Neil Fontaine è in piedi fuori dalla suite dell'Ebreo al quarto piano del Claridge. Ascolta i telefoni squillare e le voci alzarsi dentro. Pensa al combinarsi di circostanze, al coincidere di motivazioni e al convergere di cause. Neil Fontaine è in piedi fuori dalla suite dell'Ebreo al quarto piano del Claridge e ascolta i tappi saltare e i bicchieri tintinnare. Pensa a guerre che iniziano e a epoche che finiscono. All'orario di una riunione e all'apertura di una busta...

Alla chiusura di un pozzo e alla proclamazione di uno sciopero...

Alle luci di un corridoio. All'ombra su un muro...

Terrore e miseria in questo Nuovo Reich.

Neil Fontaine è in piedi fuori dalla suite dell'Ebreo. Ascolta i brindisi...

Dentro.


Fecero colazione di fronte al County Hotel in Upper Woburn Place, a Bloomsbury. Quattro tavoli. Colazione inglese completa. Terry Winters solo tè zuccherato. Dick altro pane tostato. Nessun altro che apriva bocca. Tutti coi postumi della sbronza...

Tutti tranne il Presidente. Era sul primo treno da Sheffield.

Ripulirono i piatti con il pane rimasto. Spensero le sigarette. Vuotarono le tazze di tè. Terry Winters pagò il conto. Chiamarono quattro taxi per Hobart House. Terry pagò le corse. Si fecero largo fra i giornalisti e il nevischio. Entrarono.

Il Presidente stava aspettando con Joan, Len e le notizie dal South Yorkshire...

Il pienone.

Fumarono le ultime sigarette. Guardarono l'orologio. Salirono di sopra...

Il Mausoleo...

Sala 16, Hobart House, Victoria:

Luci intense, fumo e specchi...

Le tende arancio antiterrorismo sempre tirate, la moquette in tinta e gli specchi a tutta parete, i tavoli lungo il bordo della sala. Al centro...

Terra di nessuno.

La Commissione in cima; il BACM e il NACODS lungo i lati...

Il Sindacato nazionale dei minatori in fondo al tavolo.

Presenti cinquanta persone dal Comitato consultivo nazionale per l'industria del carbone...

Ma non c'erano consultazioni oggi. Solo provocazioni...

Ancora provocazioni. Provocazioni vere...

Cinquanta persone che guardavano il Segretario del Comitato lasciare la parola al suo vice.


Il Meccanico riattacca. Chiude l'officina. Va a prendere i cani a casa di sua madre a Wetherby. Fa salire i cani sul sedile dietro. Imbocca l'A1 verso Leeds. Entra nel parcheggio. Lascia i cani in macchina. Si dirige verso il bar per camionisti...

Paul Dixon è già qui. Siede a un tavolo rivolto verso la porta e il parcheggio.

Il Meccanico si siede di fronte a Dixon.

«Bella abbronzatura, Dave» dice Dixon. «Deve andare proprio bene l'officina.»

Il Meccanico dice: «Non farebbero male neanche a te un paio di settimane di sole».

«Non tutti hanno la tua fortuna, Dave» dice Dixon.

Il Meccanico scuote la testa. Dice: «La devo tutta a te, sergente».

«Mi fa piacere che apprezzi i vantaggi di un rapporto speciale come il nostro» dice Dixon.

Il Meccanico sorride. Dice: «Per quello lo chiamano Reparto speciale, no?».

Paul Dixon ride. Offre al Meccanico una sigaretta.

Il Meccanico scuote di nuovo la testa. Dice: «Non sai mai quando ti toccherà smettere, giusto?».

«Cosa ne dici allora di una bella tazza di tè dello Yorkshire, Dave?» chiede Dixon.

Il Meccanico sorride di nuovo. Dice: «Caffè. Nero».

Paul Dixon va al banco. Ordina. Paga. Torna col vassoio.

Il Meccanico ha cambiato sedia. È rivolto alla porta. Al parcheggio.

«Aspetti compagnia?» chiede Dixon.

Il Meccanico scuote la testa. «Tengo solo d'occhio i cani, sergente.»

Paul Dixon si siede con le spalle alla porta. Al parcheggio. Passa al Meccanico il suo caffè.

Il Meccanico ci mette quattro cucchiaini di zucchero. Mescola. Si ferma. Alza gli occhi...

Dixon lo sta fissando. I cani stanno abbaiando dentro la macchina...

Vogliono andare a casa. Fuori.


Terry Winters non chiuse occhio. Nessuno riuscì a dormire...

Non c'era mai buio. C'era sempre luce...

Le luci accecanti sul treno di ritorno verso nord. Le troupe televisive fuori da St. James's House. Le lampade fluorescenti nell'atrio. Nell'ascensore. Nei corridoi. Nell'ufficio...

Sempre luce, mai buio.

