Copertina
Autore Bruce Sterling
Titolo Caos USA
EdizioneFanucci, Roma, 1999, Il libro d'oro , pag. 523, dim. 145x220x35 mm , Isbn 978-88-347-0691-6
OriginaleDistraction [1998]
TraduttoreCarlo Borriello
LettoreRenato di Stefano, 2000
Classe fantascienza
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Pagina 5

UNO


Per la cinquantunesima volta (secondo il suo computer portatile) Oscar studiò il video della rivolta di Worcester. Ormai quel breve e tremolante filmato lungo otto minuti - una serie di fotogrammi sgranati, girati da una telecamera della sicurezza in Massachusetts - costituiva l'oggetto preferito delle sue riflessioni professionali.

La stampa aveva battezzato quell'evento come "la sommossa di Worcester del Primo Maggio del '42" ma, secondo l'opinione professionale di Oscar, l'evento non meritava di essere definito una 'sommossa' poiché, sebbene estremamente distruttivo, era stato tutt'altro che spontaneo e non organizzato.

I primi fotogrammi mostravano una tipica folla di passanti del Massachusetts. Worcester era sempre stata una cittadina squallida e in cui la vita era dura, ma, come nel caso di molte altre aree nel vecchio Nord-Est industriale, di recente aveva iniziato a godere di una certa fortuna. Nessun passante mostrava segni di aggressività, oppure di rabbia. Nel filmato non stava accadendo nulla che avrebbe attirato l'attenzione delle autorità e delle varie forme di sorveglianza elettronica di cui si servivano. Persone normali che facevano compere, oppure che passeggiavano tranquillamente. Una fila di clienti davanti a uno sportello per il prelievo automatico di una banca. Un pullman da cui salivano e scendevano i passeggeri.

Poi, poco a poco, la folla si infittí, vi furono sempre piú persone in movimento e, nonostante fosse molto difficile accorgersene, un numero sempre piú cospicuo di quelle persone avevano con loro valigette, zaini, oppure borsoni di tela.

Oscar sapeva che quelle persone dall'aspetto assolutamente normale facevano parte della cospirazione. In particolare, ammirava il modo incredibilmente brillante in cui erano vestite, il loro comportamento assolutamente normale e disinvolto. Era chiaro che non si trattava di abitanti di Worcester, Massachusetts, ma rappresentavano tutti un ingannevole distillato dell'immagine pubblica di Worcester. Ovviamente erano degli impostori, ma fingevano in maniera perfetta, degli sconosciuti impegnati in una missione di distruzione e della cui presenza era quasi impossibile accorgersi.

Non rientravano in nessuno dei tipici profili demografici degli agitatori, dei criminali oppure degli estremisti violenti. Qualsiasi misura di sicurezza adottata per impedire loro l'accesso a Worcester avrebbe dovuto essere estesa anche a tutti gli altri abitanti della città.

Oscar presumeva che fossero tutti dei prolet radicali: dissidenti, Autonomen, nomadi, membri delle unioni per il tempo libero; in effetti, si trattava di un'ipotesi ragionevole, poiché un quarto della popolazione americana non aveva piú un lavoro e oltre la metà aveva rinunciato alla prospettiva di un lavoro fisso. L'economia moderna non creava piú un numero di posti di lavoro sufficienti a occupare il tempo delle persone.

Con milioni di cittadini sradicati in maniera definitiva, non mancavano certo reclute per culti, bande di prolet e organizzazioni criminali. Ormai i gruppi criminali di grosse dimensioni erano diventati abbastanza comuni, ma l'organizzazione che aveva scatenato la sommossa del Primo Maggio non era di certo una banda criminale, o una normale banda di strada, oppure una milizia. I suoi membri non si scambiavano neppure un cenno di saluto ed era impossibile osservare se veniva impartito oppure ricevuto qualche ordine, se veniva esibito qualche simbolo di riconoscimento oppure utilizzato un determinato linguaggio gestuale, e perfino se i prolet obbedissero a una qualsiasi gerarchia. Al contrario, i prolet non davano alcun segno di riconoscersi a vicenda.

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Pagina 71

TRE


Oscar strappò un pezzo di nastro adesivo da una bobina gialla e l'avvolse intorno a un mattone, quindi vi passò sopra uno scanner portatile, attivando il nastro. Era circa l'una del mattino. Il vento, che proveniva dagli alti pini scuri, soffiava umido e forte, ma Oscar stava lavorando duro e il clima sembrava tristemente appropriato al suo umore.

