Copertina
Autore Jean-Baptiste Malet
Titolo "En Amazonie"
SottotitoloUn infiltrato nel "migliore dei mondi"
EdizioneKogoi, Roma, 2013, Fuoristrada , pag. 150, cop.fle., dim. 14x21x1 cm , Isbn 978-88-98455-04-1
OriginaleEn Amazonie: infiltré dans le "meilleur des mondes"
EdizioneFayard, Paris, 2013
TraduttoreLaura Minuto
LettoreGiorgia Pezzali, 2014
Classe lavoro , libri
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Siamo a Montélimar (Drôme), in un magazzino logistico del nuovo gigante dell'industria culturale. Campione del commercio su Internet, Amazon è il numero uno mondiale. La leggenda dice che, nel 1995, anno del suo lancio, l'impresa non disponesse che del garage di 40 m2 del suo fondatore. Ormai miliardario, eletto uomo d'affari dell'anno nel 2012 dalla rivista «Fortune», Jeff Bezos ha visto la sua impresa passare da due magazzini di 28.000 m2 negli Stati Uniti nel 1997 a ben settantacinque nel mondo: la superficie delle sue unità logistiche così accumulate arriva a più di due milioni di m2. E non smette di crescere. Amazon conta più di un centinaio di milioni di clienti. Il logo della multinazionale, una freccia che simbolizza sia un sorriso sia la «soddisfàzione del cliente dalla A alla Z», è diventato l'emblema di un impero. Se tutti gli internauti conoscono la home page del celebre sito Internet, la maggior parte di essi ignora ciò che accade dietro il loro schermo, una volta confermato l'ordine, quando l'economia digitale – presunta virtuale – ridiventa reale.

Ora mi trovo nella cella 6, alzo la testa e contemplo il capannone. A Montélimar, lo stabilimento si distende su più di 36.000 m2. «Stabilimento», perché i magazzini logistici di Amazon sono organizzati secondo una catena di produzione, con una divisione di compiti molto stretta. Lo stabilimento non produce merci, ma produce letteralmente pacchi. Qui, gli articoli, di natura estremamente diversa, che si trovano temporaneamente stoccati nel magazzino libri, dischi, DVD, videogiochi, articoli di abbigliamento, elettrodomestici e molti altri prodotti ancora – sono la materia prima dei pacchi da produrre. In grandissima quantità. E per questo che vengono costituite due squadre di lavoratori, strettamente separate e autonome l'una dall'altra. C'è quella del «ricevimento», chiamata inbound, in cui gli operai hanno il compito di ricevere e di stoccare nei magazzini i prodotti arrivati tramite il trasporto su strada. C'è poi il gruppo della «produzione», chiamata outbound, che preleva i prodotti dai diversi stock per metterli sulle linee di produzione. Su queste linee, un altro sottogruppo di operai del settore entra allora in azione: a esso è assegnata la fase di imballaggio. Occorre sapere che, per «stoccaggio», «prelevamento dallo stock» e «fase di imballaggio», si intende un process industriale informatizzato con standard tecnologici molto alti.

Percorro con lo sguardo i pannelli posti dietro ai lavoratori che formano un unico gruppo prima di raggiungere la loro postazione. Mentre aspettano gli obiettivi di produttività dati dai manager prima che cominci il turno di lavoro, tutti approfittano degli ultimi secondi per salutarsi o scambiare qualche parola. Dietro di loro, i pannelli luminosi mostrano cifre e record storici di produzione, liste di nomi, compiti, process, regole di sicurezza e curve: «110.000 prodotti spediti» in un solo giorno di attività è il record di questo magazzino logistico.

Osservo il gruppo dei lavoratori notturni che mi circonda. Questi visi sono quelli dei Francesi che sono venuto a incontrare. Invisibili per l'internauta che compra sul sito del commercio on line, sono alcuni delle decine di migliaia di operai di Amazon nel mondo. Ufficialmente, sarebbero più di 80.000, cifra alla quale si aggiunge un grande numero di lavoratori temporanei. Queste donne e questi uomini creano la ricchezza di un'azienda che ha realizzato, nel 2012, più di 61 miliardi di dollari come giro d'affari su scala planetaria.

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II



Un mese dopo non ero ancora assunto in Amazon. Avevo comunque deciso di trovare un modo per esserlo. Perciò, occorreva che io mi stabilissi, temporaneamente, a duecento chilometri dalla mia abitazione.