Terry chiamò Theresa. Clic-clic. Le disse che non sapeva quando sarebbe tornato a casa. Poi tirò fuori i fascicoli. Tirò fuori l'agenda degli indirizzi. La calcolatrice...

Fece i suoi conti...

Tutta la notte, ancora e ancora, più e più volte.

Mercoledì mattina per prima cosa Terry Winters si trovò dal- l'altra parte della strada al Royal Victoria Hotel con i tesorieri di ciascuno dei venti raggruppamenti e aree del Sindacato. Terry li fece alzare tutti prima di dare inizio all'assemblea. Gli disse di frugare la sala in cerca di cimici e microfoni nascosti. Gli disse di perquisirsi a vicenda.

Poi Terry Winters tirò le tende e chiuse a chiave le porte. Terry disse di scrivere le domande a matita e di chiuderle nelle buste. Si fece passare le buste.

Terry Winters si sedette a capo del tavolo e aprì le buste una a una. Terry lesse le loro domande. Scrisse le risposte a matita sul retro dei fogli. Infilò le risposte nelle buste. Le richiuse col nastro adesivo. Le fece passare lungo il tavolo fino ai singoli autori di ogni domanda...

I tesorieri lessero le risposte in silenzio, poi le restituirono perché venissero bruciate.

Terry Winters si alzò. Terry spiegò a tutti come stavano le cose...

Il governo avrebbe inseguito i loro soldi; gli avrebbe dato la caccia in tribunale.

Spiegò cosa si doveva fare per non lasciare tracce...

Niente di scritto; niente telefonate; solo colloqui personali, di giorno o di notte...

Distribuì elenchi di date e codici da memorizzare e distruggere.

I tesorieri lo ringraziarono, poi tornarono alle loro aree.

Terry Winters tornò dritto a St. James's House. Tornò dritto al lavoro.

Lavorò tutto il giorno. Lavorarono tutti...

Ciascuno nel proprio ufficio.

Gente che andava e veniva. Riunioni qui, riunioni là. Affari discussi, affari conclusi.

Fermandosi per Nine O'Clock News, News at Ten, Newsnight...

Taccuini alla mano, telecamere e registratori accesi:

«Voglio sia chiaro che qui non stiamo scherzando. Non ci faremo sbattere in mezzo a una strada per un decreto legge. Decideremo zona per zona, e secondo me ci sarà un effetto domino».

Altre grida. Applausi...

Effetto domino. Battaglie decisive. Carneficina selvaggia.

Poi di nuovo al lavoro. Tutti. Tutta la notte...

Fascicoli, telefoni e calcolatrici. Tè, caffè e aspirine...

Il Partito comunista e i Lavoratori socialisti che litigavano nei corridoi...

Giacche di Tweed e Giacche di Jeans che si azzannavano alla gola. Agli occhi. Alle orecchie...

Nell'ufficio del Presidente, al piano di sopra, la Settima sinfonia di Sostakovic ad alto volume...

Tutta la notte, per la notte intera, fino al levare del sole.

Terry appoggiò la fronte alla finestra, sotto di lui la città illuminata.

Mai buio...

Non si poteva dormire. Bisognava lavorare...

Sempre luce.

La fronte contro la finestra, il sole che sorge...

Le truppe si stavano radunando in strada, sotto di lui. La Guardia rossa a pieni polmoni:

CRUMIRI, CRUMIRI, CRUMIRI...

Il canto mattutino della Repubblica Socialista del South Yorkshire.

Un'altra tazza di caffè. Un'altra aspirina...

Terry Winters raccolse i suoi fascicoli. La calcolatrice.

Terry chiuse a chiave l'ufficio. Terry percorse il corridoio fino all'ascensore.

Terry salì al decimo piano. Alla Sala conferenze...

Il Comitato esecutivo nazionale del Sindacato nazionale dei minatori.

Terry prese posto alla destra del Presidente. Terry ascoltò.

Ascoltò il Lancashire: «C'è un mostro. Ora o mai più».

Ascoltò il Nottinghamshire: «Se facciamo i crumiri prima ancora di cominciare, finiremo crumiri».

Ascoltò lo Yorkshire: «Siamo in marcia».

Per sei ore Terry ascoltò e così fece il Presidente.

Poi il Presidente smise di ascoltare. Il Presidente si alzò con due lettere...

Ora toccava a loro ascoltarlo.

La richiesta dallo Yorkshire in una mano, la richiesta dalla Scozia nell'altra...

Il Presidente parlò dei colloqui segreti di dicembre fra il Segretario e il Primo ministro. Parlò dei loro progetti segreti per privatizzare l'industria del carbone. Dei loro segreti sogni elettrici e nucleari. Delle loro liste nere segrete...

Dei loro piani espliciti e feroci per massacrare un'intera industria. La loro industria...

Perché a quel punto il Presidente parlava di storia e tradizione. La storia del Minatore. La tradizione del Minatore. L'eredità dei loro padri e dei padri dei loro padri...

