Copertina
Autore Alessandro Scafi
Titolo €urodesign
SottotitoloImmagini, avventure e misteri della moneta europea
EdizioneBruno Mondadori, Milano, 2009 , pag. 170, ill., cop.fle., dim. 12,5x19x1 cm , Isbn 978-88-6159-276-6
LettoreLuca Vita, 2009
Classe design , illustrazione , storia: Europa , collezionismo
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Indice


Introduzione
Forme e colori della moneta europea                     1

1. I colori dei soldi                                   9

2. Una storia nell'arte                                25

3. Dagli sguardi degli uomini alle stelle del cielo    45

4. Per un pugno di euri                                65

5. Monete e misteri                                    87

6. Denari senza frontiere                             111

7. Porte aperte sul futuro                            127

Ringraziamenti                                        149

Bibliografia ragionata                                151


 

 

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Pagina 1

INTRODUZIONE

FORME E COLORI DELLA MONETA EUROPEA


Hal Turner ha dichiarato di essere stato sottoposto a ogni genere di pressione. Hanno usato ogni mezzo per farlo tacere. I mass media, alcuni potentati economici, il governo federale degli Stati Uniti sono tutti contro di lui. Sul suo sito, visitato da milioni di americani, Turner, un controverso personaggio mediatico, ha divulgato una notizia sensazionale che doveva assolutamente rimanere segreta: in vista di un imminente collasso del dollaro il governo degli Stati Uniti ha appena inviato in Cina un carico di 800 miliardi di amero, nome coniato sulla falsariga dell'euro per un'ipotetica nuova valuta nordamericana. Molti hanno pensato a uno scherzo, ma è tutto vero. Hal Turner ha mostrato alle telecamere una moneta da 20 amero che faceva parte di quella spedizione, datagli di nascosto da un dipendente del ministero del Tesoro che per questo rischia il licenziamento e il carcere. Sul retro della moneta è scritto «Union of North America». In alto c'è un'aquila, al centro l'immagine di un globo con una carta geografica dell'America settentrionale, a lato una grande lettera A, che appunto sta per "amero". La data è quella del 2007. Il dettaglio più importante è che sotto la lettera A c'è una piccola D, che indica che quella moneta è stata coniata dalla zecca di Denver, in Colorado. Caso strano, la zecca di Denver ha appena annunciato la chiusura al pubblico per lavori di ristrutturazione. La verità è che vogliono poter coniare gli amero senza che nessuno se ne accorga: i grandi potentati economici vogliono mantenere il segreto a tutti i costi.

La moneta da 20 amero che Turner è riuscito a procurarsi era destinata a una banca cinese. La Cina possiede tremila miliardi e mezzo di dollari in contanti e, come altri governi nel mondo, sa benissimo che presto il dollaro diventerà carta straccia. Il governo di Washington sta spendendo enormi quantità di denaro proprio per far crollare l'economia statunitense, e tra pochi mesi il dollaro cesserà di esistere come valuta; per questo il governo federale sta preparando in gran segreto la nuova valuta, l'amero. Il piano, che è già stato concordato dai governi senza informare i cittadini, è di formare un'unione monetaria e politica tra Messico, Stati Uniti e Canada e sostituire i dollari americani, i dollari canadesi e i pesos messicani con gli amero. La moneta che Turner si è procurato è la prova inconfutabile di questo complotto ai danni dei cittadini. Quando la situazione economica sarà diventata insostenibile e il paese sarà sull'orlo del collasso, il ministro del Tesoro americano dichiarerà che il dollaro non vale più niente e che sarà demonetizzato. Dalla sera alla mattina, chiunque possiede contanti o titoli il cui valore sia espresso in dollari si ritroverà con le tasche vuote. Milioni di americani scopriranno improvvisamente di essere sul lastrico. Il governo spera di provocare un panico generalizzato per imporre poi, come unica via d'uscita, la nuova valuta nordamericana, l'amero, che sarà distribuito in cambio della vecchia valuta a un valore corrispondente a due centesimi per ogni dollaro. Č il più gran furto di massa mai organizzato nella storia, e tutti saranno costretti a subirlo. Č già previsto che alcune unità dell'esercito americano saranno ritirate dall'Iraq per fronteggiare eventuali sommosse. L'unico modo per tutelarsi è mettere immediatamente le mani su oro e argento e cambiare i dollari in qualunque altra valuta straniera, per esempio in sterline britanniche o in franchi svizzeri. I capi di stato hanno già firmato un accordo formale, che sancisce la fine della sovranità e dell'indipendenza degli Stati Uniti. Il paese si dissolverà presto nell'Unione nordamericana. Gli americani, sostiene Turner, devono reagire finché sono in tempo, pensare a difendere la loro costituzione e a riprendere in mano il paese che, soltanto per profitto, è stato svenduto segretamente da alcune oligarchie. Il conio segreto degli amero è infatti parte di una strategia di fusione monetaria da cui le élite finanziarie, ed esse sole, trarranno enormi vantaggi. Quando avviene un cambio di valuta c'è sempre qualcuno, ignaro, che perde molto e qualcun altro, informato anticipatamente su tutto, che guadagna invece moltissimo, anche centinaia di milioni in poche ore.

