Autore Adan Zzywwurath
Titolo Fantaenciclopedìa
Sottotitolo"Il fantastico in Letteratura" - Volume Secondo M - Z
Edizionemanifestolibri, Roma, 2018 , pag. (664+)668, ill., cop.fle., dim. 14,5x21x3,7 cm , Isbn 978-88-7285-73800
LettoreRenato di Stefano, 2019
Classe storia letteraria , fantasy , fantascienza , esoterismo , scienze improbabili












 

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Indice


                    FANTAENCICLOPEDÌA

                       volume primo
                          A - L

        Abbozzo per una introduzione                   XI

I       ADAMO & EVA
        o: I Primi Umani sulla Terra                    1

II      ALDILÀ
        ovvero: La Vita dopo la Vita                   29

III     AMORE                                          53

IV      ANIMA
        (ovvero "Le Anime Dei Vivi")                   73

V       ARTE & LETTERATURA                             95

VI      ASTUZIE
        (con i Piani d'Evasione e le "Vie d'Uscita")  131

VII     ATROCITÀ                                      147

VIII    AUTOMI & MACCHINE                             187

IX      BESTIARIO                                     225

X       CIELO & INFERNO DEI CREDENTI                  263

XI      DIAVOLO                                       315

XII     DIO                                           339

XIII    DUELLI                                        409

XIV     ERBARIO, VEGETARIO
        (Piccolo Almanacco di Botanica)               441

XV      FANTASMI
        (ovvero: I Morti intesi come Spiriti &
        altre Apparizioni)                            441

XVI     GIUOCHI                                       511

XVII    GIUSTIZIA
        o "DEI DELITTI E DELLE PENE"
        (Leggi, Ordinamenti, Codici Penali e Civili,
        & Giudizi in Tribunale)                       535

XVIII   LIBRI                                         579

XIX     LUOGHI FANTASTICI                             609


                      volume secondo
                          M - Z

XX      MALATTIE E MEDICAMENTI
        (Infermità, Malformazioni, Rimedi)            665

XXI     MIRACOLI                                      709

XXII    MORALITÀ LEGGENDARIE
        o LE VIE DELLA PERFEZIONE                     741

XXIII   MORTE                                         773

XXIV    I MORTI
        (intesi come Corpi senza Vita)                813

XXV     IL POTERE                                     833

XXVI    PROFEZIE E PREMONIZIONI                       857

XXVII   SOGNI                                         887

XXVIII  SUICIDIO                                      929

XXIX    VERITÀ E MENZOGNA
        (con un Catalogo di Truffe & Abbagli)         963


        «Z»
        Postfazione                                  1049

        Appendice:
        "IL FANTASTICO IN LETTERATURA:
        PAROLE CHIAVE"                               1053

        Bibliografia                                 1135
        Indice degli argomenti                       1203
        Indice dei nomi                              1261


 

 

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2 - CAMPIONARIO FARMACEUTICO:
RIMEDI, ELISIR, PANACEE & ALTRE TERAPIE



«Il medico Markus Herz venne a sapere che un suo ex paziente aveva deciso di curarsi da solo sulla scorta di testi specialistici di medicina.

"Morirà per qualche errore di stampa" disse lo scienziato a un suo amico».

[da: Folkel, Nuove Storielle Ebraiche , 125, 74]




§ 20201 Bagni per Gottosi (o: I Divorzi del Cremlino)

Un racconto che si legge nel bellissimo libro illustrato di Adam Olearius, Voyages trés curieux et trés renommez faits en Moscovie, Tartarie et Perse: il Granduca Boris Godunov, tiranno di Mosca, tormentato dalla gotta, pubblicamente promette una ricompensa a chi gli somministrerà un rimedio sicuro. La moglie di un boiaro (o boiardo), irritata dalle continue vessazioni del marito, escogita allora questa astuzia per vendicarsi. Fa sapere al granduca che il suo sposo ha la cura adatta, ma si guarda bene dal proporla al sovrano, perché lo odia, e gode che soffra. Boris fa imprigionare il boiardo e lo fa torturare e flagellare. Nonostante quello protesti innocenza e ignoranza, gli si promette la morte, se non consegnerà il suo miracoloso elisir "specifico" per la gotta. Pur di sottrarsi al supplizio, il poveretto ammette tutte le accuse e chiede quindici giorni di tempo per preparare il rimedio. Al termine, il boiardo tremante prepara un infuso d'erbe medicamentose, e lo versa nel bagno del granduca. Boris Godunov vi si immerge e... guarisce.

Ma non abbraccia chi l'ha miracolato. "Quindi", gli rinfaccia, "è tutto vero, tu possedevi la ricetta per risanarmi, ma, come diceva tua moglie, non me l'hai data, per malizia, finché io non te l'ho estorta!". E allora lo condanna di nuovo ad esser frustato a sangue, ancor peggio di prima.

La storia però è a lieto fine: Boris, venuto a sapere del raggiro, regalò scudi e servi al suo salvatore, a patto che non si vendicasse a sua volta sulla moglie.




§ 20202 Crescione


                              "Il migliore dei medici è destinato al Ghehinnom".

                              {Kiddushin, 82 a, tradotto in Cohen, Il Talmud,
                              290. Il Ghehinnom è il nome dell'Inferno]



Il Dictionnaire des Merveilles, tomo quarantaquattresimo della "Nouvelle Encyclopédie Théologique", riporta, come fatto vero, un trionfo della medicina sfociato in tragedia.

Un Inglese che soffriva di petto e i cui polmoni erano ridotti in stato pietoso, si rivolse a un luminare che, per cura, gli prescrisse una dieta, basata, esclusivamente, sul crescione. Il malato, dopo poco tempo, tornò dal medico e lo ringraziò con trasporto, perché si sentiva perfettamente guarito. Lo scienziato, che aveva suggerito quella terapia per esperimento, fu dapprima diffidente; quindi sottopose il paziente a un lungo esame clinico; finché, soddisfatto dalle risposte ottenute, prelevò dal suo cassetto uno strumento ancora poco in voga tra i medici famosi: una rivoltella, con cui fece subito fuoco. "Gli bruciò le cervella", precisa il Dictionnaire, "al fine di procedere alla sezionatura del corpo per esaminare quali fossero gli effetti prodotti nell'organismo grazie al rimedio che aveva indicato".




