Copertina
Autore Gianni Pisani
Titolo Lettere a mio padre
SottotitoloNove giorni in America col cavallo d'oro
EdizioneTullio Pironti, Napoli, 2006 , pag. 184, ill., cop.ril.sov., dim. 244x287x20 mm , Isbn 978-88-7937-369-2
LettoreGiorgia Pezzali, 2006
Classe arte , biografie
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Pagina 90

Capri, "La Canzone del Mare", 3 luglio 2004


Caro papà, caro Ingegnere,

stamattina sono arrivato presto sullo scoglio con scaletta incorporata de "La Canzone del Mare" perché dovevo scriverti urgentemente per metterti al corrente di una strana situazione che si è andata verificando.

Ora, tutti gli artisti della nostra Regione (che saranno circa diecimila) più cinque o sei 'critici d'arte moderna' di Napoli, Caserta, Avellino e Secondigliano, aggiunti ai quattro o cinque galleristi (anche loro invitati ai famosi pranzi nel salone del tuo mappamondo) si incazzano, bestemmiano, inveiscono. Da quando li conosco si arrabbiano sempre, si incazzano sempre, inveiscono sempre ma, spesso, dimenticano di fare le opere: i quadri, le sculture, di scrivere i veri libri di storia d'arte moderna. Insomma, non fanno o non sanno fare un cazzo! Di contro, ho conosciuto nella mia vita persone che non si incazzavano, non bestemmiavano, non inveivano contro nessuno, se ne fottevano e facevano i quadri e le sculture e scrivevano i libri, perché ne avevano bisogno per vivere, per respirare!

Parlo di persone come Luigi Carluccio (che posso considerare mio padrino), Marco Valsecchi, Cesare Brandi, Umbro Apollonio, Roberto Melli, Oreste Ferrari, Giulio Carlo Argan, Lea Vergine, Palma Bucarelli, Menna, Trimarco e Sanguineti, Jevtuscenko e Buzzati, Zavattini..., e artisti come Emilio Notte, Capogrossi, Spinosa, Giarrizzo, Mastroianni, Perez, Carlo Alfano, Barisani, Del Pezzo, Giacometti, Arnaldo Pomodoro, Baj, Colucci, Giannetto Bravi e Lucio Amelio, Lia Rumma, Peppe Morra, Pasquale Trisorio e tanti altri...

Pensa, caro ingegnere, che a Napoli ci sono diecimila artisti. Ma se nemmeno in tutto il mondo ci sono diecimila artisti! Gli artisti sono pochi, gli altri si incazzano sempre, piangono sempre (come diceva Totò), odiano sempre e subiscono sempre.

Per la verità io mi sono sempre divertito ed eccitato giocando con i segni e i colori, e non odio nessuno. Solo quattro volte in 69 anni di vita, mi sono incazzato.

La prima volta fu con Emilio Notte, che pretendeva da me il bozzetto della mia "Crocifissione" del 1955. Ero al 1° anno di Pittura. Poi, quando inventai la seconda Galleria IL CENTRO e i due soci, una mattina, mi licenziarono.

La terza avvenne quando gli 80 professori dell'Accademia mi cacciarono.

La quarta merita una descrizione più approfondita dell'accaduto. Devi sapere che alle inaugurazioni di queste mostre importanti è invitato tutto il popolo, intendo dire tutti quei 'circa diecimila artisti' che vivono sul territorio, più i professori dell'Accademia, del Conservatorio, degli Istituti d'Arte, quelli che contano e quelli che non contano, le belle e le brutte signore della nostra regione. Ma, attenzione! Alle ore 21, cioè, papà, alle nove di sera, tutti sono accompagnati gentilmente fuori. Il Museo per loro chiude le porte, mentre per noi pochi eletti, circa una cinquantina che hanno ricevuto il famoso elegante cartoncino d'invito del Governatore, si schiudono le porte del tuo ufficio del Mappamondo, dove siamo invitati ad una magnifica cena, ancora più buona di quella che si può consumare al famoso hotel Excelsior. Cene a cui, tu e tua moglie Teresa, non avete mai avuto l'onore di partecipare.

