Autore Don Winslow
Titolo Città in fiamme
EdizioneHarperCollins, Milano, 2022, , pag. 400, cop.fle., dim. 14x21x2,3 cm , Isbn 978-88-6905-966-7
OriginaleCity on Fire [2021]
TraduttoreAlfredo Colitto
LettoreFlo Bertelli, 2022
Classe narrativa statunitense , storia criminale












 

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Pagina 9

1



Danny Ryan guarda la donna uscire dall'acqua come una visione che emerge dai sogni del mare.

Ma lei è reale e porterà guai.

Le donne così belle di solito li portano.

Danny lo sa. Quello che non sa è quanti guai porterà. Se lo sapesse, se sapesse quello che sta per succedere, forse entrerebbe in acqua e le terrebbe la testa sotto fino a vederla smettere di muoversi.

Ma non lo sa.

Perciò, con il viso sotto il sole splendente, Danny resta seduto sulla sabbia davanti alla casa sulla spiaggia di Pasco e la osserva da dietro gli occhiali da sole. Capelli biondi, occhi di un blu profondo, un corpo che il bikini nero accentua, più che coprire. Pancia piatta, gambe snelle e muscolose. Difficile immaginarla tra quindici anni, con i fianchi larghi e il culo grosso dopo una dieta a base di patate e pranzi domenicali con salse unte.

La donna esce dall'acqua, la pelle luccicante di sole e di sale.

Terri Ryan, sua moglie, gli dà una gomitata nelle costole.

«Cosa c'è?» chiede Danny, finto innocente.

«Ho visto come l'hai guardata.»

La stanno guardando tutti: lui, Pat e Jimmy, e anche le mogli, Sheila, Angie e Terri.

«Ti capisco» dice Terri. «Bel paio di tette.»

«Che modo di parlare» protesta Danny.

«Sì, come se non fosse quello che stavi pensando.»

«Non pensavo niente.»

«Il niente a cui pensavi ce l'ho proprio qui» dice lei, muovendo una mano su e giù. Si alza a sedere sul telo per guardare meglio la donna. «Se avessi un paio di tette così, mi metterei anch'io in bikini.»

Terri indossa un costume nero intero. Danny pensa che le stia molto bene.

«A me piacciono le tue, di tette.»

«Bravo, risposta esatta.»

Danny guarda la donna raccogliere un telo e asciugarsi. Di sicuro passa molto tempo in palestra, si tiene in forma. Scommetterebbe che lavora nelle vendite. Qualcosa di costoso, tipo macchine di lusso, proprietà immobiliari, investimenti. Quale uomo le direbbe di no, o cercherebbe di tirare sul prezzo, facendo la figura del tirchio davanti a lei? Nessuno.

Danny la guarda allontanarsi.

Come un sogno da cui ti svegli e non vorresti svegliarti, perché è così bello.

Ha dormito poco, la notte scorsa, e ora è stanco. Hanno rapinato un camion di vestiti Armani, lui, Pat e Jimmy, lontano, nel Massachusetts occidentale. Un lavoretto facile, con informazioni dall'interno, organizzato per loro da Peter Moretti. L'autista era al corrente, tutti hanno ballato al ritmo giusto e nessuno si è fatto male, ma è stato un lungo viaggio e sono arrivati in spiaggia al sorgere del sole.

«Va bene così» aggiunge Terri, stendendosi di nuovo. «Va bene se lei ti scalda per me.»

Terri sa che Danny la ama, e che è fedele come un cane. Tradire non è nel suo carattere. Non le importa se guarda altre donne, finché torna a casa da lei. Molti uomini sposati hanno bisogno di una distrazione, ogni tanto, ma Danny no.

Anche se ne avesse voglia, si sentirebbe troppo in colpa.

Ci avevano persino scherzato su. «Lo confesseresti a un prete» aveva detto Terri. «Lo confesseresti a me. Forse metteresti un annuncio sul giornale, pur di confessare.»

E aveva ragione, pensa Danny, accarezzandole una coscia con il dorso dell'indice e segnalandole che ha ragione anche su un altro punto: lui si è davvero scaldato, ed è ora di tornare al cottage. Terri allontana la mano, ma non in modo brusco. Anche lei ne ha voglia, tra il sole, la sabbia calda sulla pelle e l'energia sessuale risvegliata dalla ragazza nuova.

È nell'aria, la sentono entrambi.

Sentono anche qualcos'altro.

Inquietudine? Insoddisfazione?

Quella donna sexy esce dall'acqua e all'improvviso loro non sono più contenti delle loro vite.

Io non lo sono, pensa Danny.

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3



Danny e Liam saltano a bordo della Camry di Pat e cinque minuti dopo sono a Mashanuck Point.

«Qual è il motivo della riunione?» chiede Pat al fratello.

«I Moretti vogliono tassare lo Spindrift» gli ricorda Liam.

