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| << | < | > | >> |IndicePresentazione di Giacomo A. Dente 7 Quel tè delle "Cinque Dinastie" 11 La mia vita da teista 17 Gli strumenti indispensabili 27 Come faccio a scegliere 41 Il tè come il vino 51 Come si prepara 75 I dubbi in tazza 95 A qualcuno piace freddo 109 Tè: femminile plurale 121 Il tè in gastronomia 151 Le foglie come... 167 L'ingredient-tè 191 Una medicina in foglie 213 Dove bere una buona tazza di tè 231 Bibliografia 241 Le ricette degli chef 243 Indice delle ricette 245 |
| << | < | > | >> |Pagina 15La prima tazza mi umetta con dolcezza labbra e gola, La seconda mi libera dalla solitudine La terza dissipa la pesantezza del mio spirito, Affinando l'ispirazione acquisita con tutti i libri che ho letto. La quarta provoca una leggera sudorazione, Disperdendo attraverso i pori le afflizioni di tutta una vita. La quinta purifica tutti gli elementi del mio essere. La sesta mi fa entrare nel novero degli immortali. La settima è l'ultima... non posso berne di più.
Una leggera brezza spira dalle ascelle
LU TUNG, poeta, visse in Cina nella regione dello Yunnan durante l'VIII secolo d.C. Ha guadagnato il soprannome "Il giullare del tè" | << | < | > | >> |Pagina 18TÈ SPEZIATO INDIANOIngredienti 1 litro di acqua 6 cucchiaini di tè nero Assam 1 cucchiaio scarso di cannella a pezzetti 1 cucchiaio scarso di cardamomo macinato (o verde o bianco) 1 cucchiaino di pepe verde in grani 1 cucchiaino di chiodi garofano 2 cucchiaini di coriandolo a piacere noce moscata o altre spezie 2-3 cucchiaini di zucchero di canna 2 cucchiai di latte Portare ad ebollizione l'acqua con le spezie e lasciare bollire per almeno una decina di minuti. Quindi aggiungere un paio di cucchiai di latte e due o tre cucchiai di zucchero di canna. Far riprendere il bollore, abbassare il fuoco e permettere una riduzione per ancora cinque minuti. Spegnere la fiamma e lasciare riposare ancora 5 o 6 minuti, quindi filtrare. È opportuno versare il tè da una distanza di almeno 10 centimetri dalla tazza o dal bicchiere per far meglio ossigenare la bevanda. | << | < | > | >> |Pagina 19C'era una volta...È stato intorno ai diciassette anni che ho realizzato il mio amore per il tè. Quello dal sapore intenso e dal profumo forte. Quello che ti tiene compagnia quando stai con gli amici, che ti aiuta a studiare, che ti conforta prima di andare a letto. Fino ad allora i miei incontri con il tè erano stati simili a quelli della maggior parte degli italiani. Una tazza dal sapore sbiadito (per giunta carico di limone) a ridosso di un mal di pancia o di un'indigestione. Il tè, a casa mia, arrivava puntuale quando si alzava la febbre e si dovevano passare due o tre giorni al caldo sotto le coperte. In cucina "abitava" una scatoletta millenaria con scialbe bustine pronte al bisogno come fossero una medicina. Sono stati due o tre amici a farmi avvicinare alla bevanda più apprezzata al mondo dopo l'acqua. Uno di loro era indiano, la sua famiglia era stata trasferita da Londra a Roma. A casa sua non passava pomeriggio che non si preparasse un'abbondante dose di tè per tutti quelli che erano lì. Teiere in ferro, caraffe in terracotta, bicchieri alti sempre in terracotta, tazze di porcellana e mug di ogni tipo. Ricordo che le prime volte ero davvero imbarazzata: una governante attenta e gentile si presentava con due scatole di legno piene di tè e ci chiedeva di scegliere. Un giorno, incuriosita dal cerimoniale in cucina, abbandonai gli amici e mi avvicinai alla signora. Mi si aprì un mondo: su una parete erano allineate scatole su scatole, divise (ma lo capii solo dopo qualche anno) per tipologie, forse per paese. Una sorta di collezione maniacale, pensai, non sapendo ancora che, dentro quel