Il sito di Hal Turner è stato visitato in pochi mesi da più di 20 milioni di utenti. Un suo video mostra la moneta da 20 amero che viene fatta cadere su un tavolo: il rumore che fa segnala agli americani che non si tratta di una moneta di fantasia ma di un conio vero e proprio, e che la minaccia è reale. Sempre su Internet è emerso che le monete dell'amero, prima ancora che ne parlasse Turner, erano state realizzate da un grafico, Daniel Carr, che intendeva venderle come curiosità ai collezionisti. Non ci sarebbe quindi nessun complotto, anche se Turner insiste che le rivendicazioni di Carr costituiscono l'ennesimo tentativo delle autorità di screditare la denuncia dell'intrigo.

Il concetto e il termine stesso di "amero" sono stati modellati sull'euro. Al di là delle teorie del complotto, delle dietrologie politico-monetarie o delle curiosità del collezionismo numismatico, l'euro vanta anche un altro imitatore. Il 3 giugno 1991 ad Abuja, in Nigeria, i paesi dell'Organizzazione dell'Unità africana hanno discusso la possibilità di introdurre una nuova moneta comune per tutta l'Africa, forse intorno al 2030, anche se Egitto, Lesotho e Swaziland hanno fatto sapere di gradire un rinvio, mentre Capo Verde e le isole Seychelles hanno escluso la loro adesione al progetto. Nel 2002 è stata istituita l'Unione africana e nello stesso anno, alla Biennale d'arte africana contemporanea di Dakar, gli artisti Mansour Ciss Kanakassy e Baruch Gottlieb hanno presentato delle ipotetiche banconote da 5, 1O, 20, 50, 100, 200 e 500 "afro". La loro intenzione era quella di anticipare, con il linguaggio dell'arte, la creazione di una moneta unica africana.

In Europa l'euro non è una valuta segreta o vagheggiata. Espressione tangibile dell'unione monetaria europea, l'euro è una moneta nelle tasche di tutti, una realtà oggi ormai decennale. Parlare di euro a Roma, a Parigi o a Berlino non ha il sapore fantascientifico o avveniristico che potrebbe avere parlare di amero a New York, a Ottawa o a città del Messico, o di afro a Johannesburg, a Lagos o a Addis Abeba. L'euro è ormai parte della vita quotidiana degli europei. Il suo simbolo è ormai incluso nelle tastiere dei nostri computer ed è uno dei caratteri dei nostri telefoni cellulari. In Irlanda e Olanda il simbolo precede l'importo numerico, in Francia e Germania lo segue, ma il segno € è sempre lo stesso. La banconota dell'euro è uguale per tutti. La prima lettera del numero di serie indica in quale paese è stata prodotta (U per la Francia, X per la Germania, V per la Spagna, S per l'Italia e così via) ma forme, formati e colori sono gli stessi in tutta Europa. Le euromonete hanno una faccia comune e una nazionale, che indica il limite invalicabile della varietà e della ricchezza delle identità specifiche, ma circolano ovunque. Il 1° gennaio 1999 l'euro ha debuttato sui mercati finanziari e tre anni dopo è diventato moneta sonante e spendibile, sostituendo le precedenti valute nazionali.

Intorno al 130 d.C. l'imperatore Adriano proibì il costume barbaro della circoncisione e decise di insediare a Gerusalemme il culto di Giove. I giudei si ribellarono, guidati da Simone bar Kochba. Il grande simbolo della loro rivolta fu proprio l'atto di coniare una moneta separata: il tetradramma d'argento dei rivoltosi raffigurava il tempio e l'arca dell'alleanza. Il diritto di coniare moneta, infatti, è un'importante prerogativa della sovranità, e nessuno può negare che l'euro abbia conseguito una vittoria contro i forti patriottismi monetari precedenti.