«Sono una pietra angolare» annunciò il mattone.

«Buon per te» grugni Oscar.

«Sono una pietra angolare. Spostami di cinque passi sulla tua sinistra.»

Oscar ignorò quest'ultima richiesta e fissò rapidamente il nastro su altri sei mattoni. Fece passare lo scanner su ognuno di essi, quindi spostò di lato l'ultimo mattone per passare al livello successivo nella pila.

Non appena lo prese tra le mani protette dai guanti, l'ultimo mattone lo avverti «Non installarmi ancora. Installa prima quella pietra angolare.»

«Ma certo» gli rispose Oscar. Il sistema di costruzione era abbastanza intelligente da possedere un limitato vocabolario tecnico. Sfortunatamente, però, non era in grado di udire molto bene le parole. I minuscoli microfoni incorporati nel nastro parlante erano assai meno efficaci degli altoparlanti grandi quanto l'unghia di un pollice. Tuttavia, era difficile non replicare a un blocco di cemento che si esprimeva con tanta grazia e autorità. Le voce provenierite dai nastri somigliava a quella di Franklin Roosevelt.

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Pagina 109

«Era troppo bello per durare» sospirò Greta. «Il governo nazionale controllava i bilanci, ma la conoscenza scientifica è globale. Pensi a Internet; all'inizio era una rete scientifica specializzata, ma poi ha avuto un vero e proprio boom. Ora, invece, perfino le tribú del Serengeti possono collegarsi direttamente ai satelliti cinesi.»

«Quindi l'Età dell'Oro si è conclusa al termine della prima guerra fredda?» chiese Oscar.

La dottoressa annui. «Dopo la nostra vittoria, il Congresso ha voluto riprogettare la scienza americana per renderla competitiva a livello nazionale e per la lotta economica globale. Ma il nuovo sistema non ci ha mai soddisfatto completamente. Non abbiamo mai avuto alcuna possibilità.»

«Perché no?» domandò Oscar.

«Be', la ricerca scientifica di base offre due benefici economici: proprietà intellettuali e brevetti. Per recuperare l'investimento nella ricerca e nello sviluppo, è necessario un accordo sulla parola che sancisca che gli inventori possiedono i diritti esclusivi sulle loro scoperte. Ma ai cinesi non è mai piaciuto il concetto di 'proprietà intellettuale'. Noi non abbiamo mai smesso di fare pressioni su di loro per trovare una soluzione del problema e, alla fine, è scoppiata una vera e propria guerra commerciale e i Cinesi hanno scoperto il nostro bluff. Hanno usato le loro reti satellitari per mettere a disposizione gratuitamente tutte le proprietà intellettuali in lingua inglese. Hanno dato via i nostri software per niente, e cosí noi siamo andati in bancarotta. E cosí adesso, grazie al cinesi, la ricerca scientifica di base ha perso i suoi sostegni economici. Ormai dobbiamo tirare avanti basandoci soltanto sul prestigio, ma è una cosa molto difficile.»

«Dare addosso alla Cina è fuori moda quest'anno» commentò Oscar. «Che ne dice di passare agli olandesi?»

«Già, la tecnologia olandese... Gli olandesi arrivano su ogni isola, spiaggia e area sotto il livello del mare nel mondo e costruiscono miliardi di dighe. Hanno stretto un'alleanza contro di noi, formata da isole e stati i cui territori stanno venendo sommersi, ci osteggiano in ogni forum internazionale... Vogliono ristrutturare la ricerca scientifica globale in modo che sia orientata alla sopravvivenza ecologica. Non vogliono perdere tempo e denaro con roba come neutrini e velivoli spaziali. Gli olandesi sono un vero fastidio.»

«Una seconda guerra fredda non fa parte dei programma della commissione scientifica del Senato» replicò Oscar. «Ma potrebbe certamente scoppiare, se montassimo un caso che riguardi la sicurezza nazionale.»

«E a cosa servirebbe?» Greta scrollò le spalle. «Le persone di talento sono disposte anche a fare grandi sacrifici, se solo viene loro consentito di dedicarsi ai progetti a cui sono interessate. Ma se bisogna passare la vita a macinare risultati solo per l'esercito, allora sei soltanto una scimmia ammaestrata.»

«Eccellente!» esclamò Oscar. «Questo è proprio quello che speravo: un sincero e aperto scambio di vedute.»