mobile, c'era un vero tesoro. Nello scaffale in basso, almeno una ventina di teiere: indiane, in terracotta, in metallo. E poi altre in porcellana, ghisa, vetro trasparente. Scoprire tanta meraviglia e restare affascinata fu un tutt'uno. Quando il tè veniva servito, non c'era mai il limone: solo un bricco di latte e dello zucchero. Se poi era la volta della versione indiana speziata allora si doveva anche versare tenendo la caraffa almeno un palmo sopra il bicchiere. Su e giù, mi spiegarono, per far ossigenare la bevanda. | << | < | > | >> |Pagina 24La scoperta dei saporiA casa cominciai ad accumulare scatole e, piano piano, anche tazze e teiere. Mia madre, che aspettava solo l'attacco di mal di pancia o l'indigestione per tirare fuori le mie foglie, non mi incoraggiava. E, anzi, un giorno fui non poco inorridita quando trovai il contenuto di un sacchetto di tè travasato in un barattolo che era stato della Nutella. Vetro trasparente. Orrore. Poche cose sapevo ancora del tè ma alcune regole base le avevo subito imparate: mai nel vetro che lascia passare la luce. La mia reazione venne guardata con grande sospetto. Anni dopo mia madre mi confessò che quel giorno le era venuto un dubbio: tra tutte quelle foglie mia figlia mica nasconderà altre erbe? Frugò ma trovò solo del nero indiano e del semi-fermentato di Formosa. Mio padre, invece, mi assecondò teneramente regalandomi la mia prima teiera. Bellissima, in terracotta scura, con il manico di bambù. La conservo ancora e, a volte, la uso per il tè della sera. Poi le incursioni a Parigi dove il tè è cultura, a Londra, in Cina. E l'esame da tea-taster cinque anni fa (in commissione Stephen Twinings, erede dell'omonima azienda, Olivier Scala e Gilles Brochard, i più famosi conoscitori e studiosi di tè in Francia e docenti all'Università del Tè di Parigi). È solo la passione per questa bevanda che oggi mi spinge a raccontare come ho scoperto il tè, come ho iniziato ad amarlo e a gustarlo. Rafforzando, se possibile, il suo ruolo rasserenante, pacificatore, coinvolgente e conviviale. Una teiera ben preparata chiede di essere condivisa ma anche di tenere compagnia a chi vuol bere in solitudine. Una volta, un amico cinese, che ha un emporio di prodotti del suo paese vicino Firenze, mi disse «Ricordati, il tè non è un aperitivo». Non capii a che cosa si stesse riferendo. Compresa la mia perplessità, aggiunse: «Non lo puoi mica prenderci al bancone di un bar con la folla che urla e pressa. Gente che va, gente che viene. Il tè implica un invito alla partecipazione». Come dire che chiede il coinvolgimento di persone a noi care, quelle con le quali abbiamo confidenza e intimità. Vuole chiacchiere, pensieri in libertà. Vuole l'accudimento di chi prepara la teiera, sceglie le foglie e versa la bevanda a tutti. Vuole lunghi silenzi, conversazioni senza confini, pasticcini o stuzzichini salati, dissertazioni sulla migliore torta da abbinare. Vuole essere l'occasione per un viaggio. Si parta allora! | << | < | > | >> |Pagina 86Quanti gradi, quanto tempo
L'acqua troppo calda rovina, in particolare le foglie delicate come quelle
bianche e quelle verdi. È comunque regola base controllare la temperatura per
ogni tè. Basta preparare un piccolo memorandum da attaccare sulle mattonelle in
cucina in modo di avere sempre a portata di mano tre numeri base importanti per
ciascun tipo.
Quello, appunto, della temperatura, della quantità di foglie da adoperare per
ogni persona e del tempo di infusione. Fase da seguire con particolare
attenzione. Minuti in meno ma, soprattutto, in più, determinano l'alterazione di
tutte le sfumature della bevanda. Non giudicare, dunque, il tempo di infusione
dal colore ma usare l'orologio. Oltre il tempo limite l'infuso diventa amaro.