§ 20203 Farmaci viventi (Psilli)

Augusto si rivolse ad alcuni Psilli, nella speranza che, succhiandole il veleno dell'aspide dal petto, richiamassero in vita l'incantevole Cleopatra. Il vincitore infatti avrebbe voluto accanto a sé, a Roma, la regina, bella come una dea, nel momento del trionfo per la morte e la sconfitta del suo odiato nemico Marco Antonio.

Mentre ancora palpitava di vita, gli Psilli a lungo provarono a suggere il leggendario seno nudo della regina (intimità che da ultimo era stata concessa solo a un Cesare, un Antonio), e nessuno storico tramanda che, poi, si lamentarono dell'incombenza. Il tentativo però fu un fallimento: Cleopatra, morì.

Chi erano questi Psilli, deputati al miracolo? Vanno probabilmente identificati con gli attuali libici. Non erano maghi o necromanti: piuttosto, erano farmaci viventi, antidoti umani contro i morsi velenosi delle serpi. Dice Agatarchide, citato da Eliano, che lo Psillo emana un profumo che allontana le belve e í serpenti: l'odore che sparge li intontisce "come una droga". Certi rettili velenosi, come per esempio la ceraste o vipera cornuta, possono risultare fatali se uno Psillo non è nelle vicinanze di chi ha subìto il morso. In questo caso potrebbe essere sufficiente che l'africano umetti la ferita. Per le intossicazioni più gravi, lo Psillo si deve sciacquare la bocca con acqua di fonte, sputarla in un bicchiere, e farla bere all'avvelenato.

Ci sono poi quelli che a causa del morso della ceraste sono ormai prossimi alla morte. Allora lo Psillo si deve accostare nudo al corpo del malato, e frizionarlo con la sua pelle. Questo lo affermano Gallia, nella sua Storia di Agatocle di Siracusa, e anche Nicandro di Colofone. E questo deve essere accaduto all'agonizzante Cleopatra: che vide uno o più Psilli, in costume adamitico, entrare nel suo letto di dolore.




§ 20204 Formiche


                                        "Nel Marocco ai malati in stato comatoso
                                        si fanno inghiottire formiche".
                                        [Frazer, Il Ramo d'Oro, III, LI, 774]



Il Talmud afferma che il più infallibile dei Febbrifughi è: la Formìca. Basta anche uno solo di questi alacri imenotteri per ottenere prodigiose guarigioni. Chi è affetto da "febbre quotidiana" - là si prescrive -, «sieda ad un crocicchio e quando vede una grossa formica che porta un carico, la prenda, la metta in un tubo di rame, lo chiuda con piombo, e lo sigilli con sessanta sigilli. Poi lo scuota e lo porti qua e là gridando: "Il tuo carico sia su di me e il mio carico (cioè la febbre) sia su di te"».

Un Dottore tra gli Ebrei si accorse che la pratica comportava dei rischi imprevisti: in linea teorica, è infatti possibile che "un altro abbia precedentemente trovato questa stessa formica ed abbia guarito la propria malattia con questo mezzo". In tal caso il farmaco non avrebbe funzionato, e il febbricitante - cui mancavano già le forze - si sarebbe inutilmente spossato con i sigilli, il piombo, le grida, la corsa scomposta. Il medesimo Dottore suggerì allora di cambiare la formula, precauzionalmente, attribuendo alla formica tutta la responsabilità. Il malato doveva gridare, rivolto all'insetto sbatacchiato nel tubo di rame: "Il mio carico e il tuo carico siano su di te"!




§ 20205 Giovinette Discinte

Il Libro Primo dei Re, nella Bibbia, racconta brevemente questa storia (1, 1-4): «Il re Davide era diventato vecchio e avanzato negli anni; benché lo coprissero con abiti, tuttavia non si riscaldava. Gli dissero perciò i suoi servi: "Si cerchi, per il mio signore, il re, una ragazza vergine che stia dinanzi al re e abiti con lui, così dormirà sul suo seno e il re, mio signore, si riscalderà"». La fanciulla, scelta dopo un lungo e dispendioso concorso, tra tutte le più belle, e illibate, ragazze d'Israele, si chiamava Abisag, era sunamite. E Davide - si precisa - "non la conobbe" - ossia, non ebbe con lei rapporti coniugali.

Passati alcuni millenni dall'avventura biblica, puntualmente è accaduto di nuovo, che si prescrivesse un po' di sana lussuria o, a seconda dei casi, un briciolo di lubrico contatto o voyeurismo per guarire altri Potenti dalle malattie più gravi. I medici dei secoli passati, proprio perché timorati e pii, quando non sapevano dove sbattere la testa, volentieri si ispiravano al Vecchio Testamento, fonte di ogni Verità.

Lo storico gesuita Gabriel Daniel, autore di una celebrata Histoire de France, documenta che, colpito il re dal morbo che doveva condurlo alla tomba, i cerusici proposero a Luigi VIII, il padre di Luigi il Santo, di dormire nello stesso letto con una giovinetta. Quella era l'unica infallibile panacea che veniva loro in mente. Il sovrano, con le ultime forze, ricusò l'offerta. "Fu in questa occasione - scrive Daniel - che il Principe si mostrò veramente cristiano. Quale che fosse la natura del suo male, i medici gli andavano proponendo un rimedio, che la Legge di Dio gli proibiva; ma nonostante che rifiutasse di servirsene, non gli si lasciò neppure il tempo di addormentarsi profondamente, che subito gli venne infilata nel letto una giovane damigella. Al suo risveglio, il re chiamò l'ufficiale che sorvegliava la sua camera, e ordinò che la fanciulla si ritirasse, dicendo queste belle parole: che valeva meglio morire, piuttosto che salvarsi la vita con un peccato mortale [...]. Pochi giorni dopo questo grande Principe morì della più preziosa morte, che un re cristiano possa desiderare: martire della Castità" <a>.

Anche Ruggero Bacone , nel XIII secolo, aveva sentenziato che il corpo vecchio, se vuole recuperare salute e vigoria, deve frequentare i corpi giovani, "in modo che il primo possa assimilare le emanazioni vitali dei secondi". Ma la ricetta dell'elisir di Lunga Vita basata sul "fiato delle fanciulle" fu in certo senso "riscoperta" solo nel Settecento dal medico di Hannover Giovanni Cohausen. Nel 1744, il clinico divulgò - a settantanove anni - il definitivo manuale sull'argomento: l' Ermippo Redivivo.

