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| << | < | > | >> |IndiceFANTAENCICLOPEDÌA volume primo A - L Abbozzo per una introduzione XI I ADAMO & EVA o: I Primi Umani sulla Terra 1 II ALDILÀ ovvero: La Vita dopo la Vita 29 III AMORE 53 IV ANIMA (ovvero "Le Anime Dei Vivi") 73 V ARTE & LETTERATURA 95 VI ASTUZIE (con i Piani d'Evasione e le "Vie d'Uscita") 131 VII ATROCITÀ 147 VIII AUTOMI & MACCHINE 187 IX BESTIARIO 225 X CIELO & INFERNO DEI CREDENTI 263 XI DIAVOLO 315 XII DIO 339 XIII DUELLI 409 XIV ERBARIO, VEGETARIO (Piccolo Almanacco di Botanica) 441 XV FANTASMI (ovvero: I Morti intesi come Spiriti & altre Apparizioni) 441 XVI GIUOCHI 511 XVII GIUSTIZIA o "DEI DELITTI E DELLE PENE" (Leggi, Ordinamenti, Codici Penali e Civili, & Giudizi in Tribunale) 535 XVIII LIBRI 579 XIX LUOGHI FANTASTICI 609 volume secondo M - Z XX MALATTIE E MEDICAMENTI (Infermità, Malformazioni, Rimedi) 665 XXI MIRACOLI 709 XXII MORALITÀ LEGGENDARIE o LE VIE DELLA PERFEZIONE 741 XXIII MORTE 773 XXIV I MORTI (intesi come Corpi senza Vita) 813 XXV IL POTERE 833 XXVI PROFEZIE E PREMONIZIONI 857 XXVII SOGNI 887 XXVIII SUICIDIO 929 XXIX VERITÀ E MENZOGNA (con un Catalogo di Truffe & Abbagli) 963 «Z» Postfazione 1049 Appendice: "IL FANTASTICO IN LETTERATURA: PAROLE CHIAVE" 1053 Bibliografia 1135 Indice degli argomenti 1203 Indice dei nomi 1261 |
| << | < | > | >> |Pagina 665| << | < | > | >> |Pagina 696«Il medico Markus Herz venne a sapere che un suo ex paziente aveva deciso di curarsi da solo sulla scorta di testi specialistici di medicina. "Morirà per qualche errore di stampa" disse lo scienziato a un suo amico».
[da: Folkel,
Nuove Storielle Ebraiche
, 125, 74]
§ 20201 Bagni per Gottosi (o: I Divorzi del Cremlino) Un racconto che si legge nel bellissimo libro illustrato di Adam Olearius, Voyages trés curieux et trés renommez faits en Moscovie, Tartarie et Perse: il Granduca Boris Godunov, tiranno di Mosca, tormentato dalla gotta, pubblicamente promette una ricompensa a chi gli somministrerà un rimedio sicuro. La moglie di un boiaro (o boiardo), irritata dalle continue vessazioni del marito, escogita allora questa astuzia per vendicarsi. Fa sapere al granduca che il suo sposo ha la cura adatta, ma si guarda bene dal proporla al sovrano, perché lo odia, e gode che soffra. Boris fa imprigionare il boiardo e lo fa torturare e flagellare. Nonostante quello protesti innocenza e ignoranza, gli si promette la morte, se non consegnerà il suo miracoloso elisir "specifico" per la gotta. Pur di sottrarsi al supplizio, il poveretto ammette tutte le accuse e chiede quindici giorni di tempo per preparare il rimedio. Al termine, il boiardo tremante prepara un infuso d'erbe medicamentose, e lo versa nel bagno del granduca. Boris Godunov vi si immerge e... guarisce. Ma non abbraccia chi l'ha miracolato. "Quindi", gli rinfaccia, "è tutto vero, tu possedevi la ricetta per risanarmi, ma, come diceva tua moglie, non me l'hai data, per malizia, finché io non te l'ho estorta!". E allora lo condanna di nuovo ad esser frustato a sangue, ancor peggio di prima.
La storia però è a lieto fine: Boris, venuto a sapere del raggiro,
regalò scudi e servi al suo salvatore, a patto che non si vendicasse a
sua volta sulla moglie.
§ 20202
Crescione
Il Dictionnaire des Merveilles, tomo quarantaquattresimo della "Nouvelle Encyclopédie Théologique", riporta, come fatto vero, un trionfo della medicina sfociato in tragedia.
Un Inglese che soffriva di petto e i cui polmoni erano ridotti
in stato pietoso, si rivolse a un luminare che, per cura, gli prescrisse
una dieta, basata, esclusivamente, sul crescione. Il malato, dopo
poco tempo, tornò dal medico e lo ringraziò con trasporto, perché
si sentiva perfettamente guarito. Lo scienziato, che aveva suggerito
quella terapia per esperimento, fu dapprima diffidente; quindi sottopose il
paziente a un lungo esame clinico; finché, soddisfatto dalle
risposte ottenute, prelevò dal suo cassetto uno strumento ancora
poco in voga tra i medici famosi: una
rivoltella,
con cui fece subito fuoco.
"Gli bruciò le cervella", precisa il
Dictionnaire,
"al fine di procedere alla sezionatura del corpo per esaminare quali fossero gli
effetti prodotti nell'organismo grazie al rimedio che aveva indicato".