Dal tranquillo vagone vuoto dove mi sono seduto, guardo scorrere, nel suo lungo corso, il Rodano e le sue rive corredate di infrastrutture moderne. Non voglio lanciarmi in questa avventura, che mi terrà occupato per qualche settimana, per il desiderio di compiere un'impresa, né per romanticismo. Lo scopo è svelare l'incomprensibile segreto che circonda le attività di questa società, faro del commercio on line. Alcuni mesi prima, stavo svolgendo un lavoro di monitoraggio, parte di un reportage, nei pressi del magazzino logistico; qui, i lavoratori che entravano e uscivano dal sito si rifiutavano sistematicamente di parlare se non per dire poche parole sulle loro condizioni di lavoro. Tutti, senza eccezione, ripetevano che non avevano assolutamente il diritto di esprimersi, che non erano autorizzati a dare la più piccola informazione sulla vita all'interno del magazzino: dovevo assolutamente contattare il servizio stampa, il solo interlocutore autorizzato a rivolgersi a un giornalista. Il sito logistico, protetto da una squadra di guardie, sembrava chiuso come una base militare. Perché gli operai non potevano parlare della loro vita quotidiana alla catena? Delle loro condizioni di lavoro, benché il codice del lavoro permetta loro di farlo? Perché il cliente di Amazon dovrebbe ignorare del tutto l'organizzazione che sta dietro ogni suo ordine? Perché non dovrebbe avere alcuna idea dei lavori che vengono svolti affinché egli sia servito in tempo? C'è forse qualcosa da nascondere? Perché un giornalista dovrebbe accettare di basarsi su argomenti prestampati dalla multinazionale per scrivere i suoi articoli? Perché invece non verificare in prima persona questa realtà rubata agli sguardi?

In un mondo che si dichiara aperto e trasparente in virtù di Internet, dove l'informazione circola alla velocità della luce, presumibilmente senza nessun limite, ogni giorno si alzano, ovunque, alti muri che circondano le zone di produzione e diffusione della merce. Poco importa che si trovino in Cina o in Francia, queste zone non sono qualcosa di astratto: formano la rete vitale dell'economia mondiale. Ci lavorano delle persone ed è diventato impossibile riportarne le immagini o riferirne informazioni. Ciò avviene particolarmente in Cina, paese dove lo stabilimento Foxconn produce un grande numero di prodotti elettronici, tra i quali quelli di Apple o il lettore Kindle di Amazon. Significa che bisogna far credere che i giganti di Internet hanno rotto con «il vecchio mondo» dell'industria, con i camini delle fabbriche fumanti e le bocche nere o grigie? Ben lontano dalla «fabbrica del mondo», in una società democratica come quella francese, non si capisce perché sarebbe vietato raccontare come lavorano degli operai di un sito industriale di Drôme. Bastava solo averne i mezzi.

Seduto in questo treno, ho dunque un solo scopo: scoprire il vero volto della multinazionale che sta dietro il suo motore di ricerca e le pagine del suo catalogo. Voglio incontrare le donne e gli uomini che lavorano all'interno dei suoi magazzini, l'organizzazione e il funzionamento dei quali sono segreti, deliberatamente chiusi ai cittadini.

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Dopo aver acceso la luce, Catherine distribuisce dei fogli da compilare e firmare senza discutere: rifiutare potrebbe comportare il rischio di non ottenere il lavoro. Si tratta di un accordo di riservatezza che impone il segreto a tutti i lavoratori che integreranno il sito logistico di Amazon. Poi ci vengono comunicati gli orari di lavoro delle tre squadre. L'orario del mattino è dalle 5:50 alle 13:10, quello del pomeriggio dalle 13:40 alle 21:00, la squadra notturna dalle 21:00 alle 4:50.

"Attenzione - dice Catherine - potrà esservi chiesto di venire a lavorare in un giorno di riposo, in un giorno di ferie e anche la domenica. In Francia, il salario minimo lordo è di 9,40 euro all'ora. In Amazon la vostra tariffa oraria lorda è di 9,725 euro". Precisa inoltre che non sono previsti buoni pasto, premi di produzione, spese di viaggio e poi passa a illustrare il quadro disciplinare. Le regole sono molto rigide. Un'assenza o un ritardo, anche di pochi minuti, deve sempre essere giustificato. Se si è malati, anche solo per un giorno, occorre presentare il certificato medico. Se la macchina non funziona occorre presentare una nota del meccanico. Se il ritardo non sarà giustificato verrà inviata una lettera raccomandata. Al secondo ritardo, avverrà la stessa cosa. Alla terza volta, si viene licenziati.

"Siete tutti motivati? Se supererete il test orale e il test in stabilimento, vi verrà concesso un contratto settimanale. Dovete essere molto efficienti, dimostrare che avete molta volontà. Se saranno contenti di voi, Amazon vi rinnoverà il contratto settimanalmente. Sarete chiamati il venerdì, al più tardi il sabato, per il lunedì. Se non verrete confermati, significa che c'è un problema nella vostra produttività e che non siete stati abbastanza efficienti oppure che c'è stato un calo di lavoro.

Ah sì, il parcheggio. Dovrete tassativamente rispettare il limite di velocità di 15 km/h, sia che veniate per il test sia che veniate per lavorare. Dovrete tassativamente parcheggiare a marcia indietro. Se doveste parcheggiare in modo errato o calpestare una linea bianca, avrete un primo avviso da parte della sicurezza. La seconda volta l'auto verrà rimossa.

Siete tutti motivati? Ora, per essere onesta con voi, vi parlerò dei lati negativi e positivi di Amazon. Negativi: i tempi di pausa sono corti. Il sito è molto grande: quando suona la sirena, avete appena il tempo di arrivare alla sala pausa, oltrepassare il tunnel di sicurezza e vi restano solo cinque minuti. Non potete mangiare durante il lavoro e ci sono solo due pause di venti minuti. È un lavoro di tipo fisico. Ci sono delle quote di produttività da rispettare e siete controllati da vicino se non siete speed.

