Copertina
Autore Birgit Vanderbeke
Titolo Si può fare
EdizioneDel Vecchio, Roma, 2013, formelunghe 27 , pag. 152, cop.fle., dim. 13,5x21,4x1,2 cm , Isbn 978-88-6110-051-0
OriginaleDas lässt sich ändern
EdizionePiper, Munich, 2011
PrefazioneMaria Vittoria Vittori
TraduttorePaola Del Zoppo
LettoreCristina Lupo, 2014
Classe narrativa tedesca
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Indice


Si può fare                              11


Note                                    134

Reinventarsi la vita                    139

La scatola nera del traduttore          147



 

 

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Pagina 11

Non so mai esattamente se Adam Czupek sia la mia salvezza o la mia rovina o magari entrambe le cose.

Certo è che mi ha scombussolato abbastanza quando l'ho conosciuto. Peng! Un botto, uno schianto, un terremoto e da allora niente più è andato dritto.

Adam era sempre stato fuori. Stare fuori è pericoloso, ma Adam non aveva altro modo, e io non avevo idea di essere stata sempre dentro, prima di incontrare Adam.

Quando in Germania hai cinque bambini, sei fuori dai giochi, mi disse, prima di presentarmi la sua famiglia. Lui era il terzo. Sua madre era andata fuori di testa quando il quinto figlio aveva circa due anni. Una o due volte l'anno finiva in manicomio. Fatta di Mandrax.

Stare fuori vuol dire che non è che vai al liceo con tanta facilità, mi raccontava Adam.

Io al liceo ci ero semplicemente approdata, e non avevo avuto il minimo sospetto che avesse qualcosa a che fare con i miei genitori, men che mai con mio padre, che nella sua ditta era un pezzo grosso. Big Boss, così lo chiamavano quelli che dovevano lavorare per lui. Avevano tutti paura di lui, e anche noi.

Nelle buone famiglie le cose possono somigliare a un inferno, ciò non toglie che io fossi una figlia di "buona famiglia". E quindi ero dentro in automatico e non avevo la minima idea che ci fosse un fuori, in assoluto.

Adam ha un Qi che più o meno si assesta sui 140 a seconda delle giornate, a volte può afflosciarsi sui 138. La quinta classe l'ha fatta alla scuola professionale di base, per poi passare all'istituto tecnico e prima di essere ammesso al liceo ha dovuto ripetere un anno.

Suo padre era un piccolo impiegato, niente di che, l'addetto al denaro falso e alle banconote danneggiate alla Banca Federale. Dopo la guerra aveva finito per prendere la strada sbagliata, forse avrebbe preferito essere omosessuale, ma essere omosessuali negli anni Cinquanta non era facile. Quando lo conobbi eravamo negli anni Ottanta, e al tempo aveva già passato ogni giorno dell'anno, per più di trent'anni, a contare banconote false e marcite.

La mattina si alzava per primo e faceva il caffè, e mentre faceva il caffè imprecava in cucina in modo che tutti in casa potessero sentirlo.

La casa era troppo piccola per sette persone. Era buia, troppo calda e zeppa di cose che a prima vista non avevano nessuna attinenza fra loro, e c'era odore di muffa. Adam, con suo fratello, aveva la camera in garage.

Il fratello di Adam ha una memoria formidabile per i numeri. In generale una memoria formidabile per le cose inutili. L'andamento della borsa di tre anni prima, i dati tecnici dell'Opel GT. Sarebbe entrato volentieri nella guardia di confine, preferibilmente nella GSG 9, ma ovviamente venne scartato alla selezione perché agli atti la madre risultava fuori di testa. Dopo la scuola di base professionale aveva trovato lavoro in una copisteria ed era rimasto a vivere nel garage. Finché prima suo padre e poi anche sua madre erano morti. Allora non era ancora sui cinquanta. La madre di Adam aveva un talento formidabile per la lingua. Le sue frasi erano complicate e articolate con sapienza.

