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| << | < | > | >> |IndiceEtiche del paesaggio 9 Introduzione. Il progetto del mondo umano 15 1. Mondo umano La Libertà, p. 15 L’etica di una comunità, p. 23 L’enigma, p. 26 35 2. Paesaggi antichi La scena del mito, p. 35 La presenza di Gaia, p. 39 Il mito, p. 51 La commozione, p. 56 Le variopinte pareti, p. 63 69 3. Pagani e cristiani La morte di Pan, p. 69 La cupiditas videndi di Petrarca, p. 73 La teoria del cosmo, p. 81 91 4. Arte e natura Il costruttore di comunità, p. 91 L’elogio dell’agricoltura, p. 95 Il buon governo, p.99 105 5. Leggere il mondo Per un pensiero paesaggistico, p. 105 Per una storia dell’illusione, p. l13 Un luogo particolare, p. 11 127 6. Natura e paesaggi La natura, p.127 L'ambiente, il territorio e lo spazio, pag. 131 L'infinita contemplazione della bellezza, p.136 Un'etica per il paesaggio, p.141 L'etica della contemplazione p. 143 La critica del paesaggio, p.147 153 7. Prospettive L'architettura del paesaggio, p. 153 Il progetto contemporaneo, p.159 La comunità multiculturale come giardino, p.163 171 Note 201 Bibliografia 213 Indice dei nomi 221 Indice dei luoghi |
| << | < | > | >> |Pagina 9IntroduzioneIl progetto del mondo umano Un testo teorico tra etica ed estetica sul paesaggio indaga una realtà presente, concreta, complessa, non circoscrivibile con un concetto preciso. Non è, infatti, possibile offrire là definizione ontologica di un ambito vitale in continuo movimento. Il rischio è l’astrazione di un’entità afferrabile con lo sguardo e immediatamente indirizzata verso la trascendenza. Un’ambiguità di fondo è costante e incide sui piani del visibile e del visivo, tra realtà e immagine senza confini. Platone e la sua ombra lunga sono sempre presenti. La nostra tradizione è indissolubilmente legata al filosofo ateniese. La contemplazione ci offre due piani della percezione tra idea e realtà, entrambi legati alio spirito e all’agire degli individui. Un gioco antico esprime la potenza divina della vista per superare la visione di ciò che è oggettivamente osservabile. L’idea della natura accompagna così da sempre noi moderni in una prospettiva più morale che estetica. Per questo parleremo di paesaggi e del loro rapporto con il sacro, per svelare il gioco di un originaria immanenza dimenticata, legata al mito e alla sua legittimazione etico-normativa. L’etica riflette sui rapporti fra uomo e ambiente. Indaga l’azione dell’uomo. Svela la sua visione della vita e il mondo possibile. Studia la realtà contingente del mondo. Si rivela lo strumento migliore. Riflessione speculativa intorno al comportamento pratico, quotidiano, dell’uomo l’etica è rivolta soprattutto a indicare l'essenza del vero e i mezzi idonei al suo conseguimento. | << | < | > | >> |Pagina 51Il mitoDal mondo mediterraneo giungono il Poema d’Inanna, con il mitico grembo della vita, il Dilmun; gli Inni omerici, la Genesi, il Cantico dci cantici, I Proverbi. Da questa sorgente scaturiscono il mito dell'uomo e la Sacra Scrittura: l’antichissimo mondo mediterraneo e la Grecia; l'universo della Grande Dea, prima, degli dèi olimpici e del Monoteismo ebraico-cristiano, dopo. Dalla medesima fonte sgorga il mondo definito mito dal filosofo neoplatonico Salustio, dove appaiono corpi e oggetti materiali che celano anime ed essenze intellettuali: il mito «immagine concentrata dcl mondo» di Nietzsche, che richiede capacità di comprensione. Sallustio considera questa facoltà alla portata di pochi, mentre il mito in sé puo comunicare a tutti gli uomini l’esistenza degli dèi. Il mondo racchiude il mito. Le storie mitiche «sono un paesaggio - scrive Roberto Calasse - sono il nostro paesaggio, ostili e invitanti simulacri che nessuno ha inventato, che continuiamo a incontrare, che aspettano da noi soltanto di essere riconosciuti» Quando attingiamo alla fonte dei miti si apre dinanzi a noi il profondo pozzo del passato, sempre piu insondabile quanto più lo si scandaglia: un pozzo che ci conduce, come nota con ironia Thomas Mann, verso un abisso temporale e ci porta a riflettere sugli inizi della civilta umana: quanto è antica? Quando noi parliamo di «antichità», sottolinea Mann, «intendiamo per lo più il mondo greco-romano e quindi un mondo che, in confronto, è di una freschissima modernità». | << | < | > | >> |Pagina 1537. ProspettiveL’architettura del paesaggio Il paesaggio, quindi, è produzione dell’uomo. L’esteticità implicita del fare umano, che può essere positiva o negativa, qualifica i prodotti dell’attività; è legata all’agire. I risultati di un’attività finalizzata a un’opera d’arte sono differenti, come abbiamo visto, da quelli di un operare indirizzato ai bisogni della vita. Entrambi utilizzano la stessa tecnica e gli stessi mezzi, come l’arte dei giardini, l'agricoltura e l’idraulica, l’una per fare arte, l’altro per finalità economiche.
Esiste compatibilità tra estetica ed economia? Il
perseguimento di fini economici non dà spazio all’estro,
alla fantasia e al gusto individuale. Si deve intervenire
inserendo il punto di vista estetico nel ciclo operativo per
condizionarlo. Solo cosi la trasformazione del paesaggio
diventa esteticamente soddisfacente.
In una società che non ha sensibilità paesaggistica per
l’identità estetica e fisica dei luoghi, sacrificando le
categorie indivisibili della bellezza e della qualità della
vita per il profitto economico, la
Landscape architecture
può esercitare una notevoie azione protettiva e progettuale
nonché una funzione correttiva, simile a quella dello
industrial Design
per la produzione in serie.
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