Ora i lati positivi. Primo il fatto di darsi del tu. Questo mette veramente a proprio agio, è un fatto positivo. Non avrete nodi allo stomaco, non avrete bisogno di chiedervi se siete ben integrati nell'azienda, perché darsi del tu facilita le cose. Un altro lato positivo è la mezza giornata di inserimento. Si viene subito introdotti nell'attività, vi spiegano il process. Un altro lato positivo è che ci si può sfogare. L'amministratore delegato non vuole che si arrivi ad avere i nodi allo stomaco.

Infine, ultimo lato positivo, vi verrà pagato il pranzo di Natale. Sia a mezzogiorno sia alla sera. Da questo punto di vista, in Amazon sono veramente migliori che nelle altre aziende francesi. In Francia, non fanno mai niente. In Amazon, com'è tradizione in America, si pensa ai lavoratori. Vengono organizzate delle tombole. In occasione della Festa della Musica, hanno pagato uno spuntino, hanno invitato dei gruppi e un piccolo circo. Le aziende francesi non lo fanno. In Amazon sono veramente simpatici. Per Pasqua, hanno organizzato una caccia alle uova nel parcheggio. Ogni dipendente ha ricevuto una gallina di cioccolato".

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Poi Justine ci mostra la sala dell'infermeria. Sarà aperta solo dalle 8:00 alle 17:00, resterà dunque chiusa, in caso di incidenti, per i lavoratori del turno di notte.

Durante la presentazione safety school, oltre ai lavoratori interinali addetti alla produzione, incontro due agenti della società Prosegur, ai quali Amazon subappalta la sorveglianza dei suoi magazzini. Prosegur, multinazionale spagnola della sicurezza specializzata nella videosorveglianza, nel trasporto di fondi e nei sistemi di allarme, è presente in tredici paesi, la metà dei quali si trova in America del Sud. Ogni anno raggiunge un giro d'affari di più di due miliardi di euro. Uno degli agenti di sicurezza presenti durante la safety school mi spiega che sta seguendo la formazione per la nona volta. Lavora qui da molti mesi, ma deve seguire questa formazione a ogni rinnovo del contratto a tempo determinato, contratto che lui e gli altri agenti di sicurezza continuano a oltranza. Lavorano a rotazione, giorno e notte, per dodici ore consecutive.

Justine ora ci presenta il metodo delle "5S". Forse lei non sa che questa tecnica di management, elaborata da Toyota per il suo sistema di produzione, prende il nome da cinque parole giapponesi che cominciano con il suono "s". Tradotto in italiano, l'acronimo di questo metodo significa: Separare (separa ciò che ti serve da ciò che non è funzionale all'attività e quindi crea disturbo e disordine, quindi spreco di tempo o di risorse); Sistemare (metti a posto tutto quello che è utile, il vecchio motto «ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa»); Spazzare (tieni tale ordine costante e pulisci, un ambiente pulito e ordinato è un ambiente che "non nasconde" le inefficienze); Standardizzare (definisci delle metodologie ripetitive e canonizzate da utilizzare per continuare queste attività di razionalizzazione delle risorse e degli spazi lavorativi); Sostenere (fai che questo modo di pensare e agire sia pervasivo per tutte le attività aziendali). Si tratta di una tecnica di management che non è una banale fioritura semantica. In Amazon essa costituisce il sistema operativo applicato scrupolosamente dai manager, al quale sono sottomessi tutti i dipendenti. Le "5S" sono il dogma dell'azienda. I dirigenti di Amazon considerano le "5S" i principi fondamentali che permettono il miglioramento permanente della produttività e la soddisfazione del personale.

Le ripercussioni di questo metodo di management si fanno sentire nelle più piccole parti dell'attività. Tutte le azioni della catena lavorativa devono poter essere valutate, giudicate, criticate, sulla base di questi principi che definiscono ciò che va bene e ciò che va male, in un ambiente completamente standardizzato, completamente ispezionato, completamente sorvegliato, completamente disciplinato e completamente gerarchizzato. Un ambiente dove ogni persona deve essere così disciplinata da meccanizzare il suo corpo e il suo spirito.

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Ora avrete dunque capito che lo stoccaggio dei numerosi libri e degli altri prodotti che si trovano presso Amazon non è assolutamente come quello di una libreria o di una biblioteca tradizionale. Sicuramente, tutti sanno, sia per sentito dire sia per esperienza, che Amazon «vende di tutto» e che la sua scelta di opere è estremamente vasta, ma da lì a immaginare la vastità del suo catalogo... È proprio partendo da questa semplice idea, che «tutto è in vendita», che sono riuscito a quantificare ciò che si intende per «grandissima scelta di opere» vantata da Amazon; là, nei capannoni, si coglie ciò che il singolo consumatore non può immaginare, ciò che significa concretamente: «vendere di tutto».