Quando l'ascoltavo pensavo: una costruzione così non può fissarsela in mente nessuno. Spesso ero sicura che avesse perso il filo, ma ecco che se ne usciva con il verbo corretto in una frase incredibilmente intrecciata. E per quanto tutto fosse meraviglioso e a posto, le frasi non avevano un senso riconoscibile. C'erano la guerra, i russi, la fuga, donne che tornavano dalla brughiera con i capelli bianchissimi, stazioni, treni merci, e poi si passava al morire di fame e al morire di freddo, alla violenza, e alla fine arrivava sempre qualcosa di osceno. Grammaticalmente corretto, ma dadaista.

Per questo Adam, quando lo conobbi, non credeva nel linguaggio.

Io ci credevo.

I primi anni ci capitava spesso di rimanere in cucina fino alle quattro o alle cinque a litigare e discutere se il linguaggio serva poi a qualcosa. Adam trovava che non servisse a molto, ma dopo un certo periodo si era abituato al fatto che lo usassimo.


Quando presentai Adam ai miei genitori, lui aveva vent'anni e fin da subito fu chiaro che sarebbe andata storta. Adam odorava di officina, di legno, di metallo e di lavoro. Già allora aveva mani a cui la sporcizia si era definitivamente attaccata; non era cosa da togliersi con del sapone.

Mio padre leggeva il giornale e lasciò a mia madre il compito inquisitorio, cosa fa suo padre, eccetera, e quando lei ebbe portato a termine l'interrogatorio tirò fuori da un cassetto di legno di ciliegio una cornice che recentemente era caduta e si era staccata dalla tela. Magari Adam era così gentile da darle uno sguardo. Adam fu così gentile, e quando la preziosa cornice insieme all'acquerello furono di nuovo appesi alla parete mia madre mi rivolse la frase che rimase impressa nella memoria per anni, e ancora oggi.

Queste cose le sa fare, questa gente.

Lo disse con leggerezza, come se Adam non fosse nella stanza.

Pensai che Adam le sarebbe saltato al collo. Forse speravo che le saltasse al collo, ma lui rimase completamente calmo.

Vorrei ben vedere, disse lui.

Io mi feci bollente prima di vergogna, poi di rabbia, ma poi vidi come Adam stava rilassato tra gli eleganti mobili di legno di ciliegio di mia madre, in quella stanza grande e luminosa che per lui doveva essere parte di un mondo sconosciuto, e si lasciava offendere da una donna completamente sconosciuta a cui non aveva fatto niente di male se non aggiustarle gentilmente una cornice. Questa donna aveva appena fatto capire che non gli avrebbe mai dato una chance, anzi avrebbe fatto di tutto per impedire che si appropriasse di sua figlia, perché la gente come Adam Czupek per lei non andava neanche presa in considerazione.

Prima di imprecare ad alta voce bisogna aspettare di sbollire completamente, da bollente a zero gradi; aspettai finché non giunsi molto sotto lo zero e dentro non fui del tutto ghiacciata. Ti stupirà, tutto quello che sa fare questa gente. Lo dissi molto piano, ma lo sentirono tutti e tre.

E con quello non ero ancora fuori, ma ero sulla buona strada. Sulla strada verso Adam.

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Pagina 16

Adam dice che l'istupidimento è cominciato negli anni Ottanta, alla fine dei Settanta tutti sapevamo cosa stesse succedendo, il programma completo del disfacimento; il pianeta morto, mense di beneficenza, vecchi e poveri agli sgoccioli, e adesso il mondo si comporta come se fosse stato colto di sorpresa, come se alla fine degli anni Settanta non si fosse già saputo che le cose stavano andando a monte.

Vista così certo ha ragione lui, che tutto quel parlare non ha portato da nessuna parte, erano fame freddo violenza e dada osceno; ma in ogni caso Adam sapeva, anche prima di compiere vent'anni, che tutto sarebbe andato a monte, ma magari questo aveva a che fare con il fatto che era già fuori dai giochi quando la maggior parte della gente pensava ancora, chi sta fuori, è per colpa sua.

