Copertina
Autore Massimo Venturi Ferriolo
Titolo Etiche del paesaggio
SottotitoloIl progetto del mondo umano
EdizioneEditori Riuniti, Roma, 2002 , pag. 224, dim. 145x257x130 , Isbn 978-88-359-5211-4
LettorePiergiorgio Siena, 2002
Classe natura , scienze umane , filosofia , architettura
PrimaPagina


al sito dell'editore


per l'acquisto su IBS.IT

per l'acquisto su BOL.IT

per l'acquisto su AMAZON.IT

 

| << |  <  |  >  | >> |

Indice


    Etiche del paesaggio

  9 Introduzione. Il progetto del mondo umano

 15 1.  Mondo umano
        La Libertà, p. 15
        L’etica di una comunità, p. 23
        L’enigma, p. 26

 35 2.  Paesaggi antichi
        La scena del mito, p. 35
        La presenza di Gaia, p. 39
        Il mito, p. 51
        La commozione, p. 56
        Le variopinte pareti, p. 63

 69 3.  Pagani e cristiani
        La morte di Pan, p. 69
        La cupiditas videndi di Petrarca, p. 73
        La teoria del cosmo, p. 81

 91 4.  Arte e natura
        Il costruttore di comunità, p. 91
        L’elogio dell’agricoltura, p. 95
        Il buon governo, p.99

105 5.  Leggere il mondo
        Per un pensiero paesaggistico, p. 105
        Per una storia dell’illusione, p. l13
        Un luogo particolare, p. 11

127 6.  Natura e paesaggi
        La natura, p.127
        L'ambiente, il territorio e lo spazio,
                                       pag. 131
        L'infinita contemplazione della
                                bellezza, p.136
        Un'etica per il paesaggio, p.141
        L'etica della contemplazione p. 143
        La critica del paesaggio, p.147

153 7.  Prospettive
        L'architettura del paesaggio, p. 153
        Il progetto contemporaneo, p.159
        La comunità multiculturale come
                                giardino, p.163

171 Note
201 Bibliografia
213 Indice dei nomi
221 Indice dei luoghi

 

 

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 9

Introduzione

Il progetto del mondo umano

Un testo teorico tra etica ed estetica sul paesaggio indaga una realtà presente, concreta, complessa, non circoscrivibile con un concetto preciso. Non è, infatti, possibile offrire là definizione ontologica di un ambito vitale in continuo movimento. Il rischio è l’astrazione di un’entità afferrabile con lo sguardo e immediatamente indirizzata verso la trascendenza. Un’ambiguità di fondo è costante e incide sui piani del visibile e del visivo, tra realtà e immagine senza confini. Platone e la sua ombra lunga sono sempre presenti. La nostra tradizione è indissolubilmente legata al filosofo ateniese. La contemplazione ci offre due piani della percezione tra idea e realtà, entrambi legati alio spirito e all’agire degli individui. Un gioco antico esprime la potenza divina della vista per superare la visione di ciò che è oggettivamente osservabile. L’idea della natura accompagna così da sempre noi moderni in una prospettiva più morale che estetica. Per questo parleremo di paesaggi e del loro rapporto con il sacro, per svelare il gioco di un originaria immanenza dimenticata, legata al mito e alla sua legittimazione etico-normativa.

L’etica riflette sui rapporti fra uomo e ambiente. Indaga l’azione dell’uomo. Svela la sua visione della vita e il mondo possibile. Studia la realtà contingente del mondo. Si rivela lo strumento migliore. Riflessione speculativa intorno al comportamento pratico, quotidiano, dell’uomo l’etica è rivolta soprattutto a indicare l'essenza del vero e i mezzi idonei al suo conseguimento.

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 51

Il mito

Dal mondo mediterraneo giungono il Poema d’Inanna, con il mitico grembo della vita, il Dilmun; gli Inni omerici, la Genesi, il Cantico dci cantici, I Proverbi. Da questa sorgente scaturiscono il mito dell'uomo e la Sacra Scrittura: l’antichissimo mondo mediterraneo e la Grecia; l'universo della Grande Dea, prima, degli dèi olimpici e del Monoteismo ebraico-cristiano, dopo. Dalla medesima fonte sgorga il mondo definito mito dal filosofo neoplatonico Salustio, dove appaiono corpi e oggetti materiali che celano anime ed essenze intellettuali: il mito «immagine concentrata dcl mondo» di Nietzsche, che richiede capacità di comprensione. Sallustio considera questa facoltà alla portata di pochi, mentre il mito in sé puo comunicare a tutti gli uomini l’esistenza degli dèi. Il mondo racchiude il mito. Le storie mitiche «sono un paesaggio - scrive Roberto Calasse - sono il nostro paesaggio, ostili e invitanti simulacri che nessuno ha inventato, che continuiamo a incontrare, che aspettano da noi soltanto di essere riconosciuti»

Quando attingiamo alla fonte dei miti si apre dinanzi a noi il profondo pozzo del passato, sempre piu insondabile quanto più lo si scandaglia: un pozzo che ci conduce, come nota con ironia Thomas Mann, verso un abisso temporale e ci porta a riflettere sugli inizi della civilta umana: quanto è antica? Quando noi parliamo di «antichità», sottolinea Mann, «intendiamo per lo più il mondo greco-romano e quindi un mondo che, in confronto, è di una freschissima modernità».

| << |  <  |  >  | >> |

Pagina 153

7. Prospettive

L’architettura del paesaggio

Il paesaggio, quindi, è produzione dell’uomo. L’esteticità implicita del fare umano, che può essere positiva o negativa, qualifica i prodotti dell’attività; è legata all’agire. I risultati di un’attività finalizzata a un’opera d’arte sono differenti, come abbiamo visto, da quelli di un operare indirizzato ai bisogni della vita. Entrambi utilizzano la stessa tecnica e gli stessi mezzi, come l’arte dei giardini, l'agricoltura e l’idraulica, l’una per fare arte, l’altro per finalità economiche.

Esiste compatibilità tra estetica ed economia? Il perseguimento di fini economici non dà spazio all’estro, alla fantasia e al gusto individuale. Si deve intervenire inserendo il punto di vista estetico nel ciclo operativo per condizionarlo. Solo cosi la trasformazione del paesaggio diventa esteticamente soddisfacente. In una società che non ha sensibilità paesaggistica per l’identità estetica e fisica dei luoghi, sacrificando le categorie indivisibili della bellezza e della qualità della vita per il profitto economico, la Landscape architecture può esercitare una notevoie azione protettiva e progettuale nonché una funzione correttiva, simile a quella dello industrial Design per la produzione in serie.

| << |  <  |