All'interno del catalogo di Amazon, troverete libri di estrema sinistra e libri di estrema destra, autori liberali e autori antiliberali, filosemiti e antisemiti, filosofia musulmana e teorie islamofobe... La lista di questi possibili antagonismi si accosta nei bin ed è incredibilmente lunga. Non è dunque importante il motivo per cui il cliente acquista il «prodotto» in questione, non importa che sia conservatore o rivoluzionario, estremista o moderato, il suo partito non è importante. Amazon vuole vendergli ciò che lui desidera acquistare. Qui ce n'è per tutti. Avversari o nemici, nella Città sono tutti clienti della stessa bandiera a scopo di lucro, la multinazionale Amazon.

Come si può leggere sul sito Internet di Amazon dedicato alle assunzioni, «nel 2011, se il totale dei volumi del libro Indignez-nous.! ( Indignatevi! di Stéphane Hessel) spediti dal sito di Montélimar fossero stati impilati uno sull'altro avrebbero raggiunto la cima della Torre Eiffel». È una cosa rivoluzionaria percorrere le scaffalature di un solo luogo e avere davanti a sé la quasi totalità delle opere che animano la vita intellettuale di un intero paese. Viene esplorato tutto lo spettro delle idee e delle sensibilità: dall'intellettuale che condanna la globalizzazione neoliberale, alla filosofia per il successo, passando per il celebre accademico, al consigliere del principe, allo scrittore satirico antilluminista che si scaglia contro l'«asse americano-sionista», ai maggiori esponenti dei principali partiti politici, agli ultimi premi Nobel e ai guaritori esoterici che propongono la loro guida di evoluzione personale. Quali che siano i gusti, i colori, le opinioni, tutto contribuisce, suo malgrado, al fiorente successo di Amazon.

Entrando in una libreria di quartiere, un cliente venuto ad acquistare un libro se ne andrebbe a gambe levate se si dovesse accorgere che il suo libraio vende un gran numero di libri completamente contrari ai suoi gusti, che si tratti di idee politiche, filosofiche o estetiche. In Amazon, questo cliente semplicemente non vede, al momento del suo acquisto, ciò che potrebbe eventualmente detestare o non approvare.

Il campo di Dachau è uno degli ottanta campi costruiti dal regime hitleriano nel 1933, dopo l'incendio del Reichstag. Oppositori politici, ebrei, rom, omosessuali, handicappati, prigionieri di guerra... Qui sono state imprigionate più di 200.000 persone e ne sono morte 43.000. Amazon ha avuto il buon gusto di commercializzare un puzzle di 252 pezzi che le raffigura. Questo prodotto, indicato come «gioco adatto a partire da otto anni» e venduto al prezzo di 24,99 dollari, ha alimentato la cronaca in Germania ed è stato oggetto di numerosi articoli di stampa".

Se questo puzzle può sconvolgere, una minuziosa analisi delle opere che vengono commercializzate da Amazon dimostra rapidamente che la prosa estremista, compresa quella che predica l'odio più scatenato, è una merce come le altre. Io constato che Amazon è un formidabile mezzo di diffusione di testi contro la democrazia, contro la stessa libertà di espressione e, più in generale, contro l'eredità del secolo degli Illuministi. Il vantaggio della vendita per corrispondenza è proprio questo: la discrezione e il fatto che Amazon riunisce tutta la gamma di rivenditori.

Fin dalle mie prime notti di lavoro, ho dovuto mettere nel mio carrello dei prodotti culturali la cui associazione era del tutto incongrua. È così che, libri di preghiere cattoliche si sono trovati impilati su DVD e manga pornografici. Gadget prodotti in Cina e completamente inutili vengono ammucchiati insieme a manifesti per il volontariato e il degrado. Libri scritti da autori pacifisti che sostengono la concordia e l'amore completano pile di videogiochi ultra violenti, sulle copertine dei quali gli eroi bellicisti macchiati di sangue indossano le loro tenute di guerra. Due esempi mi sono rimasti particolarmente impressi. Primo, la "Pléiade" di Voltaire che ho visto stoccata su un ripiano, posta vicino a una scatola di mutande di cotone da uomo. Ma anche il romanzo Jean Santeuil di Marcel Proust, messo vicino a una scatola di condimento destinato a insaporire patatine e cibi alla griglia durante i barbecue.

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Lo scombussolamento biologico nel mio corpo è innegabile. Se faccio fatica a concludere le notti di lavoro, dove le camminate sembrano interminabili, l'intenso sforzo fisico non aiuta tuttavia a dormire una volta che ci si stende. Ogni mattina, quando arrivo finalmente a casa, faccio una piccola colazione e per circa un'ora scrivo il mio diario di bordo. Ogni mattina, sono il primo a essere sorpreso della quantità di "cose viste". Scrivere è l'unico momento piacevole della giornata, ma il piacere è rovinato dalla stanchezza. In seguito, ci vorrà una disciplina ferrea per mantenere questo ritmo, quando il corpo ordina di dormire mentre la testa esige un resoconto dettagliato della notte nello stabilimento.

Davanti al mio bloc-notes, i ricordi sono freschi e la scrittura rapida, inclinata a sinistra più del solito. Ogni dettaglio che non annoto immediatamente sarà perso nel limbo della mia memoria.