Da fuori alcune cose si vedono più chiaramente di quando si è dentro, lì dove il mondo ti viene spiegato nell'ordine prima dai Teletubbies, poi dal programma col topo e alla fine dal magazine del mattino, e Adam era davvero fuori. Lui, non sono mai riusciti a coinvolgerlo, neanche a consegnargli la cartolina per la visita di leva.

Comunque, invece io ero linguista, appena appena sfornata e sarei diventata logopedista, e se non avessi creduto nel linguaggio avrei dovuto appendere al chiodo il mio lavoro ancora prima di cominciare.

Al tempo conoscevo un sacco di persone ben sistemate e piano piano me le persi tutte, tutte tranne Fritzi Ott, anche se io non volevo perdermele, perché ad alcuni di loro volevo bene, talvolta anche molto bene, ma mi stavo muovendo verso Adam. Erano i tempi in cui in un certo senso tutti erano di sinistra e il sabato ci si incontrava per giocare a pallone e farsi le canne al Parco Est, dire Junge Union era come dire una parolaccia, stava per taglio di capelli corto, pomata e brufoli, e quando fu eletto Helmut Kohl Cancelliere nessuno volle crederci.

Ci fu chi occupò le case e si scrissero opere sulla fine della Storia in quanto tale, tutti parlavano della fine delle foreste, della pista d'atterraggio ovest di Francoforte e del riscaldamento globale, ci sarebbero state tempeste, alluvioni, e a un certo punto il petrolio sarebbe finito; tutti conoscevano come minimo una persona appena contagiata dall'AIDS, il Rocky Horror Picture Show veniva trasmesso a ciclo continuo, c'era il culto delle candele magiche e il cattivo gusto era un must, alla televisione passavano Dallas e I Denver, Fassbinder era morto e ultimamente passava per uno dei buoni, e chi lo aveva conosciuto diceva sempre RWF quando parlava di lui.

Adam non lo conosceva e trovava il Rocky Horror Picture Show una schifezza. Diceva schifezza quando qualcosa non gli piaceva e quando qualcosa gli piaceva diceva fico.

Scarpe da ginnastica fiche, fico 'sto vestito.

Fichi questi quadri, aveva detto una volta mentre eravamo a una mostra con molta roba dorata di Klimt e tutti si erano girati verso di lui e lo avevano guardato strano.

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Pagina 22

Per l'esame Adam costruì un fasciatoio, e in seguito, come aveva previsto, non fu assunto in ditta, perché al capomastro non stava bene che lui così giovane e non sposato avesse già avuto un figlio, e per di più con una donna molto più grande di lui e che ancora studiava.

La persone che conoscevo io erano tutte in qualche modo di sinistra, ma sapevano qual era il momento giusto per presentarsi con le unghie pulite ai futuri suoceri e ai datori di lavoro, e che una cosa è essere di sinistra all'università, perché all'università tutti i professori sono di sinistra, ma l'università in fondo non è la vita vera, e i professori sono notoriamente gente un po' fuori dal mondo. E il mondo comincia quando l'università finisce.

Adam apparteneva alle persone che odoravano di legno, metallo e lavoro, a cui si distribuivano i volantini. Le persone che conoscevo io erano piuttosto quelli che li distribuivano. E c'è una certa differenza. Anche allora c'era una decisiva differenza e Hanna Cash, figlia mia, rimane con il suo amato marito. Per questo con il tempo le persone che conoscevo io sono andate tutte smarrite. Tranne Fritzi, naturalmente, ma questa è un'altra storia.


Quando Adam si trasferì da me ebbi la sensazione che dovessimo un po' adattarci, perché il mio appartamento, già senza Adam e Anatol era davvero troppo piccolo, e non è che con un compagno e un bambino diventasse esattamente più grande.

Adam lavorava per una ditta temporanea come jolly, e anche in nero. A casa si lesse la mia libreria tutta, da una parte all'altra, almeno i romanzi; la notte aveva un sonno inquieto e sognava quello che aveva letto.

