Copertina
Autore Francisco Villar
Titolo Gli indoeuropei e le origini dell'Europa
SottotitoloLinguaggio e storia
Edizioneil Mulino, Bologna, 1996, Le vie della civiltà , pag. 681, dim. 137x213x32 mm , Isbn 978-88-15-05708-2
OriginaleLos indoeuropeos y orìgines de Europa. Lenguaje e historia
EdizioneGredos, Madrid, 1995
TraduttoreDonatella Siviero
LettorePiergiorgio Siena, 2002
Classe storia , scienze umane , linguistica , inizio-fine
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Indice


Prefazione

PARTE PRIMA: CHI SONO GLI INDOEUROPEI

I.      Chi sono gli indoeuropei
II.     Quando vissero e dove abitavano
        1. Europa
        2. L’Asia e le steppe del sud della
           Russia
        3. L’Asia Minore e i Balcani
        4. La linguistica storico-comparativa e
           il problema indoeuropeo
III.    La Vecchia Europa
IV.     La prima Europa indoeuropea

PARTE SECONDA: COME VIVEVANO E COME PENSAVANO

I.      Una società guerriera
II.     La religione
III.    Famiglia e società
IV.     Economia e sviluppo materiale
V.      Letteratura, poesia, arte
VI.     Il sistema onomastico
VII.    Il sistema di numerazione
VIII.   La razza

PARTE TERZA: COM'ERA LA LORO LINGUA

        Introduzione
I.      Come possiamo conoscere la loro lingua
II.     La fonetica
        1.  Le vocali
        2.  Sonanti, dittonghi e laringali
        3.  Le consonanti
        4.  L’accento
        5.  Generalità sul sistema fonetico
III.    La morfologia
        1.  Radici e parole
        2.  I generi
        3.  Il nnmero
        4.  I casi
        5.  Gli aggettivi
        6.  I pronomi
        7.  Il verbo

PARTE QUARTA: GLI INDOEUROPEI NELLA STORIA

I.      Gli ittiti e gli altri popoli anatolici
II.     Gli illiri
III.    Gli albanesi
IV.     I traci
V.      I daci
VI.     Macedoni e peoni
VII.    I balti
VIII.   Gli slavi
IX.     I germani
X.      I celti
XI.     I liguri
XII.    L’Italia
XIII.   La penisola iberica
        1. I popoli non indoeuropei
        2. I popoli indoeuropei
XIV.    I frigi
XV.     Gli armeni
XVI.    I greci
XVII.   Gli indiani e gli iranici
XVIII.  I tocari

PARTE QUINTA: DIALETTOLOGIA E STORIA

I.  I travagli della dialettologia
II. Dialettologia o storia
    dell’indoeuropeizzazione

Conclusione. Risalendo il cammino della storia

Bibliografia

 

 

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Pagina 15

Chi sono gli indoeuropei

Sono stati sfortunati per quanto riguarda il nome che li designa. Il termine «indoeuropei» è troppo lungo e poco fonico. Tuttavia, sembra in generale essersi imposto a scapito di altre designazioni alternative. In Germania, negli ambienti accademici, vengono chiamati «indogermani». Qualche decennio fa, sia in Germania sia nel resto d’Europa, si diffuse la denominazione di «ariani», benché più negli ambienti politici e giornalistici che in quelli scientifici.

Il nome col quale normalmente si conoscono i popoli può essere o quello che ciascun popolo dà a se stesso (endoetnico), o quello che gli viene dato dai propri vicini (esoetnico), ma non sempre essi coincidono. Gli abitanti della Germania, per esempio, sono chiamati dagli italiani tedeschi, dagli spagnoli alemanes, dagli inglesi Germans e dai polacchi niemcy. Loro chiamano se stessi deutsche e il loro paese Deutschland.

[...]

Tutto ciò che conosciamo dei nostri remoti antenati lo sappiamo grazie agli elementi che sono sopravvissuti nella lingua dei popoli storici che da loro discendono, attraverso un procedimento deduttivo che, per molti aspetti, assomiglia alla soluzione di un enigma poliziesco. Ebbene, c’è chi crede nell’esistenza di determinati indizi che potrebbero rivelarci il nome che gli indoeuropei davano a se stessi.