Mentre la notte finisce e si alza il giorno, devo comunque restare alcune decine di minuti allungato, cercando di rilassarmi per riuscire finalmente a dormire. Forse il nervosismo e la caffeina ingerita prima del lavoro e durante le pause si uniscono. Credo che anche la tensione generata da un lavoro dove ogni azione è condizionata da un process rigido abbia una parte di responsabilità in questo crudele periodo di insonnia in cui non si riesce ad abbandonarsi al riposo. Infine, quando il sonno posa le sua dita sul quadrante dell'orologio, le lancette girano velocemente e mi sveglio tra le 15 e le 16. Come per tutti gli altri dipendenti del turno notturno, non restano allora che cinque o sei ore delle quali posso disporre liberamente prima di ricominciare.

Queste cinque o sei ore, tuttavia, non somigliano a quello che avevo immaginato. Infatti, prima di cominciare la mia attività, pensavo che mi sarebbe stato possibile, in questo periodo, vivere con i miei ritmi abituali. Nulla di tutto ciò. Questo è solo il tempo del disorientamento e dell'inconsistenza. Nel pomeriggio, non mi è possibile fare nulla che necessiti di attenzione o concentrazione. Peggio ancora, prima del mio turno di lavoro e dunque di un nuovo sforzo fisico di più di venti chilometri di marcia, resto miseramente accasciato sul divano, sforzandomi di ingerire un pasto, nonostante la totale mancanza di appetito. È a causa di questa irregolarità dei pasti che alcuni lavoratori interinali svengono al lavoro. Ridotto a essere nient'altro che un lavoratore del turno notturno di Amazon, non sono più capace di capire nulla. Sfinito, mi accontento di mettere in bocca un po' di pasta.

Avanti la prossima.

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Pagina 94

X



                                È come nella Cina comunista sotto Mao. Siete
                                spinti in continuazione ad aiutare la
                                collettività. Se non lo fate Ni mettete contro
                                la vostra stessa famiglia.

                                Un impiegato di Amazon, citato nell'articolo:
                                Not all smiles inside Amazon, «The Washington
                                Post», 25 novembre 1999.



Tutti i propagandisti sanno che è sempre possibile, per una minoranza, influenzare le opinioni della maggioranza. Non è dunque per caso che lo slogan di Amazon reciti:

WORK HARD
HAVE FUN
MAKE HISTORY



Lo slogan «have fun» è d'importanza cruciale se si vuole ben comprendere come gira l'azienda. Se la durezza del lavoro è scontata, implicitamente incarnata nello slogan «work hard», «have fun» è una nozione il cui oggetto fa da contrappeso al meccanismo dell'attività. È per questo che i manager non risparmiano i loro sforzi affinché quotidianamente, o quasi, questa nozione di «have fun», letteralmente del divertimento al lavoro, sia presente almeno un istante e diverta i lavoratori vessati.

[...]

Con una buona dose di condiscendenza teorica e di pregiudizi di classe, queste azioni psicologiche puntano agli operai, statisticamente meno istruiti rispetto al resto della popolazione. Chi non ha mai messo piede in uno stabilimento potrebbe pensare che le galline di cioccolato distribuite a Pasqua, il mini circo installato in occasione della Festa della Musica, così come i quiz settimanali, non abbiano influenza sugli spiriti critici degli «illuminati». Ora, la realtà è molto più sottile. Ragionare in questo modo significa disconoscere la realtà del lavoro fisico.

La fatica fisica colpisce l'umore, la sensibilità e l'emotività. Tutti coloro che ne hanno davvero fatto esperienza sanno che la tentazione di comportamenti regressivi aumenta in modo considerevole. Questo è dimostrato, per esempio, dal fatto che in sala pausa viene consumata una grande quantità di alimenti industriali molto zuccherati. Ho inoltre raccolto la testimonianza di lavoratori interinali sorpresi dal fatto di avere, durante le ore di lavoro notturno, un grande desiderio di questo tipo di alimenti che generalmente li lasciano indifferenti. Inoltre, se la vostra vita prevede di lavorare per molte ore, dormire, mangiare, lavarsi, guidare l'auto e pagare le tasse, i momenti di leggerezza appaiono come gli ultimi aspetti gradevoli della vostra condizione.

In Amazon, il sistema «have fun» non fa altro che sfruttare una falla. Una falla eminentemente utile al condizionamento psicologico dei lavoratori. Dal momento che il lavoro degli operai in Amazon è estenuante, questi piccoli segni di attenzione, questi piccoli benefici, servono a tollerare l'intollerabile. La Direzione sa sfruttare delle occasioni per instillare una dose di gioia artificiale che influenza l'umore e l'emotività. Insisto sul fatto che la meccanica dell'«have fun» attinge dalla psicologia sociale. Si tratta di tecniche scientificamente studiate da specialisti della psiche, soprattutto nei laboratori delle grandi università americane.

[...]

Ecco perché l'«have fun» funziona così bene. Una volta allontanato dalla vita sociale di un tempo, al dipendente di Amazon, il cui salario è quello di un operaio, vengono proposte delle attività di divertimento gratuite. Bowling, cinema, feste, gite... La convivialità umana si svolge e si radica nell'ambiente di lavoro. Questa convivialità non si accontenta di spezzare le precedenti relazioni costruite dal lavoratore. L"«have fun» elabora dei nuovi rapporti sociali per il suo tempo libero. È una tecnica di ingegneria sociale destinata a tessere attorno al lavoratore una meccanica di dominio.