Questo libro non intende però analizzare la moneta europea dal punto di vista economico o politico. Il nostro scopo è semplicemente quello di guardare alle forme e ai colori della moneta unica europea. Monete e banconote sono il mezzo per eccellenza di uno scambio legato all'interesse; qui vorremmo invece invitare il lettore a rivolgere un'attenzione disinteressata alle immagini che vi sono riprodotte, come se ammirasse un quadro o sfogliasse le pagine di un romanzo. Le architetture e le cartine delle banconote, le stelle e i profili delle monete rievocano storie, ricordano avventure, richiamano misteri. Non è necessario andare in Nuova Guinea, dove vive un popolo che rifiuta di maneggiare banconote per paura di incontrare gli spiriti di chi le ha possedute: anche nella razionale Europa di oggi capita che si conferisca a monete e banconote valore emotivo o superstizioso. Abbiamo monete portafortuna e a volte ci scambiamo banconote su cui qualcuno ha scritto un messaggio d'amore o si è sfogato con un'invettiva. Il denaro è qualcosa di più che un mezzo di scambio.

Del resto sia in arte sia in letteratura i soldi sono una presenza importante. In molti quadri una misteriosa luce dorata, simile a una cascata di monete, raffigura Giove che si trasforma in pioggia d'oro per sedurre Danae. Monete si trovano sul banco di Matteo, l'esattore delle imposte, nei quadri che descrivono la sua vocazione. In altri dipinti una moneta è mostrata a Cristo che, indicando l'effigie dell'imperatore, invita a dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Gli artisti hanno ritratto l'apostolo Pietro che trova una moneta d'argento in bocca a un pesce, per pagare le tasse dovute al tempio, o Giuda Iscariota che tenta di restituire i trenta denari con i quali ha venduto la sua amicizia con Gesù. Un piatto pieno di monete appare in alcuni quadri che narrano di san Lorenzo, al quale il papa aveva dato l'incarico di donare ai poveri le ricchezze della Chiesa; quando il prefetto di Roma gli intimò di consegnargli quel patrimonio, Lorenzo indicò i poveri e gli ammalati, i veri tesori della Chiesa di Cristo. Se in un dipinto appare un mucchio di monete ai piedi di un anziano dimagrito, si tratta dell'eremita Onofrio, che ha imparato a disprezzare la ricchezza. Non fa come lui il vecchio che conta i suoi soldi, spesso presente nei quadri che raffigurano le età dell'uomo. Le monete, oggetto di tanto smodato desiderio nella vita reale, nei quadri ricordano la futilità delle cose del mondo e l'inevitabilità della morte, come si vede in tante allegorie della vanità.

Di denaro è piena anche la letteratura. Č stato Plauto a inaugurare la fortunata figura comica dell'avaro. Euclione, protagonista della commedia Aulularia, e il cui nome, derivato dal greco, significa "colui che tiene ben chiuso", passa la vita a tener ben chiusa una pentola piena d'oro, che non vuole condividere, e a non fare uscire da casa sua figlia, che rifiuta di dare in moglie per non doverle procurare la dote. Nonostante abbia dannato la sua esistenza per la mania di conservare, non riuscirà in nessuno dei suoi intenti, perché la pentola gli sarà rubata e la figlia violentata. Anche nell' Avaro di Molière, Arpagone è ossessionato dal denaro e si lascia irretire dal mito di una ricchezza che rimane poi inutilizzata. Pinocchio si fa trascinare dal Gatto e dalla Volpe nel paese dei Barbagianni, facendosi convincere a piantare nel locale Campo dei miracoli í suoi cinque zecchini d'oro per poterne ottenere duemilacinquecento la mattina seguente. Altre opere letterarie riferiscono di luoghi o di situazioni dove il denaro perde miracolosamente tutta la sua importanza utilitaristica. Nella Città del Sole di Tommaso Campanella si ipotizza una società perfetta dove il denaro svolge solo un ruolo marginale. Nel Candido Voltaire descrive il fantastico paese di Eldorado, dove i bambini giocano con oro, smeraldi e rubini come fossero biglie e nessuno si preoccupa di accumulare monete. Nel romanzo Venerdì o il limbo del Pacifico di Michel Tournier il protagonista naufraga in un'isola deserta e, pur avendo recuperato una cassa piena di monete d'oro, non sa cosa farsene.