Il longevo trattatista partì da un'osservazione non banale: gli insegnanti e i precettori o vivono più a lungo degli altri, o, comunque, si mantengono più giovanili, anche in tarda età. Gorgia, Isocrate, Teofrasto sfiorarono i cent'anni. Dunque, opina Cohausen, attingere la longevità è ancora più probabile, se si inala di continuo il puellarum anhelitus, cioè, il "fiato delle fanciulle". L'autore poi ricorda che la respirazione "bocca a bocca" (allora non si chiamava così) operata da giovinette, ha salvato numerose vite umane - quindi, per analogia, si può pensare che il loro alito riesca anche a prolungarle <b>.

L'Ermippismo incontrò un prevedibile successo. Hermannus Boerhaave riporta che a un vecchio e acciaccato principe tedesco i medici prescrissero di riempirsi il letto di "fresche giovinette". Il trattamento riuscì "talmente efficace", che si dovette "sospenderlo per prudenza" <c>.

Incurante di qualsiasi antecedente biblico, il celebre dottor Tissot prescriveva invece - agli uomini d'ogni età, purché deboli di forze -, latte di balia, come infallibile rimedio. Non in bicchiere, ma direttamente preso dalla mammella. E poiché l'uomo è - o dovrebbe essere - privo di vigore, è a letto che bisogna allattarlo. Si dice che un Principe trovò questo farmaco talmente miracoloso che, per non perder l'abitudine alle poppate che gli avevano prodigato ben due nutrici prosperose, e per rinnovarsi quello stesso piacere di li a nove mesi, le rese madri entrambe, durante le fasi più acute della terapia. La cura, secondo Tissot, fu suggerita al nobile da Gerolamo Capivaccio, medico padovano, attivo nel Cinquecento <d>.




§ 20206 Pennuti, o: la Terapia del Dolore

A partire dalla prima fase delle doglie, le levatrici ebree usavano legare una gallina alla partoriente, in modo che le tenesse compagnia. "Ciò si faceva perché" - la donna - "riposasse la mente", spiega lo studioso del Talmud Abraham Cohen.

In effetti quando una gallina cattura l'attenzione, l'assorbe tutta.




§ 20207 La Pietra per la Cura Naturale delle Malattie Veneree

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1 - LA PREVEGGENZA DEL FUTURO



                             "Hoc quoque fatale est, sic ipsum expendere fatum".

                             "E che io parli così del destino, anche questo è il
                             destino che lo vuole".

                          [Marco Manlio, Astronomicon, Liber III, p.84 (v. 118)]



§ 26101 L'Astrologia considerata come Scienza Esatta

Presupposto dell'Astrologia, è che siano le stelle e non gli eventi o la volontà umana a determinare il destino di un individuo. Secondo gli antichi Maestri, la preveggenza del Destino, tramite l'Astrologia, era una scienza indiscutibilmente esatta, pari almeno alla Geometria. I calcoli zodiacali erano considerati talmente precisi da rendersi "reversibili".

Varrone propose a Taruzio di stabilire il giorno e l'ora di nascita di Romolo "ricavandoli dagli avvenimenti attribuiti alla sua vita [...]. Infatti, argomentava Varrone, dovrebbe essere possibile per l'astrologia, come prevede i casi della vita assumendo a punto di partenza la data di nascita di un individuo, così pure rintracciare la data di nascita sulla base dei dati della vita". Insomma, si poteva invertire il corso di questa scienza e leggere i destini a ritroso <a>.

Il Cardinale d'Ailly, e il Cardinale di Cusa, confezionarono l'oroscopo di Gesù, a dimostrazione che i fatti della vita del Messia dipendevano dall'influenza di Venere e di Marte, oppure, nell'ipotesi più benevola, che il Salvatore aveva scelto nella sua onniscienza divina proprio quel momento per nascere, in modo che accadesse a lui tutto quello che poi gli era effettivamente successo <b>. Gli Oroscopi del Cristo, però, più erano precisi, tanto più erano infausti, per chi li compilava. "Cecco d'Ascoli, astrologo del Duca di Calabria, sosteneva che Gesù Cristo non sarebbe stato povero, né avrebbe sofferto una morte disonorevole, se non per il fatto che era nato sotto una costellazione che avrebbe comunque causato, necessariamente, questi effetti. Fu bruciato nel 1327".

Gerolamo Cardano , straordinario medico e geniale filosofo del XVI secolo, non si trattenne dal calcolare l'oroscopo di Gesù Cristo, trovando nel suo tema celeste un'indicazione evidente di supplizio e crocifissione, "cosa che gli valse parecchi mesi di prigione" <c>.


Tuttavia, se l'Astrologia fosse, davvero, una Scienza Esatta, dovrebbe dar conto non solo delle anomalie del Fato - diverse per ognuno di noi -, ma anche di quando, come e perché dovremmo aspettarci, da due individui distinti, due Sorti identiche.

Già gli antichi si erano accorti che l'analisi dello Zodiaco non spiegava i diversi destini di due fratelli gemelli, ma poiché i parti dei gemelli non avvengono mai contemporaneamente, ci si poteva forse appellare a una certa, ragionevole, indecisione dei Corpi Celesti preposti alla loro nascita. Al contrario, pare inoppugnabile una ricusazione degli oroscopi che adduca in loro sfavore l' argomento zoologico.

Riporta Aulo Gellio , che il filosofo Favorino non credeva a nessun genere di astrologi, né di profeti. Fondava il suo rifiuto, sulla vita delle Bestie. Infatti, diceva, se le stelle governano il destino degli Uomini, dovrebbero anche guidare quello di mosche, vermi, ricci di mare, ranocchi e zanzare <d>. Cioè - riassumendo -: un'ameba e Cesare Augusto, nati nello stesso istante, dovrebbero condividere la Sorte. A meno che non si neghi un'Anima, o meglio un destino individuale, alle bestie, o s'abbia, della Storia - anche dei Singoli -, un concetto meno evenemenziale. Propenderei per la seconda ipotesi: la saggezza dei primitivi ci dice che i "selvaggi" di certi continenti vantano un animale-gemello, spesso il loro Totem, che è esposto alle stesse gioie e sofferenze,

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§ A01
INTRODUZIONE:
"L'Insolito"
(L'Unheimlich di Sigmund Freud)



"Tout ce qui est incomprehénsible ne laisse pas d'être".