Il lavoratore precario, con un debole potere di acquisto, per il quale le gioie della società dei consumi sono limitate, può trascorrere, grazie all'«have fun», dei momenti piacevoli con altre persone del suo ambiente sociale. Può quindi uscire dalla sua vera solitudine e incontrare altri dipendenti che condividono la sua quotidianità, i suoi dolori e i suoi momenti di gioia preconfezionata. Pertanto Amazon non è più una semplice azienda, ma diventa un villaggio tagliato fuori dal mondo, che rimodella i rapporti sociali dei suoi lavoratori. La conseguenza è inevitabile. Ogni individuo così socializzato esita a prendersi il rischio di allontanarsi dalle norme dettate dalla gerarchia, con il pericolo di lasciare la comunità, questo strano gruppo formato dagli amazoniani, nel quale vive ogni giorno e all'interno del quale il sindacato viene presentato come una struttura che minaccia l'ordine naturale.

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Pagina 101

XI



                                - Signor Ministro, ci possiamo congratulare per
                                il fatto che ci sia così tanto lavoro precario
                                in Amazon, in particolare lavoratori interinali?
                                - Sentite, ci sono dei lavori stagionali, come
                                d'altronde in tutte le attività. La vendemmia è
                                un lavoro occasionale. Anche nell'industria ci
                                sono lavori stagionali.

                                Arnaud Montebourg, ministro dell'Industria,
                                videointervista, Implantation d:Amazon à Chalon,
                                «Le Journal de Saône-et-Loire», 25 giugno 2012



Una sera, mentre stavamo discutendo sulla grande quantità di libri dello stock, aspettando l'inizio del nostro turno, Mounir mi dice: "Ieri sono andato a cercare un libro di uno scrittore famoso...". Lo interrogo per saperne di più su questo misterioso autore. "Ma sì, sai, quello che ha scritto I Miserabili..." - "Victor Hugo?" - "Sì, Victor Hugo. È famoso, vero?".

Se i capannoni contano centinaia di migliaia di opere e ne spediscono delle quantità folli ogni giorno e ogni notte, nel cuore dell'infrastruttura logistica non c'è neanche un libraio.

Il Sindacato delle Librerie Francesi considera che oggi, in egual misura, la libreria indipendente francese rappresenta un'attività che ha bisogno di una quantità di lavoratori due volte maggiore rispetto alla grande distribuzione e, secondo i dati della Federazione dell'e-commerce e della vendita a distanza (FEVAD), diciotto volte maggiore del settore della vendita on line di cui Amazon è il fiore all'occhiello. In altri termini, per vendere lo stesso numero di libri servono diciotto volte meno impiegati in un magazzino logistico di Amazon che in una libreria indipendente, quella del centro città che frequentate abitualmente.

La definizione di un fenomeno economico che ha come conseguenza la scomparsa di settori di attività, congiuntamente alla creazione di nuove attività economiche, viene generalmente associata all'economista Joseph Schumpeter. Gli economisti liberali la chiamano distruzione creatrice.

[...]

Da un punto di vista strettamente economico, il libro è una merce come un'altra. Nel momento in cui la nascita del Web 2.0 ha permesso di rinnovare tutte le tecniche di vendita, è possibile distruggere un mercato in favore di un altro. Questo è il motivo per cui, in futuro, investitori e dirigenti d'impresa non esiteranno a perseguire il mercato sensibile della libreria tradizionale se ciò può portare dei profitti. Il principio della distruzione creatrice è all'opera nella continua conquista di nuovi mercati per Amazon, così come avviene per altri giganti, Apple o Google. Nel passato, ha permesso lo sviluppo della lampadina elettrica a scapito della candela; oggi la distruzione creatrice, all'opera nello sviluppo di Amazon, ha come maggior comodità solo quella della consegna a domicilio; infatti, in Francia, il prezzo del libro, stabilito dal suo editore, rimane «fisso» indipendentemente dal venditore.

Gli inizi dell'azienda sono ormai lontani. Essa ha conquistato il mercato americano dell' e-book lanciando il suo lettore, il Kindle, con tutte le diverse declinazioni che ne fanno anche un tablet multimediale. L'assalto al mercato europeo è cominciato nel 2011. In Amazon, si dice che la dematerializzazione del libro cartaceo gioverà ai suoi interessi e che il mercato francese non saprà rimanere fuori da questa tendenza.

Scegliendo di acquistare dei libri da Amazon, il lettore fa la scelta, cosciente o incosciente, di scartare il ruolo preciso che gioca la libreria, intesa come luogo di convivialità, di condivisione, di scoperta, di fusione e di incontro. Ma sceglie anche di non avvalersi dei librai qualificati, generati da questo tipo di attività commerciale locale.