I diritti naturali dei loro figli e dei figli dei loro figli...

Le battaglie decisive a venire. La guerra che doveva essere vinta.

Davanti a loro c'era la mozione del South Wales...

«E adesso il momento cruciale» disse il Presidente. «Siamo tutti d'accordo che dovremo batterci. Abbiamo il veto sugli straordinari. Solo la tattica resta da discutere.»

Loro ascoltarono e poi votarono...

Votarono ventuno contro tre di appoggiare le aree in sciopero secondo l'Articolo 41.

Era l'unico voto. L'unico voto che contava...

Il voto per la guerra.

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C'erano volte in cui Terry Winters pensava di avere fatto il passo più lungo della gamba. Più di quanto loro fossero disposti ad accettare. Più di quanto lui potesse reggere. Due trasportatori di carbone avevano intrapreso un'azione legale contro il picchettaggio secondario delle acciaierie di Port Talbot da parte della Federazione del South Wales. Il South Wales aveva chiesto assistenza legale a Terry. Clic-clic. Terry disse che li avrebbe dovuti richiamare. Terry prese un'aspirina. Poi un'altra e un'altra. La causa legale della Commissione contro la gestione del Fondo pensioni praticata dal Sindacato si stava concludendo. Il Presidente contava su Terry per vincerla. Terry non aveva le palle per dirglielo. Terry prese un'altra aspirina. Terry buttò il flacone vuoto nel cestino accanto alla scrivania. Lo mancò. Si prese la testa fra le mani. Restavano ancora quarantotto ore prima che si riunisse l'Esecutivo. Terry non pensava di poter reggere tutto questo ancora per molto. Le tensioni. I sospetti. Le macchinazioni. I discorsi sulle votazioni. Le voci sulle talpe. I mormorii su colpi di stato. Il silenzio e la paura. Nessuno apriva bocca nei corridoi. Sull'ascensore. Per le scale. Tutti si chiudevano nei loro uffici. Le persone venivano convocate con una parola al telefono. Niente spiegazioni. Le persone salivano ai piani alti per stare in piedi di fronte alla scrivania del Presidente. Niente convenevoli. Ricevevano le loro istruzioni. Niente di scritto. Tornavano in ufficio. Nessuna domanda. Chiudevano la porta a chiave. Sedevano alla scrivania...

Monaci colpevoli, pensò Terry. Dal primo all'ultimo.

Terry guardò l'orologio. Senz'altro l'abate lo stava aspettando.

Terry salì di sopra...

Niente Len sulla porta. Len era dentro. Terry appese la giacca. Bussò una volta. Entrò. La sala conferenze era ancora spoglia. Le tende di nuovo tirate. Terry borbottò delle scuse. Prese il suo posto alla destra. Guardò i suoi confratelli...

La maggior parte non sapeva se fuori era giorno o notte. Erano lassù da talmente tanto.

Paul smise di parlare. Paul si sedette.

Il Presidente si rialzò. Il Presidente disse: «Compagni, come tutti sapete, nel corso della prossima settimana questo ufficio assumerà il controllo e la pianificazione di tutti i picchettaggi sull'intero territorio delle Isole britanniche. Assumerà anche la piena responsabilità di assicurare il blocco degli spostamenti di carbone o di combustibili alternativi nel territorio delle Isole britanniche. Andranno inoltrate a questo ufficio anche tutte le richieste locali di appoggio ai nostri fratelli e sorelle del movimento sindacale. Per garantire il sostegno necessario alle varie sedi e federazioni, l'ufficio sarà operativo ventiquattr'ore al giorno sette giorni alla settimana. La Federazione dello Yorkshire sta compilando un elenco di volontari per aiutarci a far fronte alle esigenze di personale. La questione della sicurezza interna e il grado in cui sono state compromesse le nostre comunicazioni rimangono un problema. A questo scopo, il Responsabile esecutivo dispone di contromisure pratiche a breve termine che potranno diventare operative con beneficio immediato alla nostra battaglia per conservare i posti di lavoro e i pozzi. Compagno...».

Il Presidente tornò a sedersi.

Terry si alzò. Terry disse: «Grazie, Presidente. Ho elaborato un codice che permetterà alle varie federazioni e sezioni di contattarci qui alla Direzione utilizzando i nostri numeri e le linee telefoniche esistenti. Intendo rivelarvi questo codice qui e subito, ma vi chiedo di non prendere nota di niente e mandare invece a memoria i dettagli e le istruzioni che sto per comunicarvi. Al ritorno alle vostre federazioni dovrete informare verbalmente i comitati e dare istruzione ai comitati di informare a loro volta nella stessa maniera le loro sezioni locali. Ripeto, nulla dev'essere messo su carta. Ora vi dirò il codice... D'ora in poi, i picchettatori verranno sempre indicati come mele. Ripeto, mele... I poliziotti verranno indicati come patate. Ripeto, patate... Di conseguenza, alle sezioni verrà richiesto di fornire una quantità x di mele sulla base di una quantità y di patate presenti in un dato luogo. Allo stesso modo, le sezioni potranno richiedere al Quartier generale altre mele in risposta a una quantità superiore di patate. D'ora in poi i nostri fratelli e sorelle del NUR verranno definiti meccanici... Ripeto, meccanici... I membri del NUS d'ora in poi verranno definiti idraulici. Ripeto...».


