Copertina
Autore Vincenzo Tagliasco
Titolo Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali
EdizioneMondadori, Milano, 1999, Oscar saggi 594 , pag. 480, dim. 135x200x30 mm , Isbn 978-88-04-45939-2
LettoreRenato di Stefano, 2000
Classe fantascienza , scienze cognitive , scienze umane , scienze tecniche , fumetti
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Indice


 11 Introduzione

 11 Int. 1   Perché un dizionario.
 14 Int. 2   Naturale e artificiale.
 15 Int. 3   Normalità.
 16 Int. 4   Tra scienza e fantascienza:
             la cibernetica.
 20 Int. 5   Tassonomia degli esseri
             artificiali.
 22 Int. 6   La fine del robot antropomorfo.

    Parte prima

    Tassonomia relativa a esseri contenenei
    parti biologiche o materia in grado di
    auto-organizzarsi

 29 I.1      Come si definisce un essere umano?
 35 I.2      Intelligenza naturale
 38 I.3      La metafora del cervello-ghiandola
             ovvero l'uomo robotizzato a
             livello farmacologico
 41 I.4      Tassonomia degli esseri naturali e
             artificiali

 43 Cat. 1   Essere nato da portatore femminile
             a seguito di rapporto sessuale.
 57 Cat. 2   Essere nato da portatore femminile
             di ovulo proprio, fecondato
             artificialmente in situ.
 62 Cat. 3   Essere nato da portatore femminile
             di ovulo proprio, fecondato
             artificialmente non in situ.
 64 Cat. 4   Essere nato da portatore femminile
             di ovulo non proprio.
 67 Cat. 5   Essere nato da portatore biologico
             diverso dall'essere umano
             femminile, di ovulo fecondato.
 69 Cat. 6   Essere nato da portatore non
             biologico di ovulo fecondato.
 72 Cat. 7   Esseri, appartenenti alle catego-
             rie da 1 a 6, che presentano
             artificialità o scostamenti dalla
             "norma".
124 Cat. 8   Esseri dovuti a modifiche nei
             sistemi riproduttivi dei genitori
             o a interventi effettuati durante
             l'evoluzione dell'embrione e del
             feto.
129 Cat. 9   Esseri dovuti a mutazioni di
             carattere genetico.
154 Cat.10   Cyborg (denominato, anche, essere
             bionico) tradizionale: il poten-
             ziamento della creatura è attuato
             con tecnologie che escludono
             l'intervento sul Dna.
171 Cat.11   Esseri clonati.
171 Cat.11.1 Esseri clonati nati prelevando il
             Dna da una cellula di un essere
             naturale, senza fecondazione.
176 Cat.11.2 Esseri clonati modificati o poten-
             ziati: sono esseri clonati in cui
             viene modificato il codice
             genetico originale, per potenziare
             funzioni e prestazioni, oppure per
             sviluppare qualche anomala
             caratteristica.
179 Cat.12   Esseri alla Frankenstein: costrui-
             ti con una pluralità di segmenti
             biologici (patchwork di organi)
             che, con manipolazioni di alchi-
             mia, vengono riportati in vita.
182 Cat.13   Esseri golemici: esseri formati da
             "materia intelligente", o altro
             materiale o struttura, in grado di
             auto-organizzarsi e capaci di
             realizzare un obiettivo.
207 Cat.14   Replicanti.
208 Cat.14.1 Replicanti in senso stretto [defi-
             nizione ante Blade Runner: risulta
             incerto se contengono Dna umano].
211 Cat.14.2 Replicanti: esseri costruiti con
             parti biologiche artificiali, non
             provenienti da esseri umani e non
             basati su Dna umano [definizione
             post Blade Runner].
217 Cat.15   Esseri ottenuti con manipolazioni
             genetiche o con altre tecniche,
             non contemplate nelle categorie
             precedenti.
236 Cat.16   Animali che assumono funzioni e
             ruoli propri degli esseri umani.
241 Cat.17   Calcolatori biologici e altri
             artefatti biologici dotati di
             intelligenza.