Ricordare sempre che la caffeina viene rilasciata per prima, poi si determina il
colore e infine il gusto. Scaldare la teiera prima di versare il tè permette una
migliore fuoriuscita dei sapori nel momento giusto.
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Tè Temperatura Quantità Tempo di
(una persona) infusione
Bianchi 60/80° 4/5 gr 7/10 minuti
Verdi cinesi 80/90° 4/5 gr 2/5 minuti
Verdi giapponesi 60/70° 5/6 gr 1/3 minuti
Oolong e semifermentati 85/95° 2/3 gr 6/7 minuti
Neri a foglie intere 90/100° 2/3 gr 3/5 minuti
Neri a foglie spezzate 90/95° 2/3 gr 3/4 minuti
Bustine 90/95° 1 bustina 2 minuti
(2-3 gr)
Aromatizzati e profumati 90/95° 2/3 gr 3/5 minuti
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| << | < | > | >> |Pagina 168FRUTTA SECCA AL TÈIngredienti (per 6 persone) 6 cucchiaini di tè nero 350 gr di albicocche secche 250 gr di prugne 250 gr di pere 100 gr di fichi 25 gr di mandorle 25 gr di pinoli un bicchiere di cognac o di whisky il succo di due arance (o un quarto di litro di succo d'arancia) zucchero Preparare un tè molto concentrato, zuccherare a piacere e lasciare intiepidire. Immergere la frutta secca tagliata a pezzetti e lasciar riposare per una notte intera. Quindi, versare il cognac o il whisky e il succo d'arancia. Mettere in frigorifero per 4 o 5 ore. Servire come dessert non troppo freddo o come base per un gelato. | << | < | > | >> |Pagina 169L'ispirazioneMi è arrivato in regalo per il mio compleanno nel 1987. C'era una dedica della mia amica Fiorella con la quale ho condiviso tanti esami all'università. Poche righe che disegnano bene cos'era, cos'è e, spero, cosa sarà, il tè per me. Per chi, con me, ha desiderio di condividerlo. Sulla prima pagina del libro si legge: "Ti ricordi i nostri tè ristoratori di metà pomeriggio fra libri ed appunti? Piccoli riti dalle virtù lenitive...". Già proprio così. Il tè "ripara", mette al riparo, evoca, ispira, asseconda sogni ed emozioni. Fa partire per lunghi viaggi. Soddisfa il corpo perché è una bevanda sana e gratifica lo spirito accompagnando preghiere, meditazione, momenti di concentrazione. Senza voler scimmiottare l'Oriente, senza voler fotocopiare un mondo che, per quanto si faccia, è a noi lontano e, per noi, spesso ingombrante. Titolo del libro che mi venne regalato era "Pensieri del tè" di Guido Ceronetti, Piccola Biblioteca Adelphi. Nella prefazione: "... Non sono un Orientale. I miei gesti rituali non vengono dai Maestri; somigliano piuttosto ad un'abitudine carceraria, continuata negli anni. In piedi, sempre, vicino ad una finestra con la tendina scostata... Ma di Oriente orientante mi resta la fiducia che nell'uscire in giusta misura da se stessi, e abitualmente, non c'è nulla di pericoloso, e che vedere, sentire e incontrare spiriti non è inquietante...". È proprio il tè, è proprio l'abitudine di Ceronetti a bere "due volte al giorno, verso le sei del mattino e le cinque della sera, tazza ripetuta di tè Verde..." a riaccendere la parola, a far scivolare la mente in pensieri e collegamenti nuovi. Grazie "...alla sua infallibile virtù unitiva, confirmativa, risuscitativa" capace di "preservarmi da ogni specie d'inerzia, d'inebetimento, di abbattimento". Perché lo "Spirito del Tè" come lo definisce l'autore comincia "appena disceso ad operare". Andando avanti nella lettura scoprii un abisso di sintonie miste a incredulità. Mai avrei saputo descrivere quelle sensazioni come aveva fatto Ceronetti, eppure l'effetto dell'infuso su di me era proprio quello. Lui