«È nel loro territorio.»

«No, il Drift è sotto clausola di esenzione.»

È vero, pensa Danny, guardando fuori dal finestrino. Il resto dei locali sulla costa è degli italiani, ma lo Spindrift è irlandese fin dai tempi di suo padre. Lo conosce bene, si ubriacava lì quando lavorava sui pescherecci, e a volte ci andava ad ascoltare i gruppi blues locali che si esibivano nei fine settimana estivi.

Il proprietario, Tim Carroll, è un amico.

Passano accanto a campi di mais e Danny si stupisce come sempre che quei terreni non siano stati edificati. Appartengono da trecento anni alla stessa famiglia, yankee di palude, testardi, che preferiscono coltivare il mais piuttosto che vendere la terra e andare in pensione da ricchi. Ma Danny ne è contento. È un bel posto, quello, con i terreni agricoli che arrivano fino all'oceano.

«Cosa è successo?» chiede Pat al fratello. «Tim è venuto da te?»

È una violazione del protocollo. Se Tim ha un problema, deve andare da John, o almeno da Pat, non da Liam, il fratello più piccolo.

«Non è venuto da me» risponde Liam, in tono difensivo. «Ero lì a bere una birra, ci siamo messi a parlare...»

Ci sono così tante piccole penisole e paludi d'acqua salata lungo la costa, pensa Danny, che per andare in un posto qualsiasi devi prima dirigerti verso l'interno, poi tornare verso il mare. Sarebbe tutto più facile se bonificassero le paludi e costruissero una strada costiera, ma quello succede in Connecticut, non nel Rhode Island.

Nel Rhode Island ci piacciono le cose difficili, non quelle facili da trovare.

L'altro motto non ufficiale dello stato è: "Se dovevi saperlo, l'avresti saputo".

Perciò in auto ci vogliono diversi minuti per arrivare allo Spindrift, quando avrebbero semplicemente potuto andarci a piedi lungo la spiaggia. Ma ci vanno in macchina, superando i campi di mais, il negozietto di alimentari, la bancarella degli hot dog, la lavanderia automatica, il chiosco dei gelati. Quando affrontano la curva che li riporta vicino all'oceano, alla loro sinistra c'è un parcheggio per camper, e poi il bar.

Parcheggiano proprio davanti.

Appena entri, capisci che lo Spindrift non è una macchina da soldi. È un vecchio locale in legno, battuto dal sale e dai venti invernali per oltre sessant'anni. È incredibile che sia ancora in piedi. Un vento forte potrebbe abbatterlo, pensa Danny, e la stagione degli uragani è in arrivo.

Tim Carroll è dietro il bancone, e sta preparando un cocktail per un turista.

È magro come un chiodo, i chili non gli restano attaccati nemmeno con la colla. Ha trentatré anni, ma la responsabilità di gestire il locale dopo la morte di suo padre lo sta facendo invecchiare in fretta. Si asciuga le mani sul grembiule e viene loro incontro.

«Peter e Paul sono già qui» dice, accennando con il mento alla terrazza. «Con loro c'è anche Chris Palumbo.»

«Qual è il problema?» chiede Pat.

«Vengono qui come fossero i padroni» risponde Tim. «Quasi ogni pomeriggio. Bevono, ordinano sandwich, hamburger, e non pagano nulla. Hai visto i prezzi della carne, ultimamente? E quelli dei panini?»

«Sì, capisco.»

«E ora vogliono anche una busta» continua Tim. «Io ho dieci, massimo undici settimane d'estate per fare un po' di soldi, il resto dell'anno non guadagno un cazzo. Vengono solo pescatori e gente del posto, che si fanno durare la stessa birra per due ore. Senza offesa, Danny.»

Danny scuote la testa, a indicare di lasciar perdere.

Escono da una porta scorrevole aperta sulla terrazza appollaiata in modo precario sopra delle rocce messe lì dallo stato per evitare che tutta la baracca scivoli in mare. Da lì Danny riesce a vedere tutta la costa sud, dal faro di Gilead fino a Watch Hill.

È bellissimo.

I fratelli Moretti siedono a un tavolo bianco di plastica sul quale Chris Palumbo ha poggiato i piedi.

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7



Cristo, che mangiata, pensa Danny.

Le vongole veraci, le vongole americane, i granchi. Le enormi zuppiere di spaghetti al sugo, i peperoni ripieni, la salsiccia italiana. Agli irlandesi non è mai, mai permesso cucinare, ma una volta Martin aveva avvolto una patata nella carta stagnola e aveva mandato Danny a seppellirla tra le braci senza farsi vedere, e quando Pasco l'aveva trovata mentre prendeva le vongole aveva urlato: «Marty, vecchio irlandese del cazzo!».