    Parte seconda

    Tassonomia degli esseri non contenenti
    parti biologiche

245 II.1   A proposito di intelligenza nelle
           macchine
246 II.2   La costruzione dell'intelligenza
248 II.3   Due paradigmi nella costruzione
           dell'intelligenza: l'intelligenza
           artificiale e il connessionismo
251 II.4   Mente e corpo nelle macchine
           artificiali
253 II.5   L'intelligenza nei robot
256 II.6   Perché gli automi?
259 II.7   Il passaggio dall'automa di intrat-
           tenimento al robot lavoratore
261 II.8   L'epoca dei visionari:
           la cibernetica
266 II.9   L'epoca della concretezza: la robo-
           tica industriale e l'intelligenza
           artificìale
268 II.10  L'epoca del robot fuori dalla
           fabbrica
271 II.11  L'epoca dei robot in ambienti non
           strutturati
273 II.12  L'epoca delle suggestioni biologiche
           e dell'avvento del ciberspazio

275 Cat.18 Androidi (a volte denominati robot
           antropomorfi).
285 Cat.19 Robot antropomorfi che non si preoc-
           cupano di avere apparenza umana.
293 Cat.20 Robot non antropomorfi.
296 Cat.21 Esseri robotici.
300 Cat.22 Calcolatori elettronici e altre
           macchine "intelligenti".
           Breve cronologia dell'avvento dei
           calcolatori elettronici, 300
311 Cat.23 Esseri software, cyber robot e vita
           artificiale.
           Alcune date significative nell'evo-
           luzione delle reti neurali, 314
319 Cat.24 Robot addetti ai servizi e robot che
           operano fuori dalla fabbrica.
325 Cat.25 Veicoli autonomi (robotizzati).
           Cronologia dei primi prototipi di
           robot mobili su ruote, 328
339 Cat.26 Robot industriali.
           Alcune date significative nell'evo-
           luzione dei robot industriali, 341
347 Cat.27 Esoscheletri.
356 Cat.28 Teleoperatori e robot comandati a
           distanza.
           Cronologia dei teleoperatori e dei
           manipolatori meccanici, 358
361 Cat.29 Macchine utensili e macchine
           automatiche.
362 Cat.30 Elettrodomestici e sistemi intelli-
           genti per la gestione della casa.
365 Cat.31 Macchine logiche e di calcolo (ante
           calcolatore elettronico).
367 Cat.32 Progenitori e seguaci della "tarta-
           ruga elettronica" di W. Grey Walter.
374 Cat.33 Robot da esposizione, robot da
           intrattenimento, robot giocattolo
           e macchine da performance.
383 Cat.34 Automi meccanici: sul tipo di quelli
           costruiti nel Settecento da
           Vaucanson.
393 Cat.35 Marionette.
394 Cat.36 Simulatori umani.

397 Bibliografia
407 Indice analitico
445 Indice delle opere citate

 

 

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Pagina 11

Introduzione


Int. 1 Perché un dizionario.

Molti autori e autrici, nell'ambito della letteratura e della fantascienza, si sono impegnati nel descrivere non solo gli esseri umani cosiddetti normali, ma anche esseri "fuori norma", a volte chiamati mostri o supereroi. Frutto della fantasia, di sogni o visioni, queste creature vengono riprese da altri autori, dando luogo a vere e proprie categorie di esseri naturali e artificiali, che sono entrate a far parte del linguaggio comune: automi, robot, androidi, replicanti, golem, cyborg, mutanti, cloni e così via. D'altra parte, lo sviluppo incessante della tecnologia sollecita, sempre più spesso, un continuo aggiornamento dei principi etici che pongono limiti alla gestione dei corpi degli esseri umani, animali e artificiali.

I percorsi di lettura per orientarsi tra queste miriadi di esseri naturali e artificiali sono i più disparati.

* Percorso epistemologico: cerca di definire in primo luogo il concetto di essere umano, di intelligenza, di empatia, di emozione per poter valutare il grado di naturalità e di artificialità presenti nei vari esseri.

* Percorso mitologico: analizza l'evoluzione degli esseri letterari, a partire dai super-eroi delle varie mitologie che venivano chiamati dei o semidei. Evidentemente la carenza dei mezzi di comunicazione, agli albori delle comunità umane, permise di mettere a punto sistemi articolati e autoconsistenti di comunità di dei, conosciuti da moltitudini di terrestri. Leggende si svilupparono lungo il corso dei secoli, attraverso poemi epici, racconti e altre forme letterarie. Accanto a dei e semidei, vennero creati «angeli, demoni, orchi, draghi sirene e altre creature dell'immaginario».