[Pascal, Pensieri , frammento 139]


Ci corre l'obbligo di riparare (se possibile) a una pecca evidente della nostra Fantaenciclopedia: quasi ovunque abbiamo dato per scontato che tutti conoscano la risposta alla domanda: che cos'è, il Fantastico? In realtà, rispondere non è affatto facile. Vorrei cercare di farlo, adesso, riferendo nel modo più semplice e stringato ciò che è già stato detto da altri e, se possibile, aggiungere qualcosa di nuovo, e di personale.

Spero d'aver già dimostrato, nelle pagine precedenti, che il "Fantastico" non è un "genere" confinato nell'Arte e nella Letteratura, e neppure una tonalità dell'Anima, sognatrice, incline alla malinconia. Né tanto meno la licenza, quasi una vacanza, che si concede la Ragione d'esplorare un mondo immaginario. Detto in termini - fin troppo - semplici: il "Fantastico" è una modalità d'organizzazione del Pensiero, i cui fondamenti sono in tutti noi.

Il "Fantastico" è, precisamente, un metro di Giudizio e una funzione "Critica" del pensiero, la stessa che ci consente di "figurarci" quel che non c'è, o non c'è ancora, perfino al di là e contro l'Esperienza. Una Facoltà, che ci permette di immaginare il Nuovo - costringendoci, dunque, a misurarci con l'impossibile come se fosse possibile. Perciò il Fantastico va costantemente in cerca dell'Inusuale, dell' "Insolito" (Das Unheimliche, nel vocabolario di Sigmund Freud ), dell'Inatteso e del "Sorprendente" - tutte "parole-chiave" che ci aiutano a comprenderne l'essenza.

Ciò premesso, non abbiamo affatto esaurito il nostro compito. Sentiamo l'esigenza di analizzare ancora più a fondo la nostra materia. E, se vogliamo farlo, riteniamo indispensabile rivolgerci alla Letteratura, e indagare il Fantastico come "genere" letterario" <a>.

Soprattutto nel ventesimo secolo la critica si è interrogata sui meccanismi del Racconto Fantastico, proponendosi d'identificarne la natura. Ci ha fornito, a questo scopo, numerose definizioni del "genere". Non sempre convincenti, ma certo interessanti. A cominciare da Freud e dal suo studio sul "Perturbante" (Das Unheimliche), che ha fissato alcuni concetti basilari, utili per qualsiasi analisi. Innanzitutto: che non si può separare il Fantastico dall' Effetto che fa su di noi.

Sembra scontato, ma non lo è affatto. Secoli di critica "romantica" ci hanno avvezzato all'idea che la Grande Letteratura non deve mai porsi come obbiettivo di suscitare in noi sentimenti dichiarabili, e meno che mai, di procurarci un "brivido" <b>. Secondo questa visione intrisa di Romanticismo, noi, Lettori o Lettrici, dovremmo essere sempre in balia dell'Ispirazione dell'Autore - Musa poetica inattingibíle e imperscrutabile.


In secondo luogo, ci avverte Freud, il lavoro mentale di chi legge è fondamentale, per apprezzare se un racconto è "fantastico" o meno <e>.

Considerazione che ci sembra sostanziale e dirimente. In effetti, a ben guardare, che cosa hanno in comune - tra loro - i racconti perturbanti di fantasmi, le battaglie galattiche della fantascienza, lo Hobbit di Tolkien e i Viaggi di Gulliver di Swift , il Castello di Kafka e il Pierre Menard di Jorge Luis Borges? Può esserci una sola definizione di Fantastico che li comprenda tutti, senza risultare fatalmente vaga, "evanescente" e quindi inutile? Supponiamo di rispondere: tutti questi racconti parlano di cose che "non ci sono" nella Realtà. Possiamo giudicare una simile definizione "esauriente"? Non credo. Non è l'Oggetto della Narrazione - il cosiddetto "Irreale" - che può fare la differenza tra un racconto "realistico" e uno "fantastico"; tant'è che spesso non la fa. Ciò significa che a connotare il Fantastico non è l'elfo, lo spettro, il gigante tra i lillipuziani, o il delirio del Sognatore, di per sé: ma piuttosto proprio il lavoro di Fantasia che il Racconto scatena in noi. In ciò consiste l'Effetto voluto dall'Autore, dall'Autrice. Si danno ragguagli assolutamente "realistici" sui fantasmi, veri o presunti che siano - e non è detto che ci facciano effetto, nemmeno un po' di paura <d>. Se invece misuriamo tutti i racconti che abbiamo citato rispetto al "lavoro mentale" che, programmaticamente, essi inducono nei lettori, riusciamo finalmente a catalogarli - sia pure con gradazioni diverse - all'interno dello stesso "genere" o universo narrativo. E questo "Fantasticare" dei lettori coinvolge totalmente la loro Facoltà di "Giudizio": ha a che fare, cioè, più con la Logica (sia pure una Logica diversa dall'usuale) che, piuttosto, con i meri "oggetti" o "soggetti" che compaiono nella trama.


Terzo elemento, sul quale il padre della psicoanalisi ci fa riflettere: compito del Fantastico è assottigliare il confine tra Realtà e Fantasia <e>. Il che può essere anche espresso in questi termini: la Realtà è il vero Oggetto - o bersaglio -, più o meno dichiarato o nascosto, della Narrazione Fantastica. Questo è, in certo senso, il "segreto" del Fantastico moderno, comparso nella cultura occidentale a partire dal Seicento. Le definizioni più probanti elaborate dall'attuale critica letteraria lo mettono in luce: "il Fantastico" - scrive Pierre George Castex - "è caratterizzato da un' intrusione repentina del mistero nella vita reale". E Roger Caillois : "il Fantastico è dunque rottura dell'ordine riconosciuto, irruzione dell'inammissibile all'interno dell'inalterabile legalità quotidiana, e non sostituzione totale di un universo esclusivamente prodigioso all'universo reale" <f>.