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Pagina 51

M. Gimbutas propone le steppe del sud della Russia come focolare ancestrale degli indoeuropei. Da archeologa, in questa zona fece scavi di giacimenti appartenenti alla cultura dei tumuli, che lei ha preferito chiamare cultura dei kurgan (o, più semplicemente, cultura kurgan) utilizzando il termine slavo.

La cultura kurgan si sviluppò a partire dal V millennio a.C. e dimostrò una forte tendenza all’espansione che si tradusse in vari movimenti migratori della sua popolazione, archeologicamente documentabili, che si possono collocare in tre fasi successive. Già nel V millennio ebbe luogo una prima espansione, databile tra il 4400 e il 4200 a.C., che toccò l’Europa nella zona danubiana e balcanica. La zona danubiano-centroeuropea, che per altri studiosi era stata la patria originaria, non sarebbe stata il focolare ancestrale bensì sarebbe stata precocemente raggiunta dagli indoeuropei.

Nel millennio successivo si veriflcarono nuovi movimenti di espansione in diverse direzioni. Tra il 3500 e il 3000, elementi kurgan penetrarono in Transcaucasia, in Iran e in parte dell’Anatolia. Quasi contemporaneamente, tra il 3400 e il 3200, ebbe luogo una seconda penetrazione in Europa centrale.

Infine, nel III millennio (tra il 3000 e il 2800) vi fu una penetrazione verso l’Egeo e l’Adriatico, e forse anche fino all’Egitto e alla Palestina, anche se questo non significò un’indoeuropeizzazione permanente di questi due ultimi territori.

La gente kurgan conduceva una vita seminomade. Conosceva quindi i villaggi ed era in grado di creare alture fortificate, che infatti compaiono in vari punti delle sue zone di espansione. Di norma, però, viveva in case semisotterranee, di struttura e costruzione molto semplici, che venivano abbandonate con grande facilità, per essere poi ricostruite altrove. Tali condizioni di vita e di mobilità dovevano essere molto simili a quelle che millenni dopo sarebbero state proprie degli eredi storici delle steppe: sciti, saci e sarmati, [...]

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Pagina 651

Conclusione

RISALENDO IL CAMMINO DELLA STORIA

Oggi, nel XX secolo, le lingue indoeuropee sono numerose e sono diffuse nei cinque continenti. Nel corso degli ultimi cinque o seimila anni, hanno continuato a estendersi progressivamente a partire dal piccolo nucleo originario delle steppe del sud della Russia. Nelle pagine di questo libro ho cercato di descrivere alcuni aspetti di tale spettacolare crescita e diffusione.

Sei o settemila anni fa, intorno al V millennio a.C., la lingua dei nostri remoti antenati non era che una piccola lingua, parlata da un pugno di gente in uno spazio più o meno limitato. Ma il V millennio a.C. non era in nessun senso l’origine dei tempi, né la lingua di quei primitivi indoeuropei era la prima lingua dell’umanità. Al contrario, prima di quest’epoca c’è un lungo succedersi di avvenimenti, una lunga catena di fasi di sviluppo dell’uomo. E questa lingua non è altro che il residuo di un lungo processo di evoluzione da forme più antiche. E per questo che è inevitabile chiedersi da dove erano arrivati gli indoeuropei nelle steppe e se la loro lingua formava parte di un gruppo più antico di lingue imparentate.

In definitiva, si tratta di continuare la catena. L’italiano ha lingue sorelle come lo spagnolo, il francese o il rumeno, che derivano tutte da un antenato comune, il latino; a sua volta il latino, salendo di un gradino nelle gerarchia, ha lingue sorelle come il greco, il sanscrito, il germanico e lo slavo, tutte derivanti da una lingua comune più antica che è l’indoeuropeo. Allo stesso modo, sembra legittimo domandarsi se anche l’indoeuropeo abbia avuto delle lingue sorelle, quali fossero e quando sia stata parlata la lingua comune piu antica dalla quale esse derivavano. Così, faremmo un passo avanti nella ricerca delle nostre radici.

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