aveva dato parole alle emozioni che nascono da una tazza di tè, aveva trovato le forme in cui adagiare le immagini, aveva saputo descrivere i suoi movimenti semplici e, soprattutto, aveva riconosciuto alla bevanda un potere da "musa" ispiratrice. Ha attribuito alle suggestioni dell'infuso il piacere di inanellare e raccogliere pensieri. I suoi e quelli di altri. Dall'orazione di Antonio in "Giulio Cesare", a un discorso di Clemenceau, al Manzoni fino a Geremia, Jung, Tomizza, Hoelderling, Leopardi. Pensieri che si intrecciano, si sovrappongono e si rafforzano. La maieutica del tè è raccontata attraverso la capacità di far viaggiare i ricordi, i rimandi, le immagini e le citazioni. "Il soffio del Tè – scrive Ceronetti nella prefazione – s'infonde negli angoli morti, non si sgomenta di interrogare statue imbracate. Tra le crepe dell'arido introduce qualche sua goccia, allo scolorito ridà figura... I pensieri non miei diventano miei con molta facilità; quelli miei chiunque se vuole può farli propri...". E così chiude: "L'uomo beve il Tè perché lo angoscia l'uomo. Il Tè beve l'uomo, l'erba più amara". Tè anche come gioco di lettere, come pretesto per un disegno, per un divertimento di parole: come quelle di Valerio Magrelli in "Poesie e altre poesie", Einaudi 1996. | << | < | > | >> |Pagina 243Agata Parisella 193 ParFait di tè indiano. Salsa di tè verde con cialda di biscotto al tè Bruno Barbieri 196 Aroma China bamboo rose green con capesante al miele e peperoncino composta di patate e datteri Moreno Cedroni 198 Crostatina di mermellata di mandarini, sorbetto al Bitter Campari e salsa all'Earl Grey Tea Alfonso Iaccarino 200 Spaghetti alle ostriche e caviale al profumo di cipolla e tè verde Fulvio Pierangelini 202 Capesante con mortadella su insalata/purea di mele e finocchi al tè affumicato Antonio Sciullo 204 Filetto di maiale in oncia di tè nero affumicato, salsa di cavolfiori e cachi vanigliati gratinati Gianfranco Vissani 208 Trancio di branzino on cocotte di cavolfiori al tè bianco, purea di brocoletti, salsa al tè bianco | << | < | > | >> |Pagina 245
Tè speziato indiano 18
Torta alla frutta e tè verde 21
Verza e foglie di menta con salsa
al tè verde 23
Terrina di cioccolato al vapore 28
Risotto all'Earl Grey 33
Marinata di fichi al tè 42
Dolce al cioccolato al tè d'Africa 45
Biscotti al tè Matcha 48
Bibita alla banana e tè verde 52
Gelatina di tè 60
Gamberetti all'Oolong 63
Pane al tè 68
Crostatine con crema al tè verde 71
Parfait al tè 76
Torta all'Earl Grey 80
Torta al limone, tè verde e prugne 85
Gelato al tè rosso d'Africa 89
Uova al latte e tè 96
Biscotti alla cannella 101
Spicchi di frittata con zucchine e tè 104
Tè alla menta 107
Tè freddo alla menta 110
Tè freddo al latte 112
Tè freddo di Saint Louis 114
Gelatina di tè e mango 117
Tè ghiacciato alla rosa 119
Budino di riso al tè dell'Opera 122
Biscotti al tè nero 127
Cristalli al tè 130
Torta al tè verde 134
Frollini al tè 137
Rock cakes di farina di mais 141
Insalata di indivia ai kiwi e tè Matcha 144
Crema inglese 148
Crema al tè 152
Uova al tè 157
Punch al tè 160
Tartare di salmone al tè Matcha 162
Cioccolata in tazza al tè 165
Frutta secca al tè 168
Ciambellone alle nocciole e tè 172
La Madeleine 176
Insalata di pere e gorgonzola alla
vinaigrette di tè 180
Crema di tè all'odor di rosa 184
Mele al tè 187
Dolcetti di cannella e tè 214
Mousse al cioccolato e Earl Grey 219
Sale Matcha 222
Gamberi al tè verde 228
Fagioli al tè 232
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