Secondo Hal Turner, anche gli americani molto presto non sapranno cosa fare dei loro dollari e sarebbe meglio per loro non investire in euro, una moneta che non è veramente sostenuta da nessuno, visto che gli Stati Uniti d'Europa nella realtà non esistono. Turner ritiene che per questo l'euro rischi un collasso simile a quello, sicuro e imminente, della valuta statunitense.

Noi non ci addentreremo in difficili disquisizioni politico-economiche o in azzardate previsioni monetarie. Ricostruiremo le fasi attraverso le quali è stato scelto il design delle eurobanconote, guardando anche ai disegni degli euro proposti e mai adottati. Analizzeremo con attenzione i sette tagli dei biglietti europei, per riuscire a cogliere almeno qualcosa del loro simbolismo. Confronteremo le architetture che vi sono raffigurate con le immagini che sono apparse negli ultimi due secoli sulle precedenti banconote d'Europa. Cercheremo di capire quale sogno si nasconde dietro il desiderio di avere una parola uguale per tutti, "euro", e perché diciamo "10 euro" e non "10 euri". Esploreremo il variegato mondo delle monete, guardando al dritto dell'unione e al rovescio delle diversità. Controlleremo le frontiere che sono state disegnate per definire l'Europa sulle piccole carte geografiche tracciate sui soldi. Scopriremo l'ambiguità dei confini dell'Europa e ricostruiremo la storia delle adesioni all'Unione europea e all'unione monetaria. Investigheremo infine l'aspetto visivo dell'euro per interrogarci sull'identità europea.

Una volta che avremo esaminato i segni e i disegni dell'euro, resterà un interrogativo, lo stesso che si poneva già Paul Valéry nel 1919. Che cosa sarà l'Europa in futuro? Sarà ciò che è nella realtà, una piccola protuberanza dell'Asia, o resterà invece quello che sembra essere: una parte preziosa della Terra, la testa pensante del grande corpo planetario, la perla del globo?

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Ogni società produce un patrimonio comune di conoscenze, forse superficiali, magari adoperate per snobbare chi non le condivide, ma indispensabili: senza l'assimilazione di una cultura generale una società cessa di essere tale. Non sono proprio i racconti condivisi dai compagni di scuola a tenere unita una classe? La cultura generale ha anche il pregio di mantenerci consapevoli della nostra ignoranza. Possiamo specializzarci quanto vogliamo (per esempio sul quadro di Maffei) ma sappiamo che c'è sempre qualcos'altro da sapere. Già mezzo secolo fa, Gombrich esprimeva il timore che la tradizione della cultura generale si stesse indebolendo. Stava diventando sempre più difficile percorrere i ponti che collegavano il presente al passato. Per parte sua Gombrich proponeva una soluzione pratica: guardare alla secolare saggezza pedagogica della Chiesa. Per essere accolti nella comunità cristiana non bisogna per forza conseguire un dottorato in teologia o sapere tutto sulla Trinità; basta imparare il Credo, che racchiude gli elementi fondamentali della fede comuni a tutti. Per mantenere viva la tradizione della cultura generale sarebbe bastato, secondo Gombrich, adottare un credo laico, breve e conciso, analogo a quello proclamato al concilio di Nicea. Si sarebbe potuto imparare a memoria un testo che comprendesse un insieme di conoscenze essenziali. L'apprendimento del credo laico sarebbe stato il lavoro di un pomeriggio e ci sarebbero voluti solo tre minuti a recitarlo.