Ora, caro papà, alla cena nel Museo Nazionale di Napoli (il tuo ufficio) per la banale dimenticanza di non aver dato conferma dell'adesione mia e di Marianna, non ci fecero entrare. Fummo cacciati fuori da 'tre signorine peretine' (dette hostess).

Tornammo a casa dai nostri gatti e restammo senza cena! Naturalmente, questo episodio è diventato un quadro ad olio di centimetri 160x160 e farà parte della storia "Mi faccio il golfo". Nel quadro, però, il vecchio Museo di Napoli è stato sostituito dal Museo Guggenheim, che mi sembrava assai più idoneo e giusto come contenitore di arte contemporanea.

Ciao papà

Gianni

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Pagina 176

Napoli, 21 settembre 2005 da Palazzo Torre


Caro Ingegnere,

vuoi sapere quanti quadri ho fatto fino ad oggi? Forse, se eri ancora vivo ti saresti scocciato di sentire queste cose, ma credo che oggi ti farà piacere di sapere che i quadri sono quattordici. Dillo pure a tua moglie Teresa e a tuo figlio Enzo. I1 titolo dell'intero ciclo è "Nove giorni in America col cavallo d'oro", e poi:

1) "Ma chi ti credi di essere il principe dello spazio? Sì". centimetri 400x200

2) "La sposa di Gianni" centimetri 130x110

3) "Idioti sotto il mio cappotto" centimetri 140x140

4) "Il cappello" centimetri 140x140

5) "Il morso" centimetri160x150

6) "L'ingegnere" - centimetri 150x160

7) "Le scarpe di mio padre" centimetri 140x140

8) "Il Premio" centimetri 120x100

9) "Il mio bosco" centimetri 120x100

10) "Il mio bosco" centimetri 120x100

11) "II mio bosco" centimetri 120x100

12) "Il mio bosco" centimetri 120x100

13) "L'America" centimetri 70x50

14) "Il pranzo" centimetri 130x90

15) "Vecchia ricca a Centrai Park" centimetri 130x110

16) "Il Cavallo d'oro" centimetri 200x200

Così saranno 18 e il mio racconto è finito.

Dopo succederanno altre storie, ora non posso dirti altro, non so che cosa potrà capitarmi, per ora ho chiuso con il Golfo di Napoli e con il viaggio col cavallo d'oro in America. Ho anche dato gli assegni al signor De Stefano e alla signorina Penta: euro 16.000,00 + euro 16.000,00. L'avvocato avversario non ha voluto essere pagato ma ha voluto un piccolo quadro. Credo che insieme alla moglie si siano innamorati della mia pittura. Questo avvocato è anche simpatico e se dovessi avere altri fastidi, non esiterei a rivolgermi a lui per farmi difendere in tribunale. Insomma, caro papà, mentre i palazzinari, i mafiosi, i ladri mariuoli e pure gli assassini sono quasi sempre assolti, io sono l'unico napoletano del secolo ad essere stato condannato dal tribunale di Napoli per "Diffamazione a mezzo quadro". Nonostante ciò il mio cuginetto Vincenzo Galgano, nonché tuo nipotino diretto, che ora è diventato anche il capo di tutti i giudici, è venuto con la moglie Lilli al mio studio con un piccolo album da disegno marca Fabriano e una bottiglina di limoncello (che a me non piace) perché volevano un quadretto.

Tanti baci papà. Salutami tua moglie, tuo figlio Enzo, zio Raffaele, zio Rocco e salutami pure il fioraio di Afragola.

Un bacio

Gianni


A proposito: ho conosciuto nella bella casa di Capri, presa in affitto quest'anno per il mese di agosto, due belle persone. Una vecchia signora, ex proprietaria dell'intera villa, che ora vive al piano superiore e un bambino che si chiama Andrea.

La signora guardava il quadro "Il ponte" con ammirazione, mentre lo facevo, e quando l'ho terminato è scesa giù perché voleva comprarlo. Andrea veniva tutti i giorni, a tutte le ore, la mattina, il pomeriggio, la sera e portava sempre dei fiori per Sinco, Tisio detto Siesta e Quasi Quasi, perché voleva fare amicizia con loro. Anche a me portava fiori e i quadretti che faceva per me. Io spero che un giorno anche Andrea possa cavalcare il mio cavallo d'oro.

Baci

Gianni

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