«Sapete, noi non passiamo molto tempo a pensare ai nostri concorrenti, dichiara Jeff Bezos. In Amazon, siamo ossessionati dai nostri clienti... non dai nostri concorrenti. Noi siamo piuttosto degli esploratori, dei pionieri. Proviamo cose nuove; inventiamo. Assumiamo persone che hanno questa mentalità. E, francamente, non ci interessa ciò che accade agli altri».

Quanto al libro in se stesso, la «merce» sulla quale Amazon ha costruito il suo impero, Jeff Bezos non esita a considerarlo come un oggetto scadente affermando che «il libro cartaceo è una vecchia tecnologia che ha molti inconvenienti ai quali ci siamo abituati [...]. Se ora sono obbligato a leggere un libro cartaceo, mi accorgo che non posso cambiare la dimensione dei caratteri, che non ce l'ho sempre con me, che è pesante, che non tiene automaticamente in memoria l'ultima pagina letta».

Nessuno può sapere quale sarà l'avvenire economico del mercato del libro nei prossimi decenni, ma l'obiettivo che si propone Amazon è di compiere la sua trasformazione totale, di farne un business di download di file digitali e di ritagliarsi una parte da leone. Al fine, ovviamente, di massimizzare i profitti.

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Nello stesso momento, mentre io lavoravo come picker in Francia, alcuni giornalisti tedeschi realizzavano un reportage sulle condizioni di lavoro del magazzino logistico di Amazon di Bad Hersfeld (Hesse), in Germania, per il canale ARD. Il documentario mostra, con una telecamera nascosta, le condizioni di sorveglianza, alloggiamento e lavoro dei lavoratori interinali stranieri, soprattutto spagnoli, assunti da Amazon. Lunghe attese sotto la neve prima del tragitto su affollati autobus; promiscuità nelle condizioni di alloggiamento nei bungalow, all'interno di un villaggio vacanze non utilizzato durante il periodo morto; licenziamento brutale dei lavoratori interinali senza motivo; salario più basso di quello promesso nell'offerta di impiego; sorveglianza da parte di agenti di sicurezza violenti, alcuni dei quali, assunti da una società subappaltatrice, farebbero parte di movimenti neonazisti; ispezioni massicce e arbitrarie; perquisizione sistematica del personale...

Malgrado il fatto di essere considerato il fiore all'occhiello dell'economia digitale e malgrado l'organizzazione del lavoro sia conforme agli ultimi standard in materia di gestione, avendo integrato una tecnologia ultramoderna, il rovescio della medaglia del sito commerciale sembra riportare i lavoratori di Amazon al XIX secolo.

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Tutto si spiega alla luce dell'incredibile «Allegato 7» del regolamento interno di Amazon in vigore nel magazzino. Preciso che questo «Allegato 7» è in totale contraddizione con gli articoli del Codice del lavoro francese. Per poter trascrivere questo passaggio del regolamento interno, che definisce la «politica relativa alle relazioni con il pubblico», ho dovuto mettermi davanti alla bacheca in sala pausa, dove si trova affisso, e leggerlo a bassa voce, accompagnato da un fedele alleato, il mio registratore.


ALLEGATO 7 – POLITICA RELATIVA ALLE RELAZIONI CON IL PUBBLICO

Amazon è una società quotata in Borsa sullo «US Stock Exchange» e ha l'obbligo legale di prevenire ogni abuso di informazioni privilegiate e di proteggere i beni della Società. La divulgazione di informazioni può influenzare negativamente e in modo dannoso le attività e il valore di Amazon e può coinvolgere la vostra responsabilità penale. Potrete ricevere delle richieste direttamente durante le riunioni, al telefono, via mail, via lettera o in qualsiasi altro modo. Il vostro contratto di lavoro, questa politica e ogni altro regolamento della società generalmente applicabile, vi proibiscono di divulgare, a chiunque, ogni informazione relativa alle attività, ai regolamenti, alla direzione o al personale di Amazon, che sia ciò giudicato confidenziale o no, con chiunque. In particolare, non potete rispondere ai media, né a persone collegate ai media, a domande relative ad Amazon, sia in un conteso sociale sia economico. Inoltre, non potete divulgare informazioni relative ad Amazon nei forum pubblici come Internet o nei blog on line, a meno che non vi sia imposto dal vostro contratto di lavoro o dalla vostra attività. In questo caso, dovete rispettare rigorosamente le direttive stabilite da Amazon che riguardano il sistema di comunicazione su questi blog e forum. Questa politica precisa i metodi da seguire, che devono essere rigorosamente rispettati, per permettervi di rispondere alle domande che possono esservi poste a proposito di Amazon o sul vostro ruolo in Amazon. Se non siete sicuri della risposta a una domanda, rivolgetevi al servizio stampa di Amazon al numero sotto indicato. Non rispondete in nessun caso di vostra iniziativa a queste domande. Questa politica si applica a tutto il personale e a tutti i contraenti. Ogni violazione o divulgazione relativa alla società potrebbe costituire una mancanza nell'ambito del vostro contratto di lavoro e potrebbe comportare una procedura disciplinare o la fine del vostro contratto.