Gli occhi della donna si strinsero. «Vuole che lo sia davvero sincera, Oscar?»

«Mi metta alla prova.»

«Che cosa ci ha dato veramente l'Età dell'Oro? La gente non è stata in grado di gestire al meglio tutti quei miracoli scientifici. Abbiamo avuto un'Era Atomica, ma è stata rovinosa, addirittura deleteria. Poi abbiamo avuto un'Era Spaziale, ma si è consumata in un breve arco di tempo. La successiva è stata l'Era Informatica, però abbiamo scoperto che le reti di computer erano il veicolo ideale per la disgregazione sociale e la pirateria del software. Subito dopo, la scienza americana ha vissuto l'Era Biotecnologica, ma si è scoperto che l'utilizzo piú importante era quello di produrre cibo gratis per i nomadi. E adesso sta per iniziare un'Era Cognitiva.»

«E cosa ci porterà... la sua nuova Era Cognitiva?»

«Nessuno lo sa. Se sapessimo in anticipo cosa ne verrà fuori, la ricerca di base non avrebbe alcuna ragione d'esistere.»

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Pagina 113

Greta rifletté seriamente su quel consiglio. «La conoscenza è intrinsecamente preziosa, anche se non può essere venduta» commentò infine. «E neppure utilizzata. La conoscenza è un bene assoluto. La ricerca della verità è vitale. È una caratteristica fondamentale delle civiltà umane. La conoscenza è necessaria perfino quando l'economia e il governo versano in condizioni disastrose.»

Anche Oscar rifletté. «'La conoscenza saprà farti superare periodi di povertà molto meglio di quanto il denaro saprà farti vivere in tempi dominati dall'ignoranza'. Be', deve esserci della verità in questo. Mi piace il suono di queste parole. È una retorica molto attuale.»

«I federali devono appoggiarci, perché se non lo fanno, lo farà Huey! Green Huey capisce l'importanza di questo posto, sa quello che facciamo qui. Non c'è alcun dubbio che lui ci appoggerà.» 113

«Apprezzo anche questo punto di vista» replicò Oscar.

«Almeno noi ci guadagniarno da vivere in questo caos» ag- giunse Greta. «Lo si può sempre definire uno sforzo per la crea- zione di posti di lavoro. Forse potrebbe sostenere che siamo tutti malati e che il lavoro in laboratorio è la nostra terapia di gruppo. Forse potrebbe dichiarare questo posto un parco nazionale!»

«Ora sta iniziando a pensare sul serìo» commentò Oscar, com- piaciuto. «Va molto bene.»

«Ma cosa ci guadagna lei in tutto questo?» gli chiese Greta a bruciapelo.

«E una domanda giusta.» Oscar sorrise trionfalmente. «Dicia- mo semplicemente che, da quando l'ho incontrata, sono rimasto conquistato.»

Greta lo fissò. «Senza dubbio lei non si aspetterà che noi cre- diamo che intende adoperarsi per salvarci la pelle solo perché sta flirtando con me. Non che questo mi dispiaccia. Ma se lo devo fare la donna fatale per salvare una struttura federale che vale mi- lioni e milioni di dollari, allora il paese è 'm una situazione molto peggiore di quel che immaginavo.»

Oscar sorrise. «Posso flirtare e lavorare nello stesso tempo. Sto imparando molto da questa conversazione, la trovo estrema- mente utile. Per esempio, il modo in cui ha toccato i capelli die- tro l'orecchio sinistro mentre diceva, 'Forse potrebbe sostenere che siamo tutti malati e che il lavoro in laboratorio è la nostra terapia di gruppo'. E stato un momento bellissimo, una piccola scintilla di fuoco personale nel bel mezzo di una sterile discus- sione politica. Se ci fosse stata una telecamera, si sarebbe trattato di una scena ma@ca.»

Greta lo fissò. «E questo che lei pensa di me? E cosí che mi vede? t cosí, vero? In questo momento lei è assolutamente sin- cero. »

«Naturalmente. Ho bisogno di conoscerla meglio. Voglio ca- pirla. Sto únparando molto. Vede, vengo da parte del suo gover- no e sono qui per aiutarla.»

«Be', io voglio conoscere meglio lei e cosí non uscirà da que- sto laboratorio prima che io abbia prelevato qualche campione di sangue. E vorrei anche fare qualche esame delle piastrine e qual- che test reattlvo.» 114

«Lo vede, abbiamo davvero delle cose in comune.»

