"Prima Pagina" di novembre 2019

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Forse leggere è l'unica pratica continua rimasta al mondo. Ce ne sono altre - la musica, per esempio -, ma nessuna che faccia della continuità una ragion d'essere così dispotica come la lettura. Leggere è sottomettersi a un impero estinto: l'impero della linearità. Impossibilità di abbreviare, prendere scorciatoie, skippare (senza mettere a repentaglio la comprensione di ciò che si legge, ovvio). Se oggi la lettura è una grande pratica anacronistica - l'altra è il teatro - è proprio per l'insolenza, la sfacciataggine, perfino l'ingenuità provocatoria con cui esibisce il blasone di una cultura del concatenamento, della sequenza, del passo a passo, in uno stato di cose in cui moneta corrente sono la simultaneità e il montaggio.

Alan Pauls, "Trance", SUR, Roma, 2019