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Autore Raymond Queneau
Titolo Segni, cifre e lettere
EdizioneEinaudi, Torino, 1981, Einaudi Letteratura 65
OriginaleBatons, chiffres et lettres [1950]
PrefazioneItalo Calvino
TraduttoreGiovanni Bogliolo
LettoreRenato di Stefano, 1987
Classe critica letteraria
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Indice


p.   V   Introduzione di Italo Calvino
   XXV   Nota
XXVIII   Nota bio-bibliografica

    Segni, cifre e lettere

    Linguaggi

  5 Scritto nel 1937
 16 Scritto nel 1955
 37 Errata corrige
 40 Curiosa evoluzione del francese
    moderno

    Letteratura potenziale

 45 Tecnica del romanzo
 50 100 000 000 000 000 di poesie.
    Istruzioni per l'uso
 52 Un racconto a modo vostro
 56 L'Opificio di letteratura potenziale

    Omaggi e scoperte

 77 Bouvard e Pécuchet
 96 Petronio
100 Alcuni maestri del Novecento
111 Poe e l'«analisi»
123 Alfred Jarry
126 Jacques Prévert, il buon genio
136 Presentazione di Vian
137 Fantomas
139 Defontenay
146 Charles Fourier (I nemici della luna)
150 Grainville e L'ultimo uomo
156 Virgilio da Tolosa
159 Di alcuni linguaggi animali immaginari
    e in particolare del linguaggio canino
    in Silvia e Bruno

    Grafie

167 Pittogrammi (1928)
176 Delirio tipografico
182 What a Life!
193 Miró ovvero il poeta preistorico

    Polemiche d'anteguerra

203 Che cos'è l'arte?
209 Ricchezza e limite
215 Lirismo e poesia
222 Il piú e il meno
228 James Joyce, autore classico
232 Strani gusti
236 Il mito e l'impostura
240 Genii incompresi

    Letture per un fronte

249 Il filosofo inorridito
251 James Hadley Chase
252 La poesia
253 Distruzione e poesia
254 La crudeltà
256 Scrittori popolari
257 Contro l'humour noir
260 La storia nel romanzo
261 Giustizia o carità
263 Il romanzo poliziesco
265 Profezie

    Scienze umane e non.  Enciclopedismi

271 La trazione animale
275 L'uomo e le piante coltivate
277 La vita delle cavallette
280 Gioventú, neotenia e zazous
289 Precedenti per un'enciclopedia
296 Come si diventa enciclopedista
298 Scienza e letteratura

    Matematiche

307 La matematica nella classificazione
    delle scienze
314 La dialettica della matematica in
    Engels
318 Dialettica hegeliana e serie di
    Fourier
332 Sulla cinematica dei giochi
335 Un Hugo geometra
339 Congetture false nella teoria dei
    numeri
344 Bourbaki e la matematica di domani

    Appendice

365 Primi confronti con Hegel


 

 

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Pagina 134

Jacques Prevert, il buon genio (1951)

[...]

Il sole, i ragazzi, le donne (preferibilmente giovani), la gente semplice e naturale, gli animali (più quelli selvatici che quelli domestici): ecco gli eroi delle poesie di Prevert e la sua commedia si completa con i loro avversari: i preti, i generali, gli intellettuali, gli aguzzini, tutti gli oppressori. Ma a questi ultimi basta dire "no", ed ecco "Paroles". Agli altri, Prevert indica i loro diritti, ed ecco "histoires". Ma non che gli uni siano i "Buoni" e gli altri i "Cattivi". Ci sono soltanto persone che si sbagliano.

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Pagina 283

Gioventù, neotenia, "zazous" (1950)

[...]

Se l'uomo non assomiglia molto alla scimmia (e ancor meno al tarsio), il feto della scimmia assomiglia invece terribilmente all'uomo. Questa è addirittura una banalità dell'anatomia comparata. La quasi identità del rapporto tra volume del cervello e resto della testa, il mancato sviluppo delle arcate sopraccigliari, l'assenza di peli, la bianchezza della pelle, tutto sembra dimostrare che l'homo sapiens è una scimmia allo stato fetale che è giunta a riprodursi. La cosa interessante in tutto ciò è la constatazione che la scimmia conosce solo l'uso del bastone e delle bombette puzzolenti, mentra la sua larva ha fatto nascere nel regno delle macchine l'Eniac e l'Ibm II.

È difficile pensare che l'unico motore dell'evoluzione delle specie animali, per quanto misteriosa essa rimanga ancora, sia la neotenia. Eppure sembra che l'uomo tema di vedersi rimpiazzare dalle sue forme giovanili, che abbia paura di una nuova fase neotenica, che desideri che l'uomo giovane s'imponga e si riproduca soltanto quando lui sarà diventato vecchio.

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Pagina 311

La matematica nella classificazione delle scienze (1944)

Nei suoi rapporti con la matematica, ogni scienza passa attraverso le quattro fasi seguenti (quattro fino ad oggi, domani forse cinque): "empirica" quando si contano i fatti, "sperimentale" quando si misurano, "analitica" quando si calcolano, "assiomatica" infine quando si deducono (da premesse che appartengono in questo caso a una metascienza o a una logistica). Nel primo periodo, la matematica ha un ruolo modesto, tutt'al più interviene l'aritmetica. In fisica si enumerano i fluidi, in chimica gli elementi, in biologia le scpecie, in psicologia le facoltà dell'anima. Poi interviene la matematica come geometria e algebra. Si passa dalle Enumerazioni alle Formule. Nascono allora la meccanica e l'astronomia; in fisica si trova la legge di Mariotte, in chimica si pesa e si Lavoisier, in biologia si ha Malthus, in psicologia si ha Fechner. Soltanto la fisica nel suo insieme è giunta alla terza fase: avendo finalmente scoperto con precisione ciò su cui si deve calcolare, si desumono dalla "realtà" (elaborata negli stadi precedenti) un certo numero di nozioni per applicarvi il metodo analitico. Con questo intendiamo che anzitutto vi si utilizza l'Analisi leibiniz-euleriana e poi quella vettorial-newtoniana. La Formula (algebrica) viene soppiantata dall'equazione differenziale. Questo è lo stadio "ideale" per gli scienzati della fine dell'Ottocento.

[...]

D'altra parte non è evidente che la matematizzazione della scienza si realizzi nella maniera che abbiamo esposto, cioè con uso di strutture matematiche "applicate" e successive riduzioni del sociologico al biologico, del biologico al fisico-chimico, ecc... Da più parti si è già preso in considerazione un diverso punto di partenza. Ci si può infatti domandare se il sociologico e il biologico non permettano di indurre direttamente delle forme logiche originali, e da ciò delle strutture matematiche nuove. Si suppone anche che le forme matematiche elaborate a partire dai problemi della fisico-chimica abbiano perduto qualcosa del loro valore e della loro efficacia.

[...]

Quindi, quale che sia la forma in cui si concepisce la matematizzazione (o la logisticizzazione) delle varie scienze, non si possono avere dubbi sul punto conclusivo di questo divenire (stadio che la modestia scientifica ha l'obbligo di considerare come provvisorio), ossia questa stessa matematizzazione. La Matematica cerca se stessa attraverso le varie "scienze", come le scienze - la Scienza - cerca se stessa attraverso la Matematica, fa se stessa attraverso la Matematica che ne è insieme l'organo d'azione e il modo di percezione.

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