§ 20203 Farmaci viventi (Psilli) Augusto si rivolse ad alcuni Psilli, nella speranza che, succhiandole il veleno dell'aspide dal petto, richiamassero in vita l'incantevole Cleopatra. Il vincitore infatti avrebbe voluto accanto a sé, a Roma, la regina, bella come una dea, nel momento del trionfo per la morte e la sconfitta del suo odiato nemico Marco Antonio. Mentre ancora palpitava di vita, gli Psilli a lungo provarono a suggere il leggendario seno nudo della regina (intimità che da ultimo era stata concessa solo a un Cesare, un Antonio), e nessuno storico tramanda che, poi, si lamentarono dell'incombenza. Il tentativo però fu un fallimento: Cleopatra, morì. Chi erano questi Psilli, deputati al miracolo? Vanno probabilmente identificati con gli attuali libici. Non erano maghi o necromanti: piuttosto, erano farmaci viventi, antidoti umani contro i morsi velenosi delle serpi. Dice Agatarchide, citato da Eliano, che lo Psillo emana un profumo che allontana le belve e í serpenti: l'odore che sparge li intontisce "come una droga". Certi rettili velenosi, come per esempio la ceraste o vipera cornuta, possono risultare fatali se uno Psillo non è nelle vicinanze di chi ha subìto il morso. In questo caso potrebbe essere sufficiente che l'africano umetti la ferita. Per le intossicazioni più gravi, lo Psillo si deve sciacquare la bocca con acqua di fonte, sputarla in un bicchiere, e farla bere all'avvelenato.
Ci sono poi quelli che a causa del morso della ceraste sono
ormai prossimi alla morte. Allora lo Psillo si deve accostare
nudo
al corpo del malato, e frizionarlo con la sua pelle. Questo lo affermano
Gallia, nella sua
Storia di Agatocle di Siracusa,
e anche Nicandro di Colofone. E questo deve essere accaduto all'agonizzante
Cleopatra: che vide uno o più Psilli, in costume adamitico, entrare nel suo
letto di dolore.
§ 20204
Formiche
Il Talmud afferma che il più infallibile dei Febbrifughi è: la Formìca. Basta anche uno solo di questi alacri imenotteri per ottenere prodigiose guarigioni. Chi è affetto da "febbre quotidiana" - là si prescrive -, «sieda ad un crocicchio e quando vede una grossa formica che porta un carico, la prenda, la metta in un tubo di rame, lo chiuda con piombo, e lo sigilli con sessanta sigilli. Poi lo scuota e lo porti qua e là gridando: "Il tuo carico sia su di me e il mio carico (cioè la febbre) sia su di te"».
Un Dottore tra gli Ebrei si accorse che la pratica comportava
dei rischi imprevisti: in linea teorica, è infatti possibile che "un altro
abbia precedentemente trovato
questa stessa formica
ed abbia guarito la propria malattia con questo mezzo". In tal caso il farmaco
non avrebbe funzionato, e il febbricitante - cui mancavano già le forze - si
sarebbe inutilmente spossato con i sigilli, il piombo, le grida, la
corsa scomposta. Il medesimo Dottore suggerì allora di cambiare la
formula, precauzionalmente, attribuendo alla formica tutta la responsabilità. Il
malato doveva gridare, rivolto all'insetto sbatacchiato
nel tubo di rame: "Il mio carico e il
tuo
carico siano su di te"!
§ 20205 Giovinette Discinte Il Libro Primo dei Re, nella Bibbia, racconta brevemente questa storia (1, 1-4): «Il re Davide era diventato vecchio e avanzato negli anni; benché lo coprissero con abiti, tuttavia non si riscaldava. Gli dissero perciò i suoi servi: "Si cerchi, per il mio signore, il re, una ragazza vergine che stia dinanzi al re e abiti con lui, così dormirà sul suo seno e il re, mio signore, si riscalderà"». La fanciulla, scelta dopo un lungo e dispendioso concorso, tra tutte le più belle, e illibate, ragazze d'Israele, si chiamava Abisag, era sunamite. E Davide - si precisa - "non la conobbe" - ossia, non ebbe con lei rapporti coniugali. Passati alcuni millenni dall'avventura biblica, puntualmente è accaduto di nuovo, che si prescrivesse un po' di sana lussuria o, a seconda dei casi, un briciolo di lubrico contatto o voyeurismo per guarire altri Potenti dalle malattie più gravi. I medici dei secoli passati, proprio perché timorati e pii, quando non sapevano dove sbattere la testa, volentieri si ispiravano al Vecchio Testamento, fonte di ogni Verità. Lo storico gesuita Gabriel Daniel, autore di una celebrata Histoire de France, documenta che, colpito il re dal morbo che doveva condurlo alla tomba, i cerusici proposero a Luigi VIII, il padre di Luigi il Santo, di dormire nello stesso letto con una giovinetta. Quella era l'unica infallibile panacea che veniva loro in mente. Il sovrano, con le ultime forze, ricusò l'offerta. "Fu in questa occasione - scrive Daniel - che il Principe si mostrò veramente cristiano. Quale che fosse la natura del suo male, i medici gli andavano proponendo un rimedio, che la Legge di Dio gli proibiva; ma nonostante che rifiutasse di servirsene, non gli si lasciò neppure il tempo di addormentarsi profondamente, che subito gli venne infilata nel letto una giovane damigella. Al suo risveglio, il re chiamò l'ufficiale che sorvegliava la sua camera, e ordinò che la fanciulla si ritirasse, dicendo queste belle parole: che valeva meglio morire, piuttosto che salvarsi la vita con un peccato mortale [...]. Pochi giorni dopo questo grande Principe morì della più preziosa morte, che un re cristiano possa desiderare: martire della Castità" <a>. Anche Ruggero Bacone , nel XIII secolo, aveva sentenziato che il corpo vecchio, se vuole recuperare salute e vigoria, deve frequentare i corpi giovani, "in modo che il primo possa assimilare le emanazioni vitali dei secondi". Ma la ricetta dell'elisir di Lunga Vita basata sul "fiato delle fanciulle" fu in certo senso "riscoperta" solo nel Settecento dal medico di Hannover Giovanni Cohausen. Nel 1744, il clinico divulgò - a settantanove anni - il definitivo manuale sull'argomento: l' Ermippo Redivivo. Il longevo trattatista partì da un'osservazione non banale: gli insegnanti e i precettori o vivono più a lungo degli altri, o, comunque, si mantengono più giovanili, anche in tarda età. Gorgia, Isocrate, Teofrasto sfiorarono i cent'anni. Dunque, opina Cohausen, attingere la longevità è ancora più probabile, se si inala di continuo il puellarum anhelitus, cioè, il "fiato delle fanciulle". L'autore poi ricorda che la respirazione "bocca a bocca" (allora non si chiamava così) operata da giovinette, ha salvato numerose vite umane - quindi, per analogia, si può pensare che il loro alito riesca anche a prolungarle <b>. L'Ermippismo incontrò un prevedibile successo. Hermannus Boerhaave riporta che a un vecchio e acciaccato principe tedesco i medici prescrissero di riempirsi il letto di "fresche giovinette". Il trattamento riuscì "talmente efficace", che si dovette "sospenderlo per prudenza" <c>.
