Copertina
Autore Romano Prodi
Titolo Governare l'Italia
SottotitoloManifesto per il cambiamento
EdizioneDonzelli, Roma, 1995, Il fondaco di MicroMega , Isbn 978-88-7989-153-0
LettoreRenato di Stefano, 1995
Classe politica
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Indice


 7  Presentazione

    Governare l'Italia

11  Introduzione. Nel segno deu'olivo
19  1.  Una breve premessa
20  2.  Governo e opposizione
22  3.  Le libertà economiche
24  4.  Uno Stato «leggero» ma attento
        alle regole
27  5.  Il Welfare State «compatibile»
29  6.  La politica fiscale
32  7.  La scuola è la base di ogni
        ricchezza
35  8.  La previdenza, le pensioni e la
        sanità
38  9.  Risorse umane al servizio della
        comunità
40  10. Una politica per l'occupazione
43  11. I modelli organizzativi del paese
46  12. Le tre Europe
49  13. Emigranti ed immigrati
51  14. Conclusioni

    Commenti

55  Ricominciare da Prodi
    di Indro Montanelli
59  L'Italia che vogliamo
    di Bartolomeo Sorge
69  Siate utopisti, chiedete il possibile
    di Paolo Fiores d'Arcais


 

 

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Pagina 11

Introduzione.
Nel segno dell'olivo


L'Olivo è forte, resistente, ben radicato nella sua terra. È l'albero di un'Europa mediterranea, che conosce il mare e la montagna, la pianura, i laghi e le colline. Ama il sole e resiste all'inverno. Abbiamo scelto questo simbolo perché finora l'unico albero della politica italiana era la Quercia, e occorreva un'altra pianta politica che le si affiancasse, per mostrare che la varietà, cioè una differenza compatibile, è una ricchezza da condividere. Gli alberi, come gli uomini, possono convivere, se trovano un terreno comune.

Ma sia chiaro che non serve a molto concentrarsi solo sui simboli. Forse nessuno ricorda più che lo scudo crociato democristiano fu mutuato dagli emblemi innalzati nella battaglia di Legnano, nel 1176, dalle forze della Lega lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa. Fra il Carroccio di Umberto Bossi e il simbolo della Dc non c'era insomma molta distanza. Come si vede, in filigrana, nella storia, si possono leggere molte ironie. E i simboli valgono qualcosa solo in quanto sintetizzano una proposta.

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