Non sembra esserci posto, in questo quadro, per la maggior parte dei racconti di Fantascienza, ambientati su mondi dove tutto è possibile, né - è ovvio - per il Fantasy, che è il più importante e diffuso veicolo del Fantastico nei nostri tempi, come ci insegnano il cinema e le serie televisive. In verità, qualsiasi sia l' ambientazione prescelta per le loro fantasie, spetta alla bravura dell'Autore o dell'Autrice far sì che il lettore, anche il più disincantato, la lettrice, anche la meno sprovveduta - spesso impigriti da dosi massicce di letteratura "realista" -, accettino come "ammissibile" l' inammissibile <g>.

È comunque vero, però, che un racconto fantastico, per essere giudicato "riuscito", deve porci di fronte a un bivio critico, nel quale siamo costretti a dubitare del nostro Sistema di Certezze. A cominciare dalla stessa trama della Realtà in cui viviamo. Perché tale è l'essenza stessa del Fantastico, trasgressivo per vocazione. E la Letteratura è riuscita a rivelarcelo.

Il Soggetto vero del pensiero Fantastico è: il Diverso, quello che non ti aspetti. Quel che, quando compare, ci svela che la Realtà può essere altrimenti. In quest'opera di revisione utopica dell'Esistente, il Fantastico ha però dei nemici potenti, che bisogna saper espungere dai suoi domini, e che sono tanto più pericolosi, quanto più sembrano spartire, con lui, affinità e analogie. Sono: il pensiero Mitico, il pensiero Magico, il pensiero sistematico Teologico - i quali stanno lì a vigilare affinché il Fatto Nuovo (insolito, inatteso, "inesplicabile") non si presenti mai più, oppure, che non si ripeta come Nuovo, dilacerante, perturbante, al di fuori delle loro "liturgie". Alleati preziosi e inflessibili, in questo, del Buonsenso "borghese" - caratteristica delle classi dominanti dei tempi moderni.

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Nell' Antologia della Letteratura Fantastica curata da Borges, Ocampo e Bioy Casares leggiamo un brevissimo racconto di Thomas Bailey Aldrich che in poche righe (due) rivela l' essenza stessa di questo genere letterario:

"Una donna sta seduta sola in casa. Sa che nel mondo non c'è più nessuno: tutti gli altri esseri umani sono morti. Bussano alla porta.


Siamo davvero di fronte a un "grado zero" del Fantastico. Nessuno può incolpare l'autore d'averci ingannato. L' Imprevisto, però, è accaduto ugualmente.


Questa "parola chiave", Sorpresa, compare anche nel titolo di un racconto scritto da un novelliere geniale e trascurato: "Big Surprise", di Richard Matheson. Non è una pietra miliare della Letteratura, ma, in un certo senso, si tratta d'un testo programmatico, "a tesi", e dunque cardinale nel genere che più ci interessa. Matheson gioca con le attese del lettore (che filtra questa storia sulla base delle sue esperienze precedenti nel campo del Fantastico), e lo sfida a "dedurre", o meglio - come vedremo - a "abdurre", quale può essere la "Grossa Sorpresa" promessa dal racconto.

In una piccola città di provincia, c'è un vecchio sornione, il signor Hawking, che aspetta un gruppo di ragazzini al varco, all'uscita dalla scuola, appoggiato allo steccato del suo giardino. A uno di essi chiede: "Oh, ti piacerebbe trovare una grossa Sorpresa?". Ovviamente lo scolaro, Ernie - avrà dodici, o al massimo tredici anni,- è affascinato dalla proposta: pensa a un tesoro. Il vecchio Hawking lo invita a scavare una buca in un certo campo, non distante, ai piedi di una quercia: una bella fossa profonda tre metri e mezzo. Il ragazzino marina le lezioni del pomeriggio. Con altri due amichetti si munisce di pala e corde, e raggiunge quel campo. I tre cominciano a scavare, ma, passano le ore, la fossa non finisce mai e íl nostro protagonista si ritrova solo. Il miraggio dell'oro, adesso tutto suo, gli dà nuove energie. Quando il buio si fa più fitto, finalmente, Ernie urta con la vanga una grande cassa di legno antico. La sua gioia è enorme: la scopre del tutto, fa saltare la serratura e...

«... cacciò un urlo. Si appiattì contro la parete di terra e contemplò, inorridito, l' uomo che spuntava dalla cassa. "Sorpresa! ", disse il signor Hawking».


Là dentro - vivo, ma sepolto a cinque o sei metri dalla superficie -, c'era il vecchio. Lo stesso che aveva invitato il ragazzino a scavare per trovare una "Sorpresa". Matheson non ci dice nulla di più. Come Aldrich, ci lascia immaginare <d>.


Certo, le "sorprese" abbondano anche nella Letteratura Realistica (persino in vette come Dickens, Hardy, Tolstoj, ecc.), ma solo la Letteratura Fantastica ci invita (o sfida) a scavarle e a guardarvi dentro; con questo risultato: di ottenere lo stesso Effetto, ma raddoppiato. Proprio perché, nel Fantastico, la "Sorpresa" non è mai frutto del Caso o della Coincidenza.

Ma la cosa ancora più "sorprendente" è che di solito il cultore del Fantastico è smaliziato e sa che questo genere letterario, appunto, normalmente gli "promette un imprevisto" - cioè, qualcosa di "inatteso" -: come l'esercitazione d'emergenza, come la sentenza del Giudice che è anche boja. Tuttavia, nonostante le sue elucubrazioni (e la naturale diffidenza di chi si ritiene esperto), la Sorpresa lo coglie ugualmente impreparato. È un'Illuminazione, che lo sconcerta. Insieme allo stupore che ci procura l'Economia di mezzi colla quale il letterato fantastico ha raggiunto il suo effetto: nel racconto di Matheson c'erano due soli protagonisti, e la sorpresa era uno di loro. In quello di Aldrich, addirittura compare appena un personaggio, la donna "sola con la sua anima".

È al Soprannaturale che dobbiamo far ricorso, per decifrare queste due storie basilari? Fosse così, non capiremmo nulla del Fantastico moderno, che ottiene i suoi effetti dirompenti (da Hoffmann a Poe, da Kafka, a Borges) proprio de-sacralizzando, secolarizzando, i suoi materiali - e quindi troncando il cordone ombelicale che zavorrava il Fantastico all'antico racconto di Fantasmi o di Stregoneria. Ma: il Fantastico non deve ricorrere a spiegazioni soprannaturali in quanto l'Insolito, l'Inatteso, il Sorprendente, sono espressione della sua logica interiore.