Incurante di qualsiasi antecedente biblico, il celebre dottor
Tissot prescriveva invece - agli uomini d'ogni età, purché deboli di forze -,
latte di balia,
come infallibile rimedio. Non in bicchiere, ma direttamente
preso dalla mammella.
E poiché l'uomo è - o dovrebbe essere - privo di vigore, è
a letto
che bisogna allattarlo. Si dice che un Principe trovò questo farmaco talmente
miracoloso che, per non perder l'abitudine alle poppate che gli avevano
prodigato ben due nutrici prosperose, e per rinnovarsi quello stesso piacere
di li a nove mesi, le
rese madri
entrambe, durante le fasi più acute della terapia. La cura, secondo Tissot, fu
suggerita al nobile da Gerolamo Capivaccio, medico padovano, attivo nel
Cinquecento
<d>.
§ 20206 Pennuti, o: la Terapia del Dolore A partire dalla prima fase delle doglie, le levatrici ebree usavano legare una gallina alla partoriente, in modo che le tenesse compagnia. "Ciò si faceva perché" - la donna - "riposasse la mente", spiega lo studioso del Talmud Abraham Cohen.
In effetti quando una gallina cattura l'attenzione, l'assorbe tutta.
§ 20207 La Pietra per la Cura Naturale delle Malattie Veneree | << | < | > | >> |Pagina 857"Hoc quoque fatale est, sic ipsum expendere fatum". "E che io parli così del destino, anche questo è il destino che lo vuole". [Marco Manlio, Astronomicon, Liber III, p.84 (v. 118)] § 26101 L'Astrologia considerata come Scienza Esatta Presupposto dell'Astrologia, è che siano le stelle e non gli eventi o la volontà umana a determinare il destino di un individuo. Secondo gli antichi Maestri, la preveggenza del Destino, tramite l'Astrologia, era una scienza indiscutibilmente esatta, pari almeno alla Geometria. I calcoli zodiacali erano considerati talmente precisi da rendersi "reversibili". Varrone propose a Taruzio di stabilire il giorno e l'ora di nascita di Romolo "ricavandoli dagli avvenimenti attribuiti alla sua vita [...]. Infatti, argomentava Varrone, dovrebbe essere possibile per l'astrologia, come prevede i casi della vita assumendo a punto di partenza la data di nascita di un individuo, così pure rintracciare la data di nascita sulla base dei dati della vita". Insomma, si poteva invertire il corso di questa scienza e leggere i destini a ritroso <a>.
Il Cardinale d'Ailly, e il Cardinale di Cusa, confezionarono
l'oroscopo di Gesù, a dimostrazione che i fatti della vita del Messia
dipendevano dall'influenza di Venere e di Marte, oppure, nell'ipotesi più
benevola, che il Salvatore aveva scelto nella sua onniscienza
divina proprio quel momento per nascere, in modo che accadesse
a lui tutto quello che poi gli era effettivamente successo
<b>.
Gli Oroscopi del Cristo, però, più erano precisi, tanto più erano
infausti,
per chi li compilava. "Cecco d'Ascoli, astrologo del Duca di Calabria, sosteneva
che Gesù Cristo non sarebbe stato povero, né avrebbe sofferto una morte
disonorevole, se non per il fatto che era nato sotto una
costellazione
che avrebbe comunque causato, necessariamente, questi effetti. Fu
bruciato
nel 1327".
Gerolamo Cardano
Tuttavia, se l'Astrologia fosse, davvero, una Scienza Esatta, dovrebbe dar conto non solo delle anomalie del Fato - diverse per ognuno di noi -, ma anche di quando, come e perché dovremmo aspettarci, da due individui distinti, due Sorti identiche. Già gli antichi si erano accorti che l'analisi dello Zodiaco non spiegava i diversi destini di due fratelli gemelli, ma poiché i parti dei gemelli non avvengono mai contemporaneamente, ci si poteva forse appellare a una certa, ragionevole, indecisione dei Corpi Celesti preposti alla loro nascita. Al contrario, pare inoppugnabile una ricusazione degli oroscopi che adduca in loro sfavore l' argomento zoologico. Riporta Aulo Gellio , che il filosofo Favorino non credeva a nessun genere di astrologi, né di profeti. Fondava il suo rifiuto, sulla vita delle Bestie. Infatti, diceva, se le stelle governano il destino degli Uomini, dovrebbero anche guidare quello di mosche, vermi, ricci di mare, ranocchi e zanzare <d>. Cioè - riassumendo -: un'ameba e Cesare Augusto, nati nello stesso istante, dovrebbero condividere la Sorte. A meno che non si neghi un'Anima, o meglio un destino individuale, alle bestie, o s'abbia, della Storia - anche dei Singoli -, un concetto meno evenemenziale. Propenderei per la seconda ipotesi: la saggezza dei primitivi ci dice che i "selvaggi" di certi continenti vantano un animale-gemello, spesso il loro Totem, che è esposto alle stesse gioie e sofferenze, | << | < | > | >> |Pagina 1053"Tout ce qui est incomprehénsible ne laisse pas d'être".