* Percorso tecnico: analizza l'evoluzione degli esseri tificiali meccanici effettivamente costruiti, a partire dalle bambole animate di antiche civiltà fino ai robot industriali delle ultime generazioni.

* Percorso nosologico: si basa sulla suddivisione in grandi categorie (automi, cyborg, replicanti, robot, cloni, ecc.), senza tener conto della particolare epoca in cui i vari esseri artificiali (e non) sono stati ideati o costruiti.

* Percorso "alla Kuhn" (ispirato a metodologie tipiche della storia della scienza): tende a correlare le tipologie degli esseri artificiali con i paradigmi tecnologici prevalenti in una certa epoca (per esempio la fase della meccanica, dell'elettrìcità, della chimica, dell'elettronica, dell'informatica e della biologia).

[...]

Il presente dizionario, ben lungi dal presentarsi come un'opera completa, in grado di raccogliere tutto l'enorme materiale accumulatosi fino a oggi, vuole proporre una classificazione in grado di ordinare e inserire omologhe generazioni di esseri artificiali nei settori più disparati, dalla scienza alla fantascienza, dalla letteratura ai fumetti. È indubbio che esista un continuum nel panorama variegato di esseri artificiali o differenti dalla norma che si sono affermati nella coscienza collettiva e nella cultura: possono essere personaggi reali o soltanto immaginati, artefatti effettivamente costruiti o semplicemente pensati. In altre parole il dizionario si riferisce, in genere, a esseri umani, alle loro tipizzazioni, potenzialità, aspirazioni, sogni, incubi e alle loro imitazioni, rappresentazioni e simulazioni. Purtroppo, come tutte le proposte di classificazione, anche questa necessita di un elevato numero di note, necessarie per suffragare l'inserimento di particolari voci.

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Pagina 19

A partire dagli anni Trenta, la fantascienza prende il posto della mitologia, della religione e della filosofia nel ruolo di trasmettere miti e sogni. Sarà solo la fantascienza ad assumere il compito, in maniera surrettizia, di mantenere in vita antichi sogni, immergendoli nell'attesa di nuove tecnologie. Isaac Asimov si rende interprete del disagio dovuto ai lenti ritmi della filosofia dei piccoli passi, propri dell'approccio ingegneristico nella costruzione di automi. Asimov supera questo limite imposto dalla cautela e dalla lentezza dell'ingegneria affidandosi a una rivoluzione tecno-scientifica determinata non dalla "big science", ma da un prodotto tecnologico costruito senza conoscere le leggi che lo regolano. In altre parole si inventa la scoperta di un cervello, costruito da esseri umani, per dare intelligenza ai robot. «Il cervello positronico di cui, dopo decenni dall'invenzione, non si conosce quasi niente» (l'intuizione asimoviana di una tecnologia di base che costruisce materiali e oggetti - senza conoscere appieno le leggi che ne regolano il funzionamento - verrà più tardi richiamata spesso dagli ingegneri proteici e dai biotecnologi in generale). È il cervello positronico a far sì che «le tre leggi della robotica» non siano soltanto auspici etico-filosofici alla base del comportamento sociale degli automi, ma regole cesellate nella sua struttura cerebrale che «all'apparenza, si presenta come una spugna di platino-iridio».

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Pagina 29

I.1
Come si definisce un essere umano?


[...]

In attesa di questo evento, la soluzione proposta dai giuristi sembra essere ragionevole. Un essere è umano se e solo se la società, la comunione, la "constituency" di altri esseri umani lo considerano tale: in altre parole un essere è umano solo se è costruito utilizzando il Dna di altri esseri umani.

[...]

Asimov è stato il divulgatore dell'intuizione cartesiana di esaltare dell'essere umano la sua capacità di pensare; i nuovi scrittori di fantascienza pongono alla base dell'essere umano le specificità e le peculiarità del suo Dna. Lo statuto di essere umano, che non può essere automaticamente assegnato sulla base di test sull'intelligenza (test di Turing) o sull'empatia (il test di Voigt-Kampff impiegato dai cacciatori di replicanti in Blade Runner), non potrà neppure venire automaticamente assegnato sulla base dell'analisi del Dna, proprio per la sua possibilità di venire falsificato. La consolidata procedura - in base alla quale le varie comunità di esseri umani assegnano lo statuto di essere umano - continua, tuttora, a essere il migliore metodo per affrontare il problema. D'altra parte è sufficiente soffermarsi sui diversi modi di concepire il diritto di erogare la morte - attraverso le guerre, la pena di morte, la legittima difesa e l'eutanasia - nelle varie culture e nelle varie nazioni per verificare il ruolo delle comunità di esseri umani nel processo di autodefinirsi.