Escono dalla strada principale. Attraversano la zona industriale. Arrivano alla recinzione. Al cancello. Il vecchio cartello dell'Aviazione americana...

C'è lì parcheggiata una Escort riverniciata.

«Cosa sarebbe venuto a fare qui?» domanda Joyce.

Il Meccanico apre la portiera. Fa uscire i cani. Dice: «Ad aspettarmi».

Escono nel freddo. Nella pioggia.

«Dov'è?» domanda lei.

Il Meccanico apre il cancello. Dice: «Di qua».

Si incamminano per la strada sterrata verso la pista di decollo. Verso la vecchia torre di controllo.

Joyce si porta le mani alla bocca. Grida: «Vince! Sono io, Joyce!».

Continuano a camminare.

«Vince» grida lei di nuovo. «Vogliamo solo parlare. Nient'altro. Vieni fuori...»

I cani abbaiano. Il Meccanico e Joyce si fermano...

Vince Taylor sta scendendo gli scalini della torre di controllo.

Gli sta puntando addosso un fucile da caccia...

«Vince» dice il Meccanico. «Non c'è bisogno di quello.»

Vince si avvicina. Dice: «Sta' zitto. In ginocchio. Tutti e due».

Loro si inginocchiano per terra...

È umida. È fredda.

Vince gli punta il fucile al petto. Dice: «Mani sulla testa».

Loro si mettono le mani sulla testa...

Sta piovendo e i cani abbaiano.

Vince si punta la canna del fucile sotto il mento. Preme il grilletto.


Ci sono blocchi stradali sulle strade in entrata e in uscita da Sheffield. Ci sono posti di blocco sulle strade del centro di Sheffield. Ci sono guardie private davanti alle porte dell'albergo. Ci sono minatori grandi e grossi a proteggere e servire i grandi leader nel salone da pranzo del Royal Victoria Hotel. Mettono le mani sul petto dell'Ebreo e gli domandano degli affari suoi. L'Ebreo ride e spiega che gli affari suoi sono affari. Che è qui perché ha intenzione di fare affari...

L'Ebreo indossa il suo giubbotto di pelle da aviatore.

Neil Fontaine chiede loro di tener giù le mani dall'Ebreo e farsi da parte. I minatori grandi e grossi tolgono le mani dall'Ebreo e si fanno da parte. L'Ebreo li ringrazia. L'Ebreo passa da un tavolo all'altro e si presenta ai grandi leader di Durham, Northumberland e Cumberland, delle Midlands, del Lancashire e del Derbyshire. Incita quegli uomini moderati, quegli uomini deboli e vigliacchi, a diventare uomini radicali, uomini forti e coraggiosi, oggi...

Giovedì 12 aprile 1984...

Di tutti i giorni, proprio oggi.

I grandi leader delle Midlands, del Lancashire e del Derbyshire fumano una sigaretta dietro l'altra, i grandi leader di Durham, Northumberland e Cumberland bevono una tazza di tè dietro l'altra. Poi quegli uomini moderati, quegli uomini deboli e vigliacchi, si scusano e lasciano l'Ebreo seduto da solo in mezzo ai tavoli della colazione coi loro portacenere traboccanti e le loro tazze vuote...

L'Ebreo indossa il suo giubbotto di pelle da aviatore. Ora l'Ebreo vuole la guerra.

L'Ebreo si ritira al piano di sopra, nella sala operativa provvisoria della sua suite di Sheffield...

Cammina avanti e indietro sulla moquette. Si mette in posa. Abbaia gli ordini...

Che si aprano le finestre. Che entri il sole. Che le tende si gonfino al vento.

Neil Fontaine apre le finestre al sole, al vento e al mondo esterno:

Tremila minatori in sciopero che circondano il Quartier generale nazionale, duemila poliziotti che guardano la pioggia di frutta e lattine abbattersi sui leader del Nottinghamshire.

Neil Fontaine chiama il servizio in camera. L'Ebreo vuole pasteggiare a vino...

Il loro Presidente che dichiara nulla la richiesta di un voto nazionale da parte della Destra.

Neil Fontaine richiama il servizio in camera. L'Ebreo vuole un'altra bottiglia di vino...

Il loro Esecutivo nazionale che propone di ridurre la maggioranza del 55 per cento richiesta per ufficializzare lo sciopero a maggioranza semplice e convocare una Conferenza speciale dei delegati.