[Pascal,
Pensieri
, frammento 139]
Ci corre l'obbligo di riparare (se possibile) a una pecca evidente della nostra Fantaenciclopedia: quasi ovunque abbiamo dato per scontato che tutti conoscano la risposta alla domanda: che cos'è, il Fantastico? In realtà, rispondere non è affatto facile. Vorrei cercare di farlo, adesso, riferendo nel modo più semplice e stringato ciò che è già stato detto da altri e, se possibile, aggiungere qualcosa di nuovo, e di personale. Spero d'aver già dimostrato, nelle pagine precedenti, che il "Fantastico" non è un "genere" confinato nell'Arte e nella Letteratura, e neppure una tonalità dell'Anima, sognatrice, incline alla malinconia. Né tanto meno la licenza, quasi una vacanza, che si concede la Ragione d'esplorare un mondo immaginario. Detto in termini - fin troppo - semplici: il "Fantastico" è una modalità d'organizzazione del Pensiero, i cui fondamenti sono in tutti noi. Il "Fantastico" è, precisamente, un metro di Giudizio e una funzione "Critica" del pensiero, la stessa che ci consente di "figurarci" quel che non c'è, o non c'è ancora, perfino al di là e contro l'Esperienza. Una Facoltà, che ci permette di immaginare il Nuovo - costringendoci, dunque, a misurarci con l'impossibile come se fosse possibile. Perciò il Fantastico va costantemente in cerca dell'Inusuale, dell' "Insolito" (Das Unheimliche, nel vocabolario di Sigmund Freud ), dell'Inatteso e del "Sorprendente" - tutte "parole-chiave" che ci aiutano a comprenderne l'essenza. Ciò premesso, non abbiamo affatto esaurito il nostro compito. Sentiamo l'esigenza di analizzare ancora più a fondo la nostra materia. E, se vogliamo farlo, riteniamo indispensabile rivolgerci alla Letteratura, e indagare il Fantastico come "genere" letterario" <a>. Soprattutto nel ventesimo secolo la critica si è interrogata sui meccanismi del Racconto Fantastico, proponendosi d'identificarne la natura. Ci ha fornito, a questo scopo, numerose definizioni del "genere". Non sempre convincenti, ma certo interessanti. A cominciare da Freud e dal suo studio sul "Perturbante" (Das Unheimliche), che ha fissato alcuni concetti basilari, utili per qualsiasi analisi. Innanzitutto: che non si può separare il Fantastico dall' Effetto che fa su di noi.
Sembra scontato, ma non lo è affatto. Secoli di critica "romantica" ci hanno
avvezzato all'idea che la Grande Letteratura non deve
mai porsi come obbiettivo di suscitare in noi sentimenti dichiarabili,
e meno che mai, di procurarci un "brivido"
<b>.
Secondo questa visione intrisa di Romanticismo, noi, Lettori o Lettrici,
dovremmo essere sempre
in balia
dell'Ispirazione dell'Autore - Musa poetica inattingibíle e imperscrutabile.
In secondo luogo, ci avverte Freud, il lavoro mentale di chi legge è fondamentale, per apprezzare se un racconto è "fantastico" o meno <e>.
Considerazione che ci sembra sostanziale e dirimente. In effetti,
a ben guardare, che cosa hanno in comune - tra loro - i racconti perturbanti di
fantasmi, le battaglie galattiche della fantascienza, lo
Hobbit
di
Tolkien
e i
Viaggi di Gulliver
di
Swift
, il
Castello
di
Kafka
e il
Pierre Menard
di
Jorge Luis Borges?
Può esserci una sola definizione
di Fantastico che li comprenda tutti, senza risultare fatalmente vaga,
"evanescente" e quindi inutile? Supponiamo di rispondere: tutti questi racconti
parlano di cose che "non ci sono" nella Realtà. Possiamo
giudicare una simile definizione "esauriente"? Non credo. Non è
l'Oggetto della Narrazione - il cosiddetto "Irreale" - che può fare la
differenza tra un racconto "realistico" e uno "fantastico"; tant'è che
spesso non la fa. Ciò significa che a connotare il Fantastico
non è l'elfo, lo spettro, il gigante tra i lillipuziani, o il delirio del
Sognatore, di per sé: ma piuttosto proprio il lavoro di Fantasia che il
Racconto scatena in noi. In ciò consiste l'Effetto voluto dall'Autore,
dall'Autrice. Si danno ragguagli assolutamente "realistici" sui fantasmi, veri o
presunti che siano - e non è detto che ci facciano effetto, nemmeno un po' di
paura
<d>.
Se invece misuriamo tutti i
racconti che abbiamo citato rispetto al "lavoro mentale" che,
programmaticamente, essi inducono nei lettori, riusciamo finalmente
a catalogarli - sia pure con gradazioni diverse - all'interno dello
stesso "genere" o universo narrativo. E questo "Fantasticare" dei
lettori coinvolge totalmente la loro Facoltà di "Giudizio": ha a che
fare, cioè, più con la Logica (sia pure una Logica diversa dall'usuale)
che, piuttosto, con i meri "oggetti" o "soggetti" che compaiono
nella trama.