Io, Rogozin, diceva nel sonno dopo aver letto Dostoevskij, e io trovavo ovvio che a dargli filo da torcere non fosse l'idiota biondo, ma proprio l'oscuro Rogozin, tutto l'oscuro Dostoevskij.

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Pagina 27

Noi non avevamo il catalogo perché non compravamo nulla per corrispondenza, avevamo invece una sarta che ci cuciva tutto su misura, e nelle prime settimane in cui Adam stava da me notammo che nelle nostre vite non solo le questioni della guarnizione e del sifone, carta crespa e catalogo erano andate in modo molto diverso, ma che il suo mondo e il mio mondo non si intersecavano in quasi nessun punto, e non erano neanche tangenti, anzi, erano molto diversi e distanti anni luce; ma quando all'inizio ci impegnammo per far entrare in contatto il suo mondo con il mio, quel mondo non voleva proprio conoscere l'altro, ma rimanere il mondo che era già stato, e così i Czupek la mia famiglia non la conobbero mai, e perlopiù in seguito dimenticarono anche le cartoline con gli auguri quando Anatol o Magali facevano gli anni, perché i nostri figli non facevano parte né del mondo Czupek, né della mia famiglia. Ai bambini ovviamente la mancanza di cartoline e di auguri non faceva differenza, perché non le avevano mai avute, ma Adam per molti anni stette a ripetere: è davvero da piangere, quei due hanno quattro nonni e almeno sei zie e zii e a nessuno frega niente che esistano.

Io dissi, è davvero un destino crudele. Sippenhaft, carcere per tutta la famiglia!

C'è poco da ridere, disse Adam.

Mi capitava talvolta, anche a Ilmenstett, anche quando già da tempo eravamo giunti nel mondo che ci era proprio ed eravamo impegnati al campo base, di trattenere le lacrime quando in una qualche pubblicità una signora qualunque travestita da nonna riscaldava una zuppa in scatola, o un uomo anziano porgeva a un bimbo una busta con delle caramelle, ma poi mi ricordavo che non avevamo avuto scelta e pensavo, è un bene che non abbiamo avuto scelta, altrimenti Anatol e Magali non sarebbero neanche venuti al mondo, né nel mondo ormai da tempo liso e consunto dei miei genitori, né in quello confuso degli Czupek.

Dagli Czupek tutto si conservava e si riutilizzava e con il tempo compresi che aveva a che fare con il morire di fame e di freddo, di cui la madre di Adam parlava nelle sue belle frasi senza senso. La Pomerania è bruciata, cantava talvolta, mentre in cucina pelava le patate per sette persone; a un certo punto capimmo che la sua stessa madre era morta di fame o di freddo, o di entrambe le cose durante la fuga dalla Pomerania in fiamme, e in ogni caso dagli Czupek si raccoglievano pezzi di stoffa e lana e filo, e si conservavano zucchero e farina, riso e conserve; la madre di Adam raccoglieva tutto quello che le passava sotto le dita. Quando morì, la piccola casa surriscaldata straripava di gomitoli di lana, rotoli di stoffa, tessuti non—tessuti e montagne di schemi per taglio e cucito. E anche di generi alimentari, lattine di conserve scadute in pacchi convenienza da sei, noci marcite e farina invasa dalle tarme, perché la gente, quando la sua vita non segue un corso regolare, ha sempre paura di morire di fame o di freddo, e raccoglie e conserva tutto, non si sa mai, per cosa potrebbe servire.

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Negli anni Ottanta molti oscillavano avanti e indietro, arrivando direttamente dai Settanta ed entrando nel mondo direttamente dall'università, un mondo che al tempo non era propriamente un'avventura, né allettante, né inquietante, ma una specie di unica grande pillola di sonnifero con uno spesso rivestimento di zucchero colorato. Adam probabilmente ha ragione quando dice che negli anni Ottanta ha avuto inizio l'istupidimento, il pappone sull'unità e in realtà il mondo non pretendeva dalla gente molto altro che di essere deglutito, una pillola di sonnifero al giorno, così da essere fatti il più velocemente possibile e si cominciasse a dimenticare quello che si sapeva alla fine degli anni Settanta, ecco perché tutti rimangono stupefatti dal modo in cui sono oggi le cose, perché hanno dimenticato che loro stessi, già negli anni Settanta sapevano come sarebbe andata. Roundup Ready. La terra che muore, le mense per gli outsider vecchi e poveri alle tavolate di misericordia.