In Europa disponiamo oggi di un altro modo, ugualmente rapido, per mantenere viva la tradizione della cultura generale. Basta prendere il portafoglio, estrarre qualche banconota e per un attimo considerare i soldi che abbiamo in tasca come qualcosa di più di un mezzo di pagamento. Le nostre banconote mostrano arcate di acquedotti romani e merlature medievali, balconi rinascimentali e colonne barocche, vetrate ottocentesche e grattacieli moderni. Basta guardare questi rettangoli colorati non soltanto come qualcosa da spendere o da guadagnare ma anche come piccole opere grafiche, che ci parlano di storia dell'arte. Chi è l'autore? Che cosa rappresentano? Qual è il loro significato? Robert Kalina ha disegnato portali e finestre su un lato, ponti sull'altro per sintetizzare i sette stili principali che nel corso dei secoli hanno dato un volto alle città europee, dai tempi degli imperatori romani fino all'architettura novecentesca. Una finestra vuol dire apertura, una porta invita all'accoglienza, un ponte unisce due sponde. Il sito della Banca centrale europea, l'organismo che dal 1° giugno 1998 ha sostituito l'Istituto monetario europeo, indica che le finestre e i portali simboleggiano «lo spirito di apertura e di cooperazione che anima i paesi europei», mentre i ponti rappresentano «l'intensa collaborazione e il dialogo fra l'Europa e il resto del mondo». La precisione delle prospettive indica la solidità delle fondamenta culturali del continente. Le porte e le finestre aperte sullo sfondo bianco del cielo significano la disponibilità verso il futuro.


Il futuro si dà a vedere attraverso il passato. Su ognuna delle banconote dell'euro si trovano, raffigurati secondo gli stili della storia dell'arte europea, gli elementi fondamentali di ogni costruzione in pietra, in marmo o in acciaio. Abbiamo in tasca i tagliandi per un viaggio nel tempo e più vogliamo andare lontano meno costa il biglietto. Sulla banconota da 5 euro risalta la pietra grigia di un arco che potrebbe essere stato edificato in epoca romana, negli anni intorno alla nascita di Cristo. Il sito della Banca centrale europea informa che la banconota è dedicata allo stile classico, il periodo che va dall'VIII secolo a.C. al IV secolo d.C. Classico (dal latino classicus) significa "di prima classe", in altre parole di prim'ordine, e l'arte classica è stata definita come la capacità di dominare la vita grazie alla disciplina delle forme. Norma, proporzione, idealità, osservazione del vero, esaltazione dell'uomo sono tutti concetti generalmente associati all'arte classica, che in architettura si traduce in norme armoniche di simmetria e rapporti dimensionali tra le parti e il tutto. A scuola abbiamo imparato la codificazione dei tre ordini architettonici – dorico, ionico, corinzio – e abbiamo studiato come i romani abbiano costruito ovunque strade, porticati, basiliche, piazze forensi, templi, terme e teatri adottando e rielaborando il linguaggio dell'architettura greca. Mentre romanizzavano il loro impero, i padroni del mondo gettavano le fondamenta della cultura europea. La struttura raffigurata sulla banconota da 5 euro potrebbe appartenere a un arco di trionfo come ad altre architetture: un tempio, un teatro, un sepolcro, una costruzione termale, una basilica, un ponte, un acquedotto, un palazzo. Dal disegno presente sulla banconota non si capisce quale sia l'impianto complessivo, perché mancano il piano inferiore e il tetto. Si vede soltanto un muro obliquo formato da grossi blocchi, mentre quattro semicolonne reggono il peso dell'architrave e del cornicione e l'arco si apre sullo sfondo del cielo. Sul retro della banconota riconosciamo invece un acquedotto romano dalla struttura a tre ponti sovrapposti. Ogni arcata del primo ordine sostiene due arcate più piccole nel secondo, e ognuna di queste ne sorregge a sua volta due ancora più ridotte, in modo che gli otto archi nell'ordine inferiore diventano sedici in quello mediano, e si moltiplicano ulteriormente in quello superiore, mentre il ponte si allontana verso sinistra. Č stato scritto che la classicità contrasta con la natura indisciplinata degli uomini e che i momenti autenticamente classici, nei quali l'arte esprime una forza sicura e un rapporto immediato con la realtà, sono fugaci e finiscono non appena iniziati. Se l'arte è dunque un grido spontaneo, il senso classico dell'armonia e il suo carattere normativo e ideale sono rimasti esemplari nei secoli, e questo è ben rappresentato dal fatto che il valore della banconota di taglio più basso, che raffigura il modello più alto, è compreso nel valore di quelle successive.