«Se escludiamo il fatto che ancora non capisco perché sta fa- cendo tutto questo.»

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Pagina 115

«Le posso dire subito in cosa credo» spiegò Oscar. «Io sono un patriota.»

Greta gli rivolse un'occhiata imbarazzata.

«Non sono nato in America. A essere precisi, non sono mai nato. Ma lavoro per il nostro governo perché credo nell'America. Si dà il caso che io creda che questa sia una società unica; noi abbiamo un ruolo unico al mondo.»

Oscar batté la mano sul tavolo da laboratorio. «Noi abbiamo inventato il futuro! Noi lo abbiamo costruito! E se gli altri lo progetteranno o lo lanceranno sul mercato meglio di noi, inventeremo qualcos'altro di ancora piú sorprendente. Se saranno necessarie immaginazione e intraprendenza, ebbene, noi le avremo sempre. Se accorreranno coraggio o mancanza di scrupoli, non ci mancheranno di certo: noi non ci siamo limitati a costruire la bomba atomica, l'abbiamo usata! Non siamo una massa di santimoniosi, piagnucolosi ecocomunisti europei che cercano di rendere il mondo sicuro per le loro boutique! Non siamo un formicaio di ingegneri sociali, seguaci di Confucio, a cui piacerebbe vedere le masse raccogliere cotone per i prossimi due millenni! Siamo una nazione di meccanici cosmici che si danno da fare!»

«Eppure non abbiamo un soldo» commentò Greta.

«Perché dovrei preoccuparmi se voi pagliacci non riuscite a guadagnare un soldo? lo lavoro per il governo! Noi i soldi li stampiamo. Mettiamo subito in chiaro una cosa. Qui siete di fronte a una scelta difficile. Potete starvene seduti con le mani in mano come prime donne, gettando al vento tutto quello che avete costruito. Oppure potete smettere di avere paura, e di stare in ginocchio. Potete procedere con le vostre gambe, come una vera comunità, ed essere fieri di voi stessi. Potete prendere le redini del vostro futuro e fare in modo che questo posto diventi quello che potrebbe essere. Potete organizzarvi.»

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Pagina 127

Il popolo americano avrebbe dovuto accettare la dura realtà che il software non aveva piú alcun valore economico. Non era giusto, non era corretto, ma era un fatto compiuto. Oscar era costretto ad ammirare, sotto molti punti di vista, l'astuzia dei cinesi, che avevano reso disponibili sulle reti, gratis, tutte le proprietà intellettuali in lingua inglese. I cinesi non avevano avuto neppure bisogno di superare i loro confini per tagliare le gambe dell'economia americana.

Sotto alcuni punti di vista, quello scontro brutale tra gli Stati Uniti e la Cina poteva essere considerato come una benedizione. A parere di Oscar, l'America non era adatta per ricoprire il ruolo, lungo e stancante, di Utima Superpotenza, di Gendarme del Mondo. In quanto patriota americano, Oscar era piú che disposto a vedere, una volta tanto, i soldati di altre nazioni che tornavano a casa nelle bare. Il carattere nazionale americano non era adatto ai compiti della polizia globale; non lo era mai stato. Gli svizzeri e gli svedesi, puliti, meticolosi... ecco, loro si che erano dei tipi perfetti per fare i poliziotti. L'America era molto piú adatta a ricoprire il ruolo della stella cinematografica di fama mondiale, del giocatore di football professionista e alcolizzato, del comico schizzato e bipolare del mondo. L'America poteva essere tutto... tranne una triste e noiosa nazione di centurioni preoccupati della pace mondiale.

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Pagina 144

«Oh, il Nobel non conta piú tanto, dopo tutti quegli scandali sulla corruzione dell'accademia svedese... Molti hanno sostenuto che è stato soprattutto per questo che abbiamo ottenuto il premio, sai, dandolo a una donna che non aveva ancora compiuto trent'anni, stavano tentando di ricominciare da zero. Non mi importa: a me piace il lavoro di laboratorio, inserire le ipotesi in un quadro teorico piú ampio, le procedure, la forma. Mi piace il rigore, l'integrità. Mi piace la pubblicazione, vedere il mio lavoro messo nero su bianco, tutto verificato, tutto preciso. È allora che i dati raccolti si trasformano in conoscenza, che durerà per sempre.»

«Tu ami davvero il tuo lavoro, Greta. Questa è una cosa che rispetto molto.»

