Copertina
Autore Fausto Tapergi
Titolo Avventura a Capri
EdizioneSpirali, Milano, 2006, romanzi 121 , pag. 194, cop.ril.sov., dim. 14,5x21,5x1,8 cm , Isbn 978-88-7770-738-3
LettoreGiangiacomo Pisa, 2010
Classe narrativa italiana
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Pagina 7

I



— Ma che bello! Che bello! — ripeteva una giovane signora come tra sé, ma in realtà udita da quanti riempivano il salone passeggeri dell'aliscafo. E premeva gli occhi contro la vetrata a fianco, quasi a cercare di varcarla per vedere più estesamente, e si semisollevava sulla poltroncina per guardare alle vetrate del lato opposto, e diceva al marito, sdraiato accanto tranquillo, gli occhi chiusi:

— Come fai a startene calmo in mezzo a questa meraviglia!

— Ma l'abbiamo vista tante volte... illustrazioni, tivù, cartoline... È proprio uguale...

— Ben diverso è vedere le cose in foto dal vederle coi propri occhi al naturale!

— La signora ha ragione! — aggiunse con voce sonora e accento perentorio un signore attempato che, da una poltroncina al centro, aveva voltato il capo verso di lei. — Un conto è vedere una bella donna in fotografia, un conto godersela con gli occhi in carne viva, e magari con la possibilità di allungare una mano per godersela anche meglio!

Alla sua grassa risata si accompagnarono quella divertita di lei, e diverse risatine maschili. E dall'altra parte un altro signore si alzò con un largo gesto della mano e salutando forte: — Ciao Carlo! Non hai potuto trattenerti dal far sentire che proprio tu stai finalmente tornando! — mentre un'altra signora, seduta accanto a Carlo, volgeva a lei uno sguardo appena curioso e diceva con tono indulgente: — Non gli badi. È sempre pieno di certi pensieri! Ogni volta che apre bocca gli scappano fuori anche se si sforzasse di trattenerli, e non si sforza mai!

— Ma ho ragione! — replicò l'altro a voce alta da uomo uso ad attrarre l'attenzione. — Come si fa ad accontentarsi di un'immagine quando si può ammirare l'oggetto com'è per intero! Anzi — e si alzò per avvicinarsi rapido alla coppia, vicina all'uscita, scavalcando diversi bagagli prossimi a questa — sa che le propongo signora...? Già, come si chiama? Il mio nome, l'ha inteso, è Carlo.

— Io sono Elisabetta, ma sono sempre stata chiamata Betti.

— Ottimo. E le propongo, signora Betti, di venire con me a poppa per ammirare il paesaggio all'aperto.

— Davvero? Oh, grazie! — esclamò subito alzandosi, e, nel passare, urtò le gambe del marito, che le diede un'occhiataccia di malumore. — Ma... non ci sarà troppo vento? Sa, noi donne teniamo a non scompigliare i capelli, con quello che costa la parrucchiera.

— Eccetto quando piace farseli scompigliare! — rise pronto lui, questa volta più sottovoce, non si sa se per un riguardo al marito di lei assonnato, o per dare un senso d'intimità alla frase. — Per il caso, porti con sé quel foulard che vedo là alla spalliera della sua poltroncina... Ma non abbia timore. Avremo alle nostre spalle quasi l'intera struttura del battello a proteggerci dal vento della corsa. Si fidi di me; faccio questo viaggio da molti anni, e anche più volte in un anno.

Senza più esitazione, lui la prese per un braccio nell'accompagnarla in quei pochi passi all'uscita di poppa, dove sette-otto persone erano alle fiancate e alla balconata terminale, che vi formavano una sorta di terrazzino. Per cui trovarono da appoggiarsi comodi e un po' isolati contro la parete che separava dal salone.

— Non valeva la pena venire qui? — disse lui dopo alcuni secondi di comune silenzio.