L'Ebreo vuota una bottiglia dietro l'altra. L'Ebreo si stende sul letto matrimoniale...

Il loro Presidente che si sporge fuori da una finestra ai piani alti con un megafono per annunciare alla folla di sotto: «Possiamo vincere, a patto di avere la risolutezza che abbiamo mostrato nel 1972 e nel 1974».

Le tende ricadono. Il sole se ne va. Le finestre dell'albergo vengono chiuse...

«Piano. Piano. Piano» intona la folla nelle strade buie di Sheffield.

L'Ebreo si copre la testa coi cuscini. L'Ebreo trema. L'Ebreo singhiozza.

Neil Fontaine raccoglie un'altra bottiglia vuota. Raddrizza un altro tavolo rovesciato.

L'Ebreo si alza. L'Ebreo vaga barcollando nello sfacelo della sua suite. Ansima. È ubriaco. È morboso...

«Queste sono le ore più terribili, Neil. Le ore più terribili della sua guerra vergognosa...

«Lui ha il suo esercito, Neil. La sua Guardia rossa. Le Truppe d'assalto del socialismo...

«Ma i nostri soldati dove sono, Neil? I soldati che combatteranno questa guerra insieme a noi, che vinceranno questa guerra per lei...

«Oh, lei ha riposto molta fiducia in me, Neil. Davvero molta, moltissima fiducia...

«E io l'ho delusa, Neil. Delusa molto, molto profondamente...

«Lei si aspetta molto, Neil. Si aspetta moltissimo...

«E io devo darglielo, Neil. Devo darle la vittoria...

«La vittoria, Neil. La vittoria...

«Le ho promesso la vittoria, Neil. Nulla meno della vittoria...»

L'Ebreo si lascia cadere di nuovo sul letto. Singhiozza. È ubriaco. È moribondo.

Neil Fontaine raccoglie le lenzuola dell'Ebreo dalla moquette. Tira le tende. Mette una coperta addosso all'Ebreo. Gliela rimbocca...

«Piano. Piano. Piano...»

Gli augura sogni d'oro. Gli dà il bacio della buonanotte.

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La ventinovesima settimana
lunedì 17 — domenica 23 settembre 1984



L'Ebreo è immobile ai piedi del letto della sua suite al quarto piano del Claridge. L'Ebreo è ancora in vestaglia di seta e pantofole. L'Ebreo si sta esercitando di nuovo a golf. L'Ebreo e il Segretario hanno passato il fine settimana a casa di Sir Hubert, nel Wiltshire. Sabato sera sono arrivati a cena il Primo ministro e suo marito...

Sir Hubert ha dato all'Ebreo un assegno da duecentocinquantamila sterline...

L'Ebreo lo ha ringraziato a nome del Comitato nazionale dei minatori al lavoro...

Il Segretario lo ha ringraziato a nome della Commissione nazionale del carbone...

Il Primo ministro lo ha ringraziato a nome della nazione.

L'Ebreo è ancora euforico. Farebbe un disegno per Neil se ne avesse il tempo...

«Denis è secco come un fiammifero» dice l'Ebreo. «Tu andresti pazzo per lui, Neil. Ci andresti pazzo.»

Neil Fontaine sorride. Neil Fontaine annuisce.

«Si discuteva dei nostri amici del South Yorkshire e dello Stalin di Sheffield, quando Denis, che si stava tranquillamente esercitando a golf vicino al camino, ha gridato che dovremmo internarli tutti» ride l'Ebreo. «Interniamoli tutti, quei maledetti minatori!»

Neil Fontaine sorride di nuovo. Neil Fontaine annuisce di nuovo.

«E il Segretario» dice l'Ebreo con le lacrime agli occhi «si strofina il mento e guarda il Primo ministro e dice: "Potrebbe non essere un'idea così cattiva...". "Potrebbe non essere un'idea così cattiva!"» urla di nuovo l'Ebreo. «Te lo immagini?»

Neil Fontaine non sorride. Neil Fontaine annuisce e basta...

File e file di prefabbricati. Metri e metri di filo spinato...

Fabbriche e ciminiere. Distintivi e striscioni...

Gli adesivi gialli Carbone Sì Sussidio No. Il tanfo nero della morte.

L'Ebreo tira di nuovo con la sua mazza immaginaria. Urla: «Fore!»

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Neil Fontaine porta l'Ebreo fuori dal Metropole e poi giù per il lungomare. L'Ebreo ha guardato insieme a tutti gli altri lo spettacolo dell'orrore svolgersi alla tv del mattino. Le immagini di Norman stravolto dal dolore. Le immagini del Grand in rovina...

Le immagini del Primo ministro sano e salvo.

Neil Fontaine aiuta l'Ebreo a togliersi lo smoking bianco macchiato con le spalline dorate. Il negozio di Marks & Spencer ha aperto in anticipo per vestire gli sfollati. Neil Fontaine ha scelto un semplice blazer blu e pantaloni grigio scuro da indossare oggi per l'Ebreo.