Questi esempi (come infiniti altri che potremmo desumere dagli Autori appena citati) ci insegnano qualcosa che giudichiamo fondamentale - e indispensabile anche per capire lo spirito col quale abbiamo selezionato i fatti "veri" che compaiono nella nostra Enciclopedia. Perché una "Sorpresa" raggiunga il suo Effetto (estetico, logico, umoristico) deve essere il prodotto di una "Fantasia Esatta". Quanto più la Sorpresa che ci attende sarà esatta, tanto più la narrazione scatenerà in noi il libero gioco delle nostre Facoltà Combinatorie. Definizioni - queste ultime - che, in un certo senso, escludono il Meraviglioso (regno magico della fiaba), come pure il Mitico, dal Fantastico allo stato puro. Appellarsi alla Magia, per spiegare l'Improbabile, vuol dire: ricorrere all' arbitrio personale, insindacabile. Significa, per qualsiasi autore o autrice, gestire e controllare, in toto (anche se in un gioco complice), le fantasie dei propri Lettori.

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Borges e Bioy Casares sono stati davvero Maestri in questo campo, anche come "studiosi" del settore. Nella loro Antologia della Letteratura Fantastica (collazionata con Silvina Ocampo ) hanno incluso un numero assai elevato di racconti qualificabili perfetti, alcuni dei quali, in realtà, erano solo sorprendenti "variazioni" della stessa materia, della stessa situazione. Ce n'è uno, ad esempio - da loro attribuito a un inverosimile I. A. Ireland -, che si intitola: "Finale per un racconto fantastico", ed è talmente breve che può essere citato per intero:


"Che strano! - disse la ragazza avanzando cautamente. - Che porta pesante! - Così dicendo la toccò, e si chiuse improvvisamente con un tonfo.

- Mio Dio! - disse l'uomo. - Mi sembra che all'interno sia priva di serratura. Ci ha chiusi dentro tutti e due!

- Tutti e due no. Uno solo - disse la ragazza.

Passò attraverso la porta e scomparve".


Nella stessa Antologia, appena poche pagine prima, il trio di narratori argentini aveva fatto già "apparire" un racconto in tutto simile, destinato a diventare ancora più famoso: "Un Credente" - ascritto a un fantomatico, e probabilmente mai esistito, George Loring Frost:

"Al sopraggiungere della sera due sconosciuti si incontrarono negli oscuri corridoi di una galleria di quadri. Con un leggero brivido uno di essi disse:

- Questo posto é sinistro. Lei crede ai fantasmi?

- No, - rispose l'altro. - E lei?

- Io, sì - disse il primo e scomparve" <h>.


Ridotti, come sono, ai minimi termini dell'Economia Narrativa, questi due racconti, così perfetti nel sapiente controllo dei loro effetti, rappresentano ancora un "grado zero" del Fantastico. Ma la loro differenza (quasi impercettibile), rivela: che il primo appartiene pienamente al filone orrifico, fantasmatico, del "genere", mentre "Un Credente" - del brividoso Frost - si affida per risolversi a un registro decisamente più umoristico, ed è quindi utile, per noi, a dimostrare fino a che punto, certe volte, sia difficile distinguere il Fantastico dal Comico <i>.

In questi racconti, che inscenano un imprevedibile incontro ravvicinato, "a due", con l'Altro Mondo, uno dei personaggi ignora fino all'epilogo che l'altro è un Fantasma. Ma se scandagliamo la stessa "matrice" letteraria, ci imbattiamo (combinatoriamente) in altre narrazioni nelle quali lo Spettro, una volta dichiaratosi come tale, e benché lo voglia con tutte le sue forze, non riesce nemmeno a scomparire. H. G. Wells ha scritto una di queste perle mirabili d'Umorismo Nero, in cui i ruoli sono ribaltati: - e il protagonista del suo racconto si vanta, appunto, così con gli amici: "Ho sorpreso un Fantasma!" <j>.

In effetti, è soprattutto nel Comico che la Legge Combinatoria del Racconto è più scoperta e esplicita, fino al punto di sembrare - ma non essere - qualcosa di "automatico". In Italia circola da tempo immemorabile una "barzelletta sulle barzellette" di puro stampo "chlebnikoviano": in un manicomio, i degenti si scambiano solo numeri, non parole; appena dicono un numero, tutti si sganasciano dalle risate. Il fatto è che hanno numerato le barzellette; un po' per parsimonia intellettuale, un po' perché le storielle vanno ricordate com'è stato capace di raccontarle il più spiritoso di loro <k>.

Mirando, per vocazione, alla stringatezza, all'Economia, e procedendo - combinatoriamente - per sottrazione, il Comico può persino riuscire a ottenere i suoi effetti solo esibendo lo "scheletro logico", formale, dei propri procedimenti narrativi. Cito una delle formidabili Tragedie in due battute di Achille Campanile:

    "DRAMMA INCONSISTENTE
    Personaggi: NESSUNO. La scena si svolge in nessun luogo.
    NESSUNO: tace".

Non c'é neppure il consueto "sipario" finale: segno che non siamo neanche a teatro <l>. Si potrebbe commentare: tutto è lasciato alla Fantasia del Lettore. Ma anche questo tutto, in realtà, è nulla. Eppure la nostra Fantasia, comunque, è lì.

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L'obiettivo principale degli Autori di Fantastico non è però quello di riprecipitarci nel baratro d'una superstizione vergognosa, quanto piuttosto quello di "metterci in crisi" incrinando la realtà consolidata e dominante. Rivelandoci un "rimosso" - secolarizzato - col quale è ancora indispensabile confrontarci <e>. Con questo "spirito", Bram Stoker porterà il suo Vampiro Dracula nella Londra contemporanea, a infestare le nostre fantasie.

L'opera kafkiana - che indiscutibilmente ricade nel Fantastico, ma che è al tempo stesso così sfuggente e labile ad ogni classificazione -, risulterebbe incomprensibile, se divelta dallo sfondo del processo di integrale laicizzazione, e Secolarizzazione, della cultura occidentale. La grandezza di Kafka, e il suo sublime senso del ridicolo, stanno proprio in questo: nell'aver "de-sacralizzato" la Cabbala nei suoi racconti, sperimentando cosa accadrebbe se, prendendoli per istruzioni "pratiche", calcassimo i meandri interpretativi della Torah dentro il Reale. Tutto il contrario d'una operazione "metafisica", con cui lucidarsi gli occhi.