Il tenero celeste del cielo, e quello appena più scuro minutamente luccicante del mare, che qua e là di continuo ora poco più si scuriva o poco più brillava, a seconda che mutasse lo sfiorare dell'aria, si stendevano intorno e all'alto in tutto il loro splendore.

— Non so che dire, non trovo le parole, sono emozionata — mormorava lei, mentre si girava a vedere e aspirare da ogni parte.

— Le confesso — disse a voce bassa anche lui — che mi trovo per la prima volta a sentire appieno il fascino di questo spettacolo. Guardo e faccio tutto sempre così in fretta!... Vede, quella bassa striscia un poco più azzurra che sembra segnare laggiù l'incontro del cielo col mare è il litorale di Napoli, da cui stiamo allontanandoci; e, più discosto, più pallido e sfumato, è quello della penisola sorrentina, ove stanno come fondendosi a far tutt'uno terra, mare e cielo... Ah, ma guardi qui, nella direzione in cui stiamo andando: ci vengono incontro le gemme del Golfo di Napoli, più a lato le isole di Procida e di Ischia, più sul fondo quella di Capri, scintillanti al sole, incastonate a fil di mare dalle strisce bianche delle loro case. E il mare su cui poggiano e che le fa risaltare? Non sembra che qualcuno dall'alto vi abbia fatto cadere manciate di diamanti per farlo ancor più sfavillare?

La donna si era reclinata un po' indietro per poterlo guardare in viso mentre parlava, sinceramente stupita e ammirata.

— Ma lei è anche un poeta! — riuscì alfine a dire.

Stranamente, per un uomo dal piglio tanto spregiudicato, sul suo viso apparve un velo di rossore e d'imbarazzo. Quello che aveva detto e il genere di apprezzamento ricevuto erano per lui affatto nuovi.

— Non mi dia anche le qualità che non ho mai avuto! Sono parole venute fuori da sole, senza neppure pensarci, per dire semplicemente quello che si stava vedendo. O forse — e tornò l'uomo pronto a volger tutto ai propri fini — ispirate dalla sua presenza: perché lei è davvero bella, e del tipo di bellezza che a me piace più di ogni altro.

— Ma che dice! Con quella bellissima elegante signora che mi sembra, non so, con le mode di adesso, non vorrei dire qualcosa di sbagliato...

— Stia tranquilla, è proprio mia moglie. Ma vede, come lei avrà intuito, capito, sono un uomo ricco...

— La sicurezza che ha nel parlare, nel fare...

— Intendiamoci, non sono un magnate americano, né un petroliere arabo, e neppure un Agnelli o un Berlusconi; ma in seconda fila, con pochi altri, ci sono io. E questa posizione un po' mi consente, un po' m'impone, una moltitudine di relazioni d'ogni genere, per le quali mi occorrono collaboratori esperti, avveduti, di particolari attitudini. E prima e sopratutto, una moglie che sappia tenersi al mio livello.

— La sua signora, come l'ho vista da lontano, mi sembra adattissima.

— Lo è infatti. L'occhio che oggi ha scorto subito la sua bellezza, cara Betti, — e qui una strizzatina al braccio — cinque anni fa ha saputo scorgere quanto potesse essermi utile Vittorina, che faceva l'indossatrice, ricercatissima non solo per la bellezza ma anche per la spontanea, signorile eleganza. L'ho contesa a colpi di milioni a una delle maggiori case di moda; e l'ho sposata. Ma...

— Qualcosa non va nel suo matrimonio?

— Vede, Vittorina mi appariva, ed è risultata, la donna ideale per rappresentare la mia modernità, il mio buon gusto, il livello sociale ed economico da me raggiunto, e per dare un'impronta di raffinato prestigio ai miei appuntamenti d'affari, a pranzi e a cocktail; ma... non era la donna che mi piaceva portare a letto.

— Che cosa mi sta dicendo... — mormorò lei davvero esterrefatta, da quella donna alla buona che era.

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