Dieci anni di pillole di sonnifero, dice Adam, ed ecco che sei già piuttosto dall'altra parte, e poi nei Novanta, se anche ci si fosse potuti svegliare e stropicciarsi gli occhi, cominciò il divertimento, il giro, il fun, i maledetti programmi tette–culi, e così ormai il treno era partito.

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Pagina 67

La cosa particolare della Storia è che quelli che ci sono dentro perlopiù non si rendono conto di ciò che accade, in particolare proprio di quelle cose che vengono annunciate da qualcuno al telegiornale, il quale evidentemente a sua volta non comprende affatto ciò che sta dicendo e per questo fa solo un'espressione ottusa mentre legge balbettando quello che ha scarabocchiato su un foglietto. Col senno di poi diventa proprio ridicolo e infantile, e tutto il tamtam e i patetici annessi e connessi con cui iniziò la nuova storia mondiale non cambiano niente rispetto al fatto che vengono annunciati da un uomo che il pomeriggio ha saltato una riunione importante e che non riesce neanche a balbettare una frase intera davanti alle telecamere. E così i Novanta iniziarono più o meno in questo modo: sostanzialmente i cattivi del Paese in bancarotta dovevano essere rintracciati e condotti alla sbarra, e nel Paese nuovo da un momento all'altro nessuno era più di sinistra in nessun modo. Non ho mai ben capito quanto le cose siano andate velocemente, praticamente tutto in una notte, ma in fondo anche dopo la guerra dall'oggi al domani, ecco qui, niente più nazisti, e i nazisti non erano più o meno nazisti, ma nazisti certificati con il libretto del partito, se non addirittura appartenenti alle SA o alle SS, mentre quelli di sinistra che avevo conosciuto io negli anni Ottanta perlopiù erano solo in qualche modo di sinistra, senza certificazioni. Ecco appunto la "svolta".

Curiosamente Adam non era mai stato di sinistra. Era solo abituato a essere fuori, mentre la maggior parte della gente era ancora dentro.


Ma questa svolta fu il momento in cui cominciò a preoccuparsi. La sera il mondo veniva da noi attraverso il televisorino in camera di Fritzi, spesso dimenticavamo di accenderlo, ma quando lo accendevamo ad Adam non piacevano il futuro e il mondo che venivano offerti a lui e ai suoi figli.

Non riesco a capire, diceva e si batteva la mano sulla fronte, indicando con l'altra lo schermo su cui i nuovi modelli di automobile venivano presentati a Ginevra. Davvero, non capisco, fra vent'anni la benzina non ci sarà più, e loro stanno lì orgogliosi a costruire motori V6, 213 cavalli, ma che ci fa la gente europea con una Jeep con un motore V6 che consuma l'ultima benzina rimasta, neanche Holzapfel ha bisogno di una jeep con un V6, lì ce la fa anche il vecchio Defender.

Le sanzioni economiche non hanno nessun effetto, idioti, diceva alla televisione dopo la fine della Guerra del Golfo; nessun effetto, hanno; Saddam ha più che abbastanza da mangiare, e a lui non gliene frega niente se la sua gente muore di fame.

Ecco cosa ne viene fuori, è sterminio di massa.

Ma seriamente, mi disse: ma se Magali o Anatol rischiassero di morire di fame per questo embargo, tu riusciresti a stare seduta a girarti i pollici? Io no di certo.

Shareholder Value, imprecava verso la cassettina, Stock Option, Downsizing, Outsourcing, ma dite subito che vuol dire: sterminio del lavoro.

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