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Pagina 35

I.2
Intelligenza naturale


Se si analizzano le varie definizioni di quel coacervo di caratteristiche che il senso comune e la comunità scientifica hanno elaborato, nel corso dei secoli, con il nome "intelligenza" è possibile verificare quanto questa definizione sia vaga.

Micheal Heather, nel 1983, si interrogava: «Come dobbiamo definire l'intelligenza? È collegata alla vita? E che cosa si può dire della vita intelligente? Esiste vita-non-intelligente o intelligente-non-vita? Ci sono alcuni che mettono in guardia contro il costume di dare definizioni della vita e dell'intelligenza: non si rendono conto che, di fatto, essi propongono definizioni di queste entità e le definiscono come non-definibili».

[...]

Howard Gardner, nel 1983, sottolinea la pluralità dell'intelligenza nell'essere umano, evidenziando diverse formae mentis:

    - intelligenza linguistica,
    - intelligenza musicale,
    - intelligenza logico-matematica,
    - intelligenza spaziale,
    - intelligenza corporeo-cinestesica,
    - intelligenza interpersonale,
    - intelligenza intrapersonale.

Sullo stesso tema, Robert Stenberg si impegna in una articolata classificazione, distinguendo dapprima come loci dell'intelligenza due grandi aree: l'individuo e l'ambiente.

Successivamente nell'area dell'individuo propone più livelli di analisi: biologico, cognitivo e motivazionale, comportamentale e un quarto livello relativo all'interazione tra i primi tre. Questa impostazione teorica è successiva a un breve excursus delle definizioni di intelligenza elaborate da diversi pensatori a partire da Omero per continuare con Platone, Aristotele, San Tommaso d'Aquino, Montaigne, Hobbes, Pascal, Locke, Smith, Kant, John Stuart Mill, William James. Traspare dalle pagine di Stenberg il desiderio di capire l'origine delle varie teorie dell'intelligenza, che conducono a diverse ma corrispondenti metafore:

- la metafora geografica, legata alla frenologia;

- la metafora computazionale, legata all'informatica;

- la metafora biologica, legata alla biologia;

- la metafora epistemologica, legata alla filosofia della conoscenza;

- la metafora antropologica, legata alle differenziazioni culturali;

- la metafora sociologica, legata all'influenza della socializzazione nello sviluppo dell'intelligenza.

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Pagina 38

I.3
La metafora del cervello-ghiandola,
ovvero l'uomo robotizzato a livello farmacologico


È il sogno inconfessato di molti lettori di romanzi che, per i motivi più vari, non hanno più il tempo e la pazienza dei loro trascorsi adolescenziali: preferirebbero, invece di passare in biblioteca a ritirare il romanzo intriso di emozioni da conquistarsi con lenta e paziente lettura, passare nella "drogateca" di quartiere a ritirare il filtro specifico per evocare sogni d'amore, esperienze di terrore o tranquille visioni di verde e d'azzurro. Rispetto al giocatore di scacchi che preferisce considerare il cervello come un calcolatore elettronico, l'appassionato di romanzi lo percepisce come una sofisticata ghiandola in grado di fornire in uscita un ampio spettro di attività umane superiori (ideazione, ansia, felicità, paura, ecc.) purché, in ingresso, si immettano direttamente - senza passare attraverso i faticosi stadi tradizionali legati alla vita di relazione - opportune sostanze chimiche. Eppure quando sulla prestigiosa rivista scientifica «Science» vengono annunciate nuove «molecole del pensiero», siano esse psicofarmaci o proteine costruite dal nostro organismo, si avverte un certo disagio non riscontrabile all'annuncio del più sofisticato programma di intelligenza artificiale.

[...]