Neil Fontaine mette il blazer sulle spalle dell'Ebreo...

Neil apre la portiera della Mercedes. L'Ebreo sale sul sedile dietro della macchina...

Non dice una parola per ore. Rimane seduto a guardare fuori dal finestrino...

Il molo e il lungomare. Il cielo e il mare...

Il giorno che non avrebbe mai dovuto vedere.

L'Ebreo non apre bocca finché Neil Fontaine non dice: «È ora di andare, signore».

«Grazie, Neil» dice l'Ebreo. «Grazie.»

L'Ebreo cammina sul lungomare. L'Ebreo entra nella Sala conferenze...

Niente Land of Hope and Glory, oggi. C'è solo il Primo ministro...

Sana e salva. Viva e vegeta...

Il Primo ministro. Il suo Primo ministro...

«L'attentato al Grand Hotel è stato in primo luogo un tentativo di massacrare indiscriminatamente degli innocenti, uomini e donne ignari che si trovavano a Brighton per il Congresso del Partito conservatore. Il nostro primo pensiero dev'essere per quanti sono morti e per quanti in questo momento si trovano in ospedale a riprendersi dalle ferite. Ma è evidente che quella bomba significava molto di più. È stato un tentativo volto non solo a sconvolgere e interrompere il nostro Congresso, ma a paralizzare lo stesso governo di Sua Maestà democraticamente eletto. Tale è la gravità dell'offesa che tutti noi abbiamo condiviso, e il fatto che ora siamo qui riuniti, sconvolti ma dignitosi e padroni di noi stessi, è il segno che questo attacco è fallito e che ogni tentativo di distruggere la democrazia per mezzo del terrorismo fallirà...»

L'Ebreo è in piedi. L'Ebreo applaude. La sala in piedi. La sala applaude...

«Ora» dice il Primo ministro «dobbiamo tornare agli affari quotidiani...»

Il Primo ministro parla di amministrazione locale. Di difesa. Di Europa. Di disoccupazione...

Il suo Primo ministro parla di leoni e del meglio della Gran Bretagna...

«... lo sciopero non è volontà del governo. Non è opera dal governo. Il coraggio degli uomini che hanno mantenuto in vita l'industria mineraria è al di sopra di ogni elogio. "Crumiri", li hanno chiamati i loro ex colleghi di lavoro...

«Crumiri? Sono leoni...

«Che enorme tragedia quando un minatore in sciopero aggredisce il suo collega di lavoro. Non solo appartengono allo stesso Sindacato, ma il minatore che lavora sta salvando il futuro di entrambi. Affrontare il picchetto ogni giorno richiede un coraggio speciale. E ce ne vuole altrettanto, o addirittura di più, alla casalinga che rimane in casa...

«Queste persone sono il meglio del popolo britannico...

«Proprio come la nostra polizia, che fa rispettare la legge con un'indipendenza e un autocontrollo riscontrabili forse solo in questa nazione, sono ammirate dal mondo intero.

«Questo governo ha fatto tutto il possibile per prevenire lo sciopero. Si potrebbe dire anche troppo. Abbiamo dato ai minatori la miglior offerta salariale di sempre, i più alti investimenti e, per la prima volta, la promessa che nessun minatore avrebbe perso il lavoro contro la propria volontà. Tutto questo nonostante l'ammontare delle perdite del comparto superasse la spesa annuale del Regno Unito per tutti i medici e i dentisti di tutti gli ospedali del Servizio sanitario nazionale del Regno Unito.

«Ma questa è una controversia sul diritto di recarsi al lavoro per coloro ai quali è stato negato il diritto di recarsi a votare. La schiacciante maggioranza degli iscritti al sindacato, compresi molti minatori in sciopero, è profondamente contraria a quanto è stato fatto in nome del sindacalismo. Quando lo sciopero sarà finito, e un giorno lo sarà, dovremo fare tutto il possibile per incoraggiare un sindacalismo moderato e responsabile, di modo che possa nuovamente riprendere il posto d'onore e di rispetto che gli compete nel nostro panorama industriale.

«Ma oggi ci troviamo a dover affrontare una dirigenza del NUM ben consapevole che quanto sta chiedendo non è mai stato concesso né ai minatori né ai lavoratori di qualsiasi altro settore...

«Allora perché chiederlo? Perché esigere qualcosa che sanno che non può essere concesso?

«Può esserci solo una spiegazione...

«Non vogliono alcun accordo. Vogliono lo sciopero... altrimenti avrebbero votato sull'offerta della Commissione per il carbone. Anzi, un terzo dei minatori ha effettivamente votato e ha deciso di accettare tale offerta a larghissima maggioranza.