Quanto mangiano! Il cibo non smette mai di arrivare. Dopo i frutti di mare e la pasta, la salsiccia e i peperoni, le donne tirano fuori grosse scatole di ottimi biscotti italiani della panetteria Cantanella's a Knightsville. Sono gli unici accettati; qualcuno ha sempre il compito di fermarsi a Cranston sulla via del ritorno dalla città e acquistarli.

La prima volta che era toccato a Danny, le scatole di biscotti erano sul bancone ad aspettarlo ma, quando aveva fatto per prendere il portafoglio, la commessa l'aveva guardato come se avesse preso una pistola. Lou Cantanella era uscito dal retro agitando le braccia, come un arbitro di football che segnala un passaggio incompleto.

Danny si era sentito un po' in imbarazzo, caricando le scatole nel bagagliaio, ma sapeva che Lou non doveva mai preoccuparsi di subire una rapina, o che una consegna non arrivasse puntuale, o che gli ispettori sanitari gli facessero una multa per qualche violazione immaginaria, o che il municipio decidesse di mettere dei parcheggi a pagamento sulla strada davanti al suo negozio. E ogni volta che uno degli italiani si sposava, Lou Cantanella forniva sempre la torta e il padre della sposa la pagava a prezzo di costo, perché era il matrimonio di una figlia e pagare era un punto d'onore.

Come sono dolci quei biscotti con l'espresso forte e amaro, e com'è buono il caffè caldo mentre scende la nebbia e la notte si fa più fredda. Mary tiene sempre in casa delle felpe in più, grosse, nere e sbiadite dal sole, e Danny va a prenderne una per Terri, e già che c'è decide anche di andare a pisciare.

Apre la porta del bagno e trova Paulie, Liam e Pam chini su piste di coca sopra il lavandino. Lo guardano come ragazzini sorpresi a fare una marachella e Liam dice: «Oops».

«Abbiamo dimenticato di chiudere a chiave» spiega Paulie, senza che ce ne sia bisogno.

Danny pensa: Ma siete fuori di testa, a pippare in casa di Pasco Ferri? Sembra di sì, perché Liam finisce la sua pista e gli passa la banconota arrotolata.

«Sto bene così» dice Danny. «Prima di uscire pulitevi il naso, Cristo.»

Dimentica di pisciare, trova la felpa per Terri, torna fuori e l'aiuta a indossarla.

«Grazie, amore» dice lei, e gli si appoggia contro. Qualcuno ha tirato fuori un mandolino e suona, mentre Pasco canta una ballata dolce e triste in italiano. La sua voce esce dalla nebbia come se arrivasse dritta da Napoli, oltre l'Atlantico. Una vecchia canzone da una vecchia nazione che approda come un relitto sulle spiagge del nuovo mondo.

    Vide 'o mare quant'è bello,
    Spira tantu sentimento,
    Gomme tu a chi tiene mente,
    Ca scetato 'o faje sunnà.
    Guarda gua' chistu ciardino;
    Siente, sie' sti sciure arance:
    Nu profumo accussì fino
    Dinto 'o core se ne va...

Pasco finisce la canzone e scende il silenzio.

[...]

Come si erano combattute, quelle due tribù di immigrati, per conquistarsi un posto ai sole. Gli irlandesi a Dogtown, gli italiani a Federal Hill, punti d'appoggio scavati nel duro granito del New England. I vecchi yankee odiavano gli snelli irlandesi e gli italiani unti, teste rosse e mangiaspaghetti venuti a rovinare la loro bella città protestante con candele e santi cattolici, effigi sanguinanti e preti che agitavano turiboli pieni d'incenso. Il loro cibo puzzolente e i loro corpi ancora più puzzolenti, la loro prolificità incontinente.

Prima erano arrivati gli irlandesi, all'epoca della guerra civile. Avevano popolato i terreni fuori dai macelli, pieni di branchi di cani randagi in cerca di frattaglie, i quali avevano dato il nome al quartiere, Dogtown. Gli uomini lavoravano nei macelli, nelle cave di pietra, nelle fabbriche, facendo guadagnare una fortuna alle vecchie famiglie yankee, poi erano andati a morire in guerra, e quelli che erano tornati erano decisi ad appropriarsi di un pezzo della città. Erano usciti da Dogtown e avevano colonizzato i vigili del fuoco e la polizia, poi si erano organizzati e si erano fatti eleggere per ottenere il potere politico, se non quello economico, soddisfatti di governare la città, se non potevano possederla.

All'inizio del Ventesimo secolo erano arrivati gli italiani, da Napoli o da altri posti del Mezzogiorno, e avevano combattuto gli irlandesi. Due gruppi di schiavi che lottavano per le briciole che cadevano dal tavolo del padrone, finché avevano compreso che, insieme, avevano i numeri per prendersi tutto il tavolo. Si erano divisi la città come un pezzo di roastbeef, ma con abbastanza intelligenza da lasciare delle buone fette ai vecchi yankee, in modo da tenerli contenti.

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