Il pensiero può e deve essere studiato a livelli diversi: da quello olistico o globale (proprio della filosofia, dell'etica e della religione) a quello intriso di implicazioni commerciali tipico dell'intelligenza artificiale e della psico e neuro-farmacologia, attraverso gli stadi intermedi rappresentati da linguistica, psicologia e psicanalisi. Anche per lo studio di mente e cervello viene riaffermata una delle problematiche classiche dell'indagine scientifica. Si ripropone lo stesso dilemma cui si era accennato nel paragrafo precedente: a quale livello di definizione (o di granularità, o di risoluzione) bisogna scendere per poter asserire che una certa disciplina è in grado di fornire modelli sufficientemente rappresentativi dell'attività mentale? In altre parole non esiste una disciplina egemone nello studio del cervello. Ognuna dà un proprio contributo, a seconda del livello di analisi che compiamo: dal livello microscopico e submicroscopico, correlato alla realtà fisico-biologica (neuroanatomia, neurofisiologia, biologia molecolare, psicobiologia, neurofarmacologia), al livello globale dello studio del comportamento e delle attività mentali (psicologia, scienze cognitive, filosofia).

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Pagina 154

Categoria 10 CYBORG (DENOMINATO, ANCHE, ESSERE BIONICO) TRADIZIONALE: IL POTENZIAMENTO DELLA CREATURA È ATTUATO CON TECNOLOGIE CHE ESCLUDONO L'INTERVENTO SUL DNA.

«Cyborg: essere umano su cui sono stati innestati organi meccanici o elettronici.»

Per esempio, si inseriscono telecamere ai raggi infrarossi nelle orbite, si usano schermi e corazze per rafforzare il sistema scheletrico. In questa accezione rientrano molte creature, proprie della fantascienza cyberpunk, che presentano al loro interno veri e propri optional (un orologio digitale nell'occhio, occhiali direttamente impiantati sul volto, prese dietro l'orecchio per il collegamento al computer e l'ascolto della musica).

[...]

Secondo alcune classificazioni, anche una persona in un polmone d'acciaio sarebbe un cyborg. Molti autori definiscono come cyborg delle creature che in questa classificazione rientrano anche in altre categorie. Per esempio, Terminator, pur essendo definito tra i cyborg dagli stessi autori, nella presente classificazione rimane escluso perché non ha cervello umano. In The Cyborg Handbook (a cura di Chris Hables Gray, 1995) si afferma perentoriamente che non esiste un solo tipo di cyborg: a partire da Terminator (che è semplicemente una pelle umana che riveste un robot metallico) fino al Chief Engineer Geordi LaForge di Stark Trek (che indossa un semplice visore protesico), tutti i vari personaggi compresi tra questi estremi sono cyborg. Anzi, viene offerta una classificazione dei cyborg basata sulla suddivisione delle tecnologie relative ai cyborg in quattro categorie:

* tecnologie re-integrative (ripristinano le funzioni perdute o sostituiscono organi e arti);

* tecnologie normalizzanti (riportano nei limiti della normalità creature che non erano precedentemente normali);

* tecnologie riconfiguranti (creano creature post-umane eguali ma, nello stesso tempo, differenti dagli umani; per esempio, esseri umani in grado di vivere nel ciberspazio, oppure nel mare o nello spazio, con lo stesso confort riservato agli esseri umani tradizionali);

* tecnologie potenziatrici (creano esseri potenziati utili al complesso militare e industriale).

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Pagina 171

Categoria 11 ESSERI CLONATI.

Cat. 11.1 ESSERI CLONATI NATI PRELEVANDO IL DNA DA UNA CELLULA DI UN ESSERE NATURALE, SENZA FECONDAZIONE.

In questa categoria si possono far rientrare creature simili ai dinosauri di Jurassic Park, che vengono creati con il sistema della clonazione.

«Si prelevano da un essere umano cento cellule da cui si rimuovono i nuclei. Nello stesso tempo, in cento cellule uovo vengono distrutti i nuclei. Mediante strumenti microchirurgici, si iniettano i nuclei delle cellule dell'essere umano nei cento contenitori rappresentati dalle cellule uovo (contenitori e nient'altro, perché il loro contenuto è stato vaporizzato). Poi, con le tecniche del trapianto di embrione, le cento cellule di nuova costruzione vengono inserite negli uteri di cento donne. Con l'avvento della gestazione in provetta, naturalmente, non ci sarà bisogno, per effettuare clonazioni, d'introdurre le cellule uovo in portatori donne.»