DOMANDE DEI MEDIA E DEL MONDO FINANZIARIO

Solo gli impiegati che sono stati appositamente designati come portavoce di Amazon sono autorizzati a parlare con i rappresentanti dei media e con gli analisti finanziari sulle attività di Amazon. Di conseguenza, voi siete tenuti a non rispondere a nessuna domanda che proviene dai media, anche se può all'apparenza sembrare innocente o insignificante. Si tratta di una condizione molto rigida, dato che Amazon ha nominato in modo molto preciso alcuni collaboratori per rappresentare l'azienda di fronte ai media. In casi particolari, siete pregati di compilare la richiesta alla sezione ufficio stampa di Amazon: 01.56.XX.XX.XX. Ogni richiesta di intervista o di apparizione in pubblico deve allo stesso modo essere indirizzata a questo ufficio. [...]

È essenziale che tutte le domande siano indirizzate a uno dei due servizi summenzionati (di cui il servizio relazioni investitori, per le domande di ordine finanziario) che sono i soli a essere autorizzati a trattarli. Siete tenuti a non rispondere mai di vostra iniziativa a domande della stampa o a domande a carattere finanziario.


POLITICA DELL'ANONIMATO

La divulgazione al pubblico o alla stampa dei nomi delle persone che lavorano in Amazon è severamente vietato, a meno che non siate stati autorizzati a questa azione da una chiara e specifica delega scritta dal dipartimento delle comunicazioni strategiche. Infatti, l'anonimato dei vostri colleghi deve essere rispettato.


DIVIETO DI DIVULGAZIONE
DELLE INFORMAZIONI CONFIDENZIALI

Il rispetto del carattere confidenziale delle informazioni deve essere assoluto. Di conseguenza, siete tenuti a non divulgare mai questo tipo di informazioni nel caso in cui siate contattati da un rappresentante della stampa. [...]


PUBBLICAZIONI, APPARIZIONI IN PUBBLICO, INTERVISTE

A meno di aver preventivamente ottenuto un'autorizzazione scritta dal dipartimento di comunicazioni strategiche, siete tenuti a non parlare delle attività di Amazon mediante i seguenti mezzi (lista non esaustiva): articoli pubblicati, libri, tesi di laurea o altro materiale scritto, interviste, apparizioni pubbliche, film o programmi televisivi, Internet o altri intermediari digitali (blog inclusi), ogni altro materiale scritto o orale pubblicato o trasmesso al pubblico. Le notizie che derivano esplicitamente e implicitamente dal vostro impiego in Amazon, o che permettono di dedurre delle informazioni relative ad Amazon, sono allo stesso modo proibite. Se desiderate chiedere l'autorizzazione di Amazon per parlare in pubblico delle attività dell'azienda, del vostro ruolo all'interno dell'azienda o, in generale, del vostro lavoro in Amazon, dovete scrivere al dipartimento delle comunicazioni strategiche o al dipartimento delle relazioni investitori, rispondendo alle seguenti domande:

- perché desiderate divulgare una tale informazione (cioè l'obiettivo della vostra divulgazione);

- che genere di informazione vi piacerebbe divulgare;

- a chi vorreste trasmettere questa informazione;

- quando avete intenzione di divulgare questa informazione;

- segnalate le generalità della persona/ditta alla quale avete intenzione di divulgare l'informazione.

Qualunque sia la forma del materiale scritto che desiderate pubblicare, per esempio un articolo, un discorso, dovete comunque far visionare una bozza che sarà sottoposta a revisione per poter ottenere una autorizzazione scritta. Amazon si riserva il diritto di rifiutarvi, a sua totale discrezione, il diritto di discutere o di divulgare tali informazioni. [...]


INFRAZIONI

Ogni violazione a questo regolamento potrebbe causare danno sia all'immagine sia al nome di Amazon e potrebbe essere considerato un reato penale. Di conseguenza, ogni infrazione a questa politica è passibile di una procedura disciplinare nei confronti dell'autore e potrebbe avere come possibile conseguenza il licenziamento.


Simon aveva ragione quel giorno in cui abbiamo parlato faccia a faccia. Dopo aver letto questo estratto del regolamento interno, è facile capire, secondo le sue stesse parole, che «Amazon è uno Stato nello Stato». È comprensibile che alcune informazioni finanziarie di una grande azienda siano strategiche e richiedano un alto grado di riservatezza. Tuttavia, questo «Allegato 7» è molto sorprendente perché il Codice del lavoro non limita la libertà d'espressione dei dipendenti in tali proporzioni. Lo attestano due articoli. Per primo, l'articolo L. 2281-3 che stabilisce: «Le opinioni che i dipendenti divulgano, esercitando il loro diritto di espressione, qualunque sia il loro posto nella gerarchia professionale, non possono essere motivo di sanzione o licenziamento». Poi, l'articolo L. 1121-1: «Nessuno può avanzare restrizioni ai diritti delle persone e alle loro libertà individuali e collettive a meno che non siano giustificate dall'attività che svolgono o allo scopo da raggiungere». Queste due norme giuridiche, frutto di lotte sociali e del progresso umano, ampliano l'articolo XI della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789: «La libera espressione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell'uomo: un cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo dover rispondere all'abuso di questa libertà, nei casi stabiliti dalla legge».

Sfortunatamente, il rapporto di forza è tale che i sindacalisti di Amazon vivono nella paura.

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