Terzo elemento, sul quale il padre della psicoanalisi ci fa riflettere: compito del Fantastico è assottigliare il confine tra Realtà e Fantasia <e>. Il che può essere anche espresso in questi termini: la Realtà è il vero Oggetto - o bersaglio -, più o meno dichiarato o nascosto, della Narrazione Fantastica. Questo è, in certo senso, il "segreto" del Fantastico moderno, comparso nella cultura occidentale a partire dal Seicento. Le definizioni più probanti elaborate dall'attuale critica letteraria lo mettono in luce: "il Fantastico" - scrive Pierre George Castex - "è caratterizzato da un' intrusione repentina del mistero nella vita reale". E Roger Caillois : "il Fantastico è dunque rottura dell'ordine riconosciuto, irruzione dell'inammissibile all'interno dell'inalterabile legalità quotidiana, e non sostituzione totale di un universo esclusivamente prodigioso all'universo reale" <f>. Non sembra esserci posto, in questo quadro, per la maggior parte dei racconti di Fantascienza, ambientati su mondi dove tutto è possibile, né - è ovvio - per il Fantasy, che è il più importante e diffuso veicolo del Fantastico nei nostri tempi, come ci insegnano il cinema e le serie televisive. In verità, qualsiasi sia l' ambientazione prescelta per le loro fantasie, spetta alla bravura dell'Autore o dell'Autrice far sì che il lettore, anche il più disincantato, la lettrice, anche la meno sprovveduta - spesso impigriti da dosi massicce di letteratura "realista" -, accettino come "ammissibile" l' inammissibile <g>. È comunque vero, però, che un racconto fantastico, per essere giudicato "riuscito", deve porci di fronte a un bivio critico, nel quale siamo costretti a dubitare del nostro Sistema di Certezze. A cominciare dalla stessa trama della Realtà in cui viviamo. Perché tale è l'essenza stessa del Fantastico, trasgressivo per vocazione. E la Letteratura è riuscita a rivelarcelo. Il Soggetto vero del pensiero Fantastico è: il Diverso, quello che non ti aspetti. Quel che, quando compare, ci svela che la Realtà può essere altrimenti. In quest'opera di revisione utopica dell'Esistente, il Fantastico ha però dei nemici potenti, che bisogna saper espungere dai suoi domini, e che sono tanto più pericolosi, quanto più sembrano spartire, con lui, affinità e analogie. Sono: il pensiero Mitico, il pensiero Magico, il pensiero sistematico Teologico - i quali stanno lì a vigilare affinché il Fatto Nuovo (insolito, inatteso, "inesplicabile") non si presenti mai più, oppure, che non si ripeta come Nuovo, dilacerante, perturbante, al di fuori delle loro "liturgie". Alleati preziosi e inflessibili, in questo, del Buonsenso "borghese" - caratteristica delle classi dominanti dei tempi moderni. | << | < | > | >> |Pagina 1070Nell' Antologia della Letteratura Fantastica curata da Borges, Ocampo e Bioy Casares leggiamo un brevissimo racconto di Thomas Bailey Aldrich che in poche righe (due) rivela l' essenza stessa di questo genere letterario:
"Una donna sta seduta sola in casa. Sa che nel mondo non c'è più nessuno:
tutti gli altri esseri umani sono morti.
Bussano alla porta.
Siamo davvero di fronte a un "grado zero" del Fantastico. Nessuno può
incolpare l'autore d'averci ingannato. L'
Imprevisto,
però, è accaduto ugualmente.
Questa "parola chiave", Sorpresa, compare anche nel titolo di un racconto scritto da un novelliere geniale e trascurato: "Big Surprise", di Richard Matheson. Non è una pietra miliare della Letteratura, ma, in un certo senso, si tratta d'un testo programmatico, "a tesi", e dunque cardinale nel genere che più ci interessa. Matheson gioca con le attese del lettore (che filtra questa storia sulla base delle sue esperienze precedenti nel campo del Fantastico), e lo sfida a "dedurre", o meglio - come vedremo - a "abdurre", quale può essere la "Grossa Sorpresa" promessa dal racconto. In una piccola città di provincia, c'è un vecchio sornione, il signor Hawking, che aspetta un gruppo di ragazzini al varco, all'uscita dalla scuola, appoggiato allo steccato del suo giardino. A uno di essi chiede: "Oh, ti piacerebbe trovare una grossa Sorpresa?". Ovviamente lo scolaro, Ernie - avrà dodici, o al massimo tredici anni,- è affascinato dalla proposta: pensa a un tesoro. Il vecchio Hawking lo invita a scavare una buca in un certo campo, non distante, ai piedi di una quercia: una bella fossa profonda tre metri e mezzo. Il ragazzino marina le lezioni del pomeriggio. Con altri due amichetti si munisce di pala e corde, e raggiunge quel campo. I tre cominciano a scavare, ma, passano le ore, la fossa non finisce mai e íl nostro protagonista si ritrova solo. Il miraggio dell'oro, adesso tutto suo, gli dà nuove energie. Quando il buio si fa più fitto, finalmente, Ernie urta con la vanga una grande cassa di legno antico. La sua gioia è enorme: la scopre del tutto, fa saltare la serratura e...
«... cacciò un urlo. Si appiattì contro la parete di terra e contemplò,
inorridito, l'
uomo
che spuntava dalla cassa. "Sorpresa! ",
disse il signor Hawking».
Là dentro - vivo, ma sepolto a cinque o sei metri dalla superficie -, c'era
il vecchio. Lo stesso che aveva invitato il ragazzino a scavare per trovare una
"Sorpresa". Matheson non ci dice nulla di più. Come Aldrich, ci lascia
immaginare
<d>.