«E molto dura. Se diventi famoso, non ti lasciano piú lavorare. Ti promuovono, non lavori piú in laboratorio, ci sono un milione di stupide distrazioni. A quel punto non si tratta piú di scienza, ma di dare da mangiare ai tuoi figli dottorandi. L'intero sistema scientifico moderno è solo un'ombra di quello che era nell'Età d'Oro: la prima guerra fredda. Ma...» Si lasciò sfuggire un sospiro. «Non so. Personalmente, a me è andata bene. Ad altre persone è andata molto peggio.»

«A chi, per esempio?»

«Molto tempo fa c'era una donna, Rita Levi Montalcini, la conosci?»

«Lo farò se mi spieghi chi è.»

«Anche lei aveva vinto un Nobel. Era ebrea, viveva negli anni Trenta, in Italia. Una neuro-embriologa. I fascisti stavano tentando di arrestarla e lei si nascondeva in un villaggio, in una capanna. Costruí gli strumenti per la dissezione con il filo di ferro e poi prese queste uova di gallina... Non aveva soldi, non poteva farsi vedere in giro, il governo stava tentando letteralmente di ucciderla, ma lei riuscí a ottenere lo stesso i suoi risultati, grandi risultati... Sopravvisse alla guerra e andò via dal suo paese. Fuggí in America, le affidarono delle ricerche di laboratorio davvero importanti e, ormai ultranovantenne, divenne una celebrità mondiale nel suo campo. Ecco, Rita è l'esempio perfetto di ciò che significa fare ricerca scientifica.»

«Vuoi che adesso guidi un po' io?»

«Mi dispiace di stare piangendo.»

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Pagina 210

Hamilton si grattò i capelli castani; aveva un ciuffo ribelle e una riga dritta come un fulmine. «Sa, io e lei non ci siamo mai incontrati prima, ma l'ho vista in giro molte volte; entrava e usciva di casa a tutte le ore, con varie ragazze. E cosí, quando questo messaggio di posta elettronica automatico mi ha comunicato che era un pornografo pedofilo, ho subito immaginato che doveva trattarsi di una bugia colossale.»

«Penso di riuscire a seguire il suo ragionamento» replicò Oscar. «La prego, vada avanti.»

«Be', allora sono andato a ritroso, ho trovato un server in Finlandia, mi sono introdotto di soppiatto, ho seguito il percorso del messaggio fino in Turchia... Stavo giusto scaricando i file di registro del server turco quando ho sentito alcuni spari provenire dalla strada. Naturalmente ho controllato i video di sorveglianza, ho analizzato tutti i movimenti sulla TV a circuito chiuso del quartiere... Era già molto tardi. Ma ormai era davvero irritato. E cosí ho passato tutta la notte alla tastiera.» Hamilton sospirò. «E, be', le ho risolto il Droblema.»

Oscar lo fissò con stupore. «Lei 'mi ha risolto il problema?'»

«Be', non sono riuscito a localizzare il programma, ma ho trovato le sue fonti di informazioni. Riceve tutti i suoi aggiornamenti da un service in Louisiana. E cosí l'ho ingannato. Ho informato il programma che l'avrei uccisa. Poi ho creato un falso comunicato stampa che annunciava la sua morte, ho falsificato i titoli e l'ho inserito in rete. Il programma mi ha inviato un bel biglietto di ringraziamento. Questo dovrebbe avere risolto il suo problema. Quel programma è stupido come un mulo.»

Oscar riflette sul racconto di Hamilton. «Posso offrirle qualcosa, Kevin? Un succo di frutta? Magari un caffè espresso?»

«In effetti, sono stanchissimo. Penso che adesso andrò via. Volevo soltanto essere il primo a darle la notizia.»

«Be', lei mi ha davvero dato una bella notizia. Una notizia eccellente. Lei mi ha fatto un grosso favore.»

«Ah, ma non è nulla» si scherní Kevin. «Qualsiasi buon vicino avrebbe fatto la stessa cosa. Se fosse un buon programmatore, cioè. Il che non capita molto spesso, di questi tempi.»

«Mi perdoni se glielo chiedo, ma come mai lei possiede queste capacità di programmazione?»

Hamilton si carezzò il mento con l'impugnatura del bastone. «A dire il vero, ho imparato tutto da mio padre. Era un eccellente programmatore, prima che i cinesi mandassero in malora l'economia informatica.»

«Lei è un progranunatore professionista, Kevin?»

