Copertina
Autore Marcel Proust
Titolo Poesie
EdizioneEditori Riuniti, Roma, 2013, Asce 37 , pag. 170, bilingue, cop.fle., dim. 13,5x19,5x1,2 cm , Isbn 978-88-359-9295-0
OriginalePoèmes [1982]
PrefazioneLuigi de Nardis
TraduttoreLuciana Frezza
LettoreMargherita Cena, 2014
Classe poesia francese , poesia
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Indice


Introduzione
di Luigi de Nardis                                      9

Un angolo incolto dell'immenso giardino
di Luciana Frezza                                      17


Le intermittenze del cuore                             25
Les intermittences du cceur

Ritratti di pittori e musicisti                        47
Portraits de peintres et musiciens

Mélanges                                               65
Mélanges

Pastiches                                              91
Pastiches

Versi burleschi e satirici                            103
Vers burlesques et satiriques

Poesie a...                                           115
Poèmes à...


Note                                                  153

Poche parole sulla mia esperienza del tradurre poesie
di Luciana Frezza                                     165


 

 

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Pagina 33

Avevo in testa un uccello strano e vulnerabile
che cantava meglio dei boschi, delle sorgenti
— eppure amavamo quelle voci solenni, —
uccello malinconico e qualche volta ilare.

Così fragile era che dovevo starmene al chiuso
contro il freddo, l'aria piovosa e torbida delle città.
Viveva in mezzo ai fiori accanto al fuoco che rutila
quando l'inverno stendeva le tele desolate.

Ahimè che troppo ho aperto finestra e porta, ho cercato
l'azione, il piacere, fosche parole, qualcuno
era entrato, mortale per i suoi occhi puri.
Chi era entrato? Il caro animale era morto.

Ma chi era l'uccello? Quale celeste fiamma
si è spenta, mi ha lasciato tornando verso il sole,
di soprassalto a volte svegliandomi dal sonno
che è la vita, mi dico: «Era la mia anima».

L'uccello sacro è in noi il poeta, è l'anima.
L'anima è poesia. L'uccello ahimè ha taciuto!
Sonnambuli gementi coccolati o battuti
dove corriamo dimentichi della nostra anima?

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Pagina 43

Come nel chiaro cortile di un delizioso convento...


Il tuo incanto è il cortile di un grazioso convento
il cielo è blu di mare entro le candide arcate
è bello passarvi le calde giornate sonnolente
sotto un pilastro snello, un bicchiere fresco e tacere.

Lo so, domani me ne andrò perdutamente
di nuovo solo verso conturbanti dimore
ma oggi la tua grazia mi è amica: per me i lenti
tuoi sguardi color malva sono tutto al mondo.

La tua fronte non chiude nell'esigua bianchezza
l'ombra infinita da cui scaturirà la luce
eppure, o testa cara, io t'amo stranamente.

Quando al tuo riso chiaro non batterà più il cuore
arrossirò forse ancora alla dolcezza
che sarebbe stata accucciarmi nel tuo cuore

come nel chiaro cortile di un delizioso convento.

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Pagina 69

Diciassette anni. Ore 11 di sera. Ottobre.


La lampada illumina debolmente gli anfratti oscuri della mia camera e proietta un gran cerchio di luce vivida, in cui entrano la mia mano, improvvisamente ambrata, il libro, la scrivania. Alle pareti s'inazzurrano finissime trame di luna penetrate dai tendaggi rossi impercettibilmente socchiusi. Tutti sono coricati nel grande appartamento silenzioso... Apro appena la finestra per rivedere ancora una volta la dolce faccia fulva, perfettamente tonda, della luna amica. Mi pare di sentire il respiro, freschissimo, freddo, di tutte le cose che dormono – l'albero da cui stilla una luce azzurra – bella luce azzurra che laggiù trasfigura lungo una fuga di strade, come un paesaggio polare illuminato elettricamente, i selciati azzurri e scialbi. Al di sopra si stendono gli sterminati campi azzurri in cui fioriscono fragili stelle... – Ho richiuso la finestra. Ora sono a letto. La mia lampada posata su un comodino in mezzo a bicchieri, bottiglie, bevande fresche, piccoli libri preziosamente rilegati, lettere d'amicizia o d'amore, rischiara vagamente sul fondo la mia biblioteca. L'ora divina!

Le cose usuali, come la natura, io le ho maledette, non potendo vincerle. Le ho rivestite della mia anima e di immagini intime o splendide. Vivo in un santuario, al centro di uno spettacolo. Sono io il centro delle cose e ognuna mi procura sensazioni e sentimenti magnifici o malinconici, di cui gioisco. Ho davanti agli occhi visioni stupende. Com'è dolce stare in questo letto... Mi addormento.

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