Certo, le "sorprese" abbondano anche nella Letteratura Realistica (persino in vette come Dickens, Hardy, Tolstoj, ecc.), ma solo la Letteratura Fantastica ci invita (o sfida) a scavarle e a guardarvi dentro; con questo risultato: di ottenere lo stesso Effetto, ma raddoppiato. Proprio perché, nel Fantastico, la "Sorpresa" non è mai frutto del Caso o della Coincidenza. Ma la cosa ancora più "sorprendente" è che di solito il cultore del Fantastico è smaliziato e sa che questo genere letterario, appunto, normalmente gli "promette un imprevisto" - cioè, qualcosa di "inatteso" -: come l'esercitazione d'emergenza, come la sentenza del Giudice che è anche boja. Tuttavia, nonostante le sue elucubrazioni (e la naturale diffidenza di chi si ritiene esperto), la Sorpresa lo coglie ugualmente impreparato. È un'Illuminazione, che lo sconcerta. Insieme allo stupore che ci procura l'Economia di mezzi colla quale il letterato fantastico ha raggiunto il suo effetto: nel racconto di Matheson c'erano due soli protagonisti, e la sorpresa era uno di loro. In quello di Aldrich, addirittura compare appena un personaggio, la donna "sola con la sua anima". È al Soprannaturale che dobbiamo far ricorso, per decifrare queste due storie basilari? Fosse così, non capiremmo nulla del Fantastico moderno, che ottiene i suoi effetti dirompenti (da Hoffmann a Poe, da Kafka, a Borges) proprio de-sacralizzando, secolarizzando, i suoi materiali - e quindi troncando il cordone ombelicale che zavorrava il Fantastico all'antico racconto di Fantasmi o di Stregoneria. Ma: il Fantastico non deve ricorrere a spiegazioni soprannaturali in quanto l'Insolito, l'Inatteso, il Sorprendente, sono espressione della sua logica interiore. Questi esempi (come infiniti altri che potremmo desumere dagli Autori appena citati) ci insegnano qualcosa che giudichiamo fondamentale - e indispensabile anche per capire lo spirito col quale abbiamo selezionato i fatti "veri" che compaiono nella nostra Enciclopedia. Perché una "Sorpresa" raggiunga il suo Effetto (estetico, logico, umoristico) deve essere il prodotto di una "Fantasia Esatta". Quanto più la Sorpresa che ci attende sarà esatta, tanto più la narrazione scatenerà in noi il libero gioco delle nostre Facoltà Combinatorie. Definizioni - queste ultime - che, in un certo senso, escludono il Meraviglioso (regno magico della fiaba), come pure il Mitico, dal Fantastico allo stato puro. Appellarsi alla Magia, per spiegare l'Improbabile, vuol dire: ricorrere all' arbitrio personale, insindacabile. Significa, per qualsiasi autore o autrice, gestire e controllare, in toto (anche se in un gioco complice), le fantasie dei propri Lettori. | << | < | > | >> |Pagina 1084Borges e Bioy Casares sono stati davvero Maestri in questo campo, anche come "studiosi" del settore. Nella loro Antologia della Letteratura Fantastica (collazionata con Silvina Ocampo ) hanno incluso un numero assai elevato di racconti qualificabili perfetti, alcuni dei quali, in realtà, erano solo sorprendenti "variazioni" della stessa materia, della stessa situazione. Ce n'è uno, ad esempio - da loro attribuito a un inverosimile I. A. Ireland -, che si intitola: "Finale per un racconto fantastico", ed è talmente breve che può essere citato per intero:"Che strano! - disse la ragazza avanzando cautamente. - Che porta pesante! - Così dicendo la toccò, e si chiuse improvvisamente con un tonfo. - Mio Dio! - disse l'uomo. - Mi sembra che all'interno sia priva di serratura. Ci ha chiusi dentro tutti e due! - Tutti e due no. Uno solo - disse la ragazza.
Passò
attraverso la porta e scomparve".
Nella stessa Antologia, appena poche pagine prima, il trio di narratori argentini aveva fatto già "apparire" un racconto in tutto simile, destinato a diventare ancora più famoso: "Un Credente" - ascritto a un fantomatico, e probabilmente mai esistito, George Loring Frost: "Al sopraggiungere della sera due sconosciuti si incontrarono negli oscuri corridoi di una galleria di quadri. Con un leggero brivido uno di essi disse: - Questo posto é sinistro. Lei crede ai fantasmi? - No, - rispose l'altro. - E lei?
- Io, sì - disse il primo e
scomparve"
<h>.
Ridotti, come sono, ai minimi termini dell'Economia Narrativa, questi due racconti, così perfetti nel sapiente controllo dei loro effetti, rappresentano ancora un "grado zero" del Fantastico. Ma la loro differenza (quasi impercettibile), rivela: che il primo appartiene pienamente al filone orrifico, fantasmatico, del "genere", mentre "Un Credente" - del brividoso Frost - si affida per risolversi a un registro decisamente più umoristico, ed è quindi utile, per noi, a dimostrare fino a che punto, certe volte, sia difficile distinguere il Fantastico dal Comico <i>. In questi racconti, che inscenano un imprevedibile incontro ravvicinato, "a due", con l'Altro Mondo, uno dei personaggi ignora fino all'epilogo che l'altro è un Fantasma. Ma se scandagliamo la stessa "matrice" letteraria, ci imbattiamo (combinatoriamente) in altre narrazioni nelle quali lo Spettro, una volta dichiaratosi come tale, e benché lo voglia con tutte le sue forze, non riesce nemmeno a scomparire. H. G. Wells ha scritto una di queste perle mirabili d'Umorismo Nero, in cui i ruoli sono ribaltati: - e il protagonista del suo racconto si vanta, appunto, così con gli amici: "Ho sorpreso un Fantasma!" <j>. In effetti, è soprattutto nel Comico che la Legge Combinatoria del Racconto è più scoperta e esplicita, fino al punto di sembrare - ma non essere - qualcosa di "automatico". In Italia circola da tempo immemorabile una "barzelletta sulle barzellette" di puro stampo "chlebnikoviano": in un manicomio, i degenti si scambiano solo numeri, non parole; appena dicono un numero, tutti si sganasciano dalle risate. Il fatto è che hanno numerato le barzellette; un po' per parsimonia intellettuale, un po' perché le storielle vanno ricordate com'è stato capace di raccontarle il più spiritoso di loro <k>.