«Sta scherzando? Non esistono piú programmatori professionisti. Quegli incapaci che al giorno d'oggi si definiscono amministratori di sistema non sono assolutamente dei programmatori! Si limitano a scaricare programmi già pronti da un sito pirata e a usarli.»

Oscar annui in segno di incoraggiamento.

Hamilton fece ondeggiare il bastone. «Sono dieci anni che l'informatica non fa piú progressi! Non c'è piú il potenziale commerciale a spingerla. Gli europei hanno standardizzato i protocolli di rete e i cinesi piratano immancabilmente qualsiasi software venga messa in commercio... E cosí gli unici che programmano sul serio sono pochi strambi scienziati informatici e i nomadi: loro hanno molto tempo libero. E, sa, qualche pirata informatico anglo.» Hamilton sbadigliò. «Però, come può vedere, io ho un mucchio di problemi con i miei piedi. E cosí la programmazione mi aiuta a passare il tempo. Una volta capito come programmare, si tratta di un lavoro molto interessante.»

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Pagina 257

«Sai,» ruminò Oscar «io ho la mia buona dose di pregiudizi - e chi non li ha? - ma non ne ho mai avuti contro i prolet in sé e per sé. Sono solo stufo di vivere in una società in perenne disgregazione. Ho sempre sperato che qualcuno desse il via a una riforma nazionale, federale, democratica. Cosí potremo avere un sistema in cui ognuno possa trovare un ruolo decente.»

«Ma l'economia è fuori controllo. Il denaro non ha piú bisogno degli esseri umani. La maggior parte sono semplicemente d'impiccio.»

«Be', il denaro non è tutto, ma prova soltanto a vivere senza.»

Kevin scrollò le spalle. «La gente viveva prima ancora che il denaro fosse inventato. Il denaro non è una legge di natura. Il denaro è un mezzo. È possibile vivere senza denaro, se lo si sostituisce con il tipo giusto di calcolo. I prolet questo lo sanno. Hanno provato a cavarsela ricorrendo a un milione di strani trucchi: blocchi stradali, mezzi illegali, contrabbando, raccolta di rifiuti metallici, spettacoli ambulanti... Dio solo sa che non hanno mai avuto molto con cui lavorare. Ma adesso i prolet ci sono quasi arrivati. Tu sai come funzionano i server di reputazione, vero?»

«Ovviamente li conosco, ma so anche che non funzionano.»

«Io vivevo grazie a quei server. Poniamo il caso che tu sia un Regolatore - sono una banda molto importante da queste parti. Se ti presenti a un accampamento di regolatori con una reputazione affidabile, diciamo un punteggio vicino ai novanta, la gente si prenderà cura di te. Perché sanno con certezza che sei un bravo ragazzo da avere intorno. Sei educato, non rubi, possono affidarti tranquillamente i loro bambini, le loro auto, qualsiasi cosa possiedano. Sei un buon vicino con tanto di certificato. Tu contribuisci sempre, fai sempre dei favori alle persone. Non tradisci mai la gang. È un'economia di rete basata sul dono.»

«Si tratta di socialismo mafioso. È uno schema folle, irrealistico. Ed è fragile. Puoi sempre corrompere qualcuno in modo che alzi i tuoi punteggi ed ecco che il denaro entra nel tuo piccolo pezzo di paradiso in terra. E allora ti ritrovi al punto di partenza.»

«Può funzionare benissimo. Il problema è che i federali che combattono il crimine organizzato braccano continuamente i prolet, in modo da condurre una guerra elettronica spietata contro i loro sistemi, distruggendoli deliberatamente. Loro preferiscono che i prolet siano caotici, perché costituiscono una minaccia per lo status quo. Vivere senza denaro non fa parte dello stile di vita americano. Ma adesso la maggior parte dell'Africa vive al di fuori dell'economia monetaria - stanno tutti mangiando proteine ricavate dalle foglie usando macchine olandesi. Ora anche la Polinesia vive cosí. In Europa hanno redditi minimi annuali garantiti, i disoccupati vengono eletti in parlamento. In Giappone le reti basate sul dono sono sempre state molto diffuse. I russi sono ancora convinti che la proprietà sia un furto - quei poveretti non sarebbero mai in grado di far funzionare un'economia monetaria. E cosí, se si tratta di un sistema tanto complicato, allora perché tutti gli altri lo stanno adottando? E con Green Huey al potere, i prolet hanno finalmente avuto un intero stato americano in cui sperimentare il loro sistema.»

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