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                    FANTAENCICLOPEDIA

                   volume secondo: M - Z

                        SOMMARIO


XX      MALATTIE E MEDICAMENTI
        (INFERMITÀ, MALFORMAZIONI, RIMEDI)

1 - Nosocomio Generale
    (Morbi, Sindromi, Manie & "Scherzi di Natura")
§ 20101 L'Improvvisa Comparsa d'Arti Fantasma            667
§ 20102 Marinai, o: le Vittime degli Horrors             668
§ 20103 La Febbre Teatrale, detta anche "Abderìte"       669
§ 20104 Manie Auto-autoptiche                            669
§ 20105 La Moltiplicazione dei Cristi                    670
§ 20106 La Piaga misteriosa che incanta nelle Regge      671
§ 20107 Le Crisi di Cannibalismo Collettivo              672
§ 20108 La Malattia che travisa le Parole                673
§ 20109 La "Morte Apparente"                             674
§ 20110 I "Doppi" in Carnee Ossa                         677
§ 20111 Ermafroditi Leggendari                           679
§ 20112 Gemelli "Siamesi"                                680
§ 20113 - § 20114 Fotismi, cioè: La Vista "Cronopia"     683
        note                                             688

2 - Campionario Farmaceutico:
    Rimedi, Elisir, Panacee & Altre Terapie
§ 20201 Bagni per Gottosi (o: I Divorzi del Cremlino)    696
§ 20202 Crescione                                        697
§ 20203 Farmaci viventi (Psilli)                         697
§ 20204 Formiche                                         698
§ 20205 Giovinette Discinte                              699
§ 20206 Pennuti, o: la Terapia del Dolore                701
§ 20207 La Pietra per la Cura Naturale delle Malattie
        Veneree                                          701
§ 20208 Simpatie: o le Combinatorie Omeopatiche          703
§ 20209 Tempo Terapeutico                                705
        note                                             706


XXI     MIRACOLI
        (dei Santi)

1 - Casistica Ragionata
§ 21100 Preambolo                                        711
§ 21101 La "Bruttezza" come Dono Divino                  711
§ 21102 Ascensioni, Levitazioni                          712
§ 21103 Il Miracolo della Colomba d'Oro nel Deserto      715
§ 21104 I Pasti indiretti che satollano                  715
§ 21105 Il Miracolo delle Stimmate                       716
§ 21106 I Miracoli del Buddha: o la "Soavità d'Animo"    717
§ 21107 Le Preci Prodigiose                              718
§ 21108 Il Miracolo di Giosuè                            718
§ 21109 Il Miracolo delle "Ostie Pugnalate"              719
        note                                             724

2 - Lazzaro & altri Resuscitati
§ 21201 Lazzaro, Principe e Primizia dei Risorti         726
§ 21202 Resurrezioni Istantanee,
        o: L'Omertà dei Morti                            730
§ 21203 Cristina di San Trudone,
        o: i Tormenti della Vita Nuova                   733
        note                                             737


XXII    MORALITÀ LEGGENDARIE
        o: LE VIE DELLA PERFEZIONE

1 - Carità: Breviario d'Opere di Misericordia
    Spirituale e Corporale
§ 22101 Dar da mangiare agli Affamati                    743
§ 22102 Dar da bere agli Assetati                        743
§ 22103 Vestire gli Ignudi                               743
§ 22104 Alloggiare i Pellegrini                          744
§ 22105 Visitare gli Infermi                             745
§ 22106 Visitare i Carcerati                             746
§ 22107 Seppellire i Morti                               746
§ 22108 Consigliare i Dubbiosi                           747
§ 22109 Insegnare agli Ignoranti                         748
§ 22110 Ammonire i Peccatori                             750
§ 22111 Consolare gli Afflitti                           750
§ 22112 Perdonare le Offese                              751
§ 22113 Sopportare pazientemente le Persone Moleste      752
§ 22114 Pregare Dio per i Vivi e per i Morti             753
§ 22115 Prestar Soccorso a chi necessita Assistenza      753
§ 22116 La Carità del Calendario,
        ossia: le Rinunzie Temporali                     754
§ 22117 La "Buona Educazione": Conversazioni sul "Tempo" 755
        note                                             756

2 - Sabbetay e l'epopea dei Messia "Apostati"
§ 22201 - § 22205                                        760
        note                                             770


XXIII   MORTE
1 - Il Momento del "Distacco":
    Cause Svariate & Gesti Estremi
§ 23100 "The Way of all Flesh"                           775
§ 23101 Morti per "Abitudine"
        ossia: La vera Ragione della Morte               778
§ 23102 Destini Tragici                                  780
§ 23103 La Morte per Saetta                              782
§ 23104 Vittime del Palcoscenico                         783
§ 23105 Morti in quanto scambiati per Cadaveri           784
§ 23106 - § 23107 "Ultimi Messaggi" (Servizi Postali)    784
§ 23108 "Ultime Parole" (Dizionario Breve)               787
§ 23109 L' Ultimo Respiro                                790
§ 23110 Ultimi Sguardi                                   791
        note                                             794

2 - Il Decapitato di Wiertz
    ossia: L'Inferno Istantaneo
§ 23201 - § 23203                                        800
        note                                             810


XXIV    I MORTI
        (intesi come "Corpi Senza Vita")

Funerali, Tumulazioni, & altre Avventure dí Cadaveri
§ 24101 - § 24102 Il "Rispetto" per i Morti
                  (cioè: "Come sbarazzarsene")           815
§ 24103 Il "Rispetto" per i Vermi                        819
§ 24104 La Mummia di Bentham, Donatore di Se Stesso      819
§ 24105 Le Mummie di Sangue                              821
§ 24106 Fidejussioni                                     822
§ 24107 Gli Achab dei Cadaveri                           822
§ 24108 - § 24109 Metamorfosi Cadaveriche                824
§ 24110 Passerella Finale                                826
        note                                             828