Mirando, per vocazione, alla stringatezza, all'Economia, e procedendo -
combinatoriamente - per
sottrazione,
il Comico può persino riuscire a ottenere i suoi effetti solo esibendo lo
"scheletro logico", formale, dei propri procedimenti narrativi. Cito una delle
formidabili
Tragedie in due battute
di
Achille Campanile:
Non c'é neppure il consueto "sipario" finale: segno che non siamo neanche a teatro <l>. Si potrebbe commentare: tutto è lasciato alla Fantasia del Lettore. Ma anche questo tutto, in realtà, è nulla. Eppure la nostra Fantasia, comunque, è lì. | << | < | > | >> |Pagina 1106L'obiettivo principale degli Autori di Fantastico non è però quello di riprecipitarci nel baratro d'una superstizione vergognosa, quanto piuttosto quello di "metterci in crisi" incrinando la realtà consolidata e dominante. Rivelandoci un "rimosso" - secolarizzato - col quale è ancora indispensabile confrontarci <e>. Con questo "spirito", Bram Stoker porterà il suo Vampiro Dracula nella Londra contemporanea, a infestare le nostre fantasie.L'opera kafkiana - che indiscutibilmente ricade nel Fantastico, ma che è al tempo stesso così sfuggente e labile ad ogni classificazione -, risulterebbe incomprensibile, se divelta dallo sfondo del processo di integrale laicizzazione, e Secolarizzazione, della cultura occidentale. La grandezza di Kafka, e il suo sublime senso del ridicolo, stanno proprio in questo: nell'aver "de-sacralizzato" la Cabbala nei suoi racconti, sperimentando cosa accadrebbe se, prendendoli per istruzioni "pratiche", calcassimo i meandri interpretativi della Torah dentro il Reale. Tutto il contrario d'una operazione "metafisica", con cui lucidarsi gli occhi. | << | < | > | >> |Pagina 1133| << | < | > | >> |Pagina 1313____________________________________________________________ FANTAENCICLOPEDIA volume secondo: M - Z SOMMARIO XX MALATTIE E MEDICAMENTI (INFERMITÀ, MALFORMAZIONI, RIMEDI) 1 - Nosocomio Generale (Morbi, Sindromi, Manie & "Scherzi di Natura") § 20101 L'Improvvisa Comparsa d'Arti Fantasma 667 § 20102 Marinai, o: le Vittime degli Horrors 668 § 20103 La Febbre Teatrale, detta anche "Abderìte" 669 § 20104 Manie Auto-autoptiche 669 § 20105 La Moltiplicazione dei Cristi 670 § 20106 La Piaga misteriosa che incanta nelle Regge 671 § 20107 Le Crisi di Cannibalismo Collettivo 672 § 20108 La Malattia che travisa le Parole 673 § 20109 La "Morte Apparente" 674 § 20110 I "Doppi" in Carnee Ossa 677 § 20111 Ermafroditi Leggendari 679 § 20112 Gemelli "Siamesi" 680 § 20113 - § 20114 Fotismi, cioè: La Vista "Cronopia" 683 note 688 2 - Campionario Farmaceutico: Rimedi, Elisir, Panacee & Altre Terapie § 20201 Bagni per Gottosi (o: I Divorzi del Cremlino) 696 § 20202 Crescione 697 § 20203 Farmaci viventi (Psilli) 697 § 20204 Formiche 698 § 20205 Giovinette Discinte 699 § 20206 Pennuti, o: la Terapia del Dolore 701 § 20207 La Pietra per la Cura Naturale delle Malattie Veneree 701 § 20208 Simpatie: o le Combinatorie Omeopatiche 703 § 20209 Tempo Terapeutico 705 note 706 XXI MIRACOLI (dei Santi) 1 - Casistica Ragionata § 21100 Preambolo 711 § 21101 La "Bruttezza" come Dono Divino 711 § 21102 Ascensioni, Levitazioni 712 § 21103 Il Miracolo della Colomba d'Oro nel Deserto 715 § 21104 I Pasti indiretti che satollano 715 § 21105 Il Miracolo delle Stimmate 716 § 21106 I Miracoli del Buddha: o la "Soavità d'Animo" 717 § 21107 Le Preci Prodigiose 718 § 21108 Il Miracolo di Giosuè 718 § 21109 Il Miracolo delle "Ostie Pugnalate" 719 note 724 2 - Lazzaro & altri Resuscitati § 21201 Lazzaro, Principe e Primizia dei Risorti 726 § 21202 Resurrezioni Istantanee, o: L'Omertà dei Morti 730 § 21203 Cristina di San Trudone, o: i Tormenti della Vita Nuova 733 note 737 XXII MORALITÀ LEGGENDARIE o: LE VIE DELLA PERFEZIONE 1 - Carità: Breviario d'Opere di Misericordia Spirituale e Corporale § 22101 Dar da mangiare agli Affamati 743 § 22102 Dar da bere agli Assetati 743 § 22103 Vestire gli Ignudi 743 § 22104 Alloggiare i Pellegrini 744 § 22105 Visitare gli Infermi 745 § 22106 Visitare i Carcerati 746 § 22107 Seppellire i Morti 746 § 22108 Consigliare i Dubbiosi 747 § 22109 Insegnare agli Ignoranti 748 § 22110 Ammonire i Peccatori 750 § 22111 Consolare gli Afflitti 750 § 22112 Perdonare le Offese 751 § 22113 Sopportare pazientemente le Persone Moleste 752 § 22114 Pregare Dio per i Vivi e per i Morti 753 § 22115 Prestar Soccorso a chi necessita Assistenza 753 § 22116 La Carità del Calendario, ossia: le Rinunzie Temporali 754 § 22117 La "Buona Educazione": Conversazioni sul "Tempo" 755 note 756 2 - Sabbetay e l'epopea dei Messia "Apostati" § 22201 - § 22205 760 note 770 XXIII MORTE 1 - Il Momento del "Distacco": Cause Svariate & Gesti Estremi § 23100 "The Way of all Flesh" 775 § 23101 Morti per "Abitudine" ossia: La vera Ragione della Morte 778 § 23102 Destini Tragici 780 § 23103 La Morte per Saetta 782 § 23104 Vittime del Palcoscenico 783 § 23105 Morti in quanto scambiati per Cadaveri 784 § 23106 - § 23107 "Ultimi