«Ma quello a cui abbiamo assistito in questa nazione è l'emergere di una minoranza rivoluzionaria organizzata pronta ad approfittare delle dispute sindacali, ma il cui vero scopo è cancellare la legge e l'ordine e distruggere il governo democratico parlamentare. Gli stessi prepotenti e tagliagole li abbiamo visti a Grunwick, più recentemente contro Eddie Shah a Stockport, e ora li vediamo in tutto il paese organizzati in picchetti volanti.

«Sembra che vi siano alcuni decisi a distruggere ogni governo democraticamente eletto. A scardinare i fondamenti della legge. E questo che abbiamo avuto modo di vedere durante questo sciopero...

«Ma la legge che cercano di sconfiggere è la legge del popolo, applicata da giudici valorosi e tramandata attraverso i secoli. È una legislazione studiata e messa in atto dal Parlamento di un popolo libero. È la giustizia britannica, rinomata in tutto il mondo.

«Questo paese affronta quella che è probabilmente la crisi più profonda dei nostri tempi...

«La battaglia fra gli estremisti e tutti gli altri.

«Ma noi combattiamo come abbiamo sempre combattuto, per i deboli come per i forti...

«Per cause grandi e giuste...

«Per difenderci contro la forza e la potenza di coloro che si levano a sfidarle.

«Questo governo non si piegherà. Questo paese farà fronte alla sfida...

«La democrazia prevarrà!»

È il discorso della sua vita: la vita che per poco non ha perso.

L'Ebreo è in piedi insieme a tutta la sala. L'Ebreo applaude insieme a tutta la sala...

Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto...

Per otto minuti la sala applaude.

Sul volto dell'Ebreo scorrono le lacrime, fiumi di lacrime sulla pelle...

Scorrono giù per le montagne. Scorrono a fiumi...

Fiumi di sangue. Montagne di teschi.

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Pagina 289

Neil Fontaine serve due brandy giganti nella suite al quarto piano del Claridge.

Il Grande Finanziatore annuisce. Il Grand'Uomo è sempre pronto a dare una mano...

«Lo sai, Stephen» dice. «Soprattutto in tempi come questi.»

Il Grande Finanziatore ha perso la sua cravatta Carlton nell'attentato al Grand. Deve ancora rimpiazzarla.

«Sì, e te ne sono grato» dice l'Ebreo. «Lo sa anche lei. E ti è grata.»

«Ma, ma, ma» sorride il Grand'Uomo «lo è anche il Segretario?»

L'Ebreo sorride a sua volta. L'Ebreo dice: «Sta iniziando a vedere la luce».

«La City è preoccupata per il nostro amico americano» dice il Grande Finanziatore.

«Leggo i miei estratti conto» dice l'Ebreo. «So che la City è preoccupata.»

«Sette miliardi persi in un giorno solo, ieri» urla il Grand'Uomo. «Un giorno!»

«Lo so» dice l'Ebreo. «Lo so.»

«Qui io sto perdendo soldi a palate, Stephen» dice. «A palate.»

«Li stiamo perdendo tutti» dice l'Ebreo. «Li stiamo perdendo tutti.»

«Questo dovrebbe farmi sentire meglio?» domanda il Grande Finanziatore. «Eh?»

L'Ebreo chiude gli occhi. L'Ebreo scuote la testa.

«So che la bancarotta non sarebbe una novità per te e per i tuoi» dice il Grand'Uomo. «Ma per noi sì. Ricordalo...»

«Allora stai alzando il ponte levatoio?» chiede l'Ebreo. «Mettendo i carri in cerchio?»

«Stephen, Stephen, Stephen» dice il Grand'Uomo Magnanimo. «Ho detto questo?»

«Però non mi sembri entusiasta» dice l'Ebreo. «Non ti vedo solerte come al solito.»

«Certo che ti aiuterò» dice il Grande Finanziatore. «Ma ci dovranno essere delle condizioni.»

«C'è sempre l'imbroglio» dice l'Ebreo. «Le clausole scritte in piccolo.»

«Ho delle riserve su queste azioni giudiziarie» dice il Grand'Uomo.

«Che genere di riserve?»

«Ho paura che trasformerai quell'uomo in un martire» sussurra. «Un martire marxista.»

«È ariano» dice l'Ebreo. «Ha i suoi miti personali. I suoi modelli. I suoi messia.»

«Allora non è il caso di aggiungerne un altro, ti pare, Stephen?» dice sorridendo il Grande Finanziatore.

«Gli ingranaggi sono in moto» dice l'Ebreo. «Non dipende più da noi...»

«Paga l'ammenda per lui» dice il Saggio. «Anonimamente.»

«Cosa?» squittisce l'Ebreo. «Non farò una cosa del genere.»

«Certo che la farai, Stephen» dice. «Altrimenti lui andrà in prigione e tu perderai. Perderemo tutti.»

L'Ebreo si lascia cadere sulla poltrona. L'Ebreo agita il bicchiere di brandy verso Neil.