XXV     IL POTERE

1 - Parabole: Ascesa e Caduta dei Regimi
§ 25100 Elementi per una "Logica della Tirannide"        835
§ 25101 Incoronazioni (o: La Disgrazia d'essere Re)      837
§ 25102 - § 25104 L'Esercizio del Potere:
                  Etichette di Corte                     839
§ 25105 Successioni: Quando il Re Morto risale sul Trono 842
§ 25106 Elezioni Democratiche                            843
§ 25107 - § 25108 Deposizioni: Le Tecniche del Golpe     843
§ 25109 Gli Al Aaraaf del Potere                         845
        note                                             847

2 - La Furia di Muhammad, figlio di Tughluq
§ 25201 - § 25202                                        851
        note                                             856


XXVI    PROFEZIE E PREMONIZIONI

1 - La Preveggenza del Futuro
§ 26101 L'Astrologia considerata come Scienza Esatta     859
§ 26102 "Il Principe che fu ucciso dal Cavallo morto"    860
§ 26103 Tempeste Ormonali                                862
§ 26104 Circoli Viziosi                                  862
§ 26105 Gli incerti del Mestiere                         864
§ 26106 - § 26109 La Morte del Profeta
                  o: la Trappola di Tiberio              864
        note                                             869

2 - Nostradamus, o: il Destino per Enigmi
§ 26201- § 26206                                         872
        note                                             882


XXVII   I SOGNI

1 - Il Gran Teatro del Sogno (Repertorio)
§ 27100 Prima del Sogno: il Sonno (vissuto come Enigma)  889
§ 27101 Nabucco,
        o i Sogni di cui si sa solo che si è sognato     892
§ 27102 Sogni Enigmistici                                893
§ 27103 Il Sogno di Augusto                              893
§ 27104 Il Sogno del Profeta Maometto                    894
§ 27105 La Religione in Sogno
        (o: Selàssié, il Profeta Ignaro)                 894
§ 27106 Il "Doppio" che abita nei Sogni
        (o: "La disputa metafisica sulle Zucche")        895
§ 27107 Il Sogno Orripilante di Spinello                 897
§ 27108 Il "Colore" dei Sogni                            898
§ 27109 Fenomenologia dell'Incubo                        899
        note                                             993

2 - Cartesio e i Rosa-Croce, seguaci della "Setta Perfetta"
§ 27201 - § 27206                                        908
        note                                             924


XXVIII  SUICIDIO

1 - Ritratto del Suicida da Vivo
§ 28101 Attentati                                        931
§ 28102 - § 28103 Soldati, o: i Suicidi Surrealisti      932
§ 28104 - § 28106 La Frenesia del Martirio               933
§ 28107 Epidemie di Suicidi                              938
§ 28108 - § 28109 Macchine di Morte:
                  Autoesecuzioni, Autocrocefissiani      939
§ 28110 Il Timore del Ridicolo e il Suicidio Perfetto    944
        note                                             946

2 - I "Fabbricanti d'Angeli", ossia: I "Suicidi Indiretti"
§ 28201- § 28204                                         952
        note                                             959


XXIX    VERITÀ, ossia: "IL TEATRO DELLA MENZOGNA"
        (con un Catalogo di Truffe & Abbagli)

1 - Hrönir & Ur: Il "Vero" come "Oggetto del Desiderio"
§ 29100 Approssimazioni                                  965
§ 29101 Esplorazioni                                     966
§ 29102 Le Tracce Infondate                              970
§ 29103 Le "Riscritture" Estatiche                       971
§ 29104 L'Invenzione della Tradizione                    974
§ 29105 La caccia alle Reliquie                          975
§ 29106 Le "CronoVisioni» di Padre Ernetti               978
        note                                             982

2 - L'Arte della Truffa e dell'Inganno
    (Casistica con Figure)
§ 29200 La Truffa considerata come "Essere dell'Uomo"    989
§ 29201 I Fossili Pazzeschi                              990
§ 29202 Scandali Remunerativi                            992
§ 29203 Falsi "Falsi", Falsi Falsari                     993
§ 29204 George Psalmanaazaar                             995
§ 29205 La Principessa Caraboo di Javasu                 997
§ 29206 Florence Cook e il "Fantasma" di Katie King     1001
§ 29207 L'Imbroglio delle Fate                          1004
§ 29208 Diana Vaughan, la Santa che svanì
        a un passo dal Calendario                       1006
§ 29209 - § 29210 Vari Meegeren, il Falsario
                  che appese la sua Vita a un Quadro    1009
        note                                            1015

3 - Metamorfosi: il Mito del "Redivivo"
    e il Ritorno dello Smemorato
    (Bruneri, Martin Guerre, Tom Castro)
§ 29301 - § 29302 Evidenza / Diffidenza / Somiglianza
                  (Regole & Modelli)                    1019
§ 29303 Tom Castro, o l'Azzardo del Gaglioffo           1024
§ 29304 Martin Guerre - o: il Tramonto dell'Identità    1028
§ 29305 - § 29308 Bruneri & Canella,
                  o la "Metamorfosi" dello Smemorato    1031
        note                                            1041


"Z" (Postfazione)
§ 30100                                                 1049


APPENDICE:

Il Fantastico in Letteratura: "Parole Chiave"
§ A01   Introduzione: "L'Insolito"
        (L'Unheimlich di Sigmund Freud)                 1055
§ A02   "Confini" (l'Ernani decollato di Sigmund Freud) 1062
§ A03   "Sorpresa"
        (Il Paradosso dell'Impiccagione di W. V. Quine) 1068
§ A04   "Abduzione" (I Fagioli di Charles S. Peirce)    1075
§ A05   "Combinatorie" ("Enigmi" e
        "Vie d'Uscita nei "Generi Abduttivi")           1080
§ A06   "Ambiguità" (Il "Fiore di Coleridge" e
        le sue "Implicazioni")                          1093
§ A07   "Secolarizzazione"
        (la «Ripetizione" in Kierkegaard)               1163
§ A08   "L'Improbabile", ovvero
        "Le Malattie del Linguaggio"
        (con un breve excursus sul "Don Giovanni")      1110
§ A09   Il Mito e il "Mitico"
        (Platone e la "Deriva del Racconto")            1120


BIBLIOGRAFIA                                            1135

Indice degli Argomenti e delle Cose più Notevoli        1203
Indice dei Nomi e delle Fonti                           1261
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