Messaggi" (Servizi Postali) 784 § 23108 "Ultime Parole" (Dizionario Breve) 787 § 23109 L' Ultimo Respiro 790 § 23110 Ultimi Sguardi 791 note 794 2 - Il Decapitato di Wiertz ossia: L'Inferno Istantaneo § 23201 - § 23203 800 note 810 XXIV I MORTI (intesi come "Corpi Senza Vita") Funerali, Tumulazioni, & altre Avventure dí Cadaveri § 24101 - § 24102 Il "Rispetto" per i Morti (cioè: "Come sbarazzarsene") 815 § 24103 Il "Rispetto" per i Vermi 819 § 24104 La Mummia di Bentham, Donatore di Se Stesso 819 § 24105 Le Mummie di Sangue 821 § 24106 Fidejussioni 822 § 24107 Gli Achab dei Cadaveri 822 § 24108 - § 24109 Metamorfosi Cadaveriche 824 § 24110 Passerella Finale 826 note 828 XXV IL POTERE 1 - Parabole: Ascesa e Caduta dei Regimi § 25100 Elementi per una "Logica della Tirannide" 835 § 25101 Incoronazioni (o: La Disgrazia d'essere Re) 837 § 25102 - § 25104 L'Esercizio del Potere: Etichette di Corte 839 § 25105 Successioni: Quando il Re Morto risale sul Trono 842 § 25106 Elezioni Democratiche 843 § 25107 - § 25108 Deposizioni: Le Tecniche del Golpe 843 § 25109 Gli Al Aaraaf del Potere 845 note 847 2 - La Furia di Muhammad, figlio di Tughluq § 25201 - § 25202 851 note 856 XXVI PROFEZIE E PREMONIZIONI 1 - La Preveggenza del Futuro § 26101 L'Astrologia considerata come Scienza Esatta 859 § 26102 "Il Principe che fu ucciso dal Cavallo morto" 860 § 26103 Tempeste Ormonali 862 § 26104 Circoli Viziosi 862 § 26105 Gli incerti del Mestiere 864 § 26106 - § 26109 La Morte del Profeta o: la Trappola di Tiberio 864 note 869 2 - Nostradamus, o: il Destino per Enigmi § 26201- § 26206 872 note 882 XXVII I SOGNI 1 - Il Gran Teatro del Sogno (Repertorio) § 27100 Prima del Sogno: il Sonno (vissuto come Enigma) 889 § 27101 Nabucco, o i Sogni di cui si sa solo che si è sognato 892 § 27102 Sogni Enigmistici 893 § 27103 Il Sogno di Augusto 893 § 27104 Il Sogno del Profeta Maometto 894 § 27105 La Religione in Sogno (o: Selàssié, il Profeta Ignaro) 894 § 27106 Il "Doppio" che abita nei Sogni (o: "La disputa metafisica sulle Zucche") 895 § 27107 Il Sogno Orripilante di Spinello 897 § 27108 Il "Colore" dei Sogni 898 § 27109 Fenomenologia dell'Incubo 899 note 993 2 - Cartesio e i Rosa-Croce, seguaci della "Setta Perfetta" § 27201 - § 27206 908 note 924 XXVIII SUICIDIO 1 - Ritratto del Suicida da Vivo § 28101 Attentati 931 § 28102 - § 28103 Soldati, o: i Suicidi Surrealisti 932 § 28104 - § 28106 La Frenesia del Martirio 933 § 28107 Epidemie di Suicidi 938 § 28108 - § 28109 Macchine di Morte: Autoesecuzioni, Autocrocefissiani 939 § 28110 Il Timore del Ridicolo e il Suicidio Perfetto 944 note 946 2 - I "Fabbricanti d'Angeli", ossia: I "Suicidi Indiretti" § 28201- § 28204 952 note 959 XXIX VERITÀ, ossia: "IL TEATRO DELLA MENZOGNA" (con un Catalogo di Truffe & Abbagli) 1 - Hrönir & Ur: Il "Vero" come "Oggetto del Desiderio" § 29100 Approssimazioni 965 § 29101 Esplorazioni 966 § 29102 Le Tracce Infondate 970 § 29103 Le "Riscritture" Estatiche 971 § 29104 L'Invenzione della Tradizione 974 § 29105 La caccia alle Reliquie 975 § 29106 Le "CronoVisioni» di Padre Ernetti 978 note 982 2 - L'Arte della Truffa e dell'Inganno (Casistica con Figure) § 29200 La Truffa considerata come "Essere dell'Uomo" 989 § 29201 I Fossili Pazzeschi 990 § 29202 Scandali Remunerativi 992 § 29203 Falsi "Falsi", Falsi Falsari 993 § 29204 George Psalmanaazaar 995 § 29205 La Principessa Caraboo di Javasu 997 § 29206 Florence Cook e il "Fantasma" di Katie King 1001 § 29207 L'Imbroglio delle Fate 1004 § 29208 Diana Vaughan, la Santa che svanì a un passo dal Calendario 1006 § 29209 - § 29210 Vari Meegeren, il Falsario che appese la sua Vita a un Quadro 1009 note 1015 3 - Metamorfosi: il Mito del "Redivivo" e il Ritorno dello Smemorato (Bruneri, Martin Guerre, Tom Castro) § 29301 - § 29302 Evidenza / Diffidenza / Somiglianza (Regole & Modelli) 1019 § 29303 Tom Castro, o l'Azzardo del Gaglioffo 1024 § 29304 Martin Guerre - o: il Tramonto dell'Identità 1028 § 29305 - § 29308 Bruneri & Canella, o la "Metamorfosi" dello Smemorato 1031 note 1041 "Z" (Postfazione) § 30100 1049 APPENDICE: Il Fantastico in Letteratura: "Parole Chiave" § A01 Introduzione: "L'Insolito" (L'Unheimlich di Sigmund Freud) 1055 § A02 "Confini" (l'Ernani decollato di Sigmund Freud) 1062 § A03 "Sorpresa" (Il Paradosso dell'Impiccagione di W. V. Quine) 1068 § A04 "Abduzione" (I Fagioli di Charles S. Peirce) 1075 § A05 "Combinatorie" ("Enigmi" e "Vie d'Uscita nei "Generi Abduttivi") 1080 § A06 "Ambiguità" (Il "Fiore di Coleridge" e le sue "Implicazioni") 1093 § A07 "Secolarizzazione" (la «Ripetizione" in Kierkegaard) 1163 § A08 "L'Improbabile", ovvero "Le Malattie del Linguaggio" (con un breve excursus sul "Don Giovanni") 1110 § A09 Il Mito e il "Mitico" (Platone e la "Deriva del Racconto") 1120 BIBLIOGRAFIA 1135 Indice degli Argomenti e delle Cose più Notevoli 1203 Indice dei Nomi e delle Fonti 1261 ____________________________________________________________ | << | < | |