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In un percorso di studi punteggiato di debiti e crediti, lo studente universitario rischia spesso di memorizzare soltanto quello che gli serve per l'esame. Il docente dovrebbe invece far capire all'allievo che si può guardare il mondo dall'alto, anche senza dover conseguire un brevetto da pilota, e che si possono compiere voli pindarici (sapendo chi è Pindaro). Gombrich notava che la tradizione classica è sopravvissuta durante il Medioevo perché alcuni eruditi, come Isidoro di Siviglia e tanti altri, non si sono vergognati di scrivere semplici compendi del sapere allo scopo di elencare quelle poche idee sul mondo e sull'uomo ritenute indispensabili per qualunque persona di buona cultura. Allora, senza troppi scrupoli, potrei anch'io suggerire agli studenti di spendere tre minuti a guardare con attenzione le sette banconote dell'euro, non certo per controllare se si tratta di soldi falsi ma piuttosto per accertarsi se i nostri discorsi sono veri. L'immagine latente da scrutare in controluce è la nostra storia narrata a colori. Guardando gli euro possiamo ripercorrere, sia pure a grandissime linee e in modo superficiale e semplificato, una storia dell'arte europea che è intrecciata in qualche modo alla storia tout court. Possiamo disporre di un'utile e sintetica mappa orientativa di cultura generale. Con le banconote degli euro disposte su un tavolo – sperando che possano permettersi i tagli più elevati – gli studenti potrebbero ripercorrere in rapida successione lo stile classico, romanico, gotico, rinascimentale, barocco e rococò, come pure quello del ferro e del vetro e infine quello contemporaneo. Potrebbero poi recitare questa versione (leggermente parafrasata e aggiornata) del credo laico che Gombrich propose nella sua conferenza alla London School of Economics, l'8 dicembre 1961:


Appartengo alla civiltà europea, nata in Grecia nel I millennio a.C. Fu creata da poeti, filosofi, artisti, storici e scienziati che rielaborarono criticamente miti e tradizioni dell'antico Oriente. Fiorì ad Atene nel V secolo a.C. e si irradiò verso est grazie alle conquiste macedoni nel IV secolo a.C. Nel I secolo d.C. i romani la estesero in larghe parti d'Europa e del Mediterraneo. Fu trasformata dal cristianesimo, che sorse tra gli ebrei della Palestina e si diffuse per tutto il mondo greco e latino nel II e III secolo d.C. Sopravvisse al crollo dell'impero romano, dovuto alla irruzione di tribù germaniche nel V secolo, perché le Chiese latina e greca riuscirono a preservare qualcosa della sua organizzazione, della sua letteratura e della sua arte durante il cosiddetto Medioevo, quando la gran parte dei signori feudali e dei loro sottoposti non erano troppo colti. Cominciò a rifiorire nel XII e XIII secolo, quando l'architettura gotica si diffuse dalla Francia nel resto d'Europa e quando un complesso sistema di pensiero, fondato sull'antica scienza dei greci, fu importato nelle nascenti università in Francia, Italia e Inghilterra con la mediazione delle traduzioni e dei commenti degli eruditi musulmani, che erano penetrati in Spagna attraverso l'Africa settentrionale. Essi portarono anche i numeri arabi dall'India, e la carta, la polvere da sparo e la bussola da navigazione dalla Cina; in questo modo facilitarono l'emancipazione delle città mercantili dell'Italia del Tre e Quattrocento, la qual cosa incoraggiò il recupero della letteratura, dell'arte e dell'architettura antica, greca e romana, un rifiorire che va sotto il nome di Rinascimento. Il nuovo sapere fu disseminato grazie all'invenzione della stampa, che inaugurò l'epoca moderna e preparò il terreno per la Riforma, che nel Cinquecento divise l'Europa, mentre i viaggi di scoperta portarono alle conquiste portoghesi, spagnole e inglesi nei territori d'oltremare. Sempre in quel periodo la civiltà europea fu ancora trasformata dalla rinnovata fede nel progresso della conoscenza umana, come dimostrano le teorie matematiche della scienza sperimentale creata in Italia e sviluppata nell'Olanda del Seicento e nell'Inghilterra protestante, dalla quale, nel Settecento, ideali di razionalismo e tolleranza si diffusero in tutto il continente. Riuscì così a superare il rapido aumento di popolazione che favorì la rivoluzione industriale, fenomeno che portò al colonialismo ottocentesco, alla diffusione dell'alfabetismo e ai movimenti di massa del socialismo e del nazionalismo. Nel corso del Novecento la civiltà europea ha trasformato, ma anche minacciato, gran parte delle culture del globo, che nel frattempo si è rimpicciolito dopo l'invenzione del volo. Quale età e quale stile saranno rappresentati sui 1000 euro? Spero che nel XXI secolo ci sia una civiltà europea. Amen.

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