«Fai questa cosa, Stephen» dice il Grande Finanziatore «e io farò il resto.»

«Tutto?» domanda l'Ebreo. «Tutto quanto?»

Il Grand'Uomo Benevolo tira fuori il libretto degli assegni.

Dice: «Tutto quanto».


Il Meccanico scende lungo l'A1 verso Doncaster. Svolta in Barnsley Road. Raggiunge il centro città. Prende Bawtry Road vicino all'ippodromo...

La segue fino a Rossington.

Ci sono poliziotti da tutte le parti. Ovunque. Neanche le quattro del mattino. C'è già un'autopattuglia ribaltata vicino alla stazione di polizia. Le ruote per aria.

È un errore. Il Meccanico lo sa. Ma ci sono cose che il Meccanico non sa...

Cose che ha bisogno di sapere. Deve sapere...

Cose personali.

Parcheggia lontano dal pozzo, dietro una scuola. Lascia i cani sul sedile dietro. Si fa strada verso il punto in cui c'è azione. Ha il cappello abbassato e il colletto alzato. I suoi adesivi gialli attaccati e le mani in tasca.

Oggi sta succedendo tutto qui. I picchettatori hanno intrappolato la polizia nel cortile della miniera. La polizia ha chiamato rinforzi. Il convoglio dei rinforzi sta arrivando...

Due file giù per la strada a centoventi all'ora.

I picchettatori lungo la strada lanciano pietre sui veicoli, dal primo all'ultimo...

Bam. Bam. Bam. Bam...

Una pietra dopo l'altra. Un mattone dopo l'altro. Un sasso dopo l'altro...

Per ciascuno dei sessanta veicoli della polizia.

Un rimorchio per i cavalli sale sul marciapiede. Colpisce in pieno un ragazzo. Bam...

Lo lascia steso dov'è col suo giaccone addosso...

La polizia ride. La polizia applaude. La polizia picchia sugli scudi.

Il Meccanico è in piedi fuori da un pub. Fissa le facce...

Uomini che fuggono in ogni direzione. La polizia che parte alla carica dietro di loro.

Ci sono ambulanze adesso. Barricate che bruciano...

Furgoni della polizia blindati con reti e griglie di ferro che si lanciano contro le barricate...

L'aria è piena di fumo e urla. L'alba che si tiene a distanza...

Violenza. Feriti. Arresti...

Non è questo che cerca il Meccanico. Non è per questo che è qui.

Il Meccanico si volta e si allontana...

Jen non è qui. Jen. La sua Jen...

Le voci sono sbagliate. Le insinuazioni lontane chilometri dal bersaglio...

Grazie. A. Cristo.

Il Meccanico torna alla macchina. I cani stanno abbaiando. Il Meccanico infila la chiave nella portiera...

«Ehi. Ehi. Ehi» dice la voce alle sue spalle. «Ma cosa abbiamo qui?»

Il Meccanico non si volta neanche. Inutile. Sa chi è.

«Non lo sapevo che c'era un sindacato per i rapinatori a mano armata» dice la voce. «Affiliato al TUC?»

Il Meccanico non si muove. Inutile. Tiene gli occhi sui cani nel retro.

«Metti le mani sulla testa» dice la voce. «Fallo lentamente.»

Il Meccanico mette le mani sopra il cappello. Lo fa lentamente.

Le manette gli scattano ai polsi e la voce dice: «Adesso voltati. Lentamente».

Il Meccanico abbassa le mani. Si volta. Lentamente.

«Ciao, Dave» dice Paul Dixon dei Reparti speciali. «Ti sono mancato, vero?»


Neil Fontaine aiuta l'Ebreo a vestirsi per la cena. Neil Fontaine lo porta alla cena...

Il Premio nazionale per la libera impresa dell'Aims of Industry per il 1984.

I vincitori sono il signor Eddie Shah, il signor Walter Goldsmith e il Primo ministro...

Anche il suo discorso è vincitore. Il tema del discorso...

Nessuna resa.

La tempistica è perfetta. Alla perfezione. Perché i tempi sono davvero cambiati...

Il NACODS ha indetto uno sciopero nazionale da giovedì 25 ottobre.

L'Esecutivo è nervoso. La City è nervosa. Il paese è nervoso...

L'Ebreo no. L'Ebreo sa che i tempi sono cambiati...

È un gioco pericoloso. E anche costoso. Ma l'Ebreo vincerà...

L'Ebreo non si lascerà sfuggire la palla. L'Ebreo non venderà il lasciapassare.

L'Ebreo sussurra all'orecchio del Primo ministro. L'Ebreo le stringe il braccio. L'Ebreo bacia il Primo ministro su tutte e due le guance. L'Ebreo si congratula con lei...

Si congratula con lei molte, molte volte per le sue molte, molte vittorie...

Passate, presenti e future.

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