L'avvento dell'epoca dei cloni è legato alla progettazione di animali transgenici. Si tratta, in altre parole, di piegare alcune caratteristiche di opportune specie animali alle esigenze della specie uomo. Una volta creati prototipi efficienti di animali transgenici, la clonazione permetterà di avere un numero di repliche in grado di soddisfare le esigenze del mercato. Piero Bianucci [L'uovo del futuro. Cronache di scoperte prevedibili nel terzo millennio, 1996] ipotizza che in futuro ci sarà un Istituto in cui verranno conservate cinque specie di animali prototipi. Un uccello: lo struzzo. Tre mammiferi: il topo, la mucca e il maiale. E un batterio: l'Escherichia coli. Lo struzzo è specializzato per la produzione di carne e uova. La mucca produce, attraverso il latte, una vasta gamma di anticorpi, plasma, emoglobina e altre proteine; il topo è un perfetto modello del sistema fisiologico umano sul quale sperimentare farmaci e terapie; il maiale funziona come una banca di organi da trapianto. Il batterio Escherichia coli è il batterio di elezione che, opportunamente modificato geneticamente, è in grado di produrre le proteine più disparate.

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Pagina 182

Categoria 13 ESSERI GOLEMICI: ESSERI FORMATI DA "MATERIA INTELLIGENTE", O ALTRO MATERIALE O STRUTTURA, IN GRADO DI AUTO-ORGANIZZARSI E CAPACI DI REALIZZARE UN OBIETTIVO.

Esempi sono: il Golem della tradizione ebraica e il poliziotto (T-1000) venuto dal futuro nel film Terminator 2: Judgement Day [James Cameron, 1991]. Apparentemente possono essere considerati «poco intelligenti» (il Golem viene zittito, togliendogli un fogliettino di carta dalla bocca), ma hanno la capacità di coordinare sensorialità e motricità per realizzare uno scopo. A questa categoria potrebbero appartenere anche le "baiometarubistu" (bestie biometalliche), nate dalla fantasia dell'autore giapponese Go Nagai, creatore di storiche serie a fumetti come Mazinga e Goldrake.

Riprendono il mito della creazione dell'essere umano per mezzo di terra, creta o polvere. In Egitto, tanto il dio Khnum quanto il dio Ptah, crearono l'essere umano con la creta sulla ruota di un vasaio. Secondo un mito greco focese, Prometeo usò una certa creta rossa di Panopeo per modellare il primo uomo e la prima donna. Poi animò questi simulacri col fuoco rubato agli Dei; ciò che ne rimase continuò per secoli a emanare odore di carne umana.

Gli esseri golemici potrebbero essere collocati dopo gli androidi e i replicanti. Infatti, spesso, non si pongono l'obiettivo di imitare le fattezze dell'essere umano, anche se presentano una autonomia ontologica maggiore rispetto agli androidi e ai replicanti.

[...]

Con una buona dose di forzatura e di volontà di estremizzazione gli dei della mitologia e delle religioni potebbero rientrare in questa categoria; tuttavia è troppo facile e inutilmente blasfemo cercare di inserire i simboli dei miti e delle religioni nelle categorie della presente tassonomia. Unica eccezione è stata riservata ai demoni e agli angeli, perché questi personaggi, in molti miti e religioni, vivono accanto agli esseri umani di cui condividono, a volte, passioni e limiti [Dante Alighieri, La Divina Commedia, 1321].

Infine si può osservare che la categoria degli esseri golemici offre la possibilità di offrire un contesto a una singolare e frequentemente accettata distinzione tra mente (o coscienza o anima) e cervello. Sono numerosi gli esempi in cui un corpo viene posseduto da una mente (o coscienza o anima) di un altro individuo.

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Pagina 248

II.3
Due paradigmi nella costruzione
dell'intelligenza:
l'intelligenza artificiale
e il connessionismo


Quando nel 1956 un gruppo di visionari coniò il termine "artificial intelligence" (quasi contemporaneamente a quello di "cognitive science") il mercato era lontano: l'obiettivo era quello di utilizzare la nascente scienza dei calcolatori per togliere a filosofi, psicologi e neurofisiologi il monopolio dello studio delle attività mentali dell'essere umano, con particolare riferimento all'intelligenza. Molte delle speranze e delle illusioni che l'intelligenza artificiale (IA) aveva suscitato sono riconducibili all'ambiguità insita nelle sue due iniziali accezioni: "IA forte" e "IA debole". Secondo la "debole", il calcolatore è in grado di costituire un ottimo strumento per lo studio della mente; secondo la "forte", i computer, se opportunamente programmati, presentano stati cognitivi e, quindi, i programmi (il software) si possono identificare con le capacità cognitive dell'uomo. Era facile per il filosofo John R. Searle scrivere: «Esattamente quella caratteristica dell'intelligenza artificiale forte che sembrava così attraente - la distinzione tra il programma e la realizzazione - si dimostra letale all'affermazione in base alla quale la simulazione può essere replicazione. Nessuno crede che la simulazione al calcolatore di un incendio brucerà tutto il vicinato».

[...]

La separazione tra software e hardware si riferisce a una particolare evoluzione della specie-calcolatore, mentre altri cervelli artificiali possono presentare caratteristiche tali per cui nell'hardware stesso sono contenuti gli elementi di integrazione e di organizzazione propri della mente-cervello. Anzi, alla tradizionale separazione tra mente e cervello, Domenico Parisi, dell'istituto di Psicologia del Cnr, imputa la relativa lentezza con cui progrediscono le conoscenze sull'intelligenza e sul suo supporto fisico, il cervello. Egli sostiene che le reti neurali e il connessionismo (un altro ramo dell'evoluzione della specie-cervello) possono offrire un approccio "sub-simbolico" allo studio della mente e del cervello diverso dall'approccio computazionale classico, che era "simbolico" (spesso logico-linguistico).

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II.4
Mente e corpo nelle macchine artificiali


In molti ambienti scientifici si ritiene che progettare una mente per una macchina possa essere possibile anche in assenza di un corpo. Addirittura si ritiene che il corpo si debba identificare solo con l'insieme dei dispositivi che costituiscono il supporto fisico (hardware del cervello artificiale) della mente. Secondo questa accezione il corpo - «portatore» di mente - può essere indifferentemente un computer oppure un robot. Eppure la differenza non è solo di natura tecnologica; ove per corpo si intenda una struttura in grado di interagire con l'ambiente attraverso la locomozione, la manipolazione e la percezione, il robot è in grado di offrire a una mente percorsi evolutivi che richiamano quelli verificatisi in molti organismi viventi.

In altre parole, a seconda che si ponga l'accento sull'intelligenza artificiale o sulla robotica (intesa in senso lato e non limitata a quella industriale), le interpretazioni della mente artificiale potrebbero divergere.

Pertanto un contributo all'intelligenza potrebbe venire dall'analisi dei comportamenti di alcuni animali, i cui sistemi motori e sensoriali rivelano sofisticate strategie di pianificazìone e di adattamento alle mutevoli caratteristiche dell'ambiente senza che esista una distinta attività cognitiva.

Hans Moravec ama ricordare come «i venti anni di storia della robotica moderna non possono sperare di competere in ricchezze di esempi e profondità di risultati col miliardo di anni di storia della vita sulla Terra. Circa un miliardo di anni fa i vertebrati si separavano dagli invertebratì. A quella data si ritiene poter far risalire la necessità di comportamenti "intelligenti". Il primo pesce apparve sulla scena 550 milioni di anni fa e gli insetti dopo circa 100 milioni di anni. Il primo primate risale a 120 milioni di anni fa. L'uomo, più o meno nella sua forma attuale, si presentò 2,5 milioni di anni fa, inventò l'agricoltura 12.000 anni fa, cominciò a scrivere circa 5000 anni fa e circa da tre millenni ha cominciato a lasciare tracce delle sue esperienze e delle sue forme di ragionamento».

I nuovi robot mobili autonomi, progettati da Rodney Brooks, il costruttore al MIT dei primi "robot being", mostrano comportamenti del tipo stimolo-risposta non diversi da quelli studiati dagli psicologi comportamentisti. Questi robot non sono concepiti su una struttura mentalista (basata sulla rappresentazione cognitiva del mondo esterno). Al contrario, per essi «il mondo è il suo migliore modello». Brooks dice esplicitamente: «Di solito non si pensa che gli insetti siano intelligenti. Tuttavia essi sono dispositivi molto affidabili. Essi operano in un mondo dinamico, eseguendo un numero elevato di compiti complessi... Nessun altro sistema costruito dall'uomo è altrettanto affidabile... Per questo motivo io ritengo che raggiungere il livello comportamentale di un insetto sia un nobile obiettivo per chi lavora nel settore dell'intelligenza artificiale».

Finalmente il processo di chiarificazione si è compiuto. L'intelligenza artificiale - nella accezione più vicina ai fondamenti della scienza dei calcolatori, alla logica e all'epistemologia - si afferma come una disciplina accademica dai contorni sufficientemente definiti, afferente alla grande area dell'informatica e non dovrebbe più venire identificata con la costruzione dell'intelligenza nelle macchine.

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II.8
L'epoca dei visionari: la cibernetica


Tuttavia, in parallelo alle problematiche della struttura meccanica dell'automa, fatto di leve, bielle, camme, cinematismi - ossia tutto l'armamentario delle tecnologie meccaniche - comincia a farsi strada la problematica della gestione automatica di tale complessità. A questo punto dell'evoluzione appaiono i primi rudimentali frammenti di quelli che nei successivi decenni sarebbero stati considerati i prolegomeni di un «sistema nervoso per corpi meccanici». Alcuni la considerano una forzatura interpretativa, ma il considerare la macchina analitica di C. Babbage il primo nucleo di un'imitazione della corteccia cerebrale e il regolatore di J. Watt l'equivalente meccanico di un riflesso spinale può essere utile per cercare di districarsi nella confusione dei vari percorsi che costellano la storia degli automi.

L'apparente forzatura sta a indicare che, nella storia degli automi, non avviene - almeno per quanto concerne l'analogia con la struttura nervosa dell'essere umano - alcun tentativo di simulare il processo evoluzionistico degli organismi viventi. Negli automi il tentativo di simulare la corteccia si verifica quasi contemporaneamente a quello relativo ai riflessi spinali, a differenza di quello che è avvenuto nell'evoluzione delle specie animali. Ovviamente ciò è dovuto al fatto che il "patchwork" tecnologico su cui gli automi sono costruiti dipende sostanzialmente dall'evoluzione dei singoli pezzi, dei singoli componenti. Sicuramente. Babbage non pensava che lo storico della scienza avrebbe interpretato e collocato la sua macchina analitica nella storia dei cervelli artificiali, né tanto meno Watt pensava di avere costruito il primo riflesso di un robot meccanico.

Negli anni Trenta il panorama tecnologico viene modificato dalla comparsa dell'elettronica. L'amplificatore elettronico può venire retroazionato in modo relativamente facile. Gestire segnali elettrici risulta essere enormemente più facile che non controllare parti meccaniche in movimento. Inoltre, il tutto può venire realizzato in dimensioni contenute. Soprattutto, si ritiene che capacità logiche e intellettive possano venire "implementate" in macchine che non sferragliano e presentano le inevitabili lentezze meccaniche.

[...]

Si cominciano a delineare i due sottosistemi chiave nella progettazione dei robot: il servomeccanismo e il calcolatore elettromeccanico, progenitore di quello totalmente elettronico del 1946. Il servomeccanismo, che continua la tradizione del regolatore di Watt, sarà la chiave di volta della disciplina denominata "controlli automatici", mentre sul calcolatore elettronico si svilupperà l'informatica. Il parallelo con i riflessi spinali e con le attività corticali superiori continua anche se, alla fine degli anni Quaranta, risulta impensabile collocare gli immensi calcolatori a valvole termoioniche sui primi organismi artificiali, che cominciano a muoversi nei laboratori. Ciò avveniva nei periodi immediatamente anteriori e posteriori alla seconda guerra mondiale, quando ad alcune delle prime macchine cibernetiche si potrebbe far risalire l'inizio sostanziale della robotica intesa in senso lato e non limitata ai manipolatori industriali.

L'origine di questo atteggiamento nasce dal sottotitolo ("Il controllo e la comunicazione nell'organismo biologico e nella macchina") del libro Cybernetics di Norbert Wiener, pubblicato nel 1948, che costituisce di fatto un